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Autore: Memetchi    07/10/2009    1 recensioni
‘’Chissà cosa starà facendo Max… dove sarà e soprattutto con chi!’’ Ogni volta che pensavo a quel ‘’chi’’ un’immensa tristezza mi avvolgeva. Mi sembrava di entrare in un vortice oscuro senza fine.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3o Capitolo: Ci vado o no?


‘’Sabato!’’ urlai scendendo le scale. Erano le 9 della mattina. Il sole penetrava dalle finestre colorate. La cucina era vuota, ma non silenziosa. Nello stanzino accanto c’era qualcuno sotto la doccia. Mi avvicinai al fornello: c’era la caffettiera con il caffè appena fatto. Sollevai la caffettiera, presi una tazzina e me ne versai un poco. Riappoggiai la caffettiera e lo bevvi tutto d’un fiato. Mi girò un po’ la testa, barcollai e caddi sulla sedia vicino. Aprii il frigo e presi una mela. Iniziai a mangiucchiarla. Accesi, come ogni mattina, MTV. C’era la pubblicità delle Scuderie. ‘’No! Oggi mi tocca uscire con Tobia e Leo!’’ pensai. Salii di corsa al piano di sopra. Aprii l’armadio e diedi un’occhiata. Appoggiai un dito sotto al mento. Non sapevo proprio che mettermi! Avevo bisogno di un consiglio, possibilmente da parte di un ragazzo. Era l’unica volta che avrei voluto avere Luigi vicino a me. Lui aveva buon gusto un po’ in tutti i settori, dall’abbigliamento all’arredo, dalla pittura al profumo! Richiusi l’armadio e, sconsolata, mi sedetti sul mio letto ancora disfatto. ‘’Che mettermi?’’ era questa la domanda che mi assillava. Non avevo nulla che si adeguasse a quella sottospecie di pub! Si, solo la mia camicia a quadri stile punk, ma era a maniche corte! Avevo urgente bisogno di fare un po’ di compere! Proprio in quel momento entrò mia mamma in camera sistemandosi i capelli. ‘’Di già in piedi?’’ domandò lei incredula ‘’Eh si, mamma … senti, oggi mi dai 50euro che devo trovare qualcosa da mettermi? Sai, stasera … ‘’ m’interruppe ‘’Lo so, stasera devi uscire con Tobia e Leonardo’’ fece cenno di no con la testa mi misi quasi in ginocchio con le mani giunte e gli occhi dolci, quasi scendevano lacrime. ‘’Uff. Va bene, va bene … ‘’ si recò nella stanza accanto, prese un rotolino di banconote tenute da un elastico, tolse l’elastico, srotolò quei pezzetti di carta e me ne pose uno in mano ‘’Ecco, e per questo mese null’altro!’’ ‘’Grazie mamma, Grazie … Grazie!’’ ‘’Si si, ora piantala. Io vado a lavarmi e tu vedi di bere l’Actimel che è in frigo!’’ annuii. In verità non lo bevvi affatto. Presi il cellulare dalla tasca e composi il seguente messaggio: ‘’Sei libera oggi? Devo andare ad una specie di festa e non ho nulla da mettermi. Mi accompagni a far shopping?’’. Lo inviai alla Jo. Poco dopo rispose ‘’Eccerto! Tu non hai gusto!’’ tirai un sorrisetto ironico. Si erano fatte quasi le 10 da quando mi ero svegliata. Mi diressi verso il bagno. Spinsi un attimo la porta. Nulla da fare: c’era qualcuno. Bussai. ‘’Claudia, ci sono io!’’ una voce soffocata rispose che, poi, era quella di mia mamma. Sconsolata abbandonai l’impresa. Accesi il router e poi il computer. Terminato il caricamento del bios e completata la visualizzazione delle icone sul mio desktop, avviai Firefox e, come al solito, entrai in Facebook. Persi un po’ di tempo a cazzeggiare in giro per i forum o, comunque, in giro per internet. Finalmente la porta del bagno si aprì! Vi sgattaiolai di corsa. Come al solito feci il bagno e mi vestii. Avevo fretta: dovevo prima studiare elettronica, pranzare ed uscire, il tutto entro le 7 di sera!
Mi sedetti sul letto, con la testa appoggiata al muro. Aprii il libro ed iniziai a studiare. Restai così per un’oretta abbondante, finchè mia madre non mi chiamò ‘’Claudia. È pronto!’’ ‘’Si, mamma. Mo arrivo!’’ esclamai io. Scesi di corsa le scale: avevo una fame … Trovai già tutti seduti a tavola. Mi sedetti pure io. Sul mio piatto una porzione abbondante di riso con zucca che finii in poco tempo. Mi avvicinai al frigo, lo aprii e ne tirai fuori un contenitore di vetro abbastanza grande, conteneva del Tiramisù! Tirai fuori la lingua appena lo vidi. Mi appoggiai sul ripiano accanto e me ne misi un poco sul mio piattino. Presi una forchetta, mi sedetti ed iniziai a mangiarlo. Era squisito! Ne presi un’altra fetta, mangiai pure questa e poi salii le scale che conducevano al piano superiore. ‘’Ci vediamo alle 3, ok?’’ composi il messaggio e lo inviai a Joana, la quale rispose ‘’si, per me va bene’’. Ripresi in mano il libro di elettronica e studiai qualche altra paginetta per poi fare gli esercizi di fine capitolo. Studiai per altre due orette: ci tenevo a prendere bei voti! Non vedevo l’ora di prendere la maturità, così poi mi sarei iscritta in medicina veterinaria. Lo so, informatica non c’entra nulla con medicina, ma allora non potevo mai immaginare di innamorarmi così tanto degli animali.
Riposi il libro. ‘’Claudia, ma non dovevi uscire con quella tua amica …?’’ domandò mia mamma da dietro la porta. Portai violentemente la mano alla fronte. Aprii l’armadio e spulciai cosa avevo da mettermi. Ero indecisa tra un maglioncino nero con sotto una maglietta senza maniche oppure una camicia con sopra un pullover senza maniche. Alla fine optai per la prima. Mi vestii, presi la borsa e fuggii in giardino. Corsi fino alla fermata dell’autobus. Ero preoccupata. Avevo il cuore che mi batteva a mille. Non riuscivo a controllarmi. Avevo paura di incontrare Max. No, non ci dovevo pensare. Salii sul pullman, mi sedetti vicino ad una nonnina con un bimbo seduto sulle sue ginocchia rovinate dall’età. Aspettavo silenziosa la mia fermata, ascoltando i discorsi degli altri passeggeri. Due ragazzi seduti in fondo al pullman si baciavano. Ognuno si apparteneva: si leggeva nei loro occhi che erano innamorati. Per un attimo m’immaginai fare lo stesso io con Max. Scossi la testa. Non poteva essere vero. Se Max fosse stato veramente innamorato di me non mi avrebbe di certo fatto fuggire tanto facilmente … Mi alzai dal sedile e feci pressione sul pulsantino alla mia destra: quello per prenotare la fermata. Scesi di fronte l’Auchan. Joana era già là. ‘’Buh!’’ le urlai dietro le spalle, lei fece un piccolo salto e cacciò un urlo. ‘’Mi hai spaventata!’’ esclamò lei portandosi la mano al petto. ‘’Scusami. Non ho resistito …’’ sorrisi ‘’Ok, però ora diamoci una mossa che poi devo passare dal centro estetico per la solita manicure’’ disse lei guardandosi le unghie ‘’Si, certo! Anche perché io alle 8 devo passare a prendere Erika, una mia amica’’. Iniziammo ad incamminarci verso l’entrata del centro commerciale. Di fronte a noi stava Oviesse, ci avvicinammo per dare un’occhiata ai vestiti: la maggior parte di questi erano troppo leggeri. Entrammo comunque. Adocchiai subito un paio di jeans strepitosi, con una cintura altrettanto strepitosa! La cintura era borchiata ed attaccata aveva una catena che scendeva fino ad arrivare poco sopra del ginocchio. Li presi dall’appendino e chiesi alla mia accompagnatrice ‘’che te ne pare? Non sono strabelli!?’’ domandai io con gli occhi luccicanti. ‘’Non sono poi così belli, ma per stasera, se devi andare alle Scuderie, penso vadano più che bene! Magari poi, se puoi, attaccaci qualcosa di luccicante … farai sicuramente colpo’’intimò lei. Guardai il prezzo prima di prendere qualsiasi decisione: costavano 27euro! Decisi di prenderli comunque. Mi recai verso il reparto maglie. Non c’era nulla che facesse al caso mio … quando … una maglia, una sola, stava là, su un manichino di legno. Era color lilla, aveva paiette sparse qua è la un po’ di tutti i colori. Proprio in quell’istante passò accanto a me una commessa. La fermai e domandai: ‘’Mi scusi, sa dove posso trovare una maglia come quella che indossa quel manichino?’’ ‘’Guarda, mi spiace, ma credo di averle finite, semmai prova a Jennifer al piano superiore’’ rispose lei, ringraziai e tornai delusa dall’amica, la quale era concentrata a provarsi una minigonna nera. ‘’Uffa, ma è possibile che non mi venga nulla?!’’ sbuffò lei. Io mi godevo la scena ridendo. Joana non è mai stata una ragazza molto magra, ha sempre portato taglie dalla 46 in poi, lei pesava il doppio di quello che pesavo io, per questo m’invidiava. Si voltò ed osservò il sorriso ebete stampato sul mio volto. ‘’Che hai da ridere, denti a coniglio?’’ domandò lei con tono seccato ‘’Oh, io? Nulla … Stavo solo pensando che devi dimagrire’’ mi diede un pacca sulla spalla. Poi piegò la gonna e me la diede ‘’Tieni, provala tu! Voglio vedere come ti sta e se ti sta bene te la regalò!’’. Mi fece entrare nella cabina. Mi tolsi i miei jeans strappati ed indossai quella minigonna. Tirai la tenda della cabinetta ed uscii ‘’Oh si! Guarda che bene che ti sta!’’ esclamò Joana. Aveva gli occhi che le luccicavano e la bava che le fuoriusciva. Rientrai dentro, indossai di nuovo i miei vecchi jeans strappati. Squadrai meglio quella figura robusta … era ancora con la bava fuoriuscente dalla bocca. Le diedi una scossa ‘’Scusami Jo, andiamo da Jennifer a comprare i leggings adatti a questa minigonna’’ dissi. Lei mi seguii verso al cassa, come fossi un Dio. ‘’La mia visione la deve proprio aver shockata ‘’ pensai. Arrivò il mio turno. Un commesso pelato prese i miei vestiti e li passò uno ad uno sotto uno scanner, poi controllò tasche e quant’altro. ‘’Sono 48euro, signorina’’ gli diedi la banconota da 50 e lui il resto. Ringraziai e mi avviai verso l’uscita. ‘’Tieni, questi sono i soldi della minigonna!’’ disse Joana porgendomi banconote e monete. Afferrai ciò che mi doveva e li riposi dentro il mio portafoglio. Imboccammo le scale mobili e ci trovammo davanti Jennifer. Entrammo di corsa: alla mia sinistra la maglia che avevo visto poco prima all’Oviesse! Portai le mani davanti la bocca e cacciai un urlo di meraviglia. L’afferrai, poi afferrai la mano di Joana e la trascinai verso le cabine di prova, vi entrai ed incominciai a togliermi la maglia, misi quell’altra ed uscii. ‘’Come sto?’’ domandai sorridendo ‘’Bene… certo, magari prova a mettere questa sopra!’’ mi passò una giacchetta in pelle che mi arrivava poco sotto il seno. Era bellissima! Controllai il prezzo: costava 20euro più la maglia che era 8, perché in sconto. Mi restavano 23euro! Non ce la facevo. Aprii il portafoglio: racimolai qualche spicciolo, frugai nella borsa e trovai qualche altro centesimo. Mi recai alla cassa per pagare. Appoggiai l’abbigliamento sul bancone e chiesi alla commessa ‘’Mi scusi, sarebbe possibile avere un’ulteriore sconto sulla maglia di qualche euro?’’ lei fece cenno di no la supplicai ulteriormente: ‘’la prego, solo di 5euro!’’ Feci gli occhioni dolci, ma non funzionarono stavolta! Un ragazzo in coda dietro di me, mi si avvicinò e mi porse una banconota da 5euro. Lo ringraziai stupita e pagai. Uscii dal negozio assieme a Joana. Aspettai il ragazzo uscire, lo vidi. Stava uscendo, lo fermai e lo ringraziai ulteriormente ‘’Grazie, sa! Come posso ricambiare questa gentilezza?’’ domandai, lui mi sorrise e se ne andò scuotendo la mano, come mi stesse salutando. Lo guardai stupita andarsene. Che tipo strano … ‘’Senti, Cla … che ne dici di andare al centro benessere prima di uscire?’’ mi chiese Joana ed io risposi ‘’Si, ma paghi tu, eh! Io non ho un centesimo di più!’’ lei sorrise e scosse la testa. Si mise a correre in direzione del centro benessere, per un attimo rimasi perplessa, poi capii e la seguii. Ci fermammo davanti l’entrata del centro benessere. All’entrata una signora indossante una specie di kimono rosa, stava seduta dietro una grande scrivania. ‘’Buongiorno’’ ci salutò ‘’cosa desiderate?’’ ‘’Buongiorno, vorremo chiedere se è possibile farsi fare dei massaggi shiatsu e tui na e poi prenotare le 10 sedute per il massaggio rolfing’’ domandò Joana con il suo povero italiano. La tipa si alzò e sparì dietro una porta, poi riapparve e ci fece cenno di seguirla. Obbedimmo senza fiatare. Ci fece entrare in una grande sala annebbiata da vapore acqueo. Era fresco, ma non troppo. La tipa parlò con due ragazzi mori sui 20 anni e poi si allontanò a passi spediti. Il Ragazzo più alto iniziò a parlare :‘’Salve ragazze. Siamo Mario e … ‘’ l’altro riprese ‘’Davide. Sappiamo tutto. Ora spogliatevi e mettetevi questi intorno alla vita’’ ci lanciò due asciugamani rosa e poi riprese a parlare Mario ‘’lo spogliatoio per cambiarvi è in fondo a quel corridoio stretto’’ io a Joana ci avviammo spedite, senza guardare indietro. Entrammo e cacciammo un urlo di sussulto. ‘’ma ti rendi conto?! Quei due figoni là dietro saranno i nostri massaggiatori!?’’ domandò lei ancora incredula ‘’Si, me ne rendo conto!’’ in verità a me la cosa non m’importava molto. Avrei tanto sognato che al posto di quel Mario ci fosse stato Max. ‘’Claudia, ma mi stai ascoltando?’’ scossi la testa ‘’eheh si… cioè, volevo dire no’’ risposi ‘’dicevo che quel Davide è mio, capito?!’’ mi urlò nelle orecchie. Scossi le braccia. Mi spogliai, riposi tutto dentro un armadietto e mi legai alla vita l’asciugamano come ci aveva detto Davide. Uscimmo dalla porta, io cercavo di coprire con le mani il mio corpo magrolino e sussurrai a Joana ‘’Non puoi dir loro di girarsi o di chiudere gli occhi?’’ ‘’Ok’’ rispose lei. ‘’Ragazzi, siccome la mia amica è timida, potreste chiudere gli occhi?’’ loro eseguirono l’ordine. Ci avvicinammo ognuna ai suoi rispettivi lettini. Loro riaprirono gli occhi. Mi distesi supina sopra il mio lettino. Mario iniziò a toccarmi l’addome fino a scivolare giù per i fianchi. Si distolse un attimo e tirò la tendina verde che separa il mio lettino da quello di Joana. Ricominciò a toccarmi. Prima le tempie, poi la mandibola, il collo, fino a sciolare per il seno e sui fianchi. Poi affermò ‘’Perfetto. Ora mettiti a pancia in giù che inizio con i massaggi. Aprii le gambe e le portai ai lati del lettino, lui si mise in ginocchio sulla base di questo ed iniziò a sfiorarmi le spalle, prima con mano leggera, poi iniziando a premere sempre più e così per un’altra ora e mezza. Si stava da Dio. Mi pareva di sognare. Poi una campanella interruppe Mario e Davide nel loro lavoro. Io e la mia accompagnatrice ci alzammo a stento. Ci dirigemmo verso lo spogliatoio e ci raccontammo come era andata etc. Uscimmo dalla stanza, ring razziammo i ragazzi e camminammo fino alla scrivania di quella tipa di poche parole. Fissammo gli appuntamenti per il massaggio rolfing e le segnò i nostri nominativi. Uscimmo ancora un poco intontite, come se ci fossimo appena scegliate da un sogno, un sogno bellissimo. Uscimmo pure dal centro commerciale. Ci salutammo ed ognuna andò per la sua strada. Erano le 7e15: dovevo sbrigarmi! Presi l’autobus per tornare a casa. Scesi al ‘’nuovo capolinea’’, ripassai sotto casa di Max, c’era qualcuno sul balcone, ma evitai di osservare meglio. Entrai a casa. Non salutai nessuno, salii in camera mia, chiusi la porta a chiave, tirai fuori i vestiti dalle buste del negozio, li indossai in due e due quattro. Solo allora mi accorsi che mi ero dimenticata di prendere i leggings da Jennifer! Indossai comunque i miei jeans nuovi, la maglia con le paiette ed il giubbotto in pelle. Mi guardai allo specchio dubbiosa: volevo uscire ancora, si o no?’’Massì, Claudia, vacci!’’ dissi a me stessa. Mi recai in giardino, presi il casco da dentro il baule posto sul motorino, me lo infilai, accesi il mezzo e partii sfrecciando nell’oscurità della notte. Mezz’ora dopo finalmente arrivai a casa di Erika! Lei era affacciata alla finestra della cucina, mi vide arrivare ed in un attimo scese. Indossò il suo casco della Hello Kitty, si sedette dietro di me e ripresi a correre nella notte. Avevo la mente affollata da un pensiero, sempre lo stesso: ‘’Claudia, vuoi veramente entrare in quella sottospecie di pub sapendo o comunque immaginando ciò che ti aspetta?’’ Io ed Erika arrivammo all’entrata del pub, fuori c’erano alcuni ragazzi che fumavano. Mi tranquillizzai ‘’Massì, Claudia! Vacci che magari poi ti diverti!’’. Così entrai, senza sapere cosa potesse succedere in seguito a quella decisione.



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**ogni riferimento a cosa o persona è puramente casuale**
  
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