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Autore: May be    08/10/2009    12 recensioni
- Questo mi ricorda qualcosa… -
La guardò confuso, fermando la mano che le stava accarezzando i capelli.
- Questo? -
- Sì questo, noi due. Insomma, mi fa tornare in mente una storia… oh, lascia stare! – Esclamò stizzita, coprendosi ancora di più con le coperte.
Lui ghignò, divertito, e la abbracciò baciandole il collo.
- Non diventare troppo romantica, Giulietta. -
[Prima classificata al contest "amazing music wants an amazing writer" indetto da I Walk With Shadows e Lovy chan]
[Hidan/Hanabi][Crack Pairing]
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Hidan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nick Autore (su EFP): x Saretta x
Canzone Sorteggiata: Numero 3: “Not good enough for truth in cliché”, degli Escape the Fate.
Titolo: My dear Juliet
Genere: Triste, introspettivo, drammatico.
Rating: Giallo
Personaggi: Hanabi, Hidan.
Avvertimenti: AU, One-shot
Note dell'Autore (facoltative): Allora. Partiamo dall’interpretazione che ho dato alla canzone, và. Ci ho messo un po’, devo ammetterlo, ma in conclusione credo che parli di un Romeo fallito, non abbastanza bravo per rispettare il cliché, il topos della fine tragica dei due amanti. Infatti la loro relazione è paragonata ad una roulette russa, è pericolosa, ma solo per Giulietta (“finger on the trigger to my dear Juliet”), e lui uccide la sua Giulietta (“this blood on my hand is something I cannot forget”) [sì, la so a memoria, ormai U.U]. Quindi, da qua l’idea. Avevo bisogno di una relazione paragonabile ad una Roulette Russa, e da qua l’idea della storia poliziotto-assassino. Come assassino non potevo non usare Hidan, e come poliziotta… beh, Hanabi si è stampata nella mia mente e non ne è più uscita. E’ un Crack Pairing colossale, non so da dove mi sia uscito O.O Comunque, ci tengo a precisare una cosa: forse può sembrare una storia affrettata, che andrebbe approfondita, magari con la scena SPOILERdell’omicidio di Shikamaru/SPOILER, ma alla fine la storia non era su di lui, e ho preferito incentrarmi su Hanabi. Ho evitato di proposito di fare il nome di Hidan prima della fine, non per non lasciar capire chi fosse (é abbastanza palese già dalle prime righe), ma semplicemente per evidenziare una cosa: non è detto che lei sappia il suo vero nome. Se così fosse, io vi troverei un controsenso abbastanza evidente: lei non è morta realmente, potrebbe benissimo testimoniare contro di lui. Per concludere, é la prima volta che tratto Hanabi, e spero di non essere caduta nell’OOC; nella storia ci tenevo a sottolineare quello che si nasconde sotto la sua maschera da stronza, e per questo ho messo “introspettivo” fra le avvertenze. Beh, vi ho tediati abbastanza xD

Buona lettura ^-^

 

 

My Dear Juliet

 

Primo posto interamente dedicato a Nacchan *O*

Siamo bellissime e bravissime xD

Grazie per il supporto morale, e per essere stata la mia compagna di scleri, oltre che di podio <3

 

 

Aprì gli occhi soffiando un’imprecazione tra i denti, ed allungò rabbiosamente un braccio per zittire la sua dannata e terribilmente inopportuna sveglia; a tentoni trovò il tasto giusto e lo premette con forza, trattenendo l’impulso di lanciare contro il muro quell’aggeggio infernale.

Ma il trillo assordante persisteva comunque.

Sbuffando si alzò a sedere ed afferrò il cellulare, che a furia di vibrare era arrivato al limitare del comodino.

- Che c’è?! – mugugnò con tutta la crudeltà che le era possibile esternare alle… cinque del mattino?! Non fece in tempo ad infuriarsi, che una voce assonnata più della sua biascicò un qualcosa come - Capo, vieni qua, dieci minuti! –, dopodiché la chiamata venne interrotta velocemente.

Probabilmente per non lasciarle il tempo di rispondere che no, non aveva la benché minima intenzione di alzarsi a quell’ora indecente solo perché quegli inetti dei suoi colleghi non sapevano lavorare senza di lei!

Cacciò un gridolino, esasperata, e gettò il telefono sul letto.

Lei lo odiava, il lunedì.

 

***

 

- Posso sapere, di grazia, cosa succede di tanto importante da farmi alzare a quest’ora?! - sibilò acida, guardando il suo “superiore” con aria oltremodo seccata e cercando di riversare in quel corpo tutto l’odio possibile ed immaginabile.

Neji Hyuga, componente più anziano della sua squadra e per questo autonominatosi capo, la fissò per un istante con uno sguardo indecifrabile, e poi annunciò, atono: - E’ stato ucciso un nostro uomo, di nuovo. Stesse modalità dell’altro omicidio, quindi possiamo dedurre che l’assassino sia lo stesso. -

La squadrò per un istante, come cercando le parole, e continuò: - A questo punto è palese: chiunque sia, sta mirando a sterminare l’intera squadra. –

Hanabi lo fissò per un istante, cercando di sembrare abbastanza sorpresa: - E chi… chi ha ucciso, questa volta? – chiese, guardando ovunque tranne che negli occhi del cugino.

Neji la squadrò accigliato, ed annunciò serio: - Chouji Akimiki, secondo membro, dopo la Yamanaka, dell’ex squadra di Asuma. Nara l’ha presa piuttosto male, ma bisogna considerare che, oltre alla morte dei suoi due migliori amici, sa che ha un’alta possibilità di essere la prossima vittima. Ma ora vai, bisogna documentare, fotografare, cercare… - si passò stancamente una mano sul volto, sospirando, - Le solite cose. Appena avete finito tornate in Centrale, non possiamo permetterci il lusso di perdere tempo. –

Hanabi lo fissò allontanarsi, probabilmente stava andando a dare le solite disposizioni per tenere lontani i giornalisti.

Si sistemò lo zaino in spalla ed oltrepassò le strisce gialle che delimitavano la scena del crimine, meccanicamente mostrò il distintivo agli agenti di sorveglianza, e raggiunse il collega che già stava catalogando le prove.

- Ehi, la principessa si è svegliata! Dormito bene? – la schernì l’Inuzuka, ricevendo in risposta una silenziosa occhiata tra il disgustato e l’indifferente.

La giovane Hyuga lo sorpassò senza parlare e cominciò a rovistare tra i cassonetti di quello squallido vicolo in cui il giovane poliziotto era stato sgozzato; cacciò malamente un gatto e, spostato un sacco di spazzatura, lo vide.

Un coltello –il coltello.

Quell’idiota! Imprecò fra i denti, e senza farsi vedere nascose l’arma, accuratamente avvolta in uno straccio, nel suo zaino.

Evidentemente, l’attenzione era un optional.

Perché non lo capiva, quello stupido, che lasciare l’arma del delitto in bella vista in un cassonetto avrebbe solo facilitato il lavoro di Neji, nel caso lo avesse trovato qualcun altro?!

Ma sì, sfidiamo la sorte! “Tanto con Jashin che mi protegge vado sul sicuro!”

Furente, si diresse a grandi falcate all’altro lato del vicolo, per controllare che non fossero rimaste altre “distrazioni”, e inavvertitamente guardò nella sola direzione in cui non aveva osato posare gli occhi: lo vide, la gola recisa con un colpo da maestro, gli occhi aperti che forse, forse prima della fine erano riusciti a scorgere l’identità del suo assalitore.

Cercò di ricacciare le lacrime che prepotenti le salivano agli occhi, specchio di pietà, paura, e quel senso di colpa che scavava incessantemente nelle profondità del suo animo.  

- Ancora uno -, sussurrò chiudendo gli occhi, - Ancora uno. -

 

***

 

Aprì la porta cacciando un sospiro di sollievo. Grazie al cielo era finito anche quel giorno.

Si diresse in cucina strascicando i piedi sulla moquette, gustandosi ancora la pace di una casa vuota, senza padri, senza regole, senza ordini.

Solo lei, e il suo perfetto, egoistico mondo.

Aprì il frigo con naturalezza, contemplò un momento la situazione della sua scorta di viveri, rovistò in fondo ad uno scomparto in cerca di un rimasuglio della torta che le aveva portato la sorella, ed infine parlò, aumentando man mano il tono della voce:

- Ti giuro che la prossima volta faccio finta di non aver visto niente e lascio che vengano ad arrestarti, sia chiaro. Mi sono stufata di doverti sempre parare il culo a mio rischio e pericolo solo perché non hai voglia di pulire dalle tue impronte il coltello con cui ammazzi un povero disgraziato! – Sbottò alla fine, girandosi a fronteggiare la causa della sua ira.

L’uomo le si avvicinò piano, sfiorandole il mento con la punta delle dita, e bloccando tempestivamente il suo tentativo di tirargli un pugno.

- Su, piccola Hanabi, non mi dire che ti preoccupi per me! – esclamò quasi stupito, per poi scoppiare in una risata sguaiata, che non fece altro che aumentare la rabbia della Hyuga.

- Io non mi preoccupo affatto per te! – sbraitò divincolandosi dalla sua presa, - Ma insieme a te finirei nella merda pure io, quindi è nel mio interesse che tu non ti faccia beccare come un pivello! –

L’altro la osservò curioso. Piccola, dolce, ingenua Hanabi.

Si avvicinò a lei e poggiò le labbra sulle sue, in un bacio veloce ma prepotente, e sussurrò piano: - Non devi aver paura, presto sarà tutto finito… ne manca solo uno, soltanto uno. E mi sarò vendicato degli uomini che hanno mandato a marcire in una prigione dieci anni della mia vita, Hanabi. Ancora uno… ancora lui. Poi sarà davvero tutto finito. –

 

[- Cosa stai dicendo? – mormorò lei terrorizzata.

- Mi serve il tuo aiuto, Hanabi. Non potremo mai vivere felici, se prima non avrò eliminato quelle persone: mi faranno tornare in prigione, appena scoperto che abbiamo pilotato il processo, lo sai bene. Non possiamo rischiare che accada, non è così? – le chiese a mezza voce, baciandole lentamente la mano tremante.

-Cosa… cosa dovrei fare? –

E lui, dentro di sé, sorrise.

Piccola, dolce, ingenua Hanabi.]

 

***

 

- Dove diavolo si è cacciata Hanabi?! – sbraitò Neji sbattendo dei documenti sulla scrivania dell’Inuzuka.

Bel compromesso che aveva trovato, veramente.

Certo che la giovane Hyuga può lavorare nell’unità investigativa criminale, basta che il suo caro cugino la sorvegli e la protegga –a costo della vita, ovviamente.

Kiba lo squadrò perplesso, prima di alzare innocentemente le spalle: - E che ne so? Non sono mica io, la sua balia. –

 

***

 

- Ehi Hyuga! Tuo cugino ti stava cercando, credo che abbia seriamente intenzione di ucciderti! – esclamò l’Inuzuka, vedendo Hanabi sbucare tranquillamente dall’ascensore, un caffè in mano.

Lei aggrottò le sopracciglia, chiedendosi perché, perché quel ragazzo doveva sempre rivolgerle la parola e, sospirando, decise di degnarlo per una volta della sua attenzione.

- Ascoltami bene, - cominciò poggiandosi alla sua scrivania, scostando con una mano quei neri ciuffi di capelli che le cadevano sul volto, - forse c’è una cosa che non hai ancora capito… Io non sono quella santarellina che può essere mia sorella, se voglio arrivare in ritardo, lo faccio. Se voglio starmene a casa a dormire, lo faccio. E Neji, lo sa, ma si atteggia comunque a capo, dal momento che il suo maschio orgoglio non gli permette di riconoscersi sottomesso. E adesso dimmi, dov’è il mio caro cugino? -

Tutto quel discorso, lo aveva pronunciato con un tono così falsamente affabile e dolce, che a Kiba erano venuti i brividi per davvero.

Quella donna… era un mostro, un autentico mostro.

 

***

 

- Sei qua. -

Non era una domanda, e lei se ne restò appoggiata allo stipite della porta del suo ufficio, aspettando che lo Hyuga parlasse.

- Avete trovato l’arma del delitto? – chiese infine Neji, finendo di firmare un documento.

Hanabi sospirò; sapeva che era difficile condurre un’indagine senza uno straccio di prova, senza una pista, ma questa volta era proprio quello che serviva a lei.

- Assolutamente niente. Shiho, la ragazza nuova assegnata alla scientifica, ha aiutato Shino con l’autopsia, ma possono dire solo che è stata recisa la vena con un coltello probabilmente da cucina, molto affilato. Per quanto riguarda le nostre ricerche, non abbiamo ancora trovato niente di rilevante, tantomeno la lama. -

Il ragazzo si massaggiò un momento le tempie, meditando, per poi annunciare stancamente: - Continuate a perlustrare, interrogate qualcuno, quello che volete... dobbiamo trovare quel bastardo. Inoltre Nara non ha voluto una scorta, degli agenti, niente! Pare voglia evitare “le crisi isteriche della Seccatura”, come le ha definite lui. Quindi, dobbiamo muoverci velocemente; non che mi importi molto di lui, ma è uno dei nostri migliori agenti. –

La Hyuga aspettò che il cugino finisse il suo monologo, tamburellando nervosamente le dita ancora poggiate sulla maniglia; certamente quella era una buona notizia, tutto si sarebbe risolto più facilmente di quanto avesse osato sperare.

E poi… poi sarebbe finalmente finita, pensò mordicchiandosi un labbro.

E lei finalmente sarebbe stata libera di seguire il suo sogno. Di seguire lui.  

Glielo aveva promesso.

 

[ - E chi mi dice che non scomparirai, quando non ti servirò più?! –

-   Hanabi, lo sai che sto facendo tutto questo solo per noi. E quando sarà tutto finito potremo finalmente vivere felici e contenti, solo noi due, mia cara Giulietta. – ]

 

***

 

- Ehi Hyuga, hai un secondo? -

Hanabi alzò gli occhi dal computer con cui stava lavorando, e sobbalzò vedendo lui.

Shikamaru Nara.

Cancellò velocemente l’ombra di panico che le si era dipinta sul volto, per riassumere la sua solita posa di fredda superiorità.

- Giusto uno, quindi sbrigati. Che c’è? -

L’agente sbuffò, infastidito: quella ragazzina viziata lo irritava più di chiunque altro. Eppure sapeva che era solo una maschera; quante volte aveva letto nei suoi occhi la solitudine, la paura, la tr-

- Allora?! Non ho tutto il giorno! -

- Ah già, scusa – borbottò irritato, - Mi servirebbe la password per l’archivio. Sai, nella nostra squadra era Chouji che lavorava col computer, e ora… beh, ora non credo gli importi poi molto, di uno stupido codice. – concluse amaramente fissando un punto imprecisato dietro di lei.

Hanabi deglutì, cacciando immediatamente l’angoscia che era derivata da quella affermazione, e cercando di zittire il suo stupido cuore, temendo che lui potesse sentirlo battere all’impazzata, urlare, quasi.

- Certo. – Affermò atona, scribacchiando un elenco di cifre su un foglietto, - Ma toglimi una curiosità. A che ti servirebbe? -

Cercò di sembrare disinteressata, ci provò con tutte le sue forze.

Ma Shikamaru Nara era un genio, si sapeva.

E colse quell’attimo di smarrimento, quell’incrinazione nella sua voce, quello sguardo che non era riuscito a sostenere il suo.

La Hyuga quasi non svenne: perché la stava fissando così, dannazione?!

Trasse un sospiro di sollievo solo quando lo vide distogliere lo sguardo, e si sentì rispondere stancamente che doveva solamente controllare un vecchio caso, niente di importante.

Quando lo vide allontanarsi, si rese conto di aver trattenuto il respiro per tutta la durata di quella misera conversazione.

Si prese la testa fra le mani, stringendo gli occhi: perché doveva sentirsi così in colpa? Perché?! Lo faceva solo per lui, solo per amore, non c’era niente di sbagliato, niente di niente…

 

[ - Questo mi ricorda qualcosa… -

La guardò confuso, fermando la mano che le stava accarezzando i capelli.

- Questo? -

- Sì questo, noi due. Insomma, mi fa tornare in mente una storia… oh, lascia stare! – Esclamò stizzita, coprendosi ancora di più con le coperte.

Lui ghignò, divertito, e la abbracciò baciandole il collo.

- Non diventare troppo romantica, Giulietta. - ]

 

***

 

Strinse ancora più a sé il cuscino, furente.

Perché non era ancora tornato, quell’idiota?!

Sobbalzò, quando sentì la chiave girare nella serratura, e trattenne il respiro senza accorgersene fino quando non lo vide entrare, sporco di sangue e un ghigno stampato in volto.

Hanabi iniziò a tremare e non ce la fece, proprio non riuscì a frenare le lacrime.

- E’ morto, quello stronzo è morto! – sussurrò lui, per poi scoppiare in una risata sguaiata, che interruppe solo quando la vide inginocchiata sul tappeto, scossa da malcelati singhiozzi.

Le si avvicinò, sbuffando. Stava iniziando a diventare una seccatura, quella sua fragilità.

- Piccola, dolce Hanabi. Cosa succede? Ora potremmo andarcene insieme, vivremo finalmente io e te, senza correre il rischio di essere separati di nuovo per colpa loro. Non sei contenta, Hanabi? – sussurrò al suo orecchio, posandole poi un casto bacio sulla fronte.

- Ti prego… - singhiozzò lei prima di lasciarsi stringere dalle sue braccia, - Ti prego, ora non lasciarmi. –

Piccola, dolce, ingenua Hanabi.

 

***

 

Neji Hyuga si voltò infastidito, sentendo la voce del collega che lo chiamava ad un volume inammissibile. Solo quando vide l’espressione dell’Inuzuka, si cominciò a preoccupare.

- Hanno… - ansimò Kiba, il fiato corto a causa della corsa, - Hanno trovato il corpo di Shikamaru Nara. -

Neji si irrigidì. Com’era possibile? Aveva dato ad Hanabi il compito di disporre due uomini che seguissero il loro agente, avrebbero dovuto proteggerlo!

- E non è tutto! – strillò il ragazzo tendendogli un foglio, - Abbiamo ricevuto una soffiata, ci hanno indicato una via ed un numero civico, e là… beh, là dovremmo trovare l’assassino. -

Lo Hyuga prese velocemente il pezzo di carta e lo lesse, tremante.

- Ma questa é… -

 

***

 

Dal tetto di quella casa si aveva un’ottima visuale, lo aveva scelto veramente bene, pensò compiaciuto.

Sorseggiando il suo caffè, vide le auto della polizia arrivare a casa della povera Hanabi, e gli agenti riversarsi nel condominio.

Aspettò qualche secondo, giusto per godere di quello strillo indignato che segnava certamente l’irruzione nella sua camera, e riuscì persino a scorgere la figura della ragazza che si affacciava alla finestra e guardava ovunque, cercandolo freneticamente.

Era stato proprio cattivo, sì.

Aveva disseminato casa sua di prove che la incastrassero per i tre omicidi, che bastardo. Eppure era così che doveva andare, Jashin esigeva il loro sangue, per punire quei miscredenti che avevano osato mettersi contro al servo più devoto del vero Dio.

- Povera Giulietta, che finale poco romantico! -

Si voltò, ridendo sguaiatamente, e, così come era arrivato, scomparve.

Hidan, condannato a dieci anni per violenza fisica a civili, sospettato di aver sterminato cinque persone, ma assolto per mancanza di prove.

Hidan, pluriomicida, colpevole di aver assassinato l’intera squadra di agenti che lo aveva arrestato.

Hidan, colpevole di aver ingannato una ragazza e di averla usata, promettendole amore, ben sapendo di non essere adatto a certi cliché romantici.

Hidan, Romeo fallito, colpevole di aver assassinato Giulietta.

 

 

 

Prima classificata, vincitrice del premio giuria e del premio Het. *O*

Non me l'aspettavo assolutamente e, essendo il mio primo contest, sono assolutamente felicissima.

Non so cosa dire xD

Complimenti alle altre partecipanti, soprattutto a Nacchan [Noi, siamo bellissime e bravissime xD], e un grazie enorme alle giudici.

Grazie <3 

 

Ecco il giudizio *O*

 

PRIMA CLASSIFICATA, VINCITRICE DEL PREMIO GIURIA E DEL PREMIO HET:


My dear Juliet di x Saretta x


Grammatica: 10/10
Stile: 9.5/10
Originalità: 4.5/5
IC dei personaggi: 9/10
Attinenza alla canzone: 10/10
gradimento personale: 5/5


Totale: 48/50


Per la grammatica, punteggio pieno perché non abbiamo trovato nulla da correggere. Le frasi sono ben strutturate e non presentano errori di battitura o distrazione.
Lo stile è molto buono. Il tuo modo di scrivere crea suspense e rende la lettura piacevole ed avvincente e questo ti ha permesso di ottenere un punteggio alto.
Per l’originalità, ti abbiamo dato un punteggio molto alto perché, per la canzone che hai sorteggiato, non ci eravamo aspettate proprio una trama del genere. Dal crack pairing alla situazione in cui hai collocato i personaggi, tutto è intriso di originalità e la ff è riuscita a non cadere nella banalità.
Per l’IC, abbiamo trovato Hidan abbastanza simile all’originale. Ci siamo comunque mantenute basse con il punteggio perché non eravamo certe che Hanabi fosse pienamente IC e, non conoscendo molto bene il personaggio, abbiamo preferito non azzardare.
L’attinenza alla canzone è perfetta. Non pensavamo di poter dare il punteggio pieno per Not good enough fort truth in cliché e, invece, tu sei riuscita a cogliere quello che è il significato profondo della canzone e a non perderlo durante la stesura della ff.
Anche nel gradimento personale ci hai strappato il punteggio pieno. E, di nuovo, non ci aspettavamo di poterlo dare per questa canzone.
Ed, invece, la tua ff ci ha colpito davvero molto ed ogni suo punto ci è piaciuto e ci ha appassionato non cadendo mai nel banale o nel noioso e rendendo la ff interessante riga dopo riga, parola dopo parola. Complimenti! 

 

E qua il contest

http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8801730&p=1

 

E andate a sentire quella canzone. E' magnifica *O*
 

 

 

   
 
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