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Autore: EclipseOfHeart    07/10/2009    2 recensioni
Però non può essere amore. Non posso essermi innamorata di te. Non posso. Tu hai 17 anni, io 28. Dire che sono troppo grande per te è un eufemismo. E’ sbagliato, è sciocco, è immaturo. E la più grande dovrei essere io. Ma intanto come fermare i miei battiti quando ti vedo? Come non desiderare la tua compagnia istante per istante? Come impedirmi di sognarti? Non ho risposte, non esistono, semplicemente non posso impedire che questo avvenga. E allora devo rassegnarmi? Devo rassegnarmi al fatto che ti amo?


Piccola song-fic Rurobin ^^ Spero che vi piaccia =)
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nico Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riesco dargli un nome

 

Il nome

 

 

Non riesco dargli un nome. Sento emozioni, sentimenti, contrastanti ed intensi che non si legano fra di loro. Non riesco a trovare un nesso tra di loro né un nome che li unica sotto un unico concetto. So solo che io queste cose non le ho mai provate e da una parte ti ringrazio. Perché anche se a volte soffro, il solo guardarti mi riempie l’animo di pace. Ascoltare la tua risata, mi riempie il cuore di affetto e me la fa sembrare la più bella del mondo. Mi capita di sognarti e mi sveglio con l’animo sereno e con il tuo visto stampato nella testa. Ma d’altronde quello c’è sempre comunque. Quando mi sveglio e quando mi addormento. Appena lasci una stanza vorrei seguirti e, nonostante viviamo insieme e ci vediamo ogni istante della giornata, quando non ti vedo mi manchi. Quando mi sveglio, all’alba, fisso l’aurora e mi ritrovo a desiderare che tu sia vicino a me. Desidero poter guardare i tuoi occhi ed immergermi in essi, andare così in fondo da non risalire più in superficie. Sogno di poter annegare in quelle pozze scure e profonde. Desidero che tu stia vicino a me e che mi abbracci, come nei miei sogni. Oppure che mi baci come nei miei desideri. E ancora mi chiedo che nome dare a questo miscuglio di sentimenti, desideri e sogni.

A volte, mi rispondo. Ma la risposta è così assurda che non può essere vera. Talvolta mi ritrovo a pensare che il nome che cerco sia amore, ma non può essere! Eppure…

 

Se questo non è amore io non lo so cos’è

So che mi manca il cuore quando mi manchi tu…

Cercando una parola, per dire che cos’è

Soprappensiero guardo i tuoi occhi, il tuo sorriso

Quando mi guardi senza parlare…

 

Però non può essere amore. Non posso essermi innamorata di te. Non posso. Tu hai 17 anni, io 28. Dire che sono troppo grande per te è un eufemismo. E’ sbagliato, è sciocco, è immaturo. E la più grande dovrei essere io. Ma intanto come fermare i miei battiti quando ti vedo? Come non desiderare la tua compagnia istante per istante? Come impedirmi di sognarti? Non ho risposte, non esistono, semplicemente non posso impedire che questo avvenga. E allora devo rassegnarmi? Devo rassegnarmi al fatto che ti amo? Ti amo… Rabbrividisco al solo pensare queste due parole che, da sole, significano poco ma insieme sono talmente intese e grandi da sconvolgerti. Da turbarti. Perché io non posso provare amore, non l’ho mai provato per nessuno, credevo di essere immune all’amore. Mi sbaglio? Anche io posso provare amore?

 

Le mie elucubrazioni mentali sono improvvisamente interrotte. Una mano sventola davanti ai miei occhi e il cuore accelera leggermente, ho capito subito di chi è quella mano. Alzo lo sguardo ed incontro i tuoi occhi sorridenti. Ricambio il sorriso: ecco un altro tuo grande effetto su di me. Non riesco a fare a meno di sorriderti, io che non lo faccio mai. Con te sorrido sempre, senza riuscire a spiegarmi perché. Le mie labbra si increspano in un gesto così involontario che lo definirei istintivo, come quando chiudiamo gli occhi quando un raggio ci colpisce il viso. Io alla tua vista sorrido, non c’è scampo, non ci sono eccezioni.

- Non vieni a mangiare? -

E’ ora di mangiare? Ma che ore sono?

- E’ già ora di pranzo? – chiedo.

Lui annuisce: - Sanji mi ha mandato a chiamarti, se tu non ci sei lui non serve a tavola, di conseguenza io non mangio! Quindi vieni ti prego! - 

Mi dice con una faccia disperata. Mi alzo e lui mi prende per mano, lo guardo non capendo il suo gesto. Rufy comincia a tirarmi, ecco perché!

- Presto, presto, vieni! -

- Vai piano, la cucina è a un metro! – gli dico irritata. Il calore della sua mano sulla mia è qualcosa d’indescrivibile e lui lo sta facendo durare pochissimo…

Arriviamo in cinque secondi davanti alla porta e lui mi lascia la mano, e mi sorride.

- Grazie Robin! -

 

Forse ne trovo una
che non dirò così non si consuma.
E’ una parola dolce come il miele
perchè nessuna è dolce come te.

 

Lo vedo entrare in cucina e continuo a chiedermi qual è la parola giusta. Amore… Ma sarà questa? Non lo so, non riesco a capirlo però intanto non trovo sinonimi. Semplice affetto? Anche per Zoro nutro affetto e non mi succede tutto questo. Amore, una parola dal suono dolce e inquietante insieme. Mi chiedo come sia possibile che crei tutte queste contrastanti sensazioni però non c’è una spiegazione, lo fa e basta.

- Robin-chwan! Ecco il pranzo! -

Sanji mette davanti a me un piatto colmo di cibarie. Quando arriva da Rufy i suoi occhi luccicano dalla felicità. In meno di un nano secondo poi sul piatto non resta più nulla. Prendi velocemente un altro piatto e ricominci a mangiarlo finendolo ancor prima che io abbia assaggiato un solo boccone. Anche perché sono rimasta incantata a fissarti, cosa che ormai faccio spessissimo.

 

C’è proprio solo un nome
per dire che cos’è,
un nome chiaro
con i tuoi occhi,
con la tua bocca,
con le tue mani
e il tuo sorriso.
Così ne trovo una.

 

Mentre ti guardo non posso fare a meno di ammettere che la parola che cerco è l’unica che temo. Un nome che mi appare chiaro e che io vorrei ignorare perché sarebbe troppo complicato ammettere ciò che sento nel cuore. Sono innamorata, ecco tutto. Ecco tutto il sentimento che sento verso di te, amore. E non riesco più a negarlo.

 

Se non lo chiamo amore
lo so come farò,
io gli darò il tuo nome
e poi ti chiamerò,
e poi ti chiamerò,
e poi ti chiamerò.

 

Finito il pranzo mi alzo dal tavolo, forse però ho trovato una soluzione. Mi passi davanti e corri verso il bordo della nave, Usopp ha avvistato terra. L’idea di una nuova avventura ti fa gridare di eccitazione. Non posso chiamarti pubblicamente “amore”, credo che non potrò mai farlo.

Allora un rimedio c’è: ti chiamerò semplicemente con il tuo nome.

Solo che per gli altri sarò una componente della ciurma che chiama il suo capitano, per me sarà chiamare l’unico ragazzo che è riuscito a farmi innamorare.

 

 

 

 

 

 

Fine!

Commenti! Come al solito ho scritto questa per la solita utente: NicoRobin92, scrivo Rurobin solamente a causa sua XD E sempre per causa che ha preteso una continuazione scriverò anche il POV di Rufy. Sì, l’ha pretesa XD.

La canzone che ho usato è “Il nome” di Gino Paoli.

Spero che vi sia piaciuta, se non fosse così la colpa è solo di Robin xD Perché se non fosse per lei non scriverei così tante Rurobin! =P

Baci.

 

 

Marty De Nobili.

 

 

 

   
 
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