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Autore: Lety e Chiara    06/10/2009    0 recensioni
Questa breve storia, ovviamente Draco/Chiara, è molto triste e parla dei due ragazzi alle prese con il Marchio, il signore Oscuro, la scuola, quei rompi del magico trio e con il loro amore, l'unica certezza in un mondo di dubbi. "Chiara ... Sono un Mangiamorte." Disse stringendosi il braccio. "Oh. Anch'io." Una lacrima calda rigò il mio volto di porcellana.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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libro1

Entrai nel treno a passo altezzoso e a testa alta, sfoggiando i miei tacchi 15 neri vernice.

I miei genitori mi avevano insegnato a far morire d’invidia gli altri.

Vide che alla Weasley era caduta la borsa, e la sua puffola pigmea era accovacciata per terra.

La aiutai a raccogliere la roba. I miei avrebbero detto: Ma che fai, ti abbassi al suo livello? Distruggi l’immagine della famiglia Nightfall! E ricorda che ricopri l’importantissimo ruolo di Principessa Serpeverde! E bal bla bla.. Avevano ragione ma Ginny era abbastanza simpatica, perciò …

“Ei Chiara, da quando in qua si frequentano i pezzenti?” Disse Malfoy dando un’occhiataccia alla Waesley.

“Si chiama gentilezza, Draco, se è quello che intendi.”

Finì di aiutare la Weasley a raccogliere ciò che le era caduto dalla borsa per poi fare la linguaccia a Draco.

Tiger e Goyle sghignazzarono e il biondino mi trascinò via per un braccio.

“Ciao, Rossa.”  Dissi a Ginny prima di scomparire nello scompartimento dei Serpeverde “vip”.

 

Le mie all-star verdi erano zuppe; fuori cadeva quella pioggerella che ti bagna tutto anche se sembra poca.

Il cielo plumbeo di Londra salutò il treno che si stava mettendo in movimento per arrivare ad Hogsmeade; erano le otto del mattino.

Mi infilai le cuffiette dell’Ipod verde nelle orecchie per poi mettere: What I’ve done dei Linkin Park.

Oh, adoravo quella canzone! Mi misi a canticchiare le parole guardando fuori dal finestrino; dai sobborghi di Londra e le  casine tutte uguali, tutte ordinate e perfette si passò alla sterminata campagna inglese; qualche fattoria qua e là, i campi ricoperti di brina e la nebbia mattutina che faceva sembrare quasi tutto innevato. Adoravo l’Inghilterra!

Quelle troiette della Parkinson e della Bullstrode entrarono a braccetto nello scompartimento ridacchiando e sibilandosi delle parole all’orecchio.

Io feci finta di niente ma non potei evitare di ascoltarle mentre sparlavano di me e di Draco, che teneva la testa sulla mia spalla.

Le guardai malissimo e si sedettero dalla parte opposta, ad occupare i posti in mezzo se ne occuparono Tiger e Goyle.

Cominciai a giocherellare con i capelli biondo platino di Draco.

Nott e Blaise si fiondarono nello scompartimento sventolando una copia della Gazzetta del Profeta. Mi tolsi le cuffiette.

“Bizy, Notti, che succede?” Dissi con un mezzo sorriso vedendo quei due, matti da legare.

Ansimando e cercando di riprendere fiato dissero all’unisono: “Voldemort ritornerà!”

“Non vedo cosa ci sia di male.” Disse Draco rimettendosi dritto.

“Già, concordo. Noi non gli abbiamo fatto niente e per lo più i nostri padri … Bè avete capito … Cosa potrebbe farci di male?!” Già, mio padre era un Mangiamorte, ma nonostante tutto, era una persona beneducata. Non si poteva dire lo stesso di Lucius!

Puffy, il mio furetto bianco, si acciambellò sulle mie gambe. Io lo accarezzai.

Blaise disse: “Ma il problema è che noi, Principe e Principesse, anzi … Principessa Serpeverde, - additò, Draco, Nott, me e se stesso – dobbiamo diventare servi dell’oscuro signore.”

“Bè, pensavo che diventare Mangiamorte fosse la vostra aspirazione!” Disse ghignando la Parkinson.

“Mettiamo in chiaro una cosa; i Nightfall non servono nessuno!” Dissi indignata.

“I Malfoy nemmeno!” Disse Draco. “Solo perché siamo stati educati con dei principi non vuol dire che dobbiamo per forza attenerci ad essi!”

“Io non ho capito.” Disse Nott con aria confusa.

“Se facciamo qualche passo falso, crepiamo.” Disse Malfoy con pochi giri di parole.

“Vaffanculo!” Gli dissi io voltandomi dall’altra parte.

“E’ la verità Chiaretta, non ci possiamo fare niente.”  Disse lui accarezzandomi il braccio, io scansai la sua mano in un gesto seccato.

“La Principessina Serpeverde non può ammettere che un giorno morirà anche lei! O forse ha trovato la pozione dell’immortalità?” Disse la Bullstrode in tono canzonatorio.

“Puttana.” Sibilai. Tirai fuori dalla tasca la bacchetta, pronta a fare uno Schiantesimo da Maestra quando Draco mi afferrò per un braccio.

“Non farlo.”

Digrignando i denti, infilai in tasca la bacchetta.

Mi sedetti  e con forza strinsi i pugni, avevo una voglia matta di farla secca, una volta per tutte! Il mio orgoglio era troppo, troppo, troppo, e chi osa ferirlo, bè … Finisce nei guai.

Ripresi il mio aspetto signorile mascherando la mia espressione rabbiosa con un’espressione di indifferenza per poi iniziare a leggere un libro: 13 Reason Why.

La pioggerella adesso si era trasformata in uno scroscio e il vento era così forte che dava l’impressione che i finestrini si sarebbero scardinati! Mi strinsi nel mio maglione  verde.

“Hai fame? Se vuoi ti vado a prendere qualcosa.” Disse premuroso Draco; voleva fare pace.

Il mio stomaco brontolava ma risposi secca: “No, furetto viziato egoista e bla, bla, bla.”

Blaise ci guardò divertito e Draco ci rimase un po’ male, per poi andare a cercare la tizia del carrello, nel frattempo avrebbe potuto divertirsi ad insultare qualche primino e, se capitava, fare anche il suo sport preferito; insultare il Magico Trio.

“Ecco quaaa!” Disse Malfoy portando un sacchettino pieno di dolci.

“Prendine uno! Lo so che ti piacciono!” Mi disse.

“Cazzate.” Dissi in un sibilo.

“Un Malfoy non fa mai cazzate!” Disse per fare una battuta.

“No. Fa solo stronzate.”

Mi alzai, lo scansai e corsi verso il bagno; feci un incantesimo insonorizzante e iniziai a strillare insulti per poi piangere a dirotto.

Avevo proprio bisogno di sfogarmi.

Presi il beauty case e mi sistemai: un po’ di eye-liner, ombretto verde, mascara e rossetto. Poi mi sistemai lo smalto nero. Mi infilai dei jeans stretti, le Converse verdi e nere, una maglietta verde con su disegnata una rosa nera, mi pettinai con un incantesimo; adesso i miei capelli casani cadevano ordinati lungo il mio viso.

Mi avviai a testa alta verso il nostro scompartimento.

Lo guardai con sguardo omicida per poi sedermi accanto a lui e fare l’indifferente.

Giocherellai con il pelo di Puffy che dormiva beatamente, come tutti nello scompartimento, tranne me e Draco.

“Come farò a farmi perdonare?” Disse Draco sussurrandomi all’orecchio.

“Malfoy, me lo dai un bacio?” Dissi maliziosa.

“Certo!”

Ridacchiando, si allungò verso di me e mi baciò, e io mi lasciai trasportare.

Dopo cinque minuti buoni mi staccai piano e lui mi disse: “Perdonato??” Fece gli occhi da cucciolo.

“Forse.” Dissi con freddezza, ma non riuscì a trattenere una risata. “No! Gli occhi da cucciolo no!” Risi fino alle lacrime.

“Ti amo, lo sai?” Disse.

“Anche io ti amo.”

Ci abbracciammo.

E sì, era cominciato un nuovo anno, il nostro sesto anno ad Hogwarts.

 

  
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