Fandom: Harry Potter;
Pairing: Draco/Harry;
Rating: Pg13;
Genere: Introspettivo, Romantico;
Warning: Post 7° libro (senza epilogo), Pre-Slash;
Beta: Narcissa63;
Summary: Draco ed Harry si incontrano per caso sulla Torre di Astronomia.
(Scritta per la Criticombola
di Criticoni e per
il compleanno Mistress
Lay.)
Questa fic è scritta per la Criticombola di Criticoni, con prompt 89 - Questione
di equilibrismo e per il compleanno di
una persona dolcissima e simpaticissima, un'autrice straordinaria e piena di
talento: Mistress
Lay.
Laila, tesoro, spero che questo pensierino ti piaccia e ti auguro che ogni tuo
desiderio si avveri, Buon Compleanno e 100 di questi giorni! TVB *--*
Questione di Equilibrismo.
Era una notte fredda ed umida, una delle prime di Settembre. Le cicale
frinivano tra l’erba verde del parco di Hogwarts, uno spicchio di luna gettava
una luce fatua su ogni superficie ed, in lontananza, la tomba bianca dove
riposava Albus Silente luccicava ammiccante.
Draco osservò assorto quel paesaggio da una finestra del corridoio.
Da quanto tempo stava lì? Ne aveva perso il conto.
Prese un respiro profondo e cominciò a salire silenziosamente le scale della
Torre di Astronomia, deciso ad affrontare i propri
demoni. Le sue gambe si fermarono, di loro propria volontà, davanti alla porta
che lo separava dalla sua meta e posò la mano sulla maniglia, incapace di
avanzare oltre.
Da quante sere ripeteva quel rituale? Troppe, decisamente
troppe.
Là fuori lo attendeva lo scenario del suo incubo peggiore, proprio lo stesso
che, ironia della sorte, una volta era stato il suo più grande
sogno di gloria, quello in cui non era Piton a scagliare l’Anatema che aveva
ucciso il Preside…ma lui.
Le dita strette sul pomello d’ottone tremarono e Malfoy digrignò i denti.
Non sarebbe tornato indietro, non stanotte. L’abbassò con un colpo secco e
spalancò l’uscio, rimanendo indecorosamente a bocca aperta davanti alla visione
che si trovò davanti.
Sì, perché Harry Potter stava già occupando la terrazza, ma non la stava
semplicemente “occupando”, stava allegramente passeggiando
sulla balaustra come se questa non fosse a strapiombo sul vuoto! Il biondo
osservò quella figura surreale, il corpo sottile e dritto come un fuso, le
braccia aperte e distese, la fronte aggrottata per la concentrazione, i capelli
lunghi e neri come l’inchiostro, catturati da mulinelli d’aria. E poi il Grifondoro si voltò, lo vide, sorrise e, con le
braccia spalancate come un Cristo immolato, si lasciò cadere nel nulla.
Accadde tutto così rapidamente che il biondo non si capacitò della cosa, il
cuore gli saltò in gola e si precipitò verso la balconata, guardando giù,
aspettandosi di vedere il corpo dell’Eroe del Mondo
Magico schiantato al suolo, in una macabra replica del suo amato mentore.
Una calda risata ruppe l’aria tesa: -Oh Merlino, Malfoy…che faccia!- il
Cercatore rosso-oro era lì, in piedi sulla parete verticale, con una
disinvoltura degna dei migliori supereroi babbani,
sghignazzando a crepapelle.
Draco boccheggiò incredulo: -Potter…come cazzo hai fatto?!- sbraitò, senza sapere lui stesso a cosa
riferirsi esattamente, se a quel salto folle o al modo in cui quell’idiota
stesse sfidando ogni legge di gravità conosciuta.
-Questione di equilibrismo, Furetto- rispose il suddetto “idiota”, camminando
tranquillamente sul muro come se passeggiasse su un qualunque pavimento ed
issandosi nuovamente sulla balaustra. Vedendo il sopracciglio inarcato del
Serpeverde, allora chiarì: -E’un Incantesimo di Adesione. Avanti raggiungimi- gli offrì successivamente la mano in un chiaro invito.
-Fossi matto! Per chi accidenti mi hai preso?- replicò
il giovane Lord con evidente sdegno.
-Sei il solito vigliacco- constatò l’altro, storcendo la bocca in una smorfia.
-A chi hai osato dare del vigliacco, Potter?!- sibilò aspramente,
sentendosi punto sul vivo. Allibito osservò un ghigno tendere le labbra
dell’occhialuto e, con una stretta allo stomaco, si rese conto di come si
fossero invertiti i ruoli, rispetto al passato. Da quando era Potter a
provocare e lui a reagire? “Da quando sei un emarginato” si rispose. Da
quando tutti lo evitavano come un appestato, da quando
il dannato Ragazzo Sopravvissuto era l’unico a mostrargli il rispetto che si
doveva ad un essere umano.
Proprio quest’ultimo lo riscosse dalle sue elucubrazioni,
afferrandolo per un polso, tirandolo a sé e costringendolo a fare ciò che
voleva. Terrorizzato, il biondo si aggrappò alle sue braccia e l’altro
si affrettò a pronunciare una formula magica che fece aderire saldamente i suoi
piedi alla pietra. Il moro gli sorrise, con quel
sorriso cordiale che era ormai l’unico a dedicargli, ricordandogli quanto i
loro rapporti fossero cambiati. Perché lo
fossero, poi, Draco non lo sapeva. Forse perché Harry lo
vedeva come una delle tante vittime di quella guerra, qualcuno che - come lui
stesso - era stato costretto dagli eventi e dal Destino e ricoprire un ruolo,
senza avere la capacità o la forza per ribellarsi.
Se poteva frequentare
-Si può sapere perché diavolo siamo qui, Potty?- esclamò nel panico, senza dar cenno di voler
staccare la presa dalle maniche del suo maglione.
-Chiudi gli occhi- replicò il Grifondoro, glissando abilmente la domanda.
-Perché?- ribatté il Cercatore verde-argento con diffidenza.
-Perché così posso baciarti- ironizzò l’altro alzando gli occhi al cielo e
lasciando per un momento il coetaneo pietrificato –Riesci a fare qualcosa senza
dover sempre polemizzare?- chiese retoricamente e Draco accondiscese a quella
strana pretesa, cercando d’ignorare il cuore che, alle parole del moro, gli era
saltato nuovamente in gola.
-Ora voltati- lo istruì Harry, aiutandolo a girarsi lentamente ed aderendo alla
sua schiena con il proprio petto –Ed apri le braccia- sussurrò al suo orecchio,
convincendolo a staccare le dita che, nonostante tutto, erano rimaste
artigliate al suo pullover.
-Cosa…?- iniziò il giovane Lord, mentre il Prescelto guidava ogni suo
movimento, ma questi lo zittì immediatamente con un gentile -Shhht…-
e poi una raffica di vento investì entrambi, soffiando via ogni loro pensiero.
Draco trattenne bruscamente il fiato, si sentiva
sospeso nel vuoto, con la sola sicurezza del calore di quel corpo dietro
il suo.
Era destabilizzante. Era terrificante.
Era andrenalina. Era libertà.
Brividi caldi e freddi s'inerpicarono lungo la sua schiena e le sue ginocchia si ammorbidirono come burro. Si sentiva…vivo.
Vivo come non lo era da molto, troppo tempo. Assordato
dal suo stesso battito cardiaco, con il fiato spezzato dall’emozione, percepì
le mani di Harry intrecciarsi alle proprie. Aprì lentamente le palpebre ed
il firmamento esplose davanti ai suoi occhi, milioni di stelle che lo fecero
sentire minuscolo nei confronti dell’universo ed, al contempo, al centro del
mondo. E capì. Questione di equilibrismo.
Non era altro che la capacità di sapersi tenere dritto attraverso gli alti e
bassi della vita, rimanere saldo nonostante gli imprevedibili scossoni
dell'esistenza e rimettersi in piedi dopo ogni eventuale caduta. Il segreto era
tutto lì: trovare dentro si sé la forza per rialzarsi,
nonché una buona ragione per andare avanti e plasmare il proprio Fato. Ma in quel momento comprese, soprattutto, di non essere
solo, di non essere l’unico astro in quel cielo capovolto che, al pari delle
altre stelle, cercasse di risplendere della propria luce.
Voltò leggermente il capo, scontrandosi con il viso di Potter, il suo sorriso
ad un soffio dalle proprie labbra.
"Questione di equilibrismo" si ripeté.
FINE.
*Sì, lo ammetto, mi sono ispirata a Titanic. XD