Il
messaggio diceva: "Ti aspetto a casa mia, fra mezz'ora."
Il
suo cuore batteva come un tamburo, mentre si accingeva a salire le scale che
l'avrebbero portata dentro casa sua. La porta era aperta, ma non c'era nessuno
all'ingresso: entrò, ormai era quasi di casa, e richiuse la porta dietro di sé.
"Ehilà?
Scusa il ritardo."
Nessuna
risposta.
Lui
era fatto così: ti mandava dei messaggi non tanto chiari, in modo che spinta
dalla curiosità tu lo raggiungevi, per sapere finalmente che cosa volesse. E
quando arrivavi, prima si faceva aspettare e poi, FORSE, ti diceva il motivo
per cui ti aveva chiamato. La maggior parte delle volte non c'era una
motivazione.
Posò
la giacchetta su una sedia in cucina, poi si voltò verso la camera: la porta
era socchiusa, e da sotto si vedeva una strana luce. Incuriosita si avvicinò.
"Ei?
Sei di là?"
Aprì
la porta lentamente, sorridendo, e la scena le mozzò il fiato... la stanza era
quasi del tutto piena di candele, e sul cassettone accanto alla porta c'erano
una rosa bianca, una rossa, e una rosa legate assieme. In sottofondo si sentiva
della musica, semplice musica senza parole ma intensa di significato...
La
ragazza sorrise ancora di più, prendendo in mano le rose. Le spine erano state
recise, ma erano tutte e tre stupende. Le portò al naso per respirarne il
profumo, quando un paio di braccia la circondarono dolcemente.
"E'
meraviglioso... davvero..."
Lui
la baciò sul collo, e sorrise voltandola verso di sé.
"Sono
felice che ti piaccia, amore mio."
Un
bacio. Dolce, spontaneo, e pieno di sentimento. Lei sorrise, e prendendolo per
mano lo portò verso il letto. Si sorrisero nuovamente, poi un altro bacio e lei
si sedette sul bordo del letto, e aiutandosi con le mani si portò in cima, per
sdraiarsi e poter posare la testa sul cuscino. Sorrise, e lo attirò a sé, sopra
di sé, per baciarlo di nuovo.
"Sei
bellissima."
Le
guance le si colorarono di rosso.
"Dici?
Amore... parlavi sul serio, ieri, quando hai detto..."
Un
baciò fermò le parole.
"Ti
amo. Ti amo con tutto me stesso. Te lo giuro su ciò che ho di più caro."
Non
c'era bisogno di altre parole, nè di tanti altri
discorsi. "Ti amo" era tutto ciò che bastava,quel giorno.
In
quella stanza, immersa nel profumo pungente delle tre rose, nella melodia che
suonava, e nel calore delle candele, due cuori innamorati e profondamente
legati l'uno all'altro.
Due
mani che si cercavano, e si stringevano... due bocche che bramavano più di ogni
altra cosa di unirsi in un bacio, e poi in un altro... e un altro ancora... due
cuori che battevano nello stesso identico istante...
La
musica dello stereo veniva sopraffatta dalle loro parole, dai loro sospiri, e
dai loro respiri. Dalle parole sussurrate nell'orecchio.
Quella
mattina due anime che si mescolavano un pò.
E
due corpi, che facevano il primo passo per conoscersi sempre di più.
....CONTINUERA'?...