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Autore: Travers    08/10/2009    1 recensioni
Una serata tranquilla...troppo tranquilla...una passeggiata, una macchina, dei fari e poi più nulla. Lui intanto aspetta il suo ritorno.Come reagira inuyasha vedendo la sua Kagome in quello stato? e se poi lei diventasse più di un semplice umano?e se il suo compito diventasse quello di sciogliere una maledizione lagata ad un uomo e ad un tesoro? Kagome può diventare sexy?! Staremo a vedere! la mia prima ff, spero ke vi piaccia!!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Si era appostato su quell’albero insieme a Miroku ad osservare e ad origliare la conversazione delle due ragazze, anzi della r

Cari lettori rieccomi con il settimo capitolo di questa serie, scusatemi il ritardo ma stanno scemando le idee piano piano! Tranquilli mi farò venire in mente qualcosa e non vi deluderò! Grazie mille per le recensioni anche se due, mi hanno fatto davvero piacere e ringrazio inoltre tutti quelli che hanno messo la storia tra i preferiti e le seguite, mi si è aperto il cuore quando l’ho visto! Un bacione grande a tutti,mi raccomando recensite e se avete qualche idea è ben accetta!!! Al prossimo capitolo!!

 

 

 

Sfogo sotto le stelle

 

 

 

 

 

Si era appostato su quell’albero insieme a Miroku ad osservare e ad origliare la conversazione delle due ragazze, anzi della ragazza e della demone, ma a differenza di lui non ne aveva alcuna intenzione. Il monaco si era rivolto a lui con uno sguardo implorante e alla fine aveva accettato, ma ancora non riusciva a trovare il senso di quella farsa. Da lassù poteva sentire benissimo la chiacchierata e se poco prima era seduto guardando da un’altra parte, appena sentì fare il suo nome si sporse verso le ragazze diventando d’un tratto curioso. Kagome aveva appena chiesto all’amica il motivo della parola “cuccia” e lui era stato costretto a schiantarsi contro il ramo su cui erano appollaiati, suscitando così una risatina da parte di Miroku, ma riuscì ugualmente a tenersi rimanendo aggrappato a di scimmia. La piega del discorso stava vertendo su un argomento ben più scottante ovvero l’amore. Proprio in quel momento la demone stava chiedendo a Sango se per caso lei aveva mai provato qualcosa per Inuyasha e lui,preso dall’ansia,trattenne il respiro aspettando la fatidica risposta secondo la quale avrebbe capito i veri sentimenti della ragazza. La cacciatrice le rispose con un si e da quel momento lui non riuscì a sentire nemmeno una parola di quello che continuò a dire. Era totalmente perso nei suoi pensieri, si rendeva conto solamente ora di quanto era stato stupido a non rivelare a Kagome quello che provava per lei e tutto per la sua testardaggine. Poi sentì dire alla ragazza che non era più importante perché ormai non ricordava più nulla. Il mondo gli crollò addosso. Il suo sguardo era perso nel vuoto, le mani e le gambe mollarono la presa, sentì Kagome chiamarlo dal basso mentre lui cadeva a terra trascinandosi dietro Miroku che aveva cercato inutilmente di afferrarlo. Non ascoltò minimamente quello che gli stava dicendo lei ma si limitò a fissarla con cipiglio arrabbiato, anche se lo era più con sé stesso che con la ragazza. Si incamminarono verso il villaggio dato che stava calando il sole, le due davanti a loro seguite dal monaco che cercava invano di farsi perdonare e lui, un po’ più dietro, perso nei suoi pensieri convincendosi sempre più che doveva chiarire quella situazione.

L’occasione si presentò la sera stessa quando, finito di mangiare, tutti andarono a dormire per riposarsi prima della partenza. La ragazza accampò la scusa di voler restare un po’ da sola in modo da potersi chiarire un po’ le idee e affrontare il viaggio con serenità, così usci al chiaro di luna e si andò a sedere in una radura facendo ondeggiare la coda di qua e di là. Il mezzodemone la seguì con lo sguardo, aspettò ancora un po’ in modo che gli altri si addormentassero e si alzò dal giaciglio uscendo alla sua ricerca. La trovò lì che osservava la luna immersa nei suoi pensieri e mai, prima di allora, gli sembrò così bella da mozzare il fiato. Rimase lì come un’idiota a fissarla, percorrendo il profilo del suo corpo: le gambe piegate e strette al corpo dalle braccia, la schiena incurvata, il naso all’insù volto a alla luna, le orecchie tese pronte a captare ogni singolo rumore. Era davvero bella agli occhi di Inuyasha e l’istinto di correrle incontro, abbracciarla e baciarla, quasi prese il sopravvento ma riuscì comunque a frenarlo grazie a quel briciolo di umanità che risiedeva in lui. Ancora girata di spalle, Kagome gli disse:

- Beh che fai, resti là impalato o vieni a farmi compagnia? –

Lui si risvegliò dalla catalessi in cui era caduto e si andò a sedere vicino alla ragazza che il suo cuore bramava più di ogni altra cosa. Restarono in silenzio per un po’ e poi la demone ruppe quella cortina tra di loro dicendo:

- Ti piace la luna Inuyasha? – Lui confuso rispose

- Ma che domande fai? No che non mi piace soprattutto quando è piena e lo dovresti sapere benissimo! – Ma poi si ricordò della sua memoria ormai perduta e le disse più calmo – hai ragione non lo puoi sapere, scusa. Comunque no perché mi ricorda che dentro di me c’è sempre quell’odiosa parte umana – Lei voltò il capo nella sua direzione e gli occhi neri brillarono a quel chiarore che li avvolgeva. Aveva uno sguardo triste, malinconico e allo stesso tempo curioso forse anche un po’ sospettoso. Puntò nuovamente gli occhi alla luna e Inuyasha fu quasi tentato di prenderle il viso tra le mani e costringerla a guardarlo ma resistette un’altra volta, alzando anche lui gli occhi al cielo. Lei fece un sorriso triste e si rivolse a lui stranamente gentile e premurosa:

- Perdonami per essermi comportata in quella maniera l’altro giorno. Si insomma, quando ti ho quasi baciato e ho fatto la… vabbè hai capito no? – e inchiodò gli occhi alle ginocchia. Lui quasi le rise in faccia per la tenerezza che gli aveva suscitato ma si lasciò sfuggire solo un sorrisino rispondendole:

- Si ho capito ma non c’è bisogno di chiedermi scusa, non eri in te e lo avrebbe capito anche quel maniaco di Miroku. –

- Il fatto è che, Inuyasha, chi sono io? Io non so nulla di come mi comportavo prima. Come puoi dire che non ero in me? Come si comportava l’altra me? Io non ho ricordi e questo mi sconvolge, ho paura di essere sola e di non riuscire più in nulla! – mentre diceva queste parole le lacrime le bagnarono il viso rigandole le guance. Inuyasha non riuscì a reprimere questa volta la voglia di abbracciarla perché non sopportava vederla piangere, così si mise davanti a lei la prese per le spalle e l’attirò a sé, stringendola per un tempo che ad entrambi sembrò lunghissimo, poi le sussurrò all’orecchio:

- Non hai ragione di averne, ci siamo io, Miroku, Sango e Shippo che ti aiuteremo a ricordare e saremo sempre con te. Io non sono un granché in discorsi di questo genere però sappi che sono qua e quando vorrai avrai sempre qualcuno che ti ascolterà. Non piangere più Kagome ti aiuteremo noi e ti ritornerà la memoria stanne certa! – Le lacrime continuarono a scenderle sul viso e senza rendersene conto ricambiò l’abbraccio continuando a sfogarsi. Inuyasha non riusciva a credere a quello che le aveva detto, non era da lui abbracciarla e consolarla. Quel compito era di Sango! Eppure si sentiva felice all’idea di averla nelle sue braccia così piccola e minuta potendo così assaporare il suo profumo fino in fondo. Restarono l’uno nelle braccia dell’altro ancora un po’ finché lei alzò il volto dal suo petto e smise di piangere. Si guardarono per un po’ gli occhi fissi in quelli dell’altro, ambra e ebano fusi insieme, entrambi rossi in volto per la distanza ravvicinata poi Kagome abbassò lo sguardo e con estremo imbarazzo gli disse:

- Ti prego, non ritorniamo al villaggio, voglio stare ancora un po’ qua a guardare le stelle con te! – lui rispose balbettando un – C- ce- certo…- e sciolsero l’abbraccio sdraiandosi per terra vicini, lei si accoccolò sul suo petto scostando il braccio che lui teneva lungo il fianco e portandoselo dietro le spalle in modo da farlo stare più comodo. Lui diventò di un colorito molto vicino al rosso pomodoro e si irrigidì a quel contatto. Lei se ne accorse e con una punta di tristezza nella voce gli disse:

- Scusami, vuoi che mi tolgo? –

- No no tranquilla è solo che è strano tutto qua…-

- Perché è strano? – chiese lei curiosa

- Perché non ci siamo mai messi a guardare le stelle così…anzi non abbiamo mai guardato le stelle insieme…-

- Beh… C’è sempre una prima volta – e detto questo immerse di nuovo la testa tra la sua veste. Inuyasha era al settimo cielo ma anche molto imbarazzato perciò, cercando di darsi una calmata, poggiò l’altra mano dietro la nuca e si godette quell’attimo di pace. Restarono in silenzio per un po’ poi sentì un gorgoglio provenire dalla gola della ragazza al suo fianco, si girò verso di lei e la vide con gli occhi chiusi probabilmente addormentata. Si incantò nel vedere il suo viso così dolce e sereno illuminato solo da quei deboli raggi che ne esaltavano la perfezione. Il gorgoglio che sentiva alla fine erano solo le fusa. “ Beh d’altronde ora è una gatta…la mia gattina…” pensò il mezzo demone. Quanto avrebbe voluto urlare al mondo che era sua e di nessun’altro, ma non lo era e grazie a questa nuova trovata di Cihiro non lo sarebbe stata mai. Già. Lei non ricordava più nulla di quello che le era successo, del loro incontro, del loro amore mai dichiarato. Ora tutto era scomparso, non sarebbe mai più tornato e Inuyasha sentì una fitta allo stomaco che lo fece sbiancare. Poi  guardò di nuovo la ragazza al suo fianco e decise di godersi il momento fino in fondo dato che probabilmente momenti del genere non sarebbero più tornati. Chiuse gli occhi anche lui e ben presto si addormentò appoggiando la sua testa a quella di Kagome. Sognò lei quella sera, gli stava sorridendo, un sorriso caldo confortante di quelli che ti lasciano senza fiato, poi d’un tratto quel sorriso si spense e divenne triste, lo sguardo assente quasi vuoto. Si rese conto di avere attorno al collo un paio di braccia esili e il viso di Kikyo gli apparve di fronte molto vicino al suo. Avrebbe voluto scostarsi gridare a Kagome di non andarsene, ma qualcosa lo tratteneva incollato agli occhi della donna che aveva amato un tempo mentre l’altra ragazza si allontanava. Quando la sacerdotessa posò le labbra sulle sue Inuyasha poté vedere la demone sbarrare gli occhi dalla sorpresa e chiuderli di scatto mentre si dissolveva completamente, poi qualcosa in lui fece si che si abbandonasse a quel bacio caldo e confortevole. Si riscosse si staccò violentemente da lei e urlò il nome di Kagome a squarcia gola ma lei non rispose, allora continuò ad urlare fino a che aveva fiato in gola. Si svegliò di soprassalto scosso da una presa forte ma allo stesso tempo delicata e sentì un forte odore di gatto. Guardò meglio e vide Kagome davanti a sé con una faccia preoccupata che lo scuoteva. Si riprese un po’ ma sul volto aveva dipinto un’espressione confusa che fece ridere la ragazza davanti lui:

- Ahahahah! Sei così buffo Inuyasha! Mi hai anche svegliato mentre urlavi il mio nome! Si può sapere che stavi sognando? Dicevi “Kagome, Kagome non te ne andare!” tranquillo caro sono qui!- e continuò a ridere a crepapelle prendendolo in giro. Il ragazzo sbuffo per poi risponderle acido:

- Non sono affari tuoi quello che sognavo! E non mi chiamare caro!- detto questo girò la testa dall’altra parte e si alzò incamminandosi verso il villaggio. Aveva lasciato Kagome con la bocca aperta molto interdetta e infastidita per quel suo tono, perciò con un mezzo sorriso si volse e le disse con un mezzo sorriso:

- Beh, che fai? Rimani li imbambolata o vieni con me dagli altri? –

Lei ghignò mettendo in mostra uno dei suoi canini affilati poi, con un balzo felino, si alzò in piedi, corse verso di lui ancora girato di spalle e gli saltò sulla schiena finendo entrambi distesi per terra ruzzolando lungo la radura.

   
 
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