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Autore: Ayumi Yoshida    10/10/2009    4 recensioni
Che il suo allievo fosse ingenuo, l’aveva capito non appena l’aveva visto rifiutare l’ennesimo sguardo adorante da parte della primogenita degli Hyuga; che il suo allievo fosse stupido, gliel’avevano riferito e lo testimoniava il fatto che continuasse a prendere soltanto calci nel sedere da quell’Uchiha che non aveva affatto intenzione di tornare; ma che il suo allievo soffrisse anche di Alzheimer alla sua giovanissima età… beh, quello nessuno gliel’aveva mai detto.
( Buon compleanno, Naruto! *_* )
Genere: Comico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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ciao

A Naruto, ovviamente, perché oggi è la sua giornata (*_*)
e a Katia, con l'augurio che guarisca presto.





Qui comincia la tua storia
Buon compleanno, Naruto!







“Allora,  non sai che giorno è oggi?”
Jiraiya si voltò verso di lui e lo fissò, penetrante, con gli occhi ridotti a fessure e le mani sui fianchi. Naruto, allora, si fermò. Sbatté le palpebre, alzando un poco le spalle.
“Veramente no, Ero Sannin… che giorno dovrebbe essere?”
L’uomo gli rivolse un’occhiataccia, sconvolto, poi alzò gli occhi al cielo e continuò a camminare.
Che il suo allievo fosse ingenuo, l’aveva capito non appena l’aveva visto rifiutare l’ennesimo sguardo adorante da parte della primogenita degli Hyuga; che il suo allievo fosse stupido, gliel’avevano riferito e lo testimoniava il fatto che continuasse a prendere soltanto calci nel sedere da quell’Uchiha che non aveva affatto intenzione di tornare; ma che il suo allievo soffrisse anche di Alzheimer alla sua giovanissima età… beh, quello nessuno gliel’aveva mai detto.
“Vediamo…” continuò con fare fintamente assorto il Sannin, guardando diritto davanti a sé “Se ti dico ‘10 Ottobre’ ti viene in mente qualcosa?”
All’improvviso il rumore di passi strascinati dietro di lui si spense. Si voltò.
“Ti sei ricordato, dunque?” esclamò Jiraiya, ironico. Era già pronto a vedere l’espressione del biondino contrarsi in tutta la sua ingenuità per poi disegnargli un immenso sorriso sul volto, ma ciò non accadde.
Al contrario i suoi occhi blu si velarono di tristezza.
“Già… il mio compleanno… da solo.” biascicò abbassando la testa.
Allora era davvero scemo forte.
“Non mi pare che tu sia solo.” affermò improvvisamente il Sannin, burbero, spostando lo sguardo verso il pezzo di strada che avevano già percorso “Ci sono io con te.”
Naruto sospirò e scosse la testa.
“Sai che compagnia!” borbottò, imbronciato per via dei pensieri che correvano veloci nella sua testa “L’anno scorso ho trascorso il compleanno allenandomi, l’altro anno anche, e-”
“E se quest’anno facessimo qualcosa di diverso?” lo interruppe il maestro, aprendo le braccia divertito e dicendo la prima cosa che gli venne in mente “Non so, potrei… offrirti del ramen!”
Gli occhi del suo allievo si illuminarono di gioia fanciullesca, come se gli avesse offerto il giocattolo più bello del mondo.
Ramen?! Cioè, lo faresti davvero, Ero Sannin?” gli domandò quello,incredulo. Jiraiya assentì, sogghignando.
“Certo! Ma solo se la smetti di chiamarmi in quel modo. A momenti sono tre anni che te lo ripeto!”
Lo shinobi biondo annuì, gli occhi lucenti di una nuova contentezza: “Certo, certo, tutto quello che vuoi, Ero Sa-”
NA-RU-TO!”
Riuscì solo a vedere le narici del Sannin leggendario dilatarsi pericolosamente, perché poi, spaventato, prese a correre lungo la via per sfuggirgli. E Jiraiya lo inseguiva, correndo all’impazzata con il sangue alla testa per la rabbia, ma con la felicità ad intorpidirgli gli arti.
Inseguiva un cretino e un ingenuo che, nonostante tutto, gli aveva fatto provare per la prima volta l’affetto di un padre.

“Niente ramen!” continuava a ripetere indispettito Naruto, fissando con occhi assassini Jiraiya, mentre continuavano a camminare verso il prossimo villaggio che avessero incontrato.
L’uomo sospirò, esasperato da quel monologo, e finalmente si difese: “Come potevo sapere che in quel villaggio non c’erano locali dove servono ramen? Su con la vita! Ti offrirò questo benedetto ramen appena troviamo un locale, se c’è.”
“Che schifo di compleanno!” borbottò allora lo shinobi biondo, calciando una sasso che si trovava al lato della strada “Sapevo che sarebbe stato uno schifo come tutti gli altri.”
“La smetti di lamentarti? Fermati.”
Naruto obbedì e si bloccò all’istante, seppur controvoglia. Il suo stomaco brontolava come non mai. Jiraiya lo squadrò con un sorriso e disse: “Adesso ti do una cosa… credo che ormai sarà completamente sciolto, comunque…”
Si frugò la giacca, mentre il suo allievo lo scrutava con crescente curiosità, e ne cavò un incarto completamente bagnato. Lo srotolò e finalmente il ragazzo riconobbe un ghiacciolo verde e piuttosto grande schiacciato in più punti.
“Avrei voluto mangiarlo io, ma visto che oggi è il tuo compleanno e non sono ancora riuscito ad offrirti del ramen..” spiegò Jiraiya, porgendoglielo, e vide che gli occhi di Naruto brillavano di nuovo di felicità. “Ma solo per questa volta, eh!”
Il Sannin si voltò nuovamente per riprendere la sua marcia, ma il ragazzo lo trattenne battendogli la mano libera sulla spalla. Quando l’uomo lo guardò negli occhi, notò che essi erano lucidi.
“Facciamo a metà” propose l’allievo semplicemente.
Jiraiya sorrise piano e spezzò il ghiacciolo in due metà perfette. Poi, senza parlare, si andò a sedere sotto ad una quercia che si ergeva lungo la strada e cominciò a mangiarlo. Naruto lo seguì, saltellando.

La mattinata era trascorsa: il cielo si era schiarito parecchio e il sole aveva lasciato posto alle nuvole, nuvole bianchissime e cariche di una brezza piacevole che accarezzava pigramente la lunga chioma di Jiraiya.
Il Sannin aveva posato per terra il grande rotolo che solitamente portava sulle spalle e finalmente si stava godendo un po’ di riposo all’ombra della quercia. Il suo allievo, invece, sonnecchiava beatamente poggiato contro la sua schiena, la mano abbandonata sul bordo del rotolo, ma ancora stretta saldamente a proteggere lo stecco di legno di quel ghiacciolo che aveva gustato più di ogni altra cosa al mondo e che aveva reso quel compleanno la giornata più bella della sua vita.
Ogni giorno, da quando avevano lasciato Konoha, accadeva così: Naruto, distrutto dagli allenamenti, crollava per la stanchezza, in qualunque luogo si trovasse, e toccava a lui portarlo a letto. Quel giorno, però, si era addirittura addormentato seduto: gli era bastato posare la testa sulla schiena del suo maestro per svanire in un sonno ristoratore, ma, nonostante ciò, non sembrava per nulla infastidito.
La sua espressione era distesa e beata, la sua bocca un poco aperta.
Voltata un pochino la testa, non appena lo vide, Jiraiya scoppiò a ridere fragorosamente: era davvero molto buffo. E in quel momento fu colto dall’ispirazione.
Era un’idea minuscola, quasi invisibile nella sua testa, ma egli sentì che spingeva con tutta se stessa per essere notata. Chiuse gli occhi.
Era lì davanti a lui. Era nitida, cristallina più che mai. Ormai era fissata.
Aprì gli occhi e cominciò a frugare frettolosamente la giacca alla ricerca del suo quaderno degli appunti. Lo aprì con un movimento brusco e prese a scrivere velocemente, prima che le parole volassero via. Riempì mezza pagina.

“Mi chiamo Naruto Uzumaki, e sono un ninja del villaggio della Foglia. Il mio più grande desiderio è diventare Hokage. Voglio diventare capo del mio villaggio per farmi amare e rispettare da tutti. E poi voglio riportare indietro Sasuke Uchiha, il mio amico che è scappato per cercare vendetta. Per poterlo battere ho lasciato il villaggio e ho cominciato ad allenarmi senza sosta sotto la guida di Jiraiya l’Eremità dei Rospi, uno dei tre ninja leggendari. Ormai sono quasi tre anni che ho lasciato il mio villaggio e il mio allenamento è quasi giunto al termine, ma io ci metto sempre lo stesso impegno. Voglio davvero diventare più forte.
Oggi è il mio compleanno, ma, nonostante questo, sono in viaggio insieme al mio maestro per raggiungere un villaggio in cui potermi allenare ulteriormente. I miei compleanni di solito trascorrono tutti così, ma oggi Jiraiya mi ha proposto di festeggiare con del ramen. Ne sono stato felicissimo, perché il ramen è il mio cibo preferito, ma purtroppo nel villaggio in cui ci siamo recati non c’erano locali in cui lo cucinassero.
Ammetto che mi sono arrabbiato parecchio, soprattutto perché avevo molta fame, ma Jiraiya mi ha offerto metà del suo ghiacciolo per riempirmi un po’ lo stomaco. Non che ci sia riuscito molto, comunque. La mia pancia brontola ancora e parecchio, anche.”

Rilesse con cura le parole che aveva scritto e sorrise. Di sicuro in quel momento lo stomaco di Naruto doveva essere vuoto come mai, certo.
Si voltò ancora per sbirciare il suo allievo e scoprì che non si era mosso affatto. Dormiva ancora profondamente. Sorrise di nuovo, con la bocca, con gli occhi, con il cuore, accarezzandone con affetto il profilo del viso abbronzato dal sole, e aggiunse sul foglio le ultime parole del suo nuovo prologo.

Qui comincia la mia storia. La storia del grande Naruto Uzumaki.” 

















Semplicemente una piccola one shot per festeggiare il compleanno del nostro eroe.
Anche se la storia diventa sempre più assurda, non riesco a pensare proprio a pensare ad un mondo senza Naruto. Ormai è così tanto tempo che mi fa compagnia che è entrato ad essere parte integrante della mia vita. Quante giornate tristi sarebbero trascorse senza di lui! :D
Un ringraziamento speciale,nonché la dedica, va alla carissima Katia, perché oggi ci doveva essere lei a pubblicare al posto mio. Rimettiti presto, voglio leggere la tua fic! XD
Pareri ben accetti, positivi o negativi che siano, come al solito insomma. XD

Sperando che vi sia piaciuta almeno un pò,
un bacio.

Ayumi


   
 
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