Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: samek    04/10/2009    3 recensioni
Draco ed Harry si incontrano per caso sulla Torre di Astronomia.
(Scritta per la Criticombola di Criticoni e per il compleanno Mistress Lay.)
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fandom: Harry Potter;

Fandom: Harry Potter;
Pairing: Draco/Harry;
Rating: Pg13;
Genere: Introspettivo, Romantico;
Warning: Post 7° libro (senza epilogo), Pre-Slash;
Beta: Narcissa63;
Summary: Draco ed Harry si incontrano per caso sulla Torre di Astronomia.
(Scritta per la Criticombola di Criticoni per il compleanno Mistress Lay.)

Questa fic è scritta per la Criticombola di Criticoni, con prompt 89 - Questione di equilibrismo  e per il compleanno di una persona dolcissima e simpaticissima, un'autrice straordinaria e piena di talento:  Mistress Lay.
Laila, tesoro, spero che questo pensierino ti piaccia e ti auguro che ogni tuo desiderio si avveri, Buon Compleanno e 100 di questi giorni! TVB *--*

 

Questione di Equilibrismo.

Era una notte fredda ed umida, una delle prime di Settembre. Le cicale frinivano tra l’erba verde del parco di Hogwarts, uno spicchio di luna gettava una luce fatua su ogni superficie ed, in lontananza, la tomba bianca dove riposava Albus Silente luccicava ammiccante.
Draco osservò assorto quel paesaggio da una finestra del corridoio.
Da quanto tempo stava lì? Ne aveva perso il conto.
Prese un respiro profondo e cominciò a salire silenziosamente le scale della Torre di Astronomia, deciso ad affrontare i propri demoni. Le sue gambe si fermarono, di loro propria volontà, davanti alla porta che lo separava dalla sua meta e posò la mano sulla maniglia, incapace di avanzare oltre.
Da quante sere ripeteva quel rituale? Troppe, decisamente troppe.
Là fuori lo attendeva lo scenario del suo incubo peggiore, proprio lo stesso che, ironia della sorte, una volta era stato il suo più grande sogno di gloria, quello in cui non era Piton a scagliare l’Anatema che aveva ucciso il Preside…ma lui.
Le dita strette sul pomello d’ottone tremarono e Malfoy digrignò i denti. Non sarebbe tornato indietro, non stanotte. L’abbassò con un colpo secco e spalancò l’uscio, rimanendo indecorosamente a bocca aperta davanti alla visione che si trovò davanti.
Sì, perché Harry Potter stava già occupando la terrazza, ma non la stava semplicemente “occupando”, stava allegramente passeggiando sulla balaustra come se questa non fosse a strapiombo sul vuoto! Il biondo osservò quella figura surreale, il corpo sottile e dritto come un fuso, le braccia aperte e distese, la fronte aggrottata per la concentrazione, i capelli lunghi e neri come l’inchiostro, catturati da mulinelli d’aria. E poi il Grifondoro si voltò, lo vide, sorrise e, con le braccia spalancate come un Cristo immolato, si lasciò cadere nel nulla.
Accadde tutto così rapidamente che il biondo non si capacitò della cosa, il cuore gli saltò in gola e si precipitò verso la balconata, guardando giù, aspettandosi di vedere il corpo dell’Eroe del Mondo Magico schiantato al suolo, in una macabra replica del suo amato mentore.
Una calda risata ruppe l’aria tesa: -Oh Merlino, Malfoy…che faccia!- il Cercatore rosso-oro era lì, in piedi sulla parete verticale, con una disinvoltura degna dei migliori supereroi babbani, sghignazzando a crepapelle.
Draco boccheggiò incredulo: -Potter…come cazzo hai fatto?!- sbraitò, senza sapere lui stesso a cosa riferirsi esattamente, se a quel salto folle o al modo in cui quell’idiota stesse sfidando ogni legge di gravità conosciuta.
-Questione di equilibrismo, Furetto- rispose il suddetto “idiota”, camminando tranquillamente sul muro come se passeggiasse su un qualunque pavimento ed issandosi nuovamente sulla balaustra. Vedendo il sopracciglio inarcato del Serpeverde, allora chiarì: -E’un Incantesimo di Adesione. Avanti raggiungimi- gli offrì successivamente la mano in un chiaro invito.
-Fossi matto! Per chi accidenti mi hai preso?- replicò il giovane Lord con evidente sdegno.
-Sei il solito vigliacco- constatò l’altro, storcendo la bocca in una smorfia.
-A chi hai osato dare del vigliacco, Potter?!- sibilò aspramente, sentendosi punto sul vivo. Allibito osservò un ghigno tendere le labbra dell’occhialuto e, con una stretta allo stomaco, si rese conto di come si fossero invertiti i ruoli, rispetto al passato. Da quando era Potter a provocare e lui a reagire? “Da quando sei un emarginato” si rispose. Da quando tutti lo evitavano come un appestato, da quando il dannato Ragazzo Sopravvissuto era l’unico a mostrargli il rispetto che si doveva ad un essere umano.
Proprio quest’ultimo lo riscosse dalle sue elucubrazioni, afferrandolo per un polso, tirandolo a sé e costringendolo a fare ciò che voleva. Terrorizzato, il biondo si aggrappò alle sue braccia e l’altro si affrettò a pronunciare una formula magica che fece aderire saldamente i suoi piedi alla pietra. Il moro gli sorrise, con quel sorriso cordiale che era ormai l’unico a dedicargli, ricordandogli quanto i loro rapporti fossero cambiati. Perché lo fossero, poi, Draco non lo sapeva. Forse perché Harry lo vedeva come una delle tante vittime di quella guerra, qualcuno che - come lui stesso - era stato costretto dagli eventi e dal Destino e ricoprire un ruolo, senza avere la capacità o la forza per ribellarsi.
Se poteva frequentare la Scuola per quell’ultimo anno ed aggirarsi libero per il Mondo Magico, Malfoy lo doveva proprio a quel ragazzo che aveva di fronte ed alla sua testimonianza nel processo contro lui e sua madre. Lo doveva a quel giovane uomo che gli aveva salvato più volte la vita ed, infine, gli aveva anche restituito la libertà. Una libertà che il Serpeverde sentiva di non meritare e che cercava di guadagnarsi giorno dopo giorno, spogliandosi dell’arroganza che aveva sempre sfoggiato.
-Si può sapere perché diavolo siamo qui, Potty?- esclamò nel panico, senza dar cenno di voler staccare la presa dalle maniche del suo maglione.
-Chiudi gli occhi- replicò il Grifondoro, glissando abilmente la domanda.
-Perché?- ribatté il Cercatore verde-argento con diffidenza.
-Perché così posso baciarti- ironizzò l’altro alzando gli occhi al cielo e lasciando per un momento il coetaneo pietrificato –Riesci a fare qualcosa senza dover sempre polemizzare?- chiese retoricamente e Draco accondiscese a quella strana pretesa, cercando d’ignorare il cuore che, alle parole del moro, gli era saltato nuovamente in gola.
-Ora voltati- lo istruì Harry, aiutandolo a girarsi lentamente ed aderendo alla sua schiena con il proprio petto –Ed apri le braccia- sussurrò al suo orecchio, convincendolo a staccare le dita che, nonostante tutto, erano rimaste artigliate al suo pullover.
-Cosa…?- iniziò il giovane Lord, mentre il Prescelto guidava ogni suo movimento, ma questi lo zittì immediatamente con un gentile -Shhht…- e poi una raffica di vento investì entrambi, soffiando via ogni loro pensiero. Draco trattenne bruscamente il fiato, si sentiva sospeso nel vuoto, con la sola sicurezza del calore di quel corpo dietro il suo.
Era destabilizzante. Era terrificante.
Era andrenalina. Era libertà.
Brividi caldi e freddi s'inerpicarono lungo la sua schiena e le sue ginocchia si ammorbidirono come burro. Si sentiva…vivo. Vivo come non lo era da molto, troppo tempo. Assordato dal suo stesso battito cardiaco, con il fiato spezzato dall’emozione, percepì le mani di Harry intrecciarsi alle proprie. Aprì lentamente le palpebre ed il firmamento esplose davanti ai suoi occhi, milioni di stelle che lo fecero sentire minuscolo nei confronti dell’universo ed, al contempo, al centro del mondo. E capì. Questione di equilibrismo. Non era altro che la capacità di sapersi tenere dritto attraverso gli alti e bassi della vita, rimanere saldo nonostante gli imprevedibili scossoni dell'esistenza e rimettersi in piedi dopo ogni eventuale caduta. Il segreto era tutto lì: trovare dentro si sé la forza per rialzarsi, nonché una buona ragione per andare avanti e plasmare il proprio Fato. Ma in quel momento comprese, soprattutto, di non essere solo, di non essere l’unico astro in quel cielo capovolto che, al pari delle altre stelle, cercasse di risplendere della propria luce.
Voltò leggermente il capo, scontrandosi con il viso di Potter, il suo sorriso ad un soffio dalle proprie labbra.
"Questione di equilibrismo" si ripeté.

FINE.

*Sì, lo ammetto, mi sono ispirata a Titanic. XD

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: samek