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Autore: subaku no temari    04/10/2009    2 recensioni
Un attimo e quello sguardo si posò su di lui, tanto fu fulmineo che arrossì, e poté notare il verde scuro dei suoi occhi cattivi ma caldi. Si rintanò nella soffice nuvola, creandosi un piccolo spazio per guardare meglio le sue azioni di nascosto senza essere captato dall’altro. Ma appena cominciò a scrutare lo stesso punto con i suoi occhi nocciola curiosi, notò che non vi era più nessuno. *** [Kankukiba][Yaoi][AU] *** L'unione del Sacro e del Profano.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kankuro, Kiba Inuzuka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Memorie di un Angelo

Memorie di un Angelo

 

L’acqua scorreva lentamente nella fontana al centro del giardino, dove la vegetazione era rigogliosa.

Un ragazzo dai capelli castani e gli occhi dello stesso colore, con il semplice movimento delle dita, creava un piccolo vortice d’acqua, nutrendo le piante circostanti; come se ci fosse un’alchimia tra la vegetazione è quel piccolo esserino dotato di splendide ali bianche piumate, che al solo movimento, facevano scorrere aria fresca e ristoratrice.

-Ecco fatto- soddisfatto del suo operato ringraziò l’acqua della fontana, specchiandosi e sorridendo al suo stesso riflesso come se l’acqua potesse rispondergli.

E così fece.

Cominciò a far piovere abbondantemente sulla Terra, fornendo dei raccolti rigogliosi.

Sorrise, fluttuando attraverso le grandi distese di erba, arrivando davanti ad un grandissimo ciliegio, perennemente in fiore.

-Buongiorno, sakura- disse premuroso accarezzando la corteccia rugosa dell’albero secolare.

Spiccò un piccolo volo, sedendosi su uno dei rami che finivano in un meraviglioso cespuglio di petali rosa.

Si appoggiò appena chiudendo gli occhi per riposarsi, quando un suono di campane cominciò a sentirsi da lontano.

Ma non erano le solite campane che inducevano gli angeli a innalzare inni al Signore; No.

Quelle erano le campane d’ottone che annunciavano il raduno che si teneva ogni cinquanta anni.

Scattò in volo, cercando di scorgere la moltitudine di demoni incappucciati che arrivavano nel punto indicato per quella riunione.

Egli, essendo uno dei prediletti dell’arcangelo Gabriele, era sempre invitato ad ogni riunione, soprattutto a quella, che simboleggiava l’equilibrio cosmico dell’universo intero.

Saltellò su alcune nuvolette, posandosi su una di esse, soffice e profumata come il pane, notando che tra due colonne vi era un ragazzo, vestito di con un mantello nero, con l’interno in raso rosso, che guardava i commensali che conversavano animatamente, con sguardo truce.

Un attimo e quello sguardo si posò su di lui, tanto fu fulmineo che arrossì, e poté notare il verde scuro dei suoi occhi cattivi ma caldi.

Si rintanò nella soffice nuvola, creandosi un piccolo spazio per guardare meglio le sue azioni di nascosto senza essere captato dall’altro.

Ma appena cominciò a scrutare lo stesso punto con i suoi occhi nocciola curiosi, notò che non vi era più nessuno.

-Accidenti…- commentò appena sospirando affranto appoggiandosi mogiamente alla superficie della nuvola.

Due braccia lo cingevano stretto dalle spalle; due braccia che spuntavano da un lungo mantello, e come accessorio avevano i guanti neri di pelle lucidissima e una giacca dello stesso colore con l’interno in seta rossa.

-Cercavi me angioletto?- poggiò le labbra rosse e carnose sull’orecchio pallido dell’angelo, scostando le ciocche castane e poggiandole dietro l’orecchio.

L’angelo socchiuse gli occhi inspirando lentamente.

“La calma è la virtù dei forti” si ripeté scrollando la testa.

-Che vuoi, diavolo peccaminoso? Non lo sai che è vietato toccare noi angeli del paradiso?- si girò guardandolo trucemente, trovandosi a tu per tu con i suoi occhi che lo stavano ipnotizzando. Il diavolo, ridacchiando, passò la lingua sull’orecchio del tenero ed indifeso angelo, che si morse un labbro roseo, facendolo sanguinare appena.

-Vedo che ti piace, dolce angioletto mio- postò le labbra sul collo baciandolo, lasciandoci segni rossi, e ben evidenti sulla pelle lattea dell’angelo, che gemette leggermente.

-Mi…ah…vuoi trascinare in quel vincolo peccaminoso, dannato?- inarcò la schiena cercando di liberarsi. Il demone, dal fascino sconvolgente, lo prese tra le braccia, lasciando che la tunica bianca immacolata piena di merletti dello stesso candido colore, scivolassero via, fluttuando nell’aria.

Il tenero angioletto, chiuse gli occhi, timoroso di ciò che gli stava per accadere. Sentì una soffice sensazione sulla schiena, notando che era steso su di un letto di foglie.

Vide il demone sopra di se, che ghignava soddisfatto del proprio bottino, scostando appena un po’ della tunica sulla spalla della piccola creatura innocente, che cercò di liberasi invano.

Strinse le foglie sotto di se, che cominciarono a scricchiolare di dolore. Non poteva ferire le piante, non poteva, era proibito ferire ogni forma di vita per gli angeli. Ma quel demonio lo stava facendo diventare peccatore e assassino della natura stessa del paradiso.

Gli aprì bene le gambe, lasciando spazio al piacere più totale, penetrandolo con prepotenza. Il piccolo angelo non sapendo come reagire, si mordeva le dita per tacere davanti a cotanta oscenità nei suoi confronti.

Il demone lussurioso si piegò su di lui poggiando le labbra sull’orecchio.

-Ti amo, angioletto…- la creatura del Signore, spalancò gli occhi guardandolo perplesso.

Cominciò a dimenarsi da una parte all’altra.

-I demoni non riescono ad amare!- strillò battendo i pugni sulla sua schiena –I demoni non sono esseri capaci di…-

-Questo è ciò che pensi tu- disse solenne la creatura di Satana, guardando fisso negli occhi l’angelo che si sciolse, arrossendo e stringendo le braccia magre al collo dell’altro.

Abbassò lo sguardo, portandolo sulle foglie schiacciate dal peso dei due corpi. Lentamente aprì le gambe concedendosi.

-Se devi deturpare un angelo, fallo solo come un diavolo saprebbe fare…- poco convincente, inarcò il bacino, sentendosi penetrare di più. Buttò la testa sul manto di foglie, ansimando pesantemente.

Tutto ciò non passò inosservato.

Soprattutto alla vegetazione che intanto guardava muta e disgustata la scena. Un peccato imperdonabile per un angelo prediletto del Signore.

 

L’angelo divenne anima umana,

e le venne affidata l’anima di un ragazzo di nome Kiba Inuzuka.

 

Il diavolo venne cacciato dall’Inferno,

diventando anch’essa anima umana di un ragazzo di nome Kankuro Sabaku no.

 

Un amore che dura da millenni.  

 

  
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