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Autore: Rikori    03/10/2009    0 recensioni
Sono passati dieci anni dal ritorno della dea Amaterasu sulle Celestial Plains. Il Celestial Envoy Issun vive la sua vita dipingendo e, così facendo, adempiendo al compito che gli era stato assegnato: ispirare la fede della gente negli dei. E aveva promesso ad Amaterasu di aiutarla ad avere quanti più credenti possibili. Ma se un giorno uno dei suoi dipinti diventasse vero, incarnando proprio la dea del sole, cosa succederebbe? E soprattutto, perchè succederebbe? Per scoprirlo i due reintraprenderanno il viaggio già compiuto dieci anni prima e, durante il cammino, il loro rapporto diventerà ben più che amicizia.
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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she's back cap1

Issun alzò la testa al cielo, assaporando il vento fresco che faceva frusciare il suo verde mantello.
Sospirò, abbassando di nuovo lo sguardo sulla tela mezza dipinta per impugnare il suo pennello, intingendolo nell’inchiostro rosso, e ricominciare a dipingere.
Con tratto preciso disegnò i segni della dea conosciuta.
 L’ennesimo dipinto di Amaterasu. La sua capanna ne era ormai piena e, nonostante stesse provando con tutto sé stesso, non era mai soddisfatto del risultato.
Non erano neanche lontanamente splendenti come il soggetto originale.. Probabilmente, l’unica pittura che più si avvicinava all’essenza della lupa bianca era quella di Ishaku, suo nonno.
Ma adesso il Celestial Envoy era lui, ed era suo compito garantire che la gente credesse agli dei tramite le sue pitture.
Ed aveva fatto una promessa ad Amaterasu.. Che avrebbe avuto più credenti di quanti ne avesse mai immaginato. Lui sapeva che lei lo guardava e si compiaceva dei suoi sforzi; ogni volta che alzava lo sguardo al sole, gli sfuggiva un flebile sorriso che lo faceva sembrare più allegro del solito.
Erano passati dieci anni, e lui ancora non aveva dimenticato. Né la sua promessa, né tutto quello che avevano passato insieme.
Ringhiando un’imprecazione, rovesciò la boccetta di inchiostro sulla tela sbattendoci il pennello sopra, frustrato. Possibile che non riuscisse mai a raggiungere un livello che lo soddisfacesse? Diamine, era il settimo Celestial Envoy, e cavolo se sapeva dipingere!
Eppure.. C’era qualcosa che non lo convinceva.
“Uff. Se solo non fosse stata una lupa, non ci sarebbe stato tutto quel pelo da dipingere e sarebbe stato più facile,” borbottò in maniera idiota strappando quello che restava del dipinto.
.. Poi un’idea geniale lo fulminò.
Rientrò in casa in maniera fulminea, afferrando in fretta un paio di pergamene vuote e un carboncino. Uscito, si sedette per terra a gambe incrociate iniziando a schizzare una sagoma umana.


 Issun spennellò l’ultima sfumatura facendo un passo indietro per ammirare la sua opera.
Aveva schizzato su pergamena per poi trasferire il tutto direttamente su tela, sicurissimo di quello che stava facendo. Era un dipinto a grandezza naturale, alto quanto lui.
Tirò su col naso, soddisfatto. Dinanzi a lui c’era il primo ed unico dipinto della dea del sole versione uman..
Beh, Poncle.
Dalla tela una ragazza dai lunghi capelli d’argento, con coda ed orecchie di lupo e brillanti occhi azzurri gli sorrideva. Dietro di lei s’intravedevano le scintille rosse, blu ed oro del Solar Flare.
Con un sorriso a trentadue denti, Issun ripose il pennello per poi afferrare l’opera dai due lati per trasportarla nella sua capanna. Ma, non appena l’ebbe presa, questa iniziò a scottare e la luce del sole lo accecò.
Il poncle la lasciò andare terrorizzato, soffiandosi sulle dita bollenti. Quando rialzò lo sguardo, maledicendo l’aver lasciato troppo al sole la tela, quello che vide lo fece rimanere a bocca aperta.
Proprio di fronte a lui c’era una copia esatta, in carne ed ossa, del dipinto. Era stesa a terra, raggomitolata, e sembrava addormentata.
Issun rimase a fissarla per dieci secondi buoni, prima di sbattere perplesso le palpebre e spostare lo sguardo sul suo lavoro di pennello.
La tela era vuota.
Fece un passo indietro, non credendo ai propri occhi, quando la ragazza si stiracchiò con un lungo sbadiglio.
Le orecchie da lupo tremarono appena mentre Amaterasu apriva gli occhi e si guardava intorno con curiosità.

   
 
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