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Autore: LunarBlade Valentine    02/10/2009    2 recensioni
Come ha fatto il Vincent del gioco a diventare il Vincent di AC? E poi come e quando ha sviluppato l'amicizia con Marlene che si vede nel film?
[Ambientata un anno prima di Advent Children e dopo il gioco.]
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cid Highwind, Marlene Wallace, Tifa Lockheart, Vincent Valentine
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children
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Nothing New Under The Sun



Il mattino dopo mi trovo sul ponte, dove vado di solito quando voglio far credere che non me ne freghi niente di nulla. Credo che stia diventando tutto un po’ troppo.

Lo ammetto.

Mi importa.

Ecco. L’ho detto. Contenti?

Mi importa di quello che succede a questa zotica banda di buffoni.

Dannazione.

Tifa è uscita prima che mi svegliassi, il che è stupefacente.

Ha provato a piegarmi il mantello, che ha preso le sembianze di un quadrato con delle punte che sprizzano da tutti i lati. Tipo piovra assassina. Non ho potuto non sorridere. Mi ha lasciato un bigliettino.

‘Vincent, torno stasera - tu aspettami, okay? Marlene può dormire finché vuole. Tifa.’ E a fondo pagina ha aggiunto un piccolo scarabocchio spigoloso che dovrei essere io, con tanto di cuoricino che esce dalla faccia sorridente. È una disegnatrice atroce, bisognerebbe proibirle di toccare una matita. La sua calligrafia invece è piuttosto gradevole, e mi piace il piccolo ghirigoro che mette nella V maiuscola.

Fa un effetto un po’ strano riavere il mantello. Mi ero quasi abituato a muovermi senza. Alle volte è come se fosse l’unico amico che mi è rimasto. L’unica cosa che mi è familiare e che è sempre con me. D’altro canto mi ricorda anche di luoghi chiusi, di combattimenti e di morte. Continuo a indossarlo comunque, più perché la gente potrebbe cominciare a farmi domande se non lo metto che per un bisogno vero e proprio. Non mi va di spiegarmi.

Oggi mi sento peggio, ma era prevedibile. Prendo gli antinfiammatori. Che altro posso fare? Devo soltanto aspettare di riprendermi e poi partirò. Dovrò andarci cauto. Non voglio che Tifa e Marlene soffrano. Per ora hanno sofferto abbastanza. Dovrò maneggiare delicatamente la questione, anche se sono già sicurissimo di distruggere tutto.



Di fronte a me c’è Midgar. O meglio, le rovine di Midgar. Non credo che a qualcuno verrà mai in mente di venirci a vivere. L’altera torre Shinra è stata denudata della sua gloria e ridotta a un misero pilastro di metallo, che si erge verso il cielo nuvoloso come la mano supplicante di chi sta per morire.

Migliaia di persone sono morte sotto le macerie. Io le guardo e non riesco a credere che queste siano le ceneri di una città come Midgar. Come potrebbe? Non posso neanche immaginare un numero così grande di persone cadute. Non conoscevo nessuno di loro e per loro non posso fare nulla. Non mi è rimasto neanche il dolore del lutto. L’ordine di un nuovo mondo sta arrivando. L’intero pianeta deve abituarsi a quello che il futuro ha in serbo. Ci sono ancora delle armi in giro, e ora la Materia diventerà alquanto rara. Le istituzioni mediche dovranno trovare una fonte di energia alternativa per tutti coloro che vivono grazie ad apparecchi che vanno a corrente. Probabilmente moriranno tutti.

Tanta di quelle morti, tanti di quei cambiamenti. Penso di aver perso ogni sensibilità: ho visto troppi morti. Devo reggere troppi cambiamenti. Ormai non me ne importa più niente. La cosa mi rende una persona senza cuore? O fredda? Non posso farci nulla. Io non posso sentire nulla. Non è mia intenzione essere freddo. Vorrei credere di avere qualcosa che mi batte nel petto. È così sbagliato non sentire niente? Non posso costringermi a provare qualcosa.

Ho ucciso delle persone, e i morti che ho di fronte per me sono uguali a loro.

Mi sento piuttosto inutile, appoggiato qui alla ringhiera mentre qualcuno muore proprio davanti a me. Beh, posso fare poco su un piede solo.

O è una scusa? Se ora potessi usarli entrambi, andrei ad aiutare? Probabilmente. Mi sarebbe importato qualcosa di chiunque avessi salvato? Probabilmente no.

Salvare una vita è più importane del sentimento che vi si cela dietro? Se salvi qualcuno e non senti niente per averlo fatto, questo sminuirebbe il salvataggio? Suppongo di no, perché quella persona sarebbe viva, e magari ti sarebbe grata – anche se questo non sfiora il tuo cuore.

È proprio come uccidere: non conta se non provi niente nei confronti della persona che uccidi - tanto è morta lo stesso.

Avere a cuore qualcuno o qualcosa cambia un uomo? Forse- L’ho sperimentato personalmente quando mi sono innamorato di Lei. La mia vita ruotava attorno a Lei. Anche solo essere consapevole della sua grazia mi rendeva una persona diversa. Mi bastava sapere che lei per me c’era sempre e che mi conosceva - anche solo il pensiero che forse potesse pensare a me - per trasformarmi. Come un bruco che diventa una farfalla; sentivo la mia anima librarsi in volo. Quasi invidio chi ero allora per aver provato tutte quelle cose contemporaneamente. Vorrei provarle di nuovo. Ma maledizione, precipitare da tanto in alto ha fatto male.

Allora come ora la mia anima aveva fame di qualcosa. Quella fame e quella sete che si agita nel mio cuore. Mi sembra di volere ogni giorno più bene a questi idioti. A Tifa e a Cid e a tutti quanti. Perfino alla piccola Marlene. E quando si vuole bene… È un po’ come bere un bicchiere d’acqua o mangiare una fetta di pane. Sa di buono. È appagante. Come trovare un’oasi nel deserto.

Ma è veramente acqua? Non è l’incantesimo di una Morgana? L’ultima volta che ho pensato di aver trovato nutrimento sono stato avvelenato. Come faccio a sapere se sto bevendo acqua o sabbia? All’uomo assetato e disperato non importa se beve acqua rinfrescante o sabbia cocente. Vuole soltanto bere…

Se beve la sabbia e muore felice, è davvero peggio di chi beve l’acqua e muore infelice? Chi lo sa.

Aleonde diceva spesso: “Le cose che desideriamo di più sono sempre quelle che non possiamo avere.”

Questa sensazione - queste persone - la mia salvezza o la mia rovina? Tenere a loro mi renderà felice o distruggerà l’ultimo briciolo di forza rimastomi?

Ormai è quasi pomeriggio. Ho meditato qui fuori per ore. Torno dentro e trovo Marlene che gioca nel salone. Mi sorride e mi saluta. Io annuisco per farle capire che l’ho vista. Mi offre una bambola per giocare con lei.

Declino con garbo.



Mi prendo cura di lei per il resto della giornata. Per ‘prendo cura’ intendo ‘bado a che non muoia per un atto di stupidità infantile’. Tipo leccando una presa della corrente o saltellando di nuovo giù dall’Highwind.

Anche ora, mentre passa il tempo, i miei pensieri rimangono gli stessi.

Rimango qui?

Dove andrei se partissi?

Cos’è la cosa giusta da fare?

Forse dovrei tornare in quella caverna? Forse Lei…

Lei cosa? Voglio davvero vivere per il passato?

Non ho niente per cui vivere. È per questo che ho potuto combattere con tutta la mia forza. Se avessi avuto qualcosa per cui vivere non sarei tornato quando Cloud ci ha dato la possibilità di andarcene.

Non so cosa fare. Il mio stomaco si attorciglia in un nodo. Come se qualcuno mi avesse infilzato le interiora con una forchetta e le stesse girando come un paio di spaghetti. Ansia, ecco come si chiama. Mi sembra di sentirmi come quando mi preparavo per una missione. Era sempre così. Mi pare che addirittura usavo la stessa metafora degli spaghetti.

Marlene poi mi fa notare che i popcorn hanno smesso da tempo di esplodere nel microonde. Dentro quel coso non c’è nessun fuoco - ho controllato. Sono l’unico a trovare la cosa inquietante? Ci si mette dentro il cibo, quello si accende e il cibo gira. Poi il cibo è caldo. Non ha alcun senso dal punto di vista scientifico.

Ha fatto bruciacchiare i popcorn del pranzo, e ha l’intelligenza di non lagnarsi dopo una mia occhiataccia. Neanche io potrei sbagliare a fare i popcorn. Prima li preparavo continuamente - in una pentola, come le persone normali.

Gioca, e la guardo di sottecchi mentre leggo il mio libro.

Non è spiacevole. Io so che lei è qui e lei sa che io sono qui. Riusciamo, in un certo qual modo, a stare insieme senza interagire. La cosa che più mi preoccupava era l’eventualità di doverla far divertire. Per fortuna è molto brava a divertirsi da sola.

A un certo punto mi dice di tenerle uno dei pezzi del puzzle gigante, che nascondo prontamente nelle pieghe del mantello. Non so perché l’ho fatto. Suppongo di voler vedere la sua reazione. Voglio testare la sua abilità nella risoluzione dei problemi. Voglio vedere se ha ancora speranza. Inoltre, è divertente.

Quando mi chiede se ce l’ho io faccio spallucce e proseguo la lettura. Solo dopo che sembra abbastanza certa di averlo perso lo faccio ricomparire e glielo restituisco.

Vorrei tanto poter sorridere così: in quel sorriso ci sono tutte le speranze e il futuro che il Pianeta può offrire. Cosa gli accadrà? E io sono mai stato così? Credo di essere nato vecchio.

Sono mai stato così innocente e spensierato? Il mio sorriso allontanava tutte le preoccupazioni?

Non ricordo proprio. Mi sa di no.

Lei è una macchia solare. Conoscendomi, dovevo essere una chiazza d’olio.

È molto meno seccante di quanto temessi inizialmente. Potrei anche abituarmici. Semplicità; da me vuole solo la mia presenza e un po’ di protezione. Nessun secondo fine, nessun segreto o complotto. Lei è quello che vedi, e quello che vedo è una bambina felice e vivace. È così che dovrebbero essere i bambini. La guerra invecchia la gente. Fa qualcosa agli occhi. Dagli occhi di una persona riesco a capire se ha visto la guerra e la morte. Ce l’hanno scritto sull’anima e dipinto nel cuore.

Continuo a nascondere oggetti nel mantello. Ogni volta mi dà qualcosa e sa che lo nasconderò. Mi fissa intensamente le mani finché una cosa qualsiasi non la distrae. È solo allora che nascondo quello che mi ha dato, e ogni volta lei si meraviglia come se fosse la prima. Non mi becca mai. Mi fa venir voglia di sorridere.



NDA: dannazione, un altro capitolo triste. Per me adesso andrà sempre peggio perché siamo a un passo dal climax. Queste parti mi rendono davvero ansiosa, proprio come Vinnie prima di una missione. Vorrei davvero inquadrare questi capitoli. Trovo importante farli bene prima di proseguire. So che ci saranno parti che un giorno mi faranno vergognare, ma al momento questo è il meglio che so fare. Conta anche questo, no?
Il prossimo capitolo è troppo corto, questo mi è venuto troppo lungo. Non riesco a trovare un modo decente per staccarli senza interrompere il flusso regolare. È frustrante.
Alla prossima!
   
 
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