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Autore: eLiSeTtA    05/10/2009    5 recensioni
- Che diavolo stai facendo?!?- si lamentò lui cercando di divincolarsi dalla sua presa ferrea.
Ziva lo sbatté con forza su un albero e poi si spinse contro il suo corpo aderendovi perfettamente.
Tony proprio non si aspettava una cosa del genere. Soprattutto da Ziva! Era vero che c’era sempre stata una certa attrazione tra di loro, ma da semplice attrazione a QUESTO c’è ne era di strada da fare!
Poteva sentire il suo respiro caldo e agitato sul proprio viso, maledettamente vicino al suo, e vedere quegli occhi così scuri e profondi a pochi centimetri dai propri. In quel momento erano indecifrabili, non riusciva proprio a capire cosa stesse pensando in quel momento.
Ziva sorprendendolo ancora di più si avvicinò sempre di più al suo volto non staccando neppure un momento gli occhi dai suoi.
Tony fece per dire qualcosa ma lei lo zittì premendogli una mano sulla bocca e ammonendolo con lo sguardo. Sembrava essere tornata la Ziva di sempre, non aveva più quegli occhi indecifrabili di poco prima, forse era solo stata una sua impressione, ma la cosa che lo preoccupava e che ora vi leggeva paura e terrore.
Fanfiction (come sempre!) di elisa93!
Genere: Commedia, Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E come promessovi ecco il mio nuovo capitolo! Sono ancora arrabbiata per ieri! Hanno osato boicottare NCIS! Anche se io non tifo per l’Italia posso capire che agli altri piace vedersi la nazionale e rispetto la decisione della rete... però poi vedere che hanno trasmesso Harper's Island (o come cavolo si scrive) mi ha fatto incavolare! Insomma! Non ho visto la puntata in inglese per godermela in italiano e ho aspettato un anno! Mi sono accontentata solo di qualche spoiler o di qualche immagine! Era un anno che aspettavo quel momento e loro hanno rovinato tutto! Ahhh... mi sono sfogata!

Comunque sia, non voglio annoiarvi con le mie stupide lamentele, quindi torniamo a noi! Questo è il penultimo capitolo ed è mooooolto Tiva, quindi preparatevi psicologicamente!

Grazie per i commenti slurmina! Sono contenta che sia tu che piccoligiganti mi recensiate sia qua che sul forum! Mi fa sentire ancora più apprezzata! (scusate per il copia incolla, ma non sono molto brava in queste cose... xP)  Grazie mille anche alle altre per i commenti e buona lettura!

 

 

 

 

Capitolo 3 - Im lo akhshav

 

 

- Dici che questo va bene?!?- gridò Tony indicando un fungo e portandolo a Ziva, era abbastanza grande, con il gambo bianco e aveva un grande cappello rosso con piccole macchie bianche.

Ziva sorrise della sua ingenuità e ignoranza.

- Amanita muscaria... ne hai mai sentito parlare?-

- No... è buono? È un fungo molto pregiato?- chiese lui rigirandoselo tra le mani e fissandolo da ogni angolazione.

- L’Amanita muscaria è il fungo velenoso più conosciuto e diffuso al mondo...-

- Velenoso?- balbettò Tony, posò lo sguardo di nuovo sul fungo e lo lasciò cadere a terra con un grido non molto virile.

Ziva scoppiò a ridere in modo incontrollabile.

- Che hai da ridere?!? Ho toccato un fungo velenoso! Sono morto! Ho i minuti contati!-

- Io non ci conterei... devi averlo mangiato per essere avvelenato!-

- Davvero?-

Ziva annuì e gli fece un sorriso.

Lui parve convincersi ma all’improvviso scosse la testa vigorosamente con aria preoccupata.

- Non è detto! L’ho tenuto in mano per molto tempo! Forse la tossina si è diffusa nel mio sangue!-

- Non lo hai mangiato vero?!?- chiese lei cominciandosi a preoccupare.

- No! Che ti salta in mente?!? Non sono così stupido!-

- Allora non ci sono problemi! Stai bene e starai bene anche tra qualche ora!-

- Se lo dici tu...- mormorò lui pulendosi le mani sporche di spore e di terra sui pantaloni, poi si voltò e corse giù dalla veranda - Torno alla ricerca!-

E così si immerse di nuovo per i boschi.

C’era un momento di pace, la pioggia aveva smesso momentaneamente di battere e loro due si sentivano meglio, anche se Ziva sospettava di avere un po’ di febbre, ma quello era un dettaglio talmente insignificante che non vi aveva neanche badato.

Avevano deciso di rimanere alla baita finchè il temporale non fosse finito del tutto, infatti a secondo le informazioni di Ziva quello era solo un piccolo momento di pace, la tempesta sarebbe ricominciata di lì a poco più forte della sera precedente.

Ma per loro non era un problema, infatti le loro orme erano state cancellate dal temporale e visto che loro non avrebbero potuto fare molta strada senza essere di nuovo travolti dalla tempesta, non l’avrebbero potuta fare neanche i loro nemici.

Così a Tony era venuta la splendida idea di cibarsi con quello che gli offriva madre natura, e mentre Ziva rimaneva sulla veranda avvolta nei propri vestiti ormai asciutti e nella tovaglia a fissarlo, lui aveva cominciato a trafficare qua e là per il bosco come un bambino.

Il prode DiNozzo fino ad allora aveva trovato solo un paio di miseri funghi porcini sporchi di terra e un po’ di bacche. Un misero pasto se non ci fossero state anche le loro provviste.

Ziva si sistemò meglio sulla sedia e lo guardò litigare con una lucertola per il possesso di un altro fungo porcino, sorridendo.

Sperò vivamente che lui non avesse ingerito quel fungo, ma in fondo non c’era poi molto di cui preoccuparsi, infatti anche se lo avesse fatto non era un fungo mortale.

I sintomi dell'avvelenamento da Amanita muscaria si manifestavano dopo 1-4 ore dall'ingestione del fungo e consistevano in vomito, diarrea, allucinazioni e aumento del battito cardiaco legato a uno stato generale di eccitazione. L'individuo intossicato passava da violenti accessi di collera a un'esaltazione gioiosa che, nel giro di qualche ora, si trasformava in una profonda sonnolenza; al risveglio da questa sorta di sonno comatoso, l'individuo in genere risultava guarito.

Quindi al massimo Tony si sarebbe fatto una bella dormita.

- Ehi, Ziva! E questi?- chiese sbucando fuori dalla vegetazione, salendo di nuovo in veranda e mostrandole le mani unite a coppa e con dentro due piccoli funghi sull’arancione di forma quasi perfettamente sferica.

- Sono delle Vesce di lupo, sono commestibili, ma io non ne ho mai assaggiata una...- ammise lei prendendone una in mano e osservandola bene.

- C’è sempre una prima volta!- fece Tony sorridendo felice.

Poi andò di nuovo nel bosco e ne uscì con dei sottili ma robusti bastoncini di legno.

- Forza! Entriamo in casa! Ho una fame pazzesca!-

Mangiarono quello che avevano portato dal loro mondo civilizzato e quello che la natura aveva gentilmente fornito loro, quasi a sazietà, lasciando qualcosa per quella sera.

Avevano cotto i funghi sopra il fuoco con i bastoncini e avevano scoperto che le Vesce di lupo non erano male.

- Hai visto Ziva? Sono nato per stare in mezzo ai boschi! Riconosco una leccornia a un miglio di distanza!-

Lei aveva riso a quella affermazione, soprattutto dopo averlo visto alle prese con quel fungo velenoso e soprattutto scappare inseguito da una lepre.

- Aveva la rabbia!- si era giustificato lui - la schiuma alla bocca come un cane feroce!-

Dopo mangiato si sedettero sopra il letto, sfiniti e parlarono. Parlarono tanto a e lungo, di qualsiasi cosa, mantenendo accuratamente lontano l’argomento da quella che era la loro sfera sentimentale e affettiva.

Erano ancora troppo scossi da quello che era successo la sera prima per poter affrontare un argomento serio e difficile come quello.

Ma quando ormai era prossima la sera e il temporale era tornato a imperversare sulla foresta Tony aveva deciso di fare la sua mossa, era stanco di tutti quei sotterfugi da parte di entrambi, soprattutto da parte sua.

Era ora di aprirsi un po’ di più.

- Sei mai stata innamorata di qualcuno Ziva?- le domandò a bruciapelo.

- Che cosa?!? Scusa, ma queste sparate te le sogni la notte?!?-

- A volte, e comunque nel sogno tu non avevi questa reazione...-

- E cosa facevo? Ti saltavo addosso dicendoti che ti amavo dal primo giorno che ti avevo visto?-

- Beh... più o meno! È quello il concetto...-

- Fai davvero degli strani sogni...- disse lei guardandolo di sottecchi.

- Eh, già...- mormorò Tony sorridendo.

- Quindi, fammi capire... mi chiedi una cosa del genere così all’improvviso interrompendo il nostro importantissimo discorso sul pigiama che indossa Gibbs e pretendi che io ti risponda? Stai scherzando vero?!?-

- E dai! Dico seriamente! Ti prego! Ah! E tra parentesi secondo me Gibbs il pigiama non lo indossa!-

- Dorme nudo quindi? Interessante...-

- Si... tu pensa a rispondermi invece di pensare a Gibbs nudo!-

- Va bene...-

Ziva si sistemò meglio sopra la sua spalla dove era appoggiata e lo fissò negli occhi.

- Beh... io... si... insomma! Tutti siamo stati innamorati almeno una volta! No?-

- Io non intendo quelle stupide cotte adolescenziali... o le normali storie nelle quali dire di amare è quasi un obbligo... io parlo di amore puro... vero amore... del desiderare il bene di una persona prima del proprio... e fare di tutto per renderla felice, anche vederla con qualcun altro e lontano da noi stessi...-

Ziva si stupì di quelle parole così profonde di Tony, proprio da lui non si aspettava una cosa del genere!

Questo suo lato nascosto si stava facendo sempre più interessante e soprattutto le piaceva sempre di più.

- Beh... credo di si... non so...-

- Ti sei mai fidata a tal punto di una persona da permetterle di amarti? Hai mai aperto il tuo cuore a qualcuno, Ziva?-

Lei spalancò gli occhi e distolse lo sguardo, poi si mise seduta diritta senza staccare la testa dalla spalla del ragazzo.

- Non lo so... penso... forse solo a mia madre, mio fratello e Tali... e poi che a te che ti interessa, mettinaso?-

- Si dice “ficcanaso” non mettinaso...-

- Dettagli...-

- E poi... non avevi detto di avere solo una sorella?- la interruppe, piuttosto confuso, Tony.

- Non ho mai detto di avere solo una sorella! Ho detto di avere una sorella ma non di avere solo quella!- tentò di giustificarsi lei tirandosi su del tutto e mettendosi la testa tra le mani.

- Sicura? Non mi stai nascondendo niente vero? Non è che tua sorella era un travestito?- tentò di buttarla sullo scherzo lui.

Lei gli diede una pacca e lo fissò divertita.

Lui rispose allo sguardo.

- Avanti chiedimelo...- fece Tony abbassando gli occhi e grattandosi la testa nervosamente.

- Che cosa scusa?-

- Avanti! Non fare la finta tonta! Lo so che lo vuoi sapere! Chiedimelo!-

Lei lo fissò un secondo, sorridendo dolcemente a quel suo comportamento così strano.

 - Ok... hai mai aperto il tuo cuore a qualcuno Tony? E rispondimi seriamente!-

- Beh... se devo dirti la verità non ci avevo mai pensato prima di oggi... sai? Credevo di amare Jeanne... però...-

- Ad amarla non era il vero Tony...- completò per lui Ziva cogliendolo di sorpresa.

Da quando riuscivano a capirsi così maledettamente bene?!?

Non ci aveva mai fatto caso lui, che in quel ultimo anno era stato così occupato nella sua missione sottocopertura e aveva trascurato i suoi amici, colleghi, se stesso e Ziva.

Lei era in una categoria a parte che lui non era ancora riuscito ad identificare per bene. Era un’amica, ma lo comprendeva come poteva fare solo un’amante, una madre, una sorella.

- Già... quindi credo che a parte mia madre non abbia mai amato nessuna a parte...-

- Kate?- completò anche stavolta Ziva.

Questa volta fu colto ancora di più di sorpresa...

Non le aveva mai parlato di lei se non in quel lontano giorno in cui si erano conosciuti.

Come aveva fatto a capirlo?

- I fiori...- disse la donna scrollando le spalle – Ogni sabato vieni con giacca con dei petali di fiori a lavoro...-

- Chi ti dice che non fossero per qualche ragazza...-

- Perché ti conosco bene Tony! Ti conosco maledettamente bene! E poi perché me lo dice il mio istinto!-

Ziva si sentì terribilmente in colpa.

Ari, suo fratello, aveva fatto fuori l’unica donna che Tony avesse mai amato e lei l’aveva protetto davanti a tutti dicendo che non poteva essere lui il colpevole, aveva fatto offuscare il suo giudizio dall’amore, certo alla fine era andata come era andata, però DiNozzo quello non lo sapeva. Almeno gli doveva una spiegazione.

Lui dal canto suo stava rimanendo ogni minuto di più sorpreso da quella donna, lo conosceva così maledettamente bene come diceva lei stessa?

Come mai lo capiva così bene?!?

La osservò alzarsi dal letto e andare a cercare qualcosa nel suo zaino, quando tornò aveva un mazzo di fotografie in mano, nei suoi scuri leggeva qualcosa di diverso ora qualcosa di strano.

- Prendi...- disse lei semplicemente sedendosi di nuovo accanto a lui.

Tony tolse delicatamente l’elastico e fissò le foto, erano piuttosto vecchie, dovevano avere più di dieci anni.

- Guarda! Eri così piccola!- disse indicando una foto di lei tredicenne con un cucciolo in braccio - Lavoravi già nel Mossad?-

- Si... ci sono entrata ufficialmente a sedici anni, ma mi allenavo già da qualche anno sotto la supervisione di mio padre...-

Lui annuì e cambiò foto.

Stavolta c’era l’immagine di una bambina molto somigliante a Ziva che salutava con la mano.

- Mm... questa deve essere Tali... vero?-

- Si...- rispose lei con un filo di voce.

Tony la fissò di sottecchi e cambiò di nuovo foto, questa volta a sorridergli erano due giovani di circa una ventina di anni che stavano teneramente abbracciati.

- E questo chi era? Il tuo fidanzatino?- domandò guardandola, ma lei non sorrise e non ribattè nulla.

Lui allora tornò a fissare la foto.

C’era qualcosa di familiare nei tratti di quel uomo...

Dentro di lui un dolore sordo ormai sepolto da tempo si fece risentire quando riuscì a identificare l’uomo che stava abbracciando Ziva.

- Ziva... cosa significa questa?!? Questo è Ari! Che ci fa in una foto abbracciato con te?- gridò arrabbiato - Chi era per te quel bastardo? Non eri solo il suo ufficiale responsabile vero? Era il tuo amante? -

- Era mio fratello...- affermò Ziva interrompendo quella marea di fesserie che stavano uscendo dalla bocca di Tony e lasciandolo estremamente sorpreso - fratellastro a dire il vero... stesso padre ma madri diverse... l’ho ucciso io...-

- Tu? Non era stato...-

- Gibbs? No... sono stata io e poi lui mi ha protetta da mio padre prendendosi la colpa... mi dispiace per quello che ha fatto a Kate e a te... mi dispiace veramente...-

Lui si riprese dallo shock e strinse i pugni fino a farsi sanguinare la carne.

Ziva era la sorella di quel bastardo. Nelle sue vene scorreva lo stesso sangue che scorreva in quelle di Ari, in quelle dell’uomo che l’aveva privato di una delle cose a cui teneva di più al mondo.

Come poteva essere sua sorella?

- Ti dispiace?!? Quando avevi intenzione di dirmelo?!?- sbraitò alzandosi dal letto.

- Non lo so!- rispose lei altrettanto forte.

- E se non fossimo finiti chiusi qui dentro me l’avresti mai detto?!?-

- Non lo so Tony! Non lo so! Ok? Non lo so!-

Detto questo si alzò anche lei dal letto.

I loro occhi si incontrarono furibondi.

- Volevo solo che tu lo sapessi...- borbottò lei superandolo e andandosi a sedere al tavolo, tirò fuori tutti i suoi coltelli e cominciò a lucidarli.

Lui la fissò sbuffando, poi prese una delle sue rivista per soli uomini e fece finta di leggerla mentre la fissava con la coda dell’occhio.

In breve si fece sera. Il vento ululava fuori dalla baita e la grandine batteva contro il tetto e i muri.

Loro due non si erano parlati per tutto il tempo, non si sapeva chi fosse arrabbiato con chi, ma alla fine Tony decise che era stato lui a fare arrabbiare Ziva urlandole addosso in quel modo. Dopotutto lei aveva deciso di parlare con lui, di confidarsi, di aprire se stessa un po’ di più di quanto avesse mai fatto in passato, e capiva che per lei doveva essere stato estremamente difficile oltre che umiliante.

Aveva deciso di fidarsi lui, e solo in quel momento Tony comprese la grandezza di quel gesto che per i semplici essere umani poteva sembrare così semplice ma che per loro valeva quanto la loro vita stessa ed era la cosa più complessa che gli potesse chiedere di fare.

Si alzò e andò verso di lei a passi lenti, senza fretta.

Quando le fu di fronte, lei continuò a tenere il viso basso, intenta come era a lucidare i coltelli.

Tony la fece alzare dalla sedia e la costrinse ad incontrare il proprio sguardo.

I suoi occhi caldi e chiari e il suo sorriso dolce la trapassarono da parte a parte facendole battere il cuore in un modo irrefrenabile, quello sguardo voleva dire tutto, e lei lo sapeva benissimo.

Ricordava i sentimenti che aveva provato a vedere Tony con un’altra donna, erano ancora vivi dentro di lei, era stato orribile scoprire che lui non era solo suo, che non gli apparteneva, che non doveva darlo per scontato insomma.

Il vederlo nello stato pietoso nel quale si era ridotto subito dopo la partenza di Jeanne era stato più doloroso che perdere Roy, si era resoconto di amare quel uomo alla follia, più di se stessa probabilmente.

Però non potevano stare insieme! A parte quella stupida regola di Gibbs, che a lei non faceva poi così tanta paura il non rispettarla, d’altronde le regole sono fatte per essere infrante, c’era un altro insormontabile scoglio tra lei e Tony: erano troppo diversi.

Il Mossad non era l’NCIS, Israele non era gli Stati Uniti, lei non era Jeanne.

Non avrebbe mai potuto dargli quello che cercava nella donna dei suoi sogni, però il suo sguardo...

Per la terza volta due giorni Tony provò quella inspiegabile sensazione alla bocca dello stomaco e ora, in piedi di fronte a Ziva, con gli occhi puntati sui suoi, quel fastidio alla bocca dello stomaco si fece più insistente.

Si ritrovò a fissare con desiderio quei lineamenti tanto familiari, e fu costretto a distogliere lo sguardo.  

- Scusa per prima...- mormorò sempre con lo sguardo basso - non volevo urlarti contro, scusami!-

- La regola di Gibbs non dice niente scuse?-

- Tu non sei Gibbs...-

Avrebbe voluto aggiungere qualcos’altro ma le parole gli mancarono. La osservò sorridere impercettibilmente e fu sicuro che lei aveva capito lo stesso.

- Non so, sono molto arrabbiata!- fece lei facendo la preziosa.

- E dai! Ti prego!-

Lei finse di pensarci su, poi sospirò.

- E va bene! Scuse accettate DiNozzo!- fece sorridendogli.

- Amici come prima?- domandò Tony porgendole la mano come a suggellare questo loro patto e tornando a fissarla.

Lei non ci pensò due volte, afferrò la mano e annuì.

Si guardarono sorridenti per un paio di secondi, poi Tony fece qualcosa di inaspettato.

La attirò a se e la baciò sulla bocca. La lingua si aprì un varco, e Ziva fu travolta dal sapore di Tony. Si stacco da lui immediatamente e lo fissò negli occhi.

Cosa stavano facendo?!?

- Tony... io... non posso!- balbettò lei - Non possiamo Tony!-

Come mai ora l’idea di baciarlo non le sembrava più tanto assurda? Anzi desiderava che lui lo facesse!

C’entrava il suo comportamento della sera prima? Quello che aveva fatto per lei? O quello che aveva detto qualche ora prima riguardo all’amore?

Lui le tolse una ciocca di capelli dalla fronte, sicuro di se stesso, e di quello che stava facendo sfidando ogni legge.

- Non parlare!- le disse impossessandosi di nuovo delle sue labbra.

“Perché devo sempre essere così? Perché devo sempre mandare all’aria tutto? La vita è breve! Forse domani tutto finirà e io non avrò vissuto!” pensò Ziva in un momento di lucidità. Le venne in mente una frase molto ricorrente nel suo paese, non ricordava chi l’avesse detta ne in che occasione, ma le parole si stagliarono nitide nella sua mente.

Im lo akhshav?

Quando se non adesso?

Trovò quella frase perfetta per la sua situazione e la interpretò come una benedizione divina.

Stavolta si lasciò travolgere dalla passione e gli gettò le braccia al collo, avvicinandolo di più a se per approfondire il bacio. Stavolta non fu come la sera precedente, non ci fu nulla di casto, non si fece fermare dalla paura. Tutto quello aveva un che di familiare, ma quella volta, quella volta sottocopertura, era tutto finto, mentre ora... ora erano in ballo i loro sentimenti, non stavano più giocando.

Tony la baciò con infinita dolcezza, cercando di trasmetterle tutto l’amore che provava per lei e che aveva taciuto a se stesso per anni. Perché si, era amore. Ne era sicuro, e ora che l’aveva finalmente capito non avrebbe permesso a Ziva, alla sua Ziva di andarsene, e no!

Ormai era fregata! Gli apparteneva! Era sua e soltanto sua! Sapeva che era un pensiero egoista ma purtroppo aveva bisogno di lei, dopo quei due giorni nella baita non sarebbe più riuscito a stare senza lei.

Lei cominciò a sbottonargli la camicia mentre la mano di lui si insinuava sotto la maglietta e le carezzava la morbida curva della schiena, per poi passare al seno, sempre senza smettere di baciarla. Maglietta e camicia volarono via e la bocca di Tony lasciò momentaneamente quella di Ziva e cominciò a vagare su tutto il corpo di lei. Le mani della donna corsero alla cintura del compagno e lei sorridendo maliziosa lo attirò verso di se e cominciò a indietreggiare, fino a che non toccarono la sponda del letto e vi caddero sopra ridendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* Im lo akhshav?: Quando se non adesso?

* La frase sopra riportata è una celebre frase Hillel divenuta il motto del sionismo.

* Hillel (Babilonia 70 ca. a.C. - Gerusalemme 10 ca. d.C.), rabbino e maestro ebreo, detto "il Vecchio", in ebraico “hazaken”. Fu il primo a sistematizzare l'interpretazione del diritto scritturale; a Gerusalemme divenne una vera e propria autorità in materia e venne posto a capo dell'Accademia farisaica.

L'importanza che Hillel attribuiva alle norme etiche, a una religiosità partecipe e impegnata, all'umiltà e all'amore per il prossimo, prefiguravano i precetti morali di Cristo. La sua massima era: "Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te". Hillel fondò una scuola liberale di interpretazione delle Scritture, che si opponeva alla scuola intransigente dell'erudito Shammai. Il contrasto finì per risolversi in favore di Hillel: per molte generazioni i capi della comunità ebraica in Palestina furono suoi discendenti.

* Allora, riguardo alla storia dei funghi, le informazioni, sull’Amanita Muscaria sono tutte vere, così come quelle sulle Vesce (o Vesciche) di lupo, il nome non mi ispirerebbe granché se dovessi mangiarne un paio, a parte che io odio i funghi, però mi pareva interessante e divertente inserirlo nella storia!

* Anche se ho deciso di continuare a pubblicare certo che guardare la 7x02 Reunion non è che mi abbia aiutato molto a considerarmi un po’ più brava, anzi il contrario, però voi siete stati tutti così carini e dolci e mi avete riempito così tanto di complimenti che come avevo detto ho deciso di continuare! Il mondo vedrà la fine di questa fic e il continuo de “Gli agenti del Mossad non piangono”! Muahahahah! XD

 

  
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