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Autore: Chri    05/10/2009    1 recensioni
Ciao a tutti!! Questa storia è basata sul racconto di Dumas, solo che gli avvenimenti non seguiranno quelli del libro..leggete la storia, e vedrete che le cose andranno diversamente da quanto vi aspettate...lasciate i vostri commenti, mi aiuteranno a migliorare!!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7
Erano trascorsi 20 anni da quando Edmond aveva scoperto il tunnel di Faria; una folta barba ricopriva il suo viso, mentre i capelli gli giungevano fino a metà della sua altezza. Da 20 anni, Dantès scavava 4 ore al mese verso la sua libertà, rincuorato dal rumore delle onde del mare che giungeva sempre più vicino.
 Era la metà del mese di marzo 1835 e come ogni mese la solita guardia veniva a consegnare una candela al marinaio, invecchiato nel corpo ma non nella spirito. Non era di certo il misero cibo che gli veniva dato che lo aveva mantenuto in vita in tutti quegli anni, perché un uomo per vivere ha bisogno soprattutto di pensare, progettare, programmare il proprio futuro e tutto questo il castello d’If non poteva di certo offrirglielo in quanto concepito per distruggere una persona dall’interno. Tutte le persone rinchiuse li dentro desideravano la ghigliottina che avevano visto in azione tante volte nelle piazze delle loro città e che avevano considerato la punizione più orribile che potesse essere inflitta ad un uomo; tutti loro si erano dovuti ricredere dopo solo pochi giorni di permanenza al castello d’If, constatando che esisteva un altro tipo di morte, assai peggiore di quella fisica: quella dello spirito. Infatti, dopo un colpo di ghigliottina cessava ogni tipo di sofferenza; la distruzione dell’anima era invece una sofferenza che cresceva giorno dopo giorno, un dolore che divorava il cuore pezzo dopo pezzo e che portava alla morte tramite la tortuosa via della disperazione. Il nostro Edmond era riuscito a sopravvivere grazie all’unica cura che esisteva per questo lento abbandono: la speranza. Quel tunnel iniziato a scavare da Faria lo aveva preservato da quella terribile sofferenza o quanto meno la aveva lenita dandogli la forza di andare avanti.
Ricevuta la sua candela, subito Edmond scese nel tunnel e si mise a lavoro con la sua piccola pala, ma dopo poco si accorse che la terra veniva via con estrema facilità in quanto era assai bagnata. Il marinaio giustificò il fatto pensando che aveva piovuto da poco, ma ad un tratto iniziò a penetrare molta acqua dalla direzione verso cui scavava. A quel punto, Dantès iniziò a scavare rapidamente e con grande forza, spostando una grande quantità di terra nonostante fosse appesantita dall’acqua, finchè ad un tratto successe qualcosa che aspettava da 20 lunghi anni: una forte luce lo accecò e un getto d’acqua gli bagnò il viso. Parandosi un poco il viso con la mano, Edmond vide ciò che attendeva da quasi duecentomila ore: la luce del sole luccicare sul mare le cui onde si infrangevano proprio dove il tunnel giungeva a finalmente a termine: era l’immagine della sua libertà.

  
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