Per Milena,
alla quale ho parlato di questa fan fiction tre morti di papa fa (LL).
Perché io posso riuscirci, porca miseria XD: trasformare una
Yaoi in una Yuri.
Oh, anche per E-chan,
perché era di
passaggio (LL) Perché non ti amo? XD
Spieghiamo come cambiano i nomi: Mail diventa Maria per
l’assonanza con la
pronuncia giapponese, Mihael diventa Angela (con la G gutturale, sono
una
seguace di Mello tedesco XD) perché era anche il nome di un
arcangelo, quindi
con l’angelo siamo lì.
Colgo l’occasione per ringraziare chi ha commentato
«It’s not my choice»,
la Naomi centric: Lady_Nene (Aww, grazie cara <3), Red S i n n e
r (Io
propongo una battaglia legale contro Raye XD!), Magdalene
(La ringrazio
per il suo giudizio positivo, miss <3) e la signora Zia (Non so
che dire se
non grazie, sul serio.)
Buona lettura~
She,
my regret.
[85 ~ Lei.]
Matt, alias Maya,
alias Maria Jeevas, era sicura, all’alba dei diciassette
anni, di non aver rimpianti.
Aveva sempre preso
quel che avrebbe voluto prendere, fatto quel che avrebbe
voluto fare – soprattutto quando questo equivaleva al
n
u l l
a p i
ù
t o t a
l e
, giocato con quello con cui avrebbe voluto
giocare e, a volte, fumato qualcosa di troppo.
Fine dei progetti,
fine delle necessità, fine delle preoccupazioni.
Fine delle seccature.
Uno soltanto era il
suo tormento, e la situazione non era tanto dissimile dal
trovarsi contro un mostro troppo tutto
alla fine di un videogame.
Il suo tormento era
troppo ambizioso, troppo attivo, troppo forte, troppo
fottutamente carismatico. Il suo tormento era troppo
«melloso».
Be’, il nome
originariamente sarebbe stato Melanie,
però certi dettagli si perdono per strada.
Proprio in quel
momento, quel tormento si aggirava in quel salotto parlando di
quel piano pianificato per quel giorno.
E Matt, la quale aveva
passato oltre due anni a farsi credere un uomo e
raggirare senza rimorso gente non da poco, era terrorizzata, perché
sapeva che il sommarsi di quelle situazioni non avrebbe portato a
niente di
buono.
«Mel, ma che
cazzo stai dicendo?»
Gli occhi azzurri
puntati nei suoi, così maledettamente stupiti, erano peggio
di una dichiarazione di guerra da parte dello stesso Kira.
«Come?»
La vocina. Dio, la
vocina!
Aveva parlato quasi in
falsetto, un’innocenza che faceva tremare le ginocchia e
implorare pietà i boss mafiosi dell’intera Los
Angeles.
«Ho
chiesto,» si fermò per deglutire. Dopotutto, sono
funzioni corporali
necessarie alla sopravvivenza. «cosa
stai farneticando?»
Livello successivo. Il
sorriso comprensivo.
Maria capì
che la fine era vicina nel momento in cui il sorriso comprensivo
increspò le labbra sottili della compagna.
«Devo
ripetere da capo?»
«N-No, ho
capito, però...»
«Bene»
la interruppe, voltando le spalle alla finestra ed avvicinandosi a
grandi passi. Posò la mano sulla testa di Maya, donando
qualche pacchetta sarcastica;
dopo questo, la giovane sentì ultimata la sua metamorfosi in
cane-di-Mello. Una
razza ambita.
«Possiamo
continuare».
Riprese a parlare di
Misa Amane, il livello della voce tornato normale, il viso
alto con arrogante naturalezza.
Matt, alias Maya,
alias Maria Jeevas ascoltava quei ragionamenti seduta su quel
salotto in quel pomeriggio ad ascoltare quel piano.
Matt, alias etc. etc. ascoltava quei
ragionamenti ed ammirava la migliore amica. Perché
sì, Mello era la sua
migliore amica, nonostante tutto.
La guardò
abbandonarsi con un sospiro sul divano, avvicinarsi e poggiare le
labbra sulle sue. Un semplice contatto, nemmeno definibile bacio.
Un sorriso divertito
sul viso, serena eccitazione.
Perché
sì, Mello era una contraddizione addirittura nel respiro.
Matt aveva
elaborato una teoria secondo la quale, se si fosse scoperto che tutti
prima
inspirano e poi espirano, la bionda si sarebbe costretta ad imparare a
espirare
prima e inspirare poi.
«Hai capito
questa volta?»
«Ovviamente
no, capo».
«Perfetto».
Non sapeva come
né come sarebbe finita la sua vita –
perché sì, sarebbe finita.
Però per
questo, almeno per questo aveva un progetto.
Voleva Mello. Voleva Angela.