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Autore: Slytherin_Princess    05/06/2005    5 recensioni
E' la mia prima one-shot. Ci tengo a dire che ho scelto una coppia che non avevo mai usato prima d'ora.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Not Fade Away

Not Fade Away

 

*Era una serata torrida. Il clima rovente rendeva ancora più soffocante la sua condizione. La ragazza in questione era pallida, alta ed ossuta. I lunghi capelli corvini le donavano un’aria spettrale e gli occhi azzurri cupo che, a detta di tutti le conferivano l’aria di una bambola di porcellana elegante, erano velati. Velati di tristezza e indecisione. Indecisione sul continuare il cammino che da due anni a questa parte voleva conseguire. La madre della ragazza non era contenta che la figlia si schierasse da una parte o da un’altra, ed era l’unica figlia con cui aveva rapporti burrascosi. Bellatrix si era opposta alle idee della madre ed aveva insistito affinchè potesse schierarsi dalla parte di quell’uomo carismatico, che era arrivato a casa loro su invito del padre per discutere riguardo il governo che si stava lasciando andare ad atteggiamenti anarchici, ai quali volevano poter mettere fine, attuando un regime conservatore pronto a dar sostegno solo alle famiglie di antico lignaggio purosangue. La madre, Griet LeBlanc in Black, aveva rifiutato categoricamente l’idea che la figlia sarebbe diventata un’assassina ed una marionetta sotto le dipendenze di un uomo a cui non importava niente delle vite di giovani ragazzi pronti a donargli la loro esistenza pur di soddisfare una causa che sarebbe rimasta un’utopia nella mente di quell’uomo. La signora avrebbe preferito che sua figlia diventasse un’ ubbidiente ragazza, che non se intendesse di politica, incantesimi pericolosi, e che si fosse interessata agli abiti, ai ricevimenti e alle cose a cui ogni ragazza avrebbe dovuto interessarsi. Avrebbe voluto vedere la figlia maritata con un importante uomo dall’antico lignaggio purosangue, felice e devota solo al marito, come sarebbe diventata Narcissa. Ma la piccola di casa Black era più simile al cugino Sirius di quanto non volesse ammettere e in qualche modo somigliava anche a Regulus, perché rendeva fiero il padre. Lo rendeva fiero perché lei rappresentava il figlio che non avevano mai avuto. Un figlio che avrebbe dovuto perorare una causa importante.

Ma la signora LeBlanc in Black, non avrebbe mai saputo tutta la verità sul nipote Regulus, a dir il vero nessuno l’avrebbe mai saputa oltre a poche persone. Regulus veniva stimato da tutti i componenti della famiglia Black perché era un provetto Slytherin ed era capace di portare onore a quell’antica famiglia purosangue. Il beniamino di casa Black provava una stima morbosa nei confronti del fratello, e cercava la sua approvazione in qualsiasi cosa facesse. Inoltre, sarebbe giunto alla morte per salvarlo da un inganno, facendosi così ammazzare dal Signore Oscuro perché lo aveva tradito. Bellatrix sapeva che Regulus non voleva diventare mangiamorte, ma il ragazzo non aveva avuto né il coraggio né la forza di opporsi alla volontà del padre. Il provetto Slytherin era dalla parte dei cattivi solo per convenienza e per non essere diseredato, come sarebbe invece accaduto al fratello. Era essenzialmente debole, ma per suo fratello avrebbe fatto qualunque cosa, infatti si era spinto dove non avrebbe mai potuto immaginare.

 

Bellatrix si sedette sulla banchina che c’era dietro alla villa di zia Maude e zio Johannes, dove le barche di prestigiose famiglie attraccavano per prendere parte ai ricevimenti che gli zii organizzavano spesso.

L’aria calda e frizzante di Saint Tropez le solleticava la pelle diafana. Era scappata da quel ricevimento troppo caotico e fasullo. Si tolse le scarpe con il tacco piuttosto alto e le appoggiò accanto a sé.

Cominciò a canticchiare una canzone che aveva udito dal cugino Sirius, molto interessato alla musica babbana definita “rock”, genere che guidava i giovani trasgressivi nella Londra babbana.

 

*Angie, Angie, when will those clouds all disappear? Angie, Angie, where will it lead us from here? With no loving in our souls and no money in our coats. You can't say we're satisfied.*

 

La canzone aveva toni dolci che la cullavano e la tranquillizzavano. All’improvviso una voce maschile si unì a quella della ragazza, per fare un duetto.

 

*But Angie, Angie, you can't say we never tried
Angie, you're beautiful, but ain't it time we said good-bye?
Angie, I still love you, remember all those nights we cried?*

 

Si voltò per capire chi era, anche se non aveva dubbi che fosse suo cugino Sirius. Lei ruppe la sua solita espressione fredda e arrogante per sorridere. Un sorriso vero e sincero, che sapeva di dolce, ricambiato dal ragazzo con altrettanto calore. Si avvicinò a lei per poi sedersi. E continuarono a cantare. Cantare fino a che il testo della canzone non si era esaurito.

 

*All the dreams we held so close seemed to all go up in smoke
Let me whisper in your ear:
Angie, Angie, where will it lead us from here?
Oh, Angie, don't you weep, all your kisses still taste sweet
I hate that sadness in your eyes
But Angie, Angie, ain't it time we said good-bye?
With no loving in our souls and no money in our coats
You can't say we're satisfied
But Angie, I still love you, baby
Ev'rywhere I look I see your eyes
There ain't a woman that comes close to you
Come on Baby, dry your eyes
But Angie, Angie, ain't it good to be alive?
Angie, Angie, they can't say we never tried*

 

Il ragazzo si fece più vicino alla cugina e si tolse le scarpe e i calzini, immerse lentamente un piede nell’acqua piuttosto tiepida. Un sorriso furbesco gli attraversò il volto e in una rapidità sorprendente prese fra le braccia la cugina che, invano, si oppose in tutte le maniere possibili. La fece finire nella tiepida acqua del mare della Francia Meridionale con un lancio. La cugina sprofondò nell’acqua buia e tiepida e dopo poco riemerse dall’acqua, fradicia ed infuriata con il cugino. Quest’ultimo da quanto trovava divertente la situazione  era piegato in due dalle risate, cosa di cui lei ne approffittò e usò per cercare di spingerlo in acqua, ma il cugino fu più veloce e la bloccò in tempo, ma perse l’equilibrio e finì nell’acqua trascinando anche la ragazza. Risero, rimandendo abbracciati e si dimenticarono di tutto ciò che stava loro intorno. Lui le tolse alcuni ciuffi che aveva sulla faccia e le sfiorò la pella chiara e umida delle sue morbide guance.

Lei osservò Sirius che aveva gli stessi suoi occhi che, a dir il vero caratterizzavano tutti i Black e sorrise. La faceva impazzire, sorridere e le faceva dimenticare tutte le avversioni che aveva con la madre e con la sorella.

Si rivedeva in lui ed è come se fosse il suo io staccato dal corpo dell’avvenente ragazza, ecco perché le piaceva trascorrere del tempo con lui.

Sirius si issò sulla banchina di legno e quando fu salito, aiutò la ragazza a salire. Quando entrambi erano sopra la banchina, presero le rispettive scarpe e si diressero verso la villa Black.

Camminarono sul vialetto fatto di pietre antiche ed  entrarono a contatto con il marmo freddo quando raggiunsero il porticato austero della villa, da dove uscì Narcissa, recentemente fidanzata con Lucius Malfoy, rampollo di Casa Malfoy.

La piccola di casa Black alzò gli occhi al cielo non appena scorse la sorella, per la quale non nutriva stima. Assieme a Narcissa, c’era anche Regulus, il quale aveva un’aria trionfia.

Sirius potè dedurre che il fratello era stato oggetto di attenzioni per buona parte della durata del ricevimento e così si mise in disparte, per ascoltare i rimproveri a cui Bellatrix sarebbe stata sottoposta di lì a poco, con il fratello Regulus.

 

“Bellatrix ? Pensi di andare in giro conciata così al ricevimento ? Mamma mi ha mandata a cercarti, sarà infuriata quando vedrà questo vestito così bagnato.”

“E’ stata colpa mia” ammise Sirius.

“Ah sì ? Complimenti, casa Black ha due irresponsabili idioti che non si interessano di fare bella figura davanti alle famiglie più importanti che ci sono in Inghilterra !”

“Narcissa, suvvia.. “ la voce strascicata e melliflua di Lucius Malfoy

“Lucius.”  L’espressione della ragazza bionda con gli occhi smeraldini si illuminò.

“Sono dei ragazzini.”

“Beh per l’esattezza io e te abbiamo qualche mese di differenza, nonostante tu sia nato un anno prima di me. Bellatrix è molto matura per i suoi 15 anni !” Sirius intervenne.

“Dai vostri comportamenti, sembra che ne abbiate di meno.” Narcissa intervenne, ovviamente, a favore del suo futuro marito.

“Invece i tuoi sono migliori, vero ? Non sei capace di scegliere senza qualcuno che ti rassicuri. Non sei capace di ragionare da sola inoltre non sei capace di essere autonoma.” Bellatrix guardò la sorella con un sopracciglio inarcato ed un espressione scocciata.

“Non osare rivolgerti a me con quel tono !”

“Oso eccome. Sei superficiale, incapace e debole. Come puoi pretendere che io non cerchi di prevaricarti ? Sei una debole che vivrà sulle spalle di un uomo per tutta la vita perché è l’unica cosa che sai fare con talento. Io ho altre ambizioni e sto lottando per ottenere ciò che voglio, non come te che qualunque cosa dica nostra madre acconsenti senza nemmeno riflettere !”

La ragazza dai capelli corvini se ne andò, scoccando un’occhiata per nulla gradevole alla sorella.

Sirius si staccò dal muro con uno scatto renale e seguì la cugina, guardando di sottecchi Narcissa e Lucius, li seguì anche Rodulphus, che fece ritorno nel grande salone.

Sirius e Bellatrix andarono nella sala dove zia Maude teneva il tè del pomeriggio. La ragazza si sedette accavallando le gambe lunghe e sottili. Sirius si sedette accanto a lei.

I due cominciarono a riflettere. Dopotutto erano 2 contro tutti. Due persone che si assomigliavano, due persone che si erano fatte una promessa. Una promessa di sangue.

Non avrebbero mai dovuto dimenticare il legame che c’era fra di loro, seppure ancora acerbo e non sicuro. Se fosse accaduto, alla prima occasione uno avrebbe dovuto uccidere l’altro per poi raggiungerlo nell’aldilà e amarsi, amarsi in un posto in cui nessuno avrebbe potuto disturbarli. Dove nessuna persona più potente di loro potesse obbligarli a separarsi e rinunciare al loro legame. Quel legame così sottile e fragile. Nessuno dei due era forte se non insieme. Solo insieme sarebbero riusciti a scalfire la prepotenza di chi voleva dividerli.

Sarebbe stato così semplice ? Erano solo adolescenti eccitati all’idea di farsi promesse che poi non sarebbero riusciti a rispettare. *

 

Giugno 1995.

 

*”Avanti, puoi fare di meglio !” le gridò, la voce echeggiante nella vastissima sala.

Sirius derideva la cugina Bellatrix, con cui aveva suggellato un patto quasi 20 anni prima. Un patto di amore. Un amore costretto a finire per scelte diverse, scelte a cui nessuno dei due era stato sottoposto forzatamente, erano scelte volontarie.

Il secondo getto luminoso lo colpì in pieno petto. La risata non gli si era ancora spenta sul viso,  ma il colpo gli fece sgranare gli occhi azzurro cupo.

*Ti ho ucciso, così hai conservato il nostro patto per sempre. Non credere che io me lo sia dimenticato, Sirius. Era in fondo al cuore, che aspettava il momento giusto per uscire. Aspettami, ovunque tu sia, aspettami.*

Un urlo di trionfo si espanse per tutta la sala: era quello di Bellatrix Lestrange. *

 

Ti ho ucciso, ti ho ucciso. Non riesco ancora a rendermi conto che io ho ucciso TE. L’ho fatto decine e decine di volte, eppure questa sembra la prima.

Ricordo ancora la prima volta in cui ho ucciso qualcuno, sono passati più di 20 anni eppure la ricordo con precisione. Era la prova per entrare a far parte dei mangiamorte. Carriera che desideravo svolgere da quando avevo visto per la prima volta The Dark Lord, come amava farsi chiamare lui. Mi ero lasciata ammaliare dall’aspetto affascinante nonostante fosse abbastanza avanti con l’età, non sapevo granchè sul suo conto, a dir il vero nessuno sapeva tanto su di lui. Mi aspettavo una semplice prova di incantesimi o un giuramento, non una prova in cui un innocente avrebbe rimesso la sua vita. Non avevo immaginato che avrei dovuto uccidere persone per conto del Dark Lord che voleva farsi strada nel mondo così

Quante volte abbiamo fatto finta di odiarci, mh ? Tante, forse troppe. E’ giunto il momento di smetterla di fingere. Anche se più volte ti ho odiato perché non eri dalla nostra parte, ma ero presa da Lui. Sì, il Signore Oscuro a cui avevo donato vita e anima. In qualche maniera ti assomigliava. La superbia, la strafottenza, l’insofferenza erano caratteristiche comuni fra noi 3.

E poi a 20 anni mi sono sposata con Rodulphus. Ho scelto lui perché ti assomigliava, sì anche lui. Cercavo in tutti una caratteristica che avevi anche tu, per così potermi ricordare del ragazzo che tanto mi assomigliava con cui avevo stretto un patto.

Ti ho pensato sempre. Sempre. Di continuo. Ad Azkaban è stato il pensiero di poterti rivedere che mi ha fatto andare avanti, non mio marito che mi era sempre affianco.

Ti ho amato e ti amo. E sono tua, solo tua per sempre. Nell’eternità saremo insieme, in una dimensione in cui nessuno ci potrà impedire di amarci. Una dimensione dove non ci saranno guerre a cui partecipare e schieramenti a cui appartenere.

Io e te, soli, con l’amore.

 

 

 

  
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