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Autore: Le Streghe    05/10/2009    10 recensioni
Inevitabile. Una parola per descrivere il destino che li unisce e che li condurrà tutti insieme verso una meta comune.
Una storia dove troverete amore, magia, puro angst, yaoi, graditi (o sgraditi) ritorni.
Con "Intrecci" si apre (ahinoi) l'ultimo arco narrativo di questa lunghissima storia.
Il promesso yaoi è finalmente alle porte, siete pronti/e a beccarvi le conseguenze?
Scritta in collaborazione da Le streghe, ovvero Lay e Harianne.
Capitolo 49: ‘In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece…’
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap15 - Non andartene
Destino Inevitabile -  A stretto contatto.
Capitolo 15

Non andartene.


Il ritorno a casa fu decisamente più rapido di quanto si aspettassero.
In un battito di ciglia si ritrovarono al negozio, nuovamente al centro del cerchio creato da Yuuko.
«Bentornati.» Esclamò la strega. Sul volto, un sorriso a metà tra il sollevato e l'ironico.
Doumeki si limitò ad un cenno del capo, porgendole la radice sottratta al ciliegio.
Dietro di lui, Watanuki si mosse in modo impacciato. Il fiato improvvisamente spezzato. «Quanto tempo è passato... Yuuko-san?»  Ansimò.
«Non più di dieci ore.» Ribattè la strega. «Ma a quanto vedo sono bastate a scaricarti.»
«Già...» Borbottò il ragazzo. «Cosa... dobbiamo fare, ora...»
Yuuko, girò tra le mani il pezzetto di radice. «Dovrai ingoiarla...» Esclamò soddisfatta. «Doumeki-kun» Continuò, rivolgendosi all'arciere. «Rientra nel cerchio, per favore.»
Il ragazzo tornò a posizionarsi all'interno del simbolo magico e, dopo aver tracciato diversi simboli sulla radice, la donna iniziò a recitare un mantra che in pochi istanti le diede vita.
Sotto gli occhi dei due ragazzi, onde di un color verde vivace avvolsero il ceppo di legno che a sua volta prese a muoversi in modo sinuoso, assumendo le sembianze di un piccolo serpente.
Nel vedere il mutamento della radice, Watanuki deglutì nervosamente. «Ingoiare... quella?» Domandò.
Invece di rispondere la strega sollevò una mano, dando una lieve spinta verso l'alto al serpentello «Vai ora!» Esclamò.
Sotto lo sguardo attonito dei due ragazzi, il serpentello proruppe in una serie di onde, trasportandosi a pochi centimetri dal volto del più piccolo.
«Prendilo in bocca.» Continuò la donna. Gli occhi puntati su Watanuki. «Non è difficile come sembra» Continuò, fissandolo con malizia.
Watanuki osservò il serpente con evidente orrore. Poi, compresa la frase della strega, le rivolse un'occhiataccia.
Rosso fino alle orecchie, aprì bocca per urlarle di smetterla. Le parole però non furono mai pronunciate, perché la radice approfittò subito dell'improvvisa disattenzione per introdursi nella sua bocca, portandosi al confine con la gola ed obbligandolo a deglutirla per non soffocare.
Dopo essersi afferrato il collo, dimenandosi per il fastidio provato nel mandar giù quella sorta di insetto, Watanuki notò di essere nuovamente in forze. «Abbiamo... finito?» Domandò speranzoso.
La donna scosse la testa. «Scherzi? Il bello arriva ora.» Esclamò sorridente.
«Che?»
«Adesso, voi due... Dovrete... baciarvi!» Continuò, evidentemente divertita dalla cosa.
Quelle parole congelarono Watanuki sul posto.
In un attimo gli sembrò di rivivere la sua vita, al contrario.
«Sta scherzando, spero!» Esclamò poi, agitandosi come suo solito.
Il pensiero di dover baciare Doumeki dopo aver capito di amarlo era inconcepibile.
Non aveva ancora avuto modo di parlargli, né di capire se avesse anche una sola speranza. E quella pazza era decisa a rovinare ogni cosa obbligandoli ad un bacio.
Al suo fianco, intanto, Doumeki stava osservando la strega.
«Questa cosa. È proprio necessaria?» Domandò, come sempre impassibile.
Nel sentire quella frase Watanuki decise di aver avuto la sua risposta. Doumeki non lo ricambiava di certo ed anzi, la sua voglia di eseguire quell'ordine era pari a quella di finire in pasto a dei mostri.
«E' ovvio che non è necessaria. Vero Yuuko-san?!» Urlò quindi alla donna.
«Si, invece.» Ribattè lei facendosi improvvisamente seria. «È indispensabile se non vuoi iniziare a cambiare.» Dichiarò. «E poi eri tu che volevi indietro la tua energia, no?»
«E l'ho avuta!» Esclamò il ragazzo. «Ho ingoiato la radice ed ora sto meglio!»
«Quella...» Continuò la donna. «Serve a fare da tramite. Senza il bacio...» Continuò osservando entrambi. «Rimarrà dentro di te e a Doumeki-kun resterà il petalo che ha ancora parte della tua energia.»
Watanuki la fissò senza capire.
«Sto dicendo.» Sbottò la donna. «Che se non vi baciate, tornerai a dipendere da Doumeki-kun... per sempre. È questo che vuoi?»
Spaventato dalle parole della strega, Watanuki lanciò un'occhiata all'arciere. «Beh... no. Certo che no. Ma... dev'esserci un altro modo...»
«Non c'è.» Tagliò corto la donna. Lo sguardo improvvisamente puntato sull'altro ragazzo. «Non hai nulla da dire?»
Doumeki ricambiò lo sguardo. «Che intendeva per... iniziare a cambiare.» Domandò.
«La radice ormai ha preso vita e... dentro un'altra vita combatterà per prevalere.» Decretò la donna. «Questo, muterà per sempre il Watanuki che conosciamo.»
Nel sentirla, Watanuki corrucciò la fronte. «Non importa.» Concluse, incrociando le braccia con aria risoluta. «Non sarebbe giusto costringerlo a... quella cosa.»
«Senti.» Tentò l'arciere, voltandosi a guardarlo. «Nemmeno io impazzisco al pensiero. Ma se è l'unico modo...»
Watanuki lo fissò, improvvisamente incapace di rispondere.
«Ascoltatemi. Questo non è un gioco!» Intervenne la strega. «Per questa radice sono state compiute scelte anche dolorose. Siete sicuri di voler vanificare ogni cosa per... un capriccio?»
A quello, Watanuki abbassò lo sguardo. Dentro, una sensazione estremamente spiacevole. «Non... non è un capriccio...» Mormorò.
«Oi...» Intervenne l'arciere, afferrandogli un braccio. «Stiamo parlando della tua vita. Ci tieni così poco?» Domandò mentre la strega annuiva compiaciuta.
«Non è così...» Ribattè l'altro, fissandolo dritto negli occhi. «Non c'entra con la mia vita.» Continuò, distogliendo improvvisamente lo sguardo. «Io... troverò un modo.» Mormorò. In testa il ricordo della promessa fattasi poco prima.
Non voleva fargli del male e di certo baciarlo sarebbe stato qualcosa di orribile per uno come Doumeki. Non poteva permetterlo. Almeno come non poteva permettersi di scoprire il disgusto negli occhi dell'altro. Non lo avrebbe mai sopportato. Non dopo aver compreso ciò che provava, pensò.
Consapevole dei tormenti del più giovane, Yuuko fece svanire il cerchio con un minimo gesto. Poi battè le mani tra loro. Un unico suono, attuo ad attirare l'attenzione su di sé.
«Bene.» Esclamò convinta. «Faremo finta che questa escalation di stupidità sia dovuta alla stanchezza del viaggio. Tornatevene a casa. Ovviamente insieme e come prima. A stretto contatto.» Dichiarò.
«Come risolveremo la questione..?» Intervenne l'arciere.
«Cerca di farlo ragionare, se non vuoi che scompaia sotto i tuoi occhi.» Replicò la donna in tono severo. «Quanto a te...» Riprese, osservando Watanuki. «Domani mi aspetto di vederti qui. Pronto a riprenderti quel petalo!»

Poco dopo, per strada, entrambi camminavano in totale silenzio.
Quanto accaduto in negozio, aveva creato una sorta di spaccatura, portando il più piccolo a preoccuparsi delle probabili conseguenze del bacio, ed il più grande a malcontenere la frustrazione crescente per tutta la situazione che, ad ogni secondo, gli sembrava sempre più assurda.
«Non mi chiedi se sono arrabbiato?» Domandò d'un tratto, lanciando un'occhiata in direzione di Watanuki.
«Beh, lo sei?» Rispose questi, ricambiandone il tono gelido.
L'arciere si fermò di colpo, osservandolo con rabbia. «Si, parecchio. Ma è evidente che a te interessa solo di te stesso.» Commentò mentre apriva il cancello che dava al tempio.
Quelle parole presero Watanuki in contropiede, obbligandolo a corrergli dietro. «Ti sbagli!» Gli urlò.
Doumeki lo ignorò, entrando in camera ed iniziando a cambiarsi. «E com'è allora?» Domandò quando lo vide fare lo stesso.
Il più piccolo lo osservò per un attimo, dopo il quale distolse lo sguardo, imbarazzato. «Lascia perdere.» Borbottò.
Infastidito, l'arciere si sdraiò senza neanche guardarlo e, amareggiato, Watanuki decise di spegnere la luce, imitandolo.
Rimasero in silenzio per un pò, entrambi con la mente rivolta verso un pensiero comune.
Poi, Doumeki allungò una mano sul braccio di Watanuki. Nonostante tutto l'istinto di aiutarlo aveva sempre la meglio.
Dopo alcuni minuti, trascorsi con gli occhi puntati sul soffitto, l'arciere decise di prendere la parola. «Anche io preferirei un altro modo...» Mormorò con voce più bassa del solito. «Quel bacio però... non sarebbe reale. Servirebbe a ridarti la tua energia e... dopo non avresti più alcun bisogno di me. Quindi... Pensaci...» Concluse, stringendogli con più forza il braccio.
A quelle parole, Watanuki trattenne il fiato pensando che se fosse stato trafitto con una lama in pieno petto, il dolore sarebbe stato certamente minore. «Buona notte...» Sussurrò infine. Gli occhi lucidi ed il corpo tremante.
«Notte...» Rispose l'arciere.
Quella fu una serata che per entrambi segnò l'inizio di una lunga discesa.

xXx

Il tenue bagliore della luna illuminava l'ambiente circostante, regalandogli frammenti di immagini a lui care.
Haruka si trovava al tempio come ogni notte, seduto sotto l'albero di ciliegio ed intento ad assaporare gli istanti indimenticabili della giornata appena trascorsa.
Rivedere Shizuka dopo tanti anni era stato di certo emozionante.
Quel nipote tanto amato era cresciuto in modo impeccabile: maturando come neppure lui avrebbe sperato e trascinandosi tuttavia quel silenzio imprigionato nel suo stesso nome.
Haruka ne conosceva il destino fin dal giorno del suo arrivo nel mondo.
Per quello stesso motivo ne aveva scelto il nome, seguendone attentamente i primi passi incerti ed adoperandosi affinchè il nipote crescesse al suo fianco in modo da ricevere la giusta preparazione.

Quelli erano stati sicuramente anni ben spesi, trascorsi nella serenità data dal vivere con qualcuno a lui tanto simile. Un bambino nei cui occhi potevano leggersi ben più di un destino e attraverso i quali era possibile intravedere l'ardua missione cui le sue innumerevoli scelte lo avrebbero condotto.
Dal mondo dei sogni lo aveva visto trasformarsi  in un ragazzo forte e sicuro di sè, un giovane uomo che in futuro sarebbe stato capace di assistere gli altri con la forza dei suoi desideri. Un'anima pura che avrebbe giocato il suo ruolo nel destino dei mondi.
Si rilassò concedendosi una lunga boccata di fumo. Amava quel passatempo così deleterio per il corpo quanto indifferente allo spirito.
Il suo Shizuka invece ne sembrava immune così come ad ogni altro vizio.
Non disdegnava bere, certo, e non si risparmiava da quando Yuuko era entrata apparentemente per caso nella sua vita. Eppure, lui che lo conosceva come nessun altro, sapeva bene che per Shizuka quello era un passatempo come un altro, qualcosa di cui avrebbe fatto a meno in qualsiasi momento e senza problemi. Esattamente come per tutto quanto lo circondava, fatta eccezione per i piatti che un certo ragazzo gli preparava, ovviamente.
Quel pensiero gli strappò un lieve sorriso.
Quel Watanuki gli era piaciuto dal primo momento in cui aveva appreso della sua "nascita".
Nei suoi occhi poteva leggere parole che completavano quelle contenute nelle iridi dorate del nipote, un insieme di caratteri destinati ad incrociarsi e mescolarsi, per nascere più e più volte in quel mondo fatto di formule e di pensieri in grado di plasmare la realtà.
Quei due rappresentavano un'unione perfetta con un futuro ancora da decidersi. Un destino che lui aveva cercato di proteggere con tutte le forze, rinunciando infine alla cosa più cara che aveva.
Trasalì appena quando un'energia familiare si materializzò a pochi passi da lui.
Mai avrebbe pensato di rivederlo così presto...
Quel ragazzo faceva progressi inimmaginabili, tutti dettati dal suo cuore tanto giovane e così perso per un altro ancora più complicato.

«Shizuka...» Mormorò, avvicinandosi al nipote «Non ti aspettavo così presto.»

Nel vederlo, immerso in quella dimensione ovattata della quale aveva solo sentito parlare da Watanuki, Shizuka si avvicinò con espressione sorpresa. «Come stai?» Domandò, sorridendogli.
Il sacerdote ricambiò il sorriso, arruffandogli i capelli con la mano. Un gesto che sapeva di un passato lontano.
«Non ho motivo di stare male, qui.» Rispose indicandogli il tempio. «Tu, invece?» Domandò con aria preoccupata.
«Io...» Replicò il più giovane adombrandosi di colpo. «Ho qualche problema con... beh credo tu sappia già tutto.» Terminò, guardandolo con espressione incerta.
Haruka si mosse verso il portico, sedendosi e portando la sigaretta alla bocca. «Kimihiro-kun, eh?» Chiese, mentre il nipote lo raggiungeva, prendendo posto al suo fianco. «Quel ragazzo ha la testa dura come la roccia.» Sospirò, soffiando via il fumo in eccesso.
«Non è quello...» Replicò l'arciere, girandosi a guardarlo. «Solo... tu sapevi cosa ci aspettava, vero?»
«Diciamo che... lo immaginavo.» Concluse l'uomo. «Vedi Shizuka... in genere per far si che le cose tornino a posto ci vuole un certo tipo di... contatto. E' così che funziona. In questo modo gli oggetti coinvolti, in questo caso il petalo e la radice, non rischiano di finire altrove.»
Si fermò, stringendo gli occhi in un'espressione più seria. «Se quel petalo andasse nella mani sbagliate. Per Kimihiro-kun... sarebbe la fine.» Decretò.
A quelle parole, Doumeki allargò gli occhi in un espressione allarmata. «In mani sbagliate?» Domandò poi, i pugni contratti. «Lui... non vuole saperne. Un po' lo capisco, però...»
Intenerito dall'evidente paura del nipote, Haruka poggiò una mano sulla sua, sperando di recargli un po' di conforto. «Kimihiro-kun è molto prezioso.» Dichiarò. «Il suo futuro lo rende appetibile. Il suo carattere, una preda fin troppo facile da raggiungere. Si preoccupa troppo per gli altri, capisci? Lui, non pensa mai a se stesso.» Continuò, osservando lo sguardo attento del nipote. «Neanche adesso...»
«Cosa posso fare... Lui... credo che in questo momento il suo unico problema sia il non voler seguire le indicazioni di Yuuko-san.» Replicò Doumeki. «Non gli sono mai stato troppo simpatico.» Mormorò con tono spento.
Nel sentirlo parlare a quel modo, il sacerdote scosse la testa. «Ti sbagli, Shizuka. Le sue motivazioni sono diverse da quelle che credi.»
Sospirò, osservando il ragazzo con rammarico.
La situazione stava decisamente complicandosi e vedere il nipote così preoccupato non poteva fargli che male. «Probabilmente se si fosse trattato di qualcun altro, avrebbe fatto meno storie. Ha solo paura...» Concluse, sorridendogli.
Shizuka sembrò riflettere a lungo sulle parole del nonno, ciò nonostante comprenderle gli sembrava alquanto impossibile.
Aprì la bocca per chiedere spiegazioni quando lo scenario sembrò allontanarsi da lui e con esso l'immagine di Haruka.
«Nonno...»
Aprì gli occhi trovandosi disteso nella sua camera. La mente ancora intenta a decifrare le ultime parole ricevute.
Per un attimo gli sembrò di capire le continue lamentele di Watanuki circa gli enigmi di suo nonno. Quel pensiero gli strappò un lieve sorriso, portandolo a guardare in direzione del ragazzo, per scoprire che il fouton era vuoto.
Sospirò amaramente. Infine si alzò per andare a cercarlo.

Lo ritrovò sul portico, seduto là dove in sogno aveva rivisto suo nonno.
«Cosa ci fai qui?» Domandò dopo averlo raggiunto.
Al suono della sua voce, Watanuki alzò uno sguardo su di lui. «Guardavo l'alba.»
Doumeki gli andò più vicino, sedendo accanto a lui, proprio come aveva fatto con Haruka. Lo sguardo sulle prime luci del nuovo giorno.
«Ci hai pensato?» Domandò dopo un silenzio che gli sembrò interminabile.
Il ragazzo al suo fianco si irrigidì appena. «Non posso...» Mormorò, abbassando gli occhi.
In quel momento il desiderio di comunicargli quel che sentiva era tanto da impedirgli di sostenerne lo sguardo.
Nel sentire la sua risposta, intanto, l'arciere si era girato a guardarlo. «Mi detesti fino a tal punto, eh...» Commentò rassegnato.
A quello, Watanuki lo fissò per un attimo. «Non è così!» Esclamò. «E se anche ti detestassi... Che differenza farebbe...» Continuò abbassando lo sguardo da quello sempre più cupo dell'altro. «Non... guardarmi così. Ti sto facendo un favore. Io... lo sto facendo ad entrambi.»
Incerto su quanto volesse comunicare il più piccolo, Doumeki si protese in avanti, afferrandogli un braccio. «Un favore? Lasciarti morire lo chiami un favore?» Domandò con veemenza.
Stranamente, Watanuki rimase in silenzio. Incerto su cosa rispondere. Il cuore sembrava martellargli nel petto e questo, ormai lo aveva capito, era il segno di un sentimento decisamente più forte della sola amicizia. Eppure, se solo provava a dire qualcosa, sentiva una sorta di freno che non sapeva spiegarsi. «Non lo so... Non so più niente.» Dichiarò infine, gli occhi che pungevano per via delle lacrime pronte a tradirlo.
Doumeki lo guardò con espressione assorta. In mente le parole espresse la sera prima dalla strega.
«Non puoi continuare così. Bisogna agire alla svelta.» Dichiarò alzandosi e tirandolo a sé con un braccio.
«Che fai?» Urlò il più piccolo.
«Ti porto da Yuuko-san. Quell'affare ti sta cambiando.» Replicò l'arciere.
Watanuki sembrò rifletterci. «Non importa...»
«A te no, forse. Ma importa a me.» Sentenziò l'altro, incamminandosi e trascinandoselo dietro.
«Non voglio! Smettila!» urlò Watanuki, puntando i piedi per terra. «Non puoi costringermi. Mi hai sentito?!»
Doumeki ignorò i suoi lamenti, salvo fermarsi di colpo per caricarselo sulle spalle. «Urla quanto vuoi adesso!»
Improvvisamente stanco, e consapevole di non avere molte possibilità di superare l'arciere in forza, Watanuki sospirò rassegnato. «Si può sapere che te ne importa?»
Doumeki proseguì verso il negozio, l'espressione decisa come non lo era mai stata prima. «Se non ci arrivi da solo, non so che farci.» Commentò.
Nel sentirlo, Watanuki trasalì appena, cercando di cogliere il senso di quelle parole. Poi, una certezza immediata sembrò formarsi nella sua mente. «Sei stanco di avermi tra i piedi eh... È per quello che vuoi farlo. Per liberarti di me.» Mormorò in tono triste.
«Non hai capito un bel niente.» Dichiarò l'arciere, ormai giunto al negozio.
Davanti a loro Yuuko sembrava essere appena uscita, consapevole del loro arrivo.
«Di qua.» Indicò, sorridendo e facendogli strada verso la solita stanza.
Quando vi entrò, Doumeki notò che il cerchio era già stato tracciato.
Sulle sue spalle, Watanuki tentò di ribellarsi ancora una volta. La stanchezza però sembrava crescere ad ogni secondo e, ormai pallido, si arrese definitivamente. Se da solo gli era quasi impossibile avere la meglio su Doumeki, di certo non avrebbe avuto miglior sorte mettendosi contro anche la strega, pensò sempre più scoraggiato.
In quel mentre, l'arciere si mosse verso l'interno del cerchio.
Sotto lo sguardo di Watanuki, Yuuko-san puntò il bastone verso il simbolo magico, muovendolo in modo diverso dal giorno prima.
Alle sue spalle Mokona stava agitandosi, tenendo in mano uno strano oggetto.
Watanuki lo osservò per capire a cosa servisse. Proprio in quel momento, però, la voce della donna giunse a distrarlo. «Io sono pronta.» La sentì dire.
Doumeki annuì e, senza troppe cerimonie, mise a terra l'altro ragazzo fissandolo con una strana espressione.
Watanuki ne ricambiò lo sguardo, irrigidendosi appena quando l'arciere lo bloccò con un braccio, prendendogli il viso con la mano libera, al fine di non permettergli scherzi.
«Cosa...» Non riuscì neppure a completare la frase.
Doumeki stava osservandolo con un'intensità tale da confonderlo.
Poi, prima che l'altro riuscisse ad aggiungere qualcosa, si curvò su lui, sfiorandogli le labbra con le sue. Quel contatto, dapprima leggero, divenne ogni secondo sempre più intenso, isolandoli da tutto il resto.
Una sensazione insolita sembrò catturare entrambi, mentre qualcosa fluiva attraverso le loro gole. Una sensazione orribile che mal si abbinava con quella estremamente piacevole data dal bacio.
Mentre tornavano a rendersi conto di quanto li circondava, notando con la coda dell'occhio gli strani movimenti di Mokona, la sensazione di prima si fece improvvisamente più forte, obbligandoli a staccarsi.
Un attimo dopo si trovarono a tossire il petalo e la radice, causa dei problemi degli ultimi tempi.

Doumeki fu il primo a riprendersi.
Senza mollare la presa dal più piccolo, osservò il petalo che, con movimenti leggiadri si avvicinò alla radice galleggiando con essa in direzione della strega. Con espressione compiaciuta la donna li osservò mentre, come attratti da una calamita, finivano all'interno dello strano involucro che aveva tra le mani. «Pefetto!» Asserì, sorridendo a Mokona che, posata quella che si rivelò essere una macchina fotografica, stava agitando la foto per farla asciugare il più velocemente possibile.
In quel preciso istante, il cerchio magico svanì e, consapevole di non aver più altro da fare, Doumeki allentò la stretta, osservando per qualche istante il ragazzo ancora tra le sue braccia. «Ora puoi anche odiarmi se vuoi.» Asserì poggiandogli una mano sulla spalla, cercando dentro di sé la forza per lasciarlo andare.
Watanuki restò in silenzio, lo sguardo basso e gli occhi velati di lacrime.
Non sapendo cosa dire, Doumeki optò per la soluzione più semplice, voltandogli le spalle e muovendosi verso l'uscita.
Ancora scioccato il ragazzo più piccolo lo osservò per un istante, afferrandolo subito dopo per una manica. «No... non andartene. Shizuka...» Mormorò.
Nel sentir pronunciare il suo nome l'arciere si fermò. Il cuore scosso in modo ben più violento di quanto non fosse avvenuto baciandolo.
Il suo silenzio però, per Watanuki, giunse a sottolineare la fine di tutto. «Non... andartene...» Ripeté, a testa bassa. «Per favore...» Continuò, asciugandosi le prime lacrime.
L'arciere lo guardò senza capire. «Che ti succede?» Domandò.
Watanuki sollevò gli occhi, fissando l'altro ragazzo con espressione persa. «Ho bisogno... di te...» Sussurrò, abbracciandolo.
Incredulo, Doumeki si ritrovò a ricambiarne la stretta. Voltandosi subito dopo in direzione di Yuuko e scoprendola intenta a guardarli.
«Quando tornerà come prima?» Le domandò infine.
Inaspettatamente la donna esibì un'espressione divertita. «Oh... quello.» Esclamò. «Temo non fosse vero... Watanuki è perfettamente normale. Per quanto lui possa esserlo.» Aggiunse dopo una rapida occhiata in direzione del ragazzo.
«Vuol dire che... anche senza baciarlo... non sarebbe mai cambiato?» Domandò l'arciere, evidentemente sorpreso. «Perché allora...»
La strega lo fissò sogghignando. «Scherzetto!» Esclamò soddisfatta.
Doumeki sospirò rassegnato, lo sguardo nuovamente su Watanuki. «Eppure... Ultimamente è strano.»
A quelle parole, l'espressione di Yuuko si incupì rapidamente, tornando a brillare solo quando Watanuki sembrò comprendere il dialogo appena avvenuto tra lei e l'arciere.
«Yuuuko-san!» Sbottò il ragazzo, scostandosi appena dal ragazzo più grande. «Lei!» Urlò indicandola. «Lei voleva... questo? Ci ha ingannato!» Continuò, sempre più rosso per via del ricordo di quanto avvenuto tra lui e Doumeki e dell'imbarazzo che gli provocava.
«Ormai è andata!» Commentò la donna con aria annoiata. «Direi di occuparci delle cose importanti.» Asserì, prendendo la foto che gli stava porgendo Mokona. «Dovete tornare al ciliegio. Petalo e radice vanno riconsegnati. E stavolta...» Continuò, facendosi nuovamente seria. «Non potrò allontanare i guardiani.»
«Guar...diani?» Domandò Watanuki, ignorando la risatina divertita di Mokona.
«Esattamente.» Chiarì la donna. «Fanno da guardia al ciliegio dei sogni e... sono aggressivi. Ad ogni modo il lavoro va fatto e... sono certa che saprete portarlo a termine.»
Nel sentirla parlare a quel modo, il ragazzo deglutì, evidentemente impaurito dalla prospettiva di doversi battere.
«Come faremo a raggiungere il ciliegio?» Intervenne Doumeki.
«La freccia che hai lasciato all'albero...» Ribattè la strega. «Sarà quella a guidarvi.»
I due ragazzi annuirono, osservando la sfera di vetro al cui interno erano ben visibili sia il petalo che la radice.
«Direi di non perdere altro tempo» Commentò la donna, alzandosi e raggiungendo il bastone, precedentemente lasciato in un angolo della sala.
Doumeki la seguì con lo sguardo e, raccolto tutto il coraggio di cui poteva disporre, Watanuki gli andò vicino. «Non te ne andrai, vero?» Domandò, incerto.
A quello, l'arciere avvertì una sensazione di calore. «Non lo farò, se non vuoi...» Replicò, guardandolo con tenerezza.
Il più piccolo gli sorrise. «Grazie...» Mormorò, sentendosi improvvisamente più forte.
La strega li osservò per un lungo istante, lo sguardo di chi poteva cogliere in loro i segni che il tempo non aveva ancora lasciato.
«Andate ora!» Esclamò. Una luce vivida avvolse l'intera stanza e, ancora una volta, i due ragazzi si trovarono a viaggiare verso un'altra dimensione.



Rieccoci qui dopo questo capitolone che, come avrete notato, ci porta pian piano verso il gran finale di questa prima parte.
Ma prima di qualsiasi altra cosa...
Rullo di tamburiiiiii....

Vorremmo ringraziare Masuko per il bellissimo dono fattoci in occasone delle 100 recensioni.
Lo abbiamo apprezzato ben più di quanto le sole parole possano dimostrare.

Quindi, ancora ed ancora milla grazie, Masu. ^_^

Non è bellissimo? ^_^

Bene... ed ora passiamo all'angolo delle recensioni. ^_^

Gioielle:  Ma sai che una statua di Haruka non sarebbe affatto una cattiva idea? XD
Siamo felicissime che il capitolo ti sia piaciuto. Ora attendiamo di sapere cosa pensi di quello appena letto. :P

Naco Chan:
Oh, sarebbe ora di agire, se non fosse che come vedi alla fine non hanno fatto nulla.L'azione, l'azione... verrà. Eccome. 
Chissà se però sarà quella che speriamo noi, uhuhuhuh.
Comunque è vero, Watanuki che capisce è un evento... ed infatti si rifà subito, come vedi!

Reiko:
Bentornata ^_^ E' sempre un piacere leggere i tuoi commenti alla fanfic. Ahahah Haruka che presenta Seme ed Uke... beh sarebbe un favore all'umanità di uketti timidi e frustrati, pensandoci bene. :P
Per il resto... non ci soffermeremo su nulla onde evitare inutili spoiler. Che poi non sarebbero inutili ma in quanto spoiler... meglio non dirli. :P
L'albero ti inquieta? Non sai quanto hai ragione! XD

Yusaki: Ed ecco la risposta alla recensione numero 100! ^^
Sono semplicemente bellissimi, i due Doumeki insieme, vero? A noi stesse mentre scrivevamo veniva il batticuore, certe scene dovrebbero essere proibite, ah! *sospiro collettivo*
Comunque, per il brindisi ci stiamo ma... non brindiamo troppo.
Siamo ancora in tempo a vedere cose molto brutte :P
Continua a seguirci! 

Masuko:
Masuuuuuuu per prima cosa: GRAZIE Ancora e ancora per il bellissimo regalo! ^_^
Siamo felici che il capitolo ti sia piaciuto a tal punto da definirlo il più bello. Speriamo di appassionarti anche con i successivi. :P
Se ci offendiamo per il tuo saltare le Otome? Noi no... ma non rispondiamo per Ichi ed Ini. :P
Quanto a Seishirou...
*Lay ed Hary osservano l'albero...* Oh... quanti petali...
Dicevamo? Ah si... la recensione... :P
Non temere... tutte le domande avranno presto una risposta... e per quelle che apparentemente rimarranno senza... sappi che i nostri veri nomi sono... ah no, quella è un'altra storia. :P Insomma, seguici e saprai ogni cosa.
Sicura poi, che è il caso saperle? Noi ci stiamo ancora pensando.  XD

Witch Of The Dimensions: Come sempre ti ringraziamo profusamente per le tue bellissime recensioni! Rendi le nostre giornate molto più facili, sappilo! ^^
È bello sapere che qualcuno rilegge un capitolo di una nostra storia addirittura tre volte, wow... e per quanto possibile, tenteremo di non sgarrare sugli aggiornamenti! Per ora ci siamo riuscite.
Per il finale, siamo entrambi sostenitrici dell'angst a lieto fine... quindi puoi rassicurarti.
Ma tieni le zollette di zucchero da parte, tra poco inizierà la fiera della stupidità ^^"

LawlietPhoenix:
 Lietissime di sapere che il capitolo ti sia piaciuto. Eh si... anche noi ci siamo commosse nello scriverla. Nonno e nipote insieme sono un capolavoro. *.* Almeno quanto Wata che capisce sa di miracolo. xD
Speriamo che questo capitolo non sia stato da meno.

Un abbraccio a tutte e alla prossima! ^^


   
 
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