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Autore: ISI    08/10/2009    1 recensioni
Ci sono progetti che siamo consapevoli non potremmo mai e poi mai portare a compimento, ma per i sentieri dei quali le nostre gambe ed ancor più i nostri cervelli non possono fare a meno d’incamminarsi...
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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074. Oscurità

 

 

Quand’eri piccolo avevi paura del buio ed il mozzicone di candela che tenevi nascosto nel comodino accanto al letto riusciva a darti un po’ di sollievo con la sua fiammella incerta che ridava il colore alle cose, spargendo tutt’intorno ombre tremolanti, più sicure, quasi più familiari.

Passavano gli anni ed i mostri nascosti nella tua oscurità mutavano pelle, cambiavano forma, perdevano denti e squame e divenivano le tue paranoie, i tuoi deliri, i tuoi fallimenti, le accuse che non riuscivi a non rivolgerti, le astrazioni filosofiche stramaledettamente pessimistiche che aveva suggerito la lettura di un certo Schopenhauer* appena prima di coricarsi ed allora no, non c’erano mozziconi di candela che potessero spazzare via le ombre dell’autolesionismo delle tue continue elucubrazioni, non c’erano lucciole che addolcissero la notte amara di riflessioni e non c’era neanche  un grammo d’erba che potesse sciogliere il gomitolo delle tue ansie in un dolce filo di zucchero filato rosa.

[In realtà l’erba c’era, ma tuo nonno ne era così geloso da tenersela tutta per sé, nascosta da qualche parte, chissà dove.]**

Eri cresciuto ancora un po’, o meglio, eri invecchiato ancora un po’, ma l’oscurità, anche se non lo davi a vedere, o almeno ti sforzavi di farlo, non aveva ancora smesso di atterrirti: eri appena entrato nella polizia e nel buio di quel vicolo, un vicolo come tanti, un vicolo come i mille in cui ti sei trascinato tante e tante volte, con la colt in pugno, ti veniva da pregare qualsiasi cosa, mentre nella tua paura intagliavi un’immagine alla quale avresti poi dato il nome di Dio***. L’assassino poteva essere dietro di te e col rimbombare dei battiti del cuore dentro le orecchie non lo avresti sentito neppure se ti avesse parlato con un megafono.

A ripensarci adesso, con lui che ti si è addormentato addosso e dormendo a bocca aperta ti sta sbavando sui pettorali, davvero, ti viene da ridere, perché il buio della vostra camera non ti spaventa, perché le sue braccia che ti stringono all’altezza della vita saprebbero ridare il colore, la vita ed il profumo ad un fiore appassito meglio di una fiammella incerta, perché accanto a lui l’oscurità non riesce più a terrorizzarti e anzi, ti viene da ringraziarla: mantiene il vostro segreto.

 

 

* Filosofo tedesco dell’ottocento, se amate le correnti di pensiero pessimistiche come me e volete darvi il colpo di grazia, ve lo consiglio, ma poi non vi lamentate se cadete in depressione, una delle sue frasi più famose dice: “La vita è un pendolo che oscilla tra la noia ed il dolore.”

 

** Oddio che spettacolo, il progenitore degli Hutchinson che si rolla una canna guardandosi intorno furtivo per accertarsi che il nipote non spii. Scusate, ma come mi è venuto in mente non ho potuto fare a meno di scrivercelo!

 

*** Frase tratta a grandi linee, l’originale era così: “Lo so. Lo so ciò che dovrebbero fare: dovrebbero intagliare nella loro paura un’immagine alla quale dare poi il nome di Dio.” da un film bellissimo intitolato Il Settimo Sigillo (Det sjunde inseglet ), di Ingmar Bergman. Dovete guardarvelo, perché è fantastico!

  
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