Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: BlackPearl    04/10/2009    9 recensioni
[...] Durante il tragitto mi impongo di restare calma; keep calm, relax and breathe, non sarà niente di che, una stretta di mano e via. Forza.
< E' nervosa, Pen? Non muoia, quando lo incontrerà, mi raccomando.>
< Mh.>
< Suvvia, non è niente di che. Si tratterà di stargli premuta addosso, sussurrando parole al suo orecchio, seguendolo ovunque per..>
< Jon, la prego. E' già abbastanza difficile così.> [...]

Perchè essere l'interprete di Orlando Bloom non capita tutti i giorni.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 3
Curriculum vitae
Capitolo sette







< Secondo me Gerard è completamente e irrimediabilmente stonato.>
< Ma che stai dicendo! Ha parlato il quinto Beatle riuscito male!>
< Io non ho mica cantato nel film>
< Appunto, ci è bastato vederti muovere>
Comincio a ridere ancora prima di vedere la sua reazione, prevedendo un attacco di solletico immediato. Ecco, appunto.
< Va bene, va beneeeee, sei bravo, bravissimo!> Riesco a dire, tra le risate.
Si ferma bloccandomi i polsi sopra la testa, e si avvicina pericolosamente alle mie labbra. Tre ciondoli che porta al collo mi sfiorano la pelle, facendomi rabbrividire più di quanto non voglia.
< Una notte di queste mi canti Hush Little Baby, mh?> Dico, serrando le labbra per non ridere.
Lui socchiude gli occhi meditando vendetta, e nemmeno due secondi dopo comincia a mordermi il collo, così che rido ancora di più.
Riesco a prendere fiato solo quando squilla il telefono.
Lui si accascia appena su di me, sbuffando. < Se è di nuovo Robin, giuro che la licenzio>
< Senza di lei sei un uomo finito, non ti azzard.. che c'è, chi è?> Perdo battiti immaginando chi sia, a giudicare dalla sua espressione.
Mi lascio andare a un sospiro affranto. E' la terza volta che chiama da stamattina.
Spero con ogni cellula del mio corpo che Orlando non risponda.
< Devo rispondere per forza, o sarà sempre peggio> Mormora, quasi mi avesse letto il pensiero.
Non so perchè, ma ho una brutta sensazione. Cioè, veramente lo saprei il perchè. Perchè ora lui mentirà dicendo che sta con la sorella a Piccadilly, quando invece è quì con me.
Ovviamente, non vorrei che le dicesse la verità..
Ma anche sì, invece.
Perchè non la manda al diavolo semplicemente? Uffa.
< Ehi amore.. ciao>
Pure amore la chiama? Ma mi vede o sono diventata invisibile?! Certo, magari mi farebbe comodo. Così vado da Miranda e la prendo a pugni senza che lei possa reagire in modo alcuno. In verità, talmente è magra, non ci sarebbe bisogno di essere invisibili.
< Sì.. no, veramente sono.. ehm..> Si guarda intorno alla ricerca di un appiglio o di una scusa plausibile. < Sono a casa. Ho alcuni copioni da guardare, sai com'è..>
Tipico. Un po' di fantasia per risultare più credibile no eh?
< Certo che mi manchi, che domande!>
Uh, sì, da morire. Specialmente stanotte ti è mancata. Proprio tanto.
Argh, ma che ci faccio quì? Devo andarmene.
Mi alzo da letto, infilo le scarpe e comincio a raccattare le cose sparse per la camera e a infilare freneticamente il tutto nella borsa.
Orlando mi ferma bloccandomi per il polso, così che sono costretta a girarmi. Sbuffo, e -senza pensarci troppo- comincio a fargli il verso mentre parla al telefono, con faccia smielata e sbattendo le ciglia. Mi libero dalla sua presa e mi avvio verso la porta, ascoltando nient'altro che il ticchettio dei tacchi sul pavimento.
< No, è la televisione.. no che non c'è nessuno, chi ci dovrebbe essere?>
Oh Signore! Alzo un braccio come a dire "ah, ecco, ci mancava solo questo!"
Sai che ti dico, Orlando? Inventati una scusa ora per la porta che sbatte!

***

Ho bisogno di un bagno bollente.
No, magari di una doccia fredda.
Entro da Starbucks e mi siedo al primo tavolo disponibile. Alzo gli occhi e mi trovo davanti una foto di Orlando e Miranda a braccetto, di qualche settimana fa. La ragazza che ho di fronte sfoglia la sua copia -vecchia, immagino- di "Hello!" tutta interessata.
< Non ci credo. Si sono lasciati?> Comincia a mormorare, sconcertata. < E per colpa di un'interprete?! Oh, cielo. Non ci posso credere!>
Cosa? Che sta blaterando questa? 
Guardo meglio la copertina e vedo una scritta gigante a cui prima non avevo fatto caso, che dice "Orlando e Miranda: Is it over?" e la data di oggi, oltretutto. E una specie di squarcio tra i due. Certo che sono proprio distratta, come ho fatto a non vederlo prima?
Lo dico che mi manca qualche rotella.
< Ma guardatela. Tutta sorridente nel suo abito bianco. Ma chi si crede di essere?! Tzè.>
Quando mi accorgo che sta per abbassare il giornale, prendo il menu e me lo piazzo davanti al viso. Se questa mi vede mi affetta seduta stante.
Tutta assorta nei miei pensieri, sobbalzo quando la cameriera mi porta il caffè. < Ah, grazie.>
< Ehi, Meg, hai letto qua?> La ragazza assassina ferma la cameriera riempendole la testa di chiacchiere su questa presunta rottura. Ma dico, che ti frega? Fatti un barile di affari tuoi, idiota!
< Sì, ho visto. Secondo me non è vero, non è confermato niente. Anche se questa Penelope è carina. Li vedo bene, insieme. Mille volte meglio di quella triglia leopardata.>
Uh, finalmente una che la pensa come me! Che bello.
< Miranda è il top del top. Ha delle gambe che fanno paura.>
< Tanto son scheletriche?> Mi copro la bocca col bicchiere. Certo, Pen, datti la zappa sui piedi. Complimenti, hai vinto l'Oscar di scemenza.
< Come scusa?!>
< Ehm, niente. Devo andare.> Fuggo via con la speranza che non mi riconoscano. Dite che devo mettermi a correre?
Se caccia la mannaia e mi insegue?
Mi giro furtiva, ma non vedo nessuna ragazza imbufalita venire verso di me. Puff, menomale.
Certo che sono paranoica.
Un passo dopo l'altro verso casa, rifletto su questa notizia. Che qualcuno abbia spifferato qualcosa? Possibile che Jon..? Nah. Robin? Ma manco se la torturano.
Quell'ochetta del cinema? Non voglio credere..
No. Sono solo stupide supposizioni di stupidi giornali.
Non me la sono certo immaginata la conversazione di cinque minuti fa. Appunto.
Quindi, niente di fatto. Magari qualcuno avrà avvertito un po' di tensione.. o magari Miranda ha detto qualcosa a proposito di loro due.
Dio, speriamo.
Ah, casa dolce casa.
Prendo la montagna di posta ammucchiata fuori alla porta, e vado dritta in bagno ad aprire i rubinetti della vasca. Ci butto una zolletta effervescente da bagno di Sephora e vado a spogliarmi. Facciamo due, va.
Mentre sgancio il reggiseno, squilla il telefono. Prendo il cordless coprendomi il seno con l'altra mano. Uhm, chi è? Non conosco questo numero.
< Pronto?>
< Salve, parlo con Miss Cabey?>
< Sì, chi è?>
< Sono Catherine Wickham, di Vogue. Volevo farle alcune domande riguardo..>
< Cosa? No!> Ma che vole questa?! Ma perchè la gente si ostina a voler sapere i cavoli degli altri?
< Se vuole possiamo combinare un incontro..>
< Non mi ha sentito? No!>
< Allora mi dica solo se c'è qualcosa tra lei e Mr Bloom, rilasci una dichiarazione..>
< Ma che dichiarazione e dichiarazione, l'unica cosa che posso dire è no comment e fatevi gli affari vostri!> Riattacco tutta accaldata.
Neanche tre secondi dopo, il telefono torna a squillare. Oh, no.
Al diavolo.
Vado in cucina e stacco la spina, direttamente. Così imparano. Ci manca solo che me li ritrovo sotto casa. Che poi, mica sanno dove abito?
Forse no, ma non ci metteranno più di mezz'ora a capirlo.
Maledizione.
Controllo il cellulare. Nessuna chiamata, nè messaggi. Okay, non vorrei ammetterlo, ma sono un tantino delusa.
Vabbè. Cosa potevo aspettarmi, dopotutto.
Mi infilo nella vasca da bagno lasciandomi andare a mugolii di approvazione. Ah, finalmente un po' di relax.
Chissà se in America sono arrivati questi gossip. Certo, Hello! esce pure là. Dio, Robin deve essere furiosa!
Speriamo che Orlando non sia nei guai.
Sbuffo. Dopotutto non riesco a non preoccuparmi per lui. Magari avrà qualche spiegazione, che ne so. Forse sta reggendo la storia con Miranda per.. boh. Qualche motivo segreto di cui solo lui e Robin sono a conoscenza.
Certo che la mia mente in quanto a volare con la fantasia non batte nessuno.
Uh, che strano. Mi sembra di aver sentito suonare la porta. Devo avere acqua nelle orecchie. E le allucinazioni.
Driiiiin!
Stavolta lo sento forte e chiaro. Chi sarà mai? Uff. Non poteva aspettare che finissi il mio bagno? Accidenti a lui. O lei.
Giuro che se è qualcuno per un'intervista prendo l'attizzafuoco e glielo infilo nel naso.
Mi avvolgo alla bene e meglio in un asciugamano e, gocciolando per casa, urlo < Sto arrivando! Calma!>
Apro senza guardare dallo spioncino.
Sospiro.
< Che ci fai quì?>
< Ti ho cercato in almeno quattro Starbucks, sono andato a Covent Garden per vedere se eri da Marks&Spencer, e dopo una corsa sfrenata per i tre piani -in cui sicuramente mi avranno creduto pazzo- sono uscito e ho chiamato Alex allo studio, che mi ha detto di non averti sentito per tutta la mattinata.. allora ho provato a chiamarti sul cellulare per l'ennesima volta, ma..>
< Non mi è arrivata nessuna chiamata>
< Come stavo per dire, eri irraggiungibile. Probabilmente hai la batteria scarica, come al solito. Quindi ho provato a chiamarti a casa, ma il telefono era staccato, e quasi mi veniva un ictus.. ho creduto che ti fosse successo qualcosa.. l'unica cosa da fare era venire quì, e quindi..>
Mi gratto il naso, ascoltando il suo respiro affannato.
< Non mi dire che sei venuto a piedi da Covent Garden>
< Cento punti!>
< Oh Signore>
< Magari potresti farmi entrare, invece di tenermi ansimante e semi accasciato sulla soglia di casa.>
Mi sposto senza dire niente, quindi chiudo la porta. Lui si siede sul divano ed espira rumorosamente.
Meglio che chiuda la finestra, o mi prendo una bronchite. Sento le gocce d'acqua scendermi dietro la schiena come se facessero a gara a chi arriva prima all'osso sacro.
C'è un silenzio -come si dice- assordante. Ora ne riconosco il pieno significato.
Mi piazzo sul tavolino di fronte a lui, aspettando che dica qualcosa. Nel frattempo, annego nei suoi occhi color cioccolato, che in questo momento hanno assunto un'espressione
triste e corrucciata.
< Ti ascolto.> Dico, per smuoverlo un po'.
< Mi dispiace. Ho sbagliato tutto. Quando ti vidi la prima volta capii che non sarebbe stato facile lavorare con te. Insomma, con Miranda all'altro capo del mondo e un angelo sceso in terra al mio fianco, la situazione non era delle migliori. Robin mi ha avvertito ancora prima che ti vedessi. Sarebbe stato un casino, se avessi lasciato Miranda con un e-mail per te, la mia interprete. Considerando il quasi scandalo con quella precedente, se fosse successo nessuna somma di denaro avrebbe potuto più tenere a freno i tabloid. Speravo tanto tu fossi un'antipatica megera insopportabile, invece più passava il tempo e più mi piaceva la tua compagnia.>
< E' facile tenere il piede in due staffe.>
< Credevo avresti capito, come hai capito quella sera al parco, e non hai detto nulla>
< Sì, hai ragione, avevo capito. Ma poi le cose sono leggermente cambiate, no? Insomma, era evidente che c'era interesse, e anche se non vorrei ammetterlo, pare che mi stia inn.. affezionando troppo a te.>
Oh. Dio.
Stavo per dirlo. Scema, scema, scema. Non è possibile.
O, magari, come direbbe qualcuno.. non è probabile.
Eppure perchè dopo quello che è capitato non mi interessa altro che stare con lui?
Lo so che è patetico, lo so che non dovrei. Che è sbagliato, che non è normale voler essere l'amante di qualcuno e lasciare che quel qualcuno ti usi in questo modo, ma.. boh. Quando me lo sono trovato davanti, alla porta, è stato come un sollievo.
Avrei voluto buttargli le braccia al collo e dimenticare. Ma mi sono imposta di fare la fredda, almeno per un po'. Poi ha cominciato a dirmi quello che volevo sentirmi dire..
E ci mancava pure che gli dicessi di essermi (quasi) innamorata di lui.
Questa è proprio carenza d'affetto in piena regola.
< Anch'io. Tanto. Io.. ti chiedo di aspettare. Se mi vorrai ancora io ci sarò.>
< Non posso aspettarti per sempre. Specialmente sapendoti con lei>
< Cercherò di vederla il meno possibile, te lo prometto. Anzi, vedrò di non farmi trovare con lei in pubblico.>
Mi prende le mani e le stringe forte, aspettandosi una reazione che non arriva. Poi si avvicina inequivocabilmente al mio viso e si ferma a pochi millimetri dalle mie labbra. Sa giocare bene, devo ammetterlo.
E sia.
Spedisco il neurone a sciare a Dubai e lo bacio. E come d'incanto, tutti i buoni propositi e la freddezza iniziale accompagnano il neurone negli Emirati Arabi lasciandomi su un divano, mezza nuda, con colui di cui mi sto innamorando.

Due giorni dopo

Dio, quanto amo Veronica.
Lei sa sempre cosa dire, e dopo aver parlato il mondo sembra diventare un posto migliore. Tutto diventa facile.
E' per questo che l'ho costretta a lasciare le sue pratiche noiose per venire in centro con me. Dovevo sfogare ancora una volta la mia scemenza e, devo dire, la mia felicità.
< E quindi suppongo di essere una cretina totale. Un disastro con due braccia e due gambe, e un cuore che prevale su tutto il resto senza nemmeno lasciarmi il tempo di realizzare quello che faccio. Ma non me la sento di autoflagellarmi, no.>
< Senti. Lo sai che io sono assolutamente contraria a questo tipo di relazioni, e se non fossi così presa ti imporrei di mollarlo proprio ora, e quì. Ma ti vedo felice, nonostante tutto. Veleggi su una nuvola da tre settimane a questa parte, non posso spezzare questo sogno. D'altra parte, però, se solo si azzarda a trattarti male dovrai dire ai parenti di cominciare a preparare il suo funerale.>
La abbraccio facendo attenzione a non sporcarla col gelato e, as usually, mi sento subito meglio.
<
Comunque, giovedì c'è l'ultimo incarico. Facciamo un'intervista per Fhm e poi mi porta a cena fuori!> Mormoro, fuori di me dalla gioia.
< Oh, tesoro. Sono davvero contenta. Vorrei restare a parlare per ore, ma la vita reale mi chiama. Ci sentiamo presto, ti chiamo stasera! Ciao bellezza!> Le do un bacio sulla guancia e la saluto con la mano, mentre faccio due o tre passi all'indietro.
Quando mi volto, il gelato finisce dritto dritto su una candida canotta bianca.
< Oh, sono desol..>
Le parole mi muoiono sulle labbra.
Miranda.
Lo sguardo corre veloce alla sua mano destra, intrecciata a una che conosco. Molto bene, oserei aggiungere.
< Guarda quì.. -sta dicendo lei, gli occhi fissi sull'enorme macchia verde e arancione- Orli, tienimi la borsa un secondo> Gli molla la borsa in mano e comincia a pulire alla bene e meglio con un fazzoletto.
Guardo Orlando, senza fiatare. Sposto lo sguardo in alto, sperando di impedire alle lacrime di scendere.
< Mi.. mi dispiace> Mormoro con voce rotta.
Miranda fa cenno di aver accettato le scuse e sbuffa appena.
Poi, mentre sto per andarmene, la suoneria del cellulare mi avverte dell'arrivo di un messaggio. Guardo Orlando e vedo che ha il cellulare in mano.

Mi ha costretto. Non trarre conclusioni affrettate, ti prego.

Alzo gli occhi, con lo sguardo più cattivo che mi riesce. Non trarre conclusioni?! Ma come gli viene?
Decido di concedergli il beneficio del dubbio. Me ne vado prima che Miranda possa riconoscermi, o sarebbe un bel guaio.

Spero tu abbia una buona spiegazione. Ah, sto andando nel tuo appartamento, ho lasciato lì alcuni appunti per giovedì. Faresti bene a guardarti dall'invitare la tua stampella ambulante a casa, almeno fino alle due. E togliti quegli occhiali che fai pietà.

Prendo il primo taxi disponibile e smanetto col cellulare, come se agitarlo a destra e a manca servisse a ricevere uno straccio di risposta da Orlando.
Almeno un Mi dispiace, che ne so. Non ci vuole tanto a scriverlo.
Scendo di corsa e inforco gli occhiali. L'ultima cosa che voglio è che qualcuno mi riconosca mentre vado a casa di Orlando.
Mi appoggio al cancello per frugare nell'enorme borsa dove trovo tutto tranne quello che mi serve.
Ma dove stanno ste chiavi maledette?!
Ah, eccole, finalmente. Le infilo nella serratura e faccio un salto di tre metri quando mi accorgo che ci sono tre uomini armati di macchine fotografiche che mi abbagliano di flash manco fossi sul tappeto rosso.
Merda.
Che sfiga cronica. Orlando deve avermi passato una buona dose della sua, a quanto pare.
Richiudo velocemente la porta alle spalle ansimando quasi in preda al panico. Avrei dovuto portarmi una mazza da baseball e colpirli uno a uno. Tanto ci entrava nella borsa.
Scorro lo sguardo sui mobili. Dove l'ho messa quella dannata cartellina? Entro nel piccolo studio e sposto un po' le varie carte per vedere se per caso è lì. Le mani mi tremano, non so il perchè, e finisco per far cadere un mucchio di fogli per terra.
Sbuffo sonoramente. Più tempo passo quì dentro e più peggiorerò le cose.
Fermi un secondo. Cos'è questa?
Prendo tra le mani una lettera, spedita dall'Australia. Risale a qualche giorno prima della premiere.
E' dei genitori di Miranda. Lo ringraziano di aver accettato l'invito a trascorrere un paio di settimane da loro così possono ufficializzare il.. fidanzamento.
La lettera mi scivola dalle dita come se avessero perso la loro sensibilità. Mi siedo per terra, e mi appoggio alla scrivania.
Cretina, cretina, cretina.
Comincio a singhiozzare ancora prima di sentire le lacrime scorrere come un fiume in piena.
Resto per terra per dieci minuti buoni. Lui sapeva che si sarebbe fidanzato ufficialmente ancora prima della premiere, non ci posso credere!
Che voleva fare? Voleva che lo aspettassi per una decina di anni, quando si sarebbe stufato della sua mogliettina e magari pure dei figli?!
Non credevo che arrivasse a questo punto. Non credevo di essermi sbagliata completamente sul suo conto.
Imbecille patentata che non sono altro!
Esco di corsa dall'appartamento sbattendo tanto la porta da far tremare i muri. Mi trovo davanti gli stessi tizi di prima, e li mando al diavolo senza indugio.
Avrei voglia di chiamarlo e fargli i migliori auguri per il fidanzamento, ma forse è meglio aspettare di incontrarlo da vicino.
Oh, Dio, se lo avessi quì ora.. altro che mazza da baseball..
Mi ritrovo a lanciare un urlo per strada attirando l'attenzione di qualche passante ignaro.
< Vorrei affogarlo con la sua stupida sciarpa leopardata> Borbotto mentre ordino un caffè forte al volo da Caffè Nero. Non ho tempo di arrivare nel mio paradiso personale, ora. Devo prendere la metro, tornare a casa, buttare giù due aspirine e prendere a coltellate un cuscino dove disegnerò la faccia di Orlando.
Maledetto bastardo.
Entro nella metropolitana stranamente vuota, o quasi, e mi siedo al primo posto disponibile.
Una signora sui quaranta col viso tutto tirato mi osserva molto poco discretamente, poi pare essere colta da un'illuminazione. < Lei è quella del red carpet! Quella dei giornali!> Apre il giornale e indica la mia foto. Non posso fare a meno di notare il mio volto sorridente e quella luce negli occhi tipica di chi è cotto perso di qualcuno.
< No, si sbaglia.>
< Come no? E' proprio lei, non c'è dubbio eh! Guardi -allunga il giornale a un uomo di fronte a noi- ho ragione o no? E' proprio lei!>
Il tizio mi scruta coi suoi occhi azzurri e annuisce. < Sì, pare di sì>
< Visto? E' lei.>
< E quindi?!> Sbotto all'improvviso urlando più di quanto volessi. < Sono io, e allora? Vuole fucilarmi perchè ho "fatto lasciare i due piccioncini"? Beh, le do uno scoop, tra me e il signor Bloom non c'è niente, niente, solo un rapporto professionale, e a breve nemmeno quello più. Se fosse andata in centro, stamattina, invece di andarsi a rifare col botox li avrebbe visti insieme>
Prendo aria guardando tutti in cagnesco, in particolar modo la signora che mi osserva sbigottita e si tocca le guance.
In quella, squilla il cellulare di qualcuno.
Oh, sembra il mio.
Quando vedo che tutti mi guardano, realizzo che forse è il mio. Frugo nella borsa quasi infilandoci la testa dentro. Si può dire che ci entrerei tutta, tanto è grande.
< Puff, pronto?>
< Penelope?>
< No, mago Merlino> La voce dall'altro capo del telefono ride. Ma chi è?
< Sono James>
< Chi?> James? Non mi sembra di conoscere nessun James.
< Marsden. Ci siamo conosciuti al party dopo la premiere, ricordi?>
Uh, quel James! < Ma certo, scusa, ho la testa un po' tra le nuvole ultimamente. Come hai fatto ad avere il mio numero? E a sapere chi sono, oltretutto?> Chiedo curiosa.
< Sai, sei un po' su tutti i giornali. Quando ti ho riconosciuta e ho letto che sei un'interprete, ho chiamato Robin Baum che mi ha dato subito il tuo numero.>
Ma va? Quella non vede l'ora che mi levi dai piedi!
< Ah.. capisco.>
< Senti, ti va di vederci la prossima settimana? Facciamo giovedì sera?>
Una risata diabolica si insinua nella mia mente. < Giovedì sera è perfetto!>
< Bene. Ehm.. ti passo a prendere alle sette, a casa>
< Ma non sai dove abito>
< E chi te lo dice? -lo sento ridacchiare- Ciao Pen, a presto!>
Osservando il suo numero sul display mi scopro a sorridere. Sospiro, sentendomi un po' meglio.
Ecco la mia fermata. 

No, se pensavo che mi sarei sentita meglio dopo una settimana mi sbagliavo di grosso.
Sono furiosa.
Sarà perchè sto litigando con Veronica da più di un'ora, e in verità mi sono accorta che non faccio altro che litigare con tutti.
E ho le mestruazioni.
Fatevi un po' i conti.
< No, non ci vado! Ma non mi senti quando parlo?!>
< Invece ci vai senza fiatare, Penelope!>
< NO.>
< Finisci quello per cui ti hanno assunta e vai via a testa alta. Non puoi rinunciare per quel deficiente! E' un'opportunità troppo grande per buttarla al vento!>
< Ma tu non capisci! Come posso guardarlo negli occhi dopo quello che è successo? Come posso stargli vicina e fare finta di niente? Cioè, almeno dovrebbe scusarsi, no?! Avrebbe dovuto farlo una settimana fa, Cristo! Capisco che magari non ti puoi presentare a casa, ma chiamami almeno!>
< Con Fido-Bau al seguito? Non credo sia possibile>
Sbuffo, frustrata.
< Ma poi che ti frega -continua, imperterrita- ti ha trattato nel peggiore dei modi, ora che ti cambiano le sue scuse? Non capisco perchè ti ostini tanto.>
< Non lo so, non lo so.. non so più niente.> Un singhiozzo mi scuote il petto.
< Oh, Penny.. -mi abbraccia- dammi solo l'autorizzazione e io lo uccido. Assumo un cecchino, ne conosco uno bravissimo, davvero!>
Rido tra le lacrime. < No. Se proprio qualcuno deve ucciderlo dovrei essere io. Uff, devo prepararmi. Mi aiuti a scegliere cosa mettere?>

Alle cinque in punto sono sotto casa. Mi dondolo sui tacchi rinfrescando un po' di francese.
< Que fils de pute!> Bofonchio, irritata. Nah, in inglese suona meglio.
Se qualcuno sa dov'è quel decerebrato tracotante me lo dica, grazie.
E' passata mezz'ora. Non è mai stato in ritardo. Lo chiamo per l'ennesima volta, ma il cellulare continua a squillare a vuoto.
Potrei provare a chiamare Pete, il bodyguard. Dovrei avere il suo numero in rubrica..
< Pronto, Pete? Sono Penelope Cabey. Orlando è con te?>
< Sì, ti stanno aspettando tutti, che fine hai fatto?>
< Come che fine ho fatto? Orlando doveva venire a prendermi mezz'ora fa! Quel.. argh! Arrivo il più presto possibile, aspettatemi eh!>
Cane insolente!
Non basta che deve scusarsi mille volte battendosi il petto con una frusta? (Anzi, deve battersi e basta.) Deve pure aggiungere una sfacciata negligenza o, peggio, orgoglio?!
Ah, ma appena mi sente.. < Taxiii!>
Picchio freneticamente le dita sul finestrino, ripassando mentalmente tutti gli insulti che conosco.
Inspira, espira. Dentro, fuori. Calma.
Scendo dal taxi sbattendo la porta. Mi specchio nel finestrino e noto che la mia faccia ha acquistato una decisa somiglianza con Yzma, quella de Le follie dell'imperatore.
Mi dirigo a passo deciso nel ristorante, e quasi faccio spaventare una cameriera quando la chiamo e le chiedo di dirmi dov'è il mio tavolo.
No, mi devo calmare.
Almeno un pochino.
Guardo nella direzione che mi indica la ragazza. Posso notare la figura ingombrante -è un eufemismo- di Pete in piedi accanto al tavolo.
Quando mi vede, Orlando si alza e mi viene incontro. 
< Lo so, lo so, scusa!> Balbetta alzando una mano come per fermarmi.
Gli passo davanti sfrecciando senza degnarlo di uno sguardo, sbatto la borsa sul tavolo e mi siedo, ravviandomi i capelli.
Sfodero un sorriso professionale e mi presento a colui che farà l'intervista.
Orlando ci raggiunge in silenzio, e non mi stacca gli occhi di dosso.
< Mr Lacroix, non è che ci può scusare un secondo?> Chiede, apparentemente sforzandosi di essere gentile.
< No. Non ci può scusare. Cominciamo, forza.> Ribatto ferrea e determinata. Hahaha, il signore si chiama Lacroix? Decisamente appropriato. E' proprio quello di cui Orlando ha bisogno: farsi la croce.
< Invece credo che..> Prova a replicare, ma glielo impedisco.
< Credi male. Sbrighiamoci, che dopo ho un appuntamento importante.> Fredda come il polo nord.
Lui sembra spaesato. < Dopo hai un appuntamento con me, quindi abbiamo tutto il tempo per..>
< No, ti sbagli. Di nuovo.> Gli faccio un sorriso alla Blair Waldorf, di quelli sadici che prevedono solo gli angoli della bocca alzati appena.
< Ah. Auguri per l'imminente fidanzamento. Quand'è che avevi intenzione di dirmelo? Dandomi la partecipazione di nozze?>
Il caro monsieur ci interrompe impacciato: < Est-ce que j'ai entendu "engagement" ou pas?>
< Oui, vous avez bien entendu. Monsieur Bloom est sur le point de se fiancer. (*)> Rispondo, lanciando un'occhiata di sfida a Orlando, che si passa una mano sulla fronte. Vedo l'intervistatore scrivere febbrile sul suo taccuino.
E' più o meno a questo punto che Orlando mi prende per il braccio e mi trascina fuori dal ristorante.
< Ma che cazzo fai?!>
< Che cazzo fai TU, Orlando! Ma chi ti credi di essere, il re del mondo? Entri nelle vite degli altri, fai quello che ti pare e pretendi pure che questi ti venerino giurandoti fedeltà eterna e facendosi comandare a bacchetta? Quella piantana ti ha fatto veramente perdere il lume della ragione!>
< Questo non se lo merita> Mormora lui tra i denti.
<
Ma se ti tradisce con Lucas Haas! Altro che fidanzatina devota. E' una racchia con il gusto nel vestire di una suora cieca!>
<
Ma la finisci di tirarla sempre in ballo? Quì non si tratta di lei!>
< Hai ragione, si tratta solo di te! Ti è piaciuto avere la tua bambola gonfiabile personale? Sei un porco bastardo traditore! E guarda come la difendi! Ma ti senti quando parli? Il bagno dell'altro giorno ti ha annacquato il cervello?!>
< Tu dovresti imparare a farti i dannati affari tuoi, invece di frugare nelle case degli altri! Credo tu abbia dimenticato con chi stai parlando, io ti posso rovinare la vita!>
< L'hai già fatto.> Rispondo con un filo di voce e gli occhi ormai appannati.
Lui mi guarda come se solo adesso si rendesse conto di aver fatto un casino. Alzo lo sguardo. Non piangerò davanti a lui.
< Dove devi andare dopo?> Chiede, senza guardarmi negli occhi.
< Non sono affari tuoi.>
Poi sbotto, con voce tremante: < Oh, se solo ammettessi di aver sbagliato! Non voglio le tue scuse, Orlando. Nessun mi dispiace può cambiare le cose, ma almeno.. metti l'orgoglio da parte, per una volta. Provaci. Sei un attore, dopotutto; hai recitato molto bene nelle ultime settimane.> Mi blocco sentendo il cuore in gola. Ho il respiro corto e irregolare. Sto facendo ogni sforzo possibile per trattenere queste dannate lacrime.
Lo vedo stringersi il naso, all'altezza degli occhi, come se anche lui stesse facendo lo stesso. Tira su col naso, poi espira.
< Sono un coglione totale> Fa qualche passo incerto a destra, i palmi delle mani sulla fronte.
Con mia sorpresa, quando punta lo sguardo nel mio, posso notare un velo di lacrime, appena accennato.
Oh, bene. Orlando Bloom ha dei sentimenti, signore e signori.
< Okay.> Incalzo, annuendo piano. < Finiamo questo lavoro e poi.. addio.>
Ed è quando è tutto finito, quando siamo solo io e lui, quando lui mi afferra per le spalle e mi stringe a sè, prima di lasciarmi andare, che cedo.
Mi lascio abbracciare per un paio di secondi. Non resterò con lui un minuto di più.
< Addio, Orlando.> Dico in un soffio, allontanandomi. Lui mi osserva incredulo, serra la presa sulla mano intenzionato a non farmi andare.
Chiudo gli occhi e poso l'altra mano sulla sua, spingendo appena. Lui annuisce e lentamente la lascia scorrere fino a sfiorarla soltanto.
< Addio.>




(*) < Ho sentito la parola "fidanzamento" o sbaglio?>
< Sì, ha sentito bene. Il Signor Bloom sta per fidanzarsi.>




Wow, ho aggiornato -e concluso- due fic in quanti, cinque giorni? Sono sbalordita XD
Ok, lo so che mi volete uccidere.
Non avrei mai creduto che un giorno avrei scritto una storia con una fine tutt'altro che lieta.
Beh, se proprio devo dirvi la verità, sapevo che sarebbe finita così. Avevo in mente qualcosa del genere, che si è evoluto più di quanto pensassi, però.
E così è finita anche questa. Quasi non mi sembra vero.
Anche quì ci sarà l'epilogo, quando riuscirò a scriverlo. Spero di non far passare mesi. Nah, dai. Qualche idea già ce l'ho. Sarà piccino, penso.
La vicenda di Lucas Haas non è del tutto inventata. Pare che Miranda e
Orecchie Spaziali abbiano passato la notte insieme, intorno al ventidue settembre. Anche se una settimana dopo lei e Orlando stavano a braccetto in Francia. Boh. Chi ci capisce più niente.
Comunque.
Spero vi sia piaciuto lo stesso, questo capitolo.
Ora, non che voglia elemosinare, ma.. 22 preferiti, 14 seguite, 200 e passa letture e poi.. le recensioni delle solite.
Non voglio lamentarmi, ma dopo il "brillante" successo dell'ultimo capitolo dell'altra storia -da 9 a 2 recensioni pur essendo tra i preferiti di 34 persone- sinceramente sono un po' arrabbiata. Uno si sente dire che scrive bene e poi vede che certe storie -che francamente sono.. assurde, per essere gentile- hanno centinaia di commenti. O sono pazzi quelli che me lo dicono o.. non so che altro pensare.
Ok, mi sono sfogata e ora vado a sotterrarmi.
Grazie tante alle personcine meravigliose che mi hanno recensito.
Grazie a LadyElizabeth, che mi riempie sempre di complimenti non meritati -e a questo punto ci credo eh-, alla Fede che mi sproloquia in un modo adorabile, alla Dod che mi manca tantissimo e che spero di sentire presto, alla Moglie Beddissima che è sempre d'accordo con me (xD) e che non potrei adorare di più, a Smemo92 che mi fa arrossire, e a Ryry_ e jas_93 che mi hanno spronato ad aggiornare presto (ho fatto più presto che ho potuto, credetemi xD).



Non so cosa farei senza di voi.

Sempre vostra,
Sara.
   
 
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