White
Witch & Black Wolf
Prologo
Gli occhi
neri di un ragazzo dalla pelle ambrata scorrevano veloci fra le righe
di
quell'immenso tabellone affisso sulla parete.
... Bathory, Draculia, Drake, Franken, Kappa, ed ecco il suo cognome,
Licany!
«Uuuuuh! Nooo!» Un ululato si spanse nella scuola
facendo rabbrividire e
voltare molti altri studenti.
Non era concepibile, lui non poteva essere stato rimandato per una
materia!!
Con un gesto nervoso si spinse dietro le spalle i capelli lunghi e
neri,
controllò nuovamente la riga, Licany Bleda rimandato, la
materia era la sua
pecca di sempre, alchimia...
Rimando equivaleva a dire studio estivo e se c'era di mezzo l'alchimia
dei
corsi di recupero in compagnia di niente poco di meno che Flamel,
Flamel
Arakawa, il più temuto professore della scuola
nonché suo zio da parte di
mamma...
***
E ora eccolo lì in un
campus
estivo per uno dei suoi preziosi mesi di vacanza a studiare quella
materia
vecchia e inutile!
«Hey Bleda siamo arrivati, svegliati Boby!».
Il ragazzo che si era assopito con la testa appoggiata al finestrino
dell'autobus, a sentire quel nomignolo si svegliò furibondo
e prese l'amico per
il colletto alzandolo da terra senza sforzo. «Azzardati a
chiamarmi un'altra
volta con quell'appellativo e ti ci strozzo nelle bende! Mucchio d'ossa
putrefatte!»
«Come siamo suscettibili!» Pose a terra l'amico che
si sistemò alcuni
bendaggi. «Tu sai che sono suscettibile! Soprattutto
ora davanti ai
cancelli della scuola estiva per il recupero! Mi spieghi come mai anche
tu sei
qui? Uno studente modello come te, Meren?»
Mentre parlava, aveva preso il suo sacco e stava scendendo dall'autobus
passando dal finestrino, con un agile balzo fu subito a terra mentre
l'amico si
stava sgrovigliando dopo essersi impigliato a un chiodo sporgente con
una
benda. Appena riuscì a scendere da quella trappola infernale
- come aveva
appena ribattezzato l’autobus - e aver ripreso fiato, rispose.
«Molto semplicemente io aiuto i professori con gli studenti
tardi come te!»
Sentì un ringhio poco promettente che gli fece ricordare che
il suo amico era
un licantropo piuttosto
suscettibile... «Ok scusa, ma è
più
forte di me!».
Bleda si buttò la sacca in spalla e si diresse verso il
dormitorio seguito a
ruota da quella mummia del suo amico Meren.
Appena dentro la loro stanza, il ragazzo si buttò
stancamente sul letto. «Meren,
che luna è questa?»
L'altro guardò velocemente fuori dalla finestra e disse che
erano ancora in
luna nuova, senza dirsi altro si coricarono, erano entrambi distrutti
dal
viaggio che li aveva condotti in quel campus.
Era stato deciso, infatti, che per non distrarre troppo gli studenti
che avevano
bisogno di recuperi estivi, questi si sarebbero svolti in un campus in
montagna
che però si trovava fuori mano per molti studenti.
***
Era atterrata
alla bene e meglio - ovvero con il sedere a terra e le gambe per aria -
sbuffò
proprio non riusciva ad apprendere le tecniche di atterraggio, e
bè in parte
era anche per quello se era lì, si vergognava di se stessa,
una strega, ma non
una strega qualunque...
Lei era la trentasettesima discendente della famiglia von Holstein, una
delle
casate di streghe più antiche!
Ed era anche una delle poche streghe -se non l'unica!- che non sapeva
volare!
Si rialzò rossa per l'imbarazzo e per fortuna l'unico
spettatore della sua
rovinosa caduta era stato il suo gatto, che se la stava ridendo di
gusto…
«Sì sì ridi, giuro che appena sono
fuori da qui un volo nell'oceano non te lo
risparmia nessuno!».
Mentre si riassettava la veste bordò, il gatto non la
smetteva di sghignazzare.
«Troppo ridicola! Sono fortunato che noi gatti atterriamo in
piedi altrimenti
questa caduta mi sarebbe stata fatale!».
La ragazza lo guardò truce. «Allora è
meglio se ti guardi le spalle gatto
pulcioso! Una caduta non è l'unica cosa che potrebbe esserti
fatale!».
Raccolse anche il cappello e dopo averlo sbattuto per togliere la terra
che vi
si era posata sopra, se lo pose sul capo e iniziò a
camminare furente verso la
scuola.
«Aspettami Ylp!» A sentire la voce del gatto, la
ragazza si voltò furente e lo
fulminò con lo sguardo dandogli contro la sua scopa di
saggina. «Muoviti e non
fare troppa confusione non so se te ne sei accorto ma per colpa della
tua fissa
per apparire perfetto siamo arrivati con tre ore di ritardo! TRE
ORE!!»
Tutti gli
studenti, infatti, dovevano presentarsi alla scuola entro e non oltre
le ore 20.00,
e loro ovviamente si stavano per presentare al dirigente alle ore
23.05.