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Autore: BeautifulMessInside    06/10/2009    2 recensioni
"Eden Spencer rapinava banche. E non solo. O almeno è quello che faceva prima di essere presa. Oggi collabora con l'FBI. Ma c'è stato un tempo in cui Eden era solo una ragazzina di buona famiglia, figlia di una ricca imprenditrice dell'Upper West Side di Manhattan... Poi un giorno si era innamorata. Della persona sbagliata. Che era anche la persona giusta." Per tutti gli altri Eden è morta quel giorno. Oggi, quasi cinque anni dopo, è costretta a tornare allo scoperto per aiutare l'FBI ad arrestare quelli che una volta erano i suoi amici. Tra verità, bugie e segreti nascosti... In un continuo conflitto tra amore ed odio... Al confine tra la redenzione e la dannazione... Eden scoprirà che non è così semplice spezzare un patto stretto col proprio diavolo personale. - trama, wallpaper e spiegazioni nel capitolo -
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo8

CAPITOLO 8


DAVIS & ANDRE' / ANDRE' & DAVIS




Eden accavallò le gambe sul tavolino, rimirando ancora un po' il suo nuovo paio di Steve Madden. Se non altro c'era di buono che aveva di nuovo un guardaroba. E che per averlo era bastato affiancare Tyler in qualcuno dei suoi “lavoretti”. Niente di troppo difficile.


Si sentiva uno schifo.


Non solo aveva di nuovo infranto la legge, ma si era impegnata a sparire dai radar dell'FBI per non mettere Tyler nei casini.


Riusciva benissimo ad immaginare la faccia di McPhee.


Come minimo starà sputando fumo dalle orecchie.


Un sorriso spontaneo le si dipinse in faccia.


Tyler arrivò dalla cucina con un sandwich al pollo in bocca.


La guardò e mandò giù il boccone.


Non è male vero?”


Eden tornò alla realtà


Cosa?”


Tutto quanto. E' piuttosto piacevole vivere così, no?”


Lei sorrise di nuovo


Già, non è affatto male!”


Tyler si buttò sul divano accanto a lei, mandò giù un altro morso e poi la guardò serio.


E... Della galera che mi dici invece?”


Eden rispose al suo sguardo sollevando un sopracciglio


Della galera?”


Sì... Lo so che molto probabilmente non vuoi parlarne, però ammetto che me lo sono chiesto. Com'è? Insomma, com'è stato?”


Eden sospirò sistemandosi sul cuscino.


Non poteva glissare ancora una volta.


Ma forse poteva riuscire a rimanere sul vago senza dover per forza mentire.


Si bagnò le labbra


Non è stato tanto male. All'inizio specialmente. Quando mi sono svegliata dal coma non ricordavo quasi niente, ma gli agenti sono stati pazienti con me, mi hanno dato tutte le cure di cui ho avuto bisogno.”


Tyler corrugò la fronte


Coma?”


Eden annuì


Avevo perso parecchio sangue quel giorno. Sono rimasta incosciente per quasi un anno.”


Lo sguardo di Tyler si scurì di colpo, Eden respirò e riprese il suo racconto


Ma fortunatamente mi sono ripresa completamente. E' stato allora che sono iniziati gli interrogatori. Volevano a tutti i costi sapere dove foste, ma io non lo sapevo davvero...”


Eden si passò una mano tra i capelli


...Hanno smesso di tormentarmi quando sono stati certi che avevate lasciato il paese.”


Tyler continuò a guardarla con gli stessi occhi colpevoli


Volevano che collaborassi, che rivelassi tutte le informazioni che avevo, ma ovviamente ho cercato di fare il possibile per non mettervi nei guai...”


Tyler sorrise appena


...E poi la mia vita è diventata una specie di routine, tra gli avvocati d'ufficio e i miei agenti di controllo.”


Agenti di controllo?”


Sì. Essendo considerata una detenuta a rischio, avevo due agenti costantemente col fiato sul collo.”


I soliti federali stronzi e presuntuosi immagino.”


Eden sollevò le spalle


Uno sì, era decisamente uno stronzo!”


Sorrise pensando di nuovo a McPhee e a quanto dovesse essere furioso con lei, poi divenne seria di nuovo


Mentre l'altro bhe... Lui era... Gentile.”


Il viso di Dair le apparve di nuovo davanti agli occhi, accompagnato da una fitta di mal di stomaco ed un bel po' di senso di colpa.


Scosse la testa cercando di levarsi il pensiero


Se non altro ho avuto il tempo di leggere parecchio!”


Disse cambiando totalmente l'intonazione del discorso.

Bel tentativo, ma non aveva funzionato.


Tyler si passò la mano sulla nuca, diventando di colpo ancora più accigliato


A proposito di leggere...”


Esordì alzandosi in piedi e raggiungendo uno dei cassetti del mobile in soggiorno. Ne tirò fuori un grosso pacco di fogli e lo porse ad Eden.


Round Trip” di Tyler Matthews


Lo sguardo di Eden si illuminò. Spostò gli occhi verso Tyler


Lo hai scritto! Il tuo romanzo, lo hai scritto!”


Strinse tra le mani quei fogli e si sentì sollevata come non si sarebbe mai aspettata. Non era come aveva immaginato. Tyler non aveva rinunciato al suo sogno.


Tyler annuì tornando a sedersi accanto a lei


E' meraviglioso che tu lo abbia fatto! Sono sicura che hai scritto un romanzo stupendo!”


Eden sfogliò le prime pagine senza leggere davvero. Quel libro, in quel momento, per lei rappresentava moltissimo.


Per l'ennesima volta contemplò la prima pagina.


Ma visto che lo hai scritto...”


Iniziò a voce bassa, quasi imbarazzata


...Perché poi non hai smesso questa vita? Credevo fosse quello il piano.”


Tyler affondò i denti nel labbro inferiore.


Annuì guardando il pavimento


La verità?”


Allargò le braccia


Ho paura. Ho una paura fottuta.”


Lo sguardo di Eden si addolcì, mentre gli poggiava una mano sulla schiena


Non l'ho fatto leggere a nessuno. Prima di adesso almeno.”


Eden sorrise sentendosi fiera di lui e di sé stessa allo stesso tempo


Sono sicura che è un libro bellissimo.”


Lui rispose al sorriso


Lo leggerai allora?”


Ci puoi scommettere!”


Mentre Eden guardava di nuovo quella copertina, una nuova fitta allo stomaco la colpì.


Quel senso di colpa non voleva proprio tacere.


C'era un solo modo per ucciderlo.


Balzò in piedi


Certo! Sarò la prima cosa che farò appena torno.”


Lui sembrò del tutto spiazzato


E dove vai scusa?”


Eden annaspò per qualche istante


A.. A.. A comprare le sigarette! C'è un tabaccaio proprio dall'altra parte della strada, ci metterò un attimo!”


Tyler aggrottò le sopracciglia


Ok!”


Eden afferrò il giubbetto di pelle e la borsa


Vuoi che ti porti qualcosa per caso?”


Tyler scosse la testa


Bene! Allora torno subito!”


Concluse uscendo di corsa dall'appartamento.



------



Non aveva scelta. Doveva parlare con Dair.


Il suo buon senso glielo imponeva.


Il suo stomaco glielo chiedeva.


Il suo cuore ne aveva bisogno.


Si strinse nel giubbotto attraversando la strada a lunghi passi.


Non si sarebbe arrabbiato troppo.


Una volta ascoltate le sue ragioni non si sarebbe arrabbiato troppo.


Raggiunse la cabina telefonica poco più in là e si guardò intorno.


Era fuori dalla visuale delle finestre di Tyler.


Si rilassò appena cercando qualche spicciolo nelle tasche.


Infilò un paio di monete da cinquanta cents nella fessura metallica ed esitò davanti alla tastierina.


Sapeva benissimo il numero, ma non aveva il coraggio di comporlo.


Sospirò facendo appello al suo coraggio.


Iniziò a digitare i numeri e nel contempo a pregare che per qualche assurda ragione, Dair non rispondesse.


Primo squillo.


Lo stomaco le si torse completamente.


Secondo squillo.


Iniziò a fremere sul posto. Possibile che le sue preghiere fossero state esaudite?


Terzo squillo.


Era un segno del destino. Eden si decise a mettere giù.


Proprio mentre staccava la cornetta dell'orecchio sentì d'improvviso un'ombra addosso.


Fece per voltarsi, ma non ci riuscì.


Una mano le coprì la bocca con una morsa gelida e ferma.


Tentò di dimenarsi, ma non riuscì nemmeno a muoversi.


Il cuore le esplose nel petto, mentre tutti i suoi potenziali d'azione muovevano verso la fuga.


Non riusciva a muoversi.


Decise di rilassarsi appena per dare al suo aggressore l'idea che si fosse arresa. Chi diavolo poteva essere? Un rapinatore? Uno stupratore forse?


In entrambi i casi se avesse avuto abbastanza spazio, avrebbe potuto liberarsi in pochi secondi.


Purtroppo per lei quel tizio sembrava conoscere le regole del corpo e corpo. Non mollò la presa nemmeno di un millimetro.


Sollevandola da terra iniziò a trascinarla via.


La trascinò fuori dalla cabina sulla strada.


Un'auto nera, un SUV coi vetri oscurati, si fermò immediatamente davanti a loro.


Uno sportello si aprì.


Con una forza impossibile da respingere Eden venne scaraventata dentro.


Lo sportello si richiuse immediatamente e l'auto sfrecciò via.


Senza che nessuno notasse la cornetta staccata del telefono.


Senza che nessuno sentisse la voce all'altro capo.


Pronto?”


Pronto?!”


Eden sei tu?”



-------



Con la faccia schiacciata contro il sedile di pelle, Eden cercava di respirare. Quasi non aveva il coraggio di voltarsi.



Quanto tempo!”



Esordì l'altro passeggero dell'auto.


Eden riconobbe in un secondo quella voce ed immediatamente si rilassò. Giusto il tempo di riportare il cuore ad un ritmo normale e poté tirarsi su, cercando di sistemarsi anche i capelli.


Guardò dritto davanti a lei.



André.”



Non c'era alcun dubbio. Era proprio lui.


Stessa pelle chiarissima. Stessi occhi color ghiaccio. Stessi capelli scuri, ribelli e scomposti, lasciati andare dove volevano.


Lui tirò su un angolo della bocca in un sorriso enigmatico. Le diede un'occhiata più approfondita.


Stai bene per essere, come dire... Morta.”


Eden lasciò cadere la testa da un lato


Sarai anche un genio, ma la perspicacia non è proprio il tuo forte.”


Esatto. André Duval era un genio. Almeno nel suo campo.


Nato a Parigi ventotto anni prima, aveva mostrato sin da bambino un innato talento con i computer. Per lui quegli aggeggi non avevano segreti.


Bastava che avesse una connessione a banda larga e poteva arrivare dovunque.


Quando aveva quindici anni era stato contattato dal famoso MIT di Cambridge, Massachusetts, con la possibilità di ottenere un posto nel CSAIL, laboratorio di scienze informatiche ed intelligenza artificiale.


E così era arrivato negli Stati Uniti.


Come ogni nerd che si rispetti, anche André nascondeva dietro il talento un animo totalmente scombinato e ribelle.


E così, dopo un'estate passata ai computer della prestigiosa università, aveva d'un tratto realizzato che quelli del MIT non stavano cercando di potenziare il suo talento, bensì di tenerlo sotto controllo.


Se avesse servito il governo americano, di certo non gli sarebbe andato contro.


Aveva lasciato il corso una settimana prima della fine.


Ma non prima di aver rubato tutti i codici d'accesso al database del MIT e crackato la loro connessione coi server del ministero.


Con in mano il visto di soggiorno rilasciato dallo stesso ministero dell'istruzione, aveva così deciso di restare comunque in America.


Già che c'era, avrebbe di certo imparato qualcosa.


Con Davis si erano incontrati in un locale di Brooklyn qualche mese più tardi e tra loro era stato “amore a prima vista”.


Da allora erano migliori amici.


Eden si strofinò la bocca.


Era necessario essere prelevata da quella specie di gorilla come se fossimo in un film horror di serie b?”


André sollevò le spalle


Volevo essere sicuro che non scappassi.”


E perché mai sarei dovuta scappare?”


Lui ripeté lo stesso gesto


Magari perché non sei affatto contenta di vedermi.”


Eden inclinò il viso


Poco ma sicuro.”


Sul viso di André si aprì lentamente un sorriso. Non era sarcastico, ma sincero.


Eden rispose al sorriso con la stessa genuinità.


Non si odiavano affatto come poteva sembrare. Quello scambio di battute era una specie di repertorio per loro.


Era in realtà l'unico modo con cui si potesse comunicare con André.


Lungi dall'essere un ragazzo “normale”, con lui ogni cosa andava fatta alla sua maniera.


André prese una bottiglia e gliela porse.


Tieni. Bevici su.”


Eden corrugò la fronte


Non preoccuparti, è analcolica.”


Precisò lui ed Eden prese la bottiglietta.


Buttando giù un paio di sorsi di birra analcolica gelata si rilassò contro il sedile e guardò il suo vecchio amico con più attenzione.


Non era cambiato quasi per niente.


Nonostante la sua natura intellettualoide, aveva l'aspetto di un modello.


Alto e sottile, l'eccentricità che traspirava dai suoi abiti e dal suo taglio di capelli, attirava le ragazze come api sul miele. Ma lui sembrava immune al fascino femminile.


Certo, spesso lo aveva visto cedere all'istinto della sessualità, ma nessuna ragazza durava più di una sera.


Chissà se in questi anni qualcosa era cambiato.


Eden guardò fuori dal finestrino e capì che si stavano allontanando dalla città.


Buttò gli occhi di nuovo su André e vide che stava scrivendo veloce alla tastiera del suo cellulare.


Stava scrivendo a qualcuno.


Probabilmente del loro arrivo.


L'illuminazione la colse.


Stiamo andando da lui, vero?”


André sollevò gli occhi dal telefono


Non fare domande di cui conosci già la risposta.”


Eden affondò le unghie nel sedile. Ogni muscolo del suo corpo si tese come una corda di violino.


E se ti dicessi che non voglio vederlo?”


André ripose il cellulare in tasca e la guardò sollevando la spalle


Sarebbe comprensibile.”


Lei si tirò su sul sedile e lo guardò dritto negli occhi


Te lo sto dicendo adesso André. Non voglio vederlo.”


Lui sospirò


Spiacente, ma non posso accontentarti.”


Eden sentì l'agitazione risalirle dentro.


Deglutì e passò al contrattacco


Allora è così adesso...”


Esordì con tono cinico


...Lui comanda e tu esegui.”


André non fece una piega. Eden decise di insistere.


Aveva ragione Tyler a dire che le cose sono cambiate. Non avrei mai pensato che saresti finito ad essere solo uno scagnozzo di Davis.”


André si leccò il labbro superiore e con uno scatto improvviso si parò davanti ad Eden fulminandola con uno sguardo di ghiaccio.


Te lo dico io come stanno le cose...”


Eden tremò appena


...Il mio migliore amico mi ha chiesto di portargli una cosa a cui tiene molto ed io gliela porterò. Non c'è niente che tu possa dire o fare.”


Concluse tornando poi alla posizione di partenza.


Eden sospirò nervosamente guardando a terra


Mi auguro solo che il gioco valga la candela...”


Aggiunse lui senza spostare gli occhi dal finestrino.


Eden lo guardò


Che vuoi dire?”


Che spero tu stia dalla parte giusta.”


Eden respirò profondamente. Non sarebbe stato affatto semplice.


Stavolta non avrebbe sfondato un portone aperto.


Stavolta rischiava di sbatterci forte contro.


Ho bisogno di fumare!”


Esclamò tirando fuori una sigaretta dalla borsa.


La accese e tirò.


Decise di restare in silenzio per il resto della corsa.


------



Quando l'auto si fermò qualcuno bussò immediatamente sul finestrino.


Erano arrivati.


André si allungò per aprire lo sportello ed immediatamente l'auto si riempì di densa aria salmastra.


Anche se era buio Eden capì subito di avere alle spalle l'oceano.


Erano negli Hamptons.


Voltandosi dall'altro lato notò l'enorme villa che li attendeva, ma nonostante l'imponenza solo poche luci erano accese e tutto il resto restava avvolto nell'oscurità.


E così è qui che state adesso.”


Disse.


André le si fermò accanto.


Almeno per ora, finché il Signor Owen non torna.”


Chi è il signor Owen?”


Il proprietario. Andiamo.”


André iniziò a percorrere il vialetto, mentre Eden rimase impalata dietro di lui.


I suoi piedi sembravano piantati nel cemento armato.


André si fermò e voltò la testa verso di lei.


Guarda che anche Payne ti sta aspettando dentro.”


Payne.


Un po' di coraggio in più le arrivò ai muscoli ed iniziò a camminare verso la villa.


Sperare che Davis non la trovasse mai era stato davvero troppo, troppo ingenuo.



Anche dentro la casa regnava la semioscurità, ma almeno c'era un buon profumo.


Due tizi sconosciuti la squadrarono da capo a piedi.


André si bloccò al centro della stanza e le si avvicinò.


Mi perdonerai...”


Iniziò allungando le mani verso di lei


...Ma devo perquisirti.”


Eden annuì leggermente seccata,ma tanto non nascondeva né armi né microfoni.


Lasciò che lui la tastasse un po' dovunque.


Non c'era mai stato niente di malizioso tra lei e André, ma dovette ammettere che c'era un alone di perversione nell'essere perquisita in quel modo davanti a due perfetti sconosciuti.


E' pulita.”


Sentenziò infine e quelli si allontanarono con un cenno della testa.


André rovistò anche nella sua borsa e tirò fuori il cellulare.


Questo lo prendo in prestito.”


Disse infilandoselo in tasca. Eden lo lasciò fare.


Era tesa, arrabbiata, terrorizzata ed eccitata, tutto allo stesso tempo.


Seguendo André lungo il corridoio, credette che il cervello le sarebbe esploso.


Continuava ad immaginare quel momento in mille modi diversi.


Milioni di scene diverse le si alternavano davanti agli occhi come flash psichedelici.


Cosa doveva aspettarsi?


Respirò a fatica.


Davis era dietro quella porta. Lo sentiva, anche se André non l'aveva ancora detto.


Era come avere un macigno enorme sul petto.



------



9 ANNI PRIMA


Erano mesi che frequentava Davis Miller ed i suoi amici. E ormai da parecchio si era data anche lei ai piccoli furti e al taccheggio. Ma non si sentiva in colpa. In realtà le piaceva. Si sentiva viva e forte, come se fosse una delle “occhi di gatto”.


E dopo ogni “missione” c'erano i festeggiamenti al Café des Artistes.


Aveva scoperto in Payne una ragazza dolce e solare. Erano opposte, ma complementari. E per la prima volta sentiva di poter avere un'amica.


Lo stesso valeva per Tyler. Trovava stupendo poter conversare di libri e film per intere serate.


In qualche modo valeva anche per tutti gli altri. O quasi.



E poi c'era Davis, il solito mistero, diventato ormai la sua questione di principio.


Ancora non sapeva esattamente perché fosse finita lì, né come mai Davis l'aveva coinvolta nel suo giro.


Una paio di volte aveva creduto di averlo capito, ma poi si era dovuta ricredere. C'erano giorni in cui lui sembrava flirtare spudoratamente e altri in cui non la guardava nemmeno.


Quanto a lei bhe, doveva ammettere di averci pensato. Più e più volte.

Ma Davis Miller non era certo il ragazzo per lei.

No, non lo era affatto.


Quella sera proprio Davis l'aveva chiamata dicendo che sarebbe passato a prenderla. Aveva una cosa speciale da mostrarle.


Il pensiero l'aveva sfiorata, non poteva negarlo. Ma ogni illusione si era infranta quando, salendo in macchina, ci aveva trovato dentro anche tutti gli altri.


Aveva detto solo un paio di parole per tutto il viaggio. Ma non era stata l'unica. Dall'atmosfera che regnava in auto sembrava stessero andando ad un funerale.


Erano arrivati ad una stazione di servizio, sulla statale 76, appena fuori New York. Un posto piuttosto isolato per passare una serata tra amici.


Payne e Blake erano scese subito. Ad Eden era venuto il sospetto che si fossero solo fermati a comprare qualcosa, ma non osò chiedere.


Vicino a lei Davis sembrava una statua di marmo.


Poco più in là lo stesso valeva per André.


Quanto a Tyler teneva le mani sul volante. Il motore dell'auto era ancora acceso.


Qualcosa divenne più chiaro quando Blake uscì dalla stazione di servizio e tutto nell'auto si animò.


André tirò fuori dal giubbotto qualcosa di metallico.


Eden spalancò gli occhi.


Era una pistola.


Che diavolo sta succedendo?”


Riuscì finalmente a parlare. Davis alzò una mano affinché non parlasse ancora.


Te l'avevo detto che sarebbe stata una serata particolare.”


Detto ciò scese di fretta dall'auto insieme al suo amico.


Eden era sconcertata. Si sporse verso Tyler.


Che hanno intenzione di fare? Perché André ha una pistola?”


Tyler sospirò teso come un filo.


Hai presente quello che facciamo di solito?”


Eden non rispose.


Stasera alziamo la posta.”


Concluse Tyler tornando concentrato sul volante.


Eden rimase a fissarlo per un po' poi riportò gli occhi al finestrino.


Poco dopo vide Davis e gli altri correre dritti verso l'auto.


Tyler spinse sull'acceleratore.


Tutti si precipitarono dentro e prima ancora che gli sportelli fossero chiusi, stavano già sfrecciando via a tutta velocità coi fari spenti.


Payne sorrise con gli occhi chiusi.


Credo che mi verrà un infarto!”


Questo ti calmerà!”


Le rispose André lanciandole addosso una manciata di banconote.


Ok. Avevano rapinato la stazione di servizio. Era più che chiaro.


Ed era inaccettabile.


Eden balzò sul sedile.


Avete rapinato quel posto vero?”


Nessuno rispose, ma non ce n'era bisogno.


E' rapina a mano armata, ve ne rendete conto?”


Blake la fulminò con lo sguardo. Sicuramente la stava odiando più del solito.


Tutti gli altri guardarono Davis invece che lei.


Lui fu il primo a rivolgerle la parola.


Calmati ok? Non è successo niente.”


Non è successo niente?! Avete una pistola! Volevate sparare a qualcuno?”


Non abbiamo sparato a nessuno, non ce n'è stato bisogno.”


Le rispose André facendola sentire ancora più fuori posto.


Ok. Questo per me è troppo!”


Eden si rivolse direttamente a Tyler


Accosta e fammi scendere!”


Lui continuò a guidare lanciando un'occhiata veloce nello specchietto.


Fammi scendere!”


Nessuno sembrava darle ascolto. Eden stava per avere una crisi di panico.


Si attaccò alla maniglia dello sportello.


Voglio scendere da questa maledetta macchina!”


Tyler guardò Davis dallo specchietto. Non sarebbe stato un bastardo completo.


Inchiodò in mezzo alla carreggiata e bastò un secondo perché Eden saltasse fuori.


Iniziò a camminare nella luce dei lampioni.


Te l'avevo detto di non portarla.”


Blake ammonì suo fratello.


Te l'avevo detto anch'io.”


Insistette André.


Davis guardò tutti i suoi amici e poi scosse la testa scendendo a sua volta dall'auto.


Ci vediamo al solito posto.”


Disse prima di iniziare a rincorrere Eden.


Tyler ripartì immediatamente.


Eden si guardò dietro sentendo l'auto partire e vide Davis.


Iniziò a camminare più veloce.


Lasciami in pace!”


Gli urlò


Aspetta un attimo!”


Anche lui accelerò il passo.


Vattene Davis!”


In quel momento le sembrava tutto chiarissimo.

Aveva fatto una gran cavolata.


Davis non ci mise troppo a raggiungerla. La afferrò per il braccio e la costrinse a voltarsi.


Aspetta!”


Che cosa?”


Mi dispiace ok? Credevo che fossi pronta.”


Pronta per cosa? Per uccidere qualcuno?”


Lui alzò gli occhi al cielo


Non abbiamo ucciso nessuno e non abbiamo intenzione di farlo.”


Eden non riusciva a guardarlo in nessun altro modo.

Adesso Davis per lei era solo qualcuno di cui avere paura.


Per quel che mi importa puoi uccidere tutte le persone che vuoi. Ma io sono fuori!”


Sentenziò decisa puntando i piedi per terra e stringendo i pugni.


Lui si passò la mano sulla bocca. Sembrava in difficoltà.


Aspetta. Lascia che ti spieghi...”


Eden lo interruppe al volo


No, lascia che mi spieghi io...”


Iniziò continuando a tremare per il nervoso.


...Cercherò di essere molto chiara...”


Lui si morse le labbra distogliendo lo sguardo da lei


Ho fatto una cavolata. Ho fatto un'enorme cavolata ad immischiarmi con voi! Ma adesso questa cosa è finita ok? Adesso andrò a casa mia e mi dimenticherò di te, di voi e di tutto questo!”


Sputò a raffica pronta poi a voltarsi e fuggire via, maledicendo i suoi tacchi alti.


Davis guardò di nuovo al cielo. Sembrava quasi più in soggezione di lei.


Eden aspetta!”


Lei non si voltò nemmeno, alzò una mano al cielo


No Davis! Stavolta non c'è niente che tu possa dire o fare per farmi cambiare idea!”


Lui la raggiunse con solo un paio di passi e la bloccò afferrandole il braccio.


Prima che Eden potesse anche solo respirare la attirò a sé e la baciò.


Ci volle più di un po' perché Eden si rendesse conto di cosa stava succedendo.


Il loro primo bacio.


Surreale.


Ma quando riaprì gli occhi lui era ancora lì, reale quanto stupendo.


Eden non riusciva a respirare, ma ne voleva ancora.


Stavolta fu lei a sollevarsi sulle punte e baciarlo.


Il loro primo vero bacio.


Scorrendo le dita tra i suoi capelli, intrecciando la lingua con la sua, Eden si sentì in pena per tutti gli altri.


Per tutti quelli che baciando qualcuno avevano sentito le campane suonare.


O magari i violini.


Cosa stava sentendo lei?


Bhé. Quella era un'esplosione nucleare.


Un'esplosione che aveva appena distrutto tutto il resto.



-------


PRESENTE



André si fermò davanti alla porta chiusa. Bussò tre volte, come se stesse usando un codice prestabilito poi aprì.


Eden attraversò quella soglia come fosse stata la porta dell'inferno, senza staccare gli occhi dal pavimento.


Siamo qui.”


Disse lui.


Eden alzò il viso d'istinto, senza che l'azione passasse prima al vaglio del suo cervello.


Si trovava in uno studio. Ed il signor Owen doveva essere parecchio ricco ed eccentrico a giudicare dall'arredamento barocco.


Davanti a lei una grossa poltrona di pelle. Di schiena.


Non era difficile intuire che Davis fosse seduto lì.


Ma non disse nulla. Fece solo un cenno con la mano.


Maledetto lui e la sua passione per il melodramma.


André guardò di nuovo Eden.


Vi lascio soli.”


Concluse salutandola con una leggera pacca sulla spalla.


La porta si chiuse dietro di lui.


Adesso erano solo loro due.


Tutto ciò che Eden riusciva a sentire era il suo cuore.


Tum Tum.


Tum Tum.


Tum Tum.


Vide la poltrona muoversi.


Tum tum. Tum tum. Tum tum. Tum tum. Tum tum.


Il respirò le si spezzò in gola.


Strinse i pugni.


Eccolo qui.


Davis Miller.


Suo marito.


Finalmente.


Fu come se il suo corpo si spezzasse in due.


Una fitta pungente la colpì al bassoventre.


Era bello. Possibilmente più di quanto ricordasse.


L'uomo che aveva amato e desiderato come nient'altro al mondo.


Nello stesso tempo una rabbia cocente le riempì il petto.


Lui l'aveva abbandonata.


Lei si era presa quattro colpi per salvargli la vita e lui l'aveva abbandonata.


Non poteva non odiarlo.


Gli occhi scuri di Davis la trafissero come lampi, senza che Eden potesse leggerci dentro qualcosa.


Fu come specchiarsi nel ghiaccio.


Lui si bagnò le labbra


Hai cambiato i capelli.”


Esordì.


Dopo cinque anni ecco cosa aveva da dire.


Eden pensò che le parole non le sarebbero uscite di bocca, ma tentò lo stesso.


Anche tu hai cambiato parecchie cose a quanto ho visto.”


Lui si alzò dalla poltrona con un movimento fluido e iniziò ad avvicinarsi.


Eden desiderò fuggire, ma i suoi piedi non si mossero di un millimetro.


Davis si avvicinò abbastanza da permetterle di respirare il suo profumo.


Forse era un'illusione, ma sembrava sempre lo stesso.


Più curato di qualche anno prima, aveva il viso perfettamente rasato ed i capelli sistemati.


E la giacca che indossava lo faceva quasi sembrare un vero uomo d'affari.


Lui allungò la mano nel tentativo di toccarla, ma Eden si scansò immediatamente.


Sarebbe stato davvero troppo da sopportare.


Lui ritrasse la mano, ma non sembrò troppo seccato.


Cinque anni eh? Ci hai messo parecchio.”


Non è che sia tanto semplice scappare da una prigione federale.”


Lui sorrise appena. Qualcosa le esplose dentro.


Diciamo pure che è quasi impossibile.”


Precisò lui.


Eden tenne lo sguardo su per pochi istanti poi dovette abbassarlo.


Lui si mosse ancora. Le girò intorno. Vicino abbastanza da farle venire i brividi.


Di nuovo le si parò davanti.


Allungò la mano senza che Eden riuscisse a scansarlo di nuovo.


Delicatamente le sfiorò il mento per farle alzare il viso.


Lei chiuse gli occhi godendosi quel calore per un secondo.


Quando li riaprì erano puntati dritti in quelli di lui.


Sai, se non ti conoscessi bene dovrei sospettare di te.”


Disse Davis quasi sussurrando.


L'ironia nella sua frase non sarebbe potuta passare inosservata.


Eden deglutì cercando di rispandere i polmoni.


Quell'espressione non riusciva a decifrarla.


Sospirò.


Se non ti conoscessi bene potrei pensare che sei contento di vedermi.”


Gli rispose con la stessa ironia.


Lui le regalò uno di quei sorrisi a metà che tanto aveva amato.


Di nuovo si sentì come se potesse sciogliersi da un momento all'altro.


Davis la guardava così intensamente che forse avrebbe anche potuto andare in fiamme.


Doveva uscire da lì.


Sforzandosi di guardare altrove fece due passi indietro.


Dov'è Payne?”


Lui non si scompose


Nella sua stanza immagino.”


Voglio vederla.”


Lui sollevò le spalle allungando la mano ad indicare la porta


Non sei mia prigioniera.”


Eden annuì nervosamente cercando la maniglia della porta.


Bene.”


La spinse giù


Hey?”


Davis richiamò la sua attenzione. Eden si voltò di nuovo col cuore in gola.


Lui sorrise appena


Sei ancora più bella di quanto ricordassi ragazza invisibile.”


Il colpo di grazia.


Eden filò via senza riuscire a parlare, pensare o respirare.







A/N Eccomi qua! Che dire? Non riesco a smettere di scrivere!! Sarà che passati gli ultimi due esami sono molto più rilassata, ma davvero non riesco quasi a smettere! A questo punto ho bisogno del vostro aiuto.. Se non vi faccio perdere troppo tempo, perché non mi lasciate un commentino?? Più che altro solo per sapere se sto scrivendo un sacco di cavolate che non coinvolgono nessuno... A volte mi viene il dubbio O_ò


Ad ogni modo ho scritto un capitolo abbastanza lungo, ma credo di esserne soddisfatta! Finalmente Eden e Davis si sono incontrati! E' stata solo una breve scena, ma spero vi sia piaciuta! (In compenso ho inserito un altro flash-back...)


Dal prossimo capitolo vediamo di dare un po' più di “azione” alla storia.

Grazie di leggere (Perché so che leggete ;)) e spero che continuiate a farlo!


Un abbraccio.



Xmeredith91: come sempre grazie grazie grazie! Inizio ad adorare te e le tue recensioni! E se hai da chiedere sulla facoltà di psicologia fa pure! Ho cominciato a leggere (o meglio rileggere) la tua storia e ti ho lasciato una piccola recensione che spero tu possa apprezzare! Così come questo capitolo... Che ne dici? Grazie ancora e a presto! Un abbraccio!


























  
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