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Autore: HaRrY    05/06/2005    12 recensioni
talvolta la realtà nasconde dei misteri (non chiedetemi quali)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Un doppio volto

Un doppio volto

“Mi trovavo a camminare lungo una strada, ai lati della quale vi erano degli strani alberi, non saprei descriverteli, erano strani e basta.

Camminavo… camminavo, non so perché lo facevo ma sapevo che dovevo farlo, finche non vidi di fronte a me un viale ricco di ciliegi in fiore che se potessero parlare, mi avrebbero sicuramente invitato ad entrare o almeno é quello che credevo io. Nella mia mente pensavo a quale pericolo potesse nascondere quello stupendo e meraviglioso viale, così presi coraggio e mi incamminai al suo interno.

Dopo una breve passeggiata scorsi, tra i rami, in lontananza, un albergo anzi no, una villa immensa. Ma dove mi trovavo? Eppure fino a ieri ero a studiare dal mio libro di antologia; ero mica finito in uno dei suoi racconti? No, era tutto vero e stramaledettamente bello.

Giunto davanti il grande portone che chiudeva quella bellissima villa non resistetti e,spinto dal grande desiderio di entrare, avvicinando la mano al pomello, mi accorsi dello stravagante campanello che finii per suonare. Il soave suono che produsse fu interrotto da due giri di chiave e dallo stridio di quella porta antica.

All’ ingresso si affacciò un maggiordomo che mi fece entrare senza chiedermi nulla quasi fossi atteso; quello mi potò al centro dell’immenso salone e tornò a fare il suo dovere.

Mi guardai attorno, la sala era ornata da stupendi mobili, da quadri e sul soffitto uno strano ma, al tempo stesso, stupendo affresco che raffigurava da un lato una donna bellissima con dei lunghi capelli biondi e una veste bianco perla e dall’ altro, un mostro, così orrendo che a vederlo voltai subito il viso.ero cosi concentrato che un urlo mi fece sobbalzare, era una cameriera che diceva –quel protervo di un maggiordomo che ha la boria di essere il più bravo e che ha una cotta per quella sottospecie di diavolo della padrona….- poi accorgendosi di me, disse -… e tu cosa ci fai qui? Cos’ hai da guardare, piuttosto guardati attorno e stai attento perché se lei lo desidera, tu da qui non esci vivo ihihihihihihihihihihihihi !- e con questa sguainante risata torno al suo lavoro. Le sue parole, devo dirti, mi lasciarono stupito, da cosa mi dovevo guardare le spalle e soprattutto chi era quella lei così terribilmente descritta da quella cameriera isterica… tante domande ma nessuna risposta così ripresi a fissare quel meraviglioso affresco sul soffitto. Nel frattempo scese la notte e il buio nella sala e sentii un forte colpo alla nuca. Quando riaprii gli occhi mi ritrovai supino su un pavimento di legno, scettico su cosa mi fosse accaduto ma era inutile pensare, tanto la paura non mi sarebbe più passata. Cominciai quindi a scandire i primi passi su quel pavimento marcio che, al primo passo falso, sarebbe crollato. Era un esteso corridoio lungo il quale vi si trovavano alla mia sinistra un’ infinità di camere e alla mia destra delle finestre sigillate. Era da poco notte e una luna piena illuminava parte del corridoio. Il paesaggio, visibile attraverso la finestra, era tetro: alberi spogli, terra arida e delle nuvole grigie, diradate nel cielo.

La mia paura era indescrivibile, mi fermai ad osservare quel territorio cupo e continuavo a chiedermi perché ero lì e come c’ero arrivato…ma stare fermi era inutile bisognava trovare un’uscita e ripresi il cammino. Mi affacciavo in ogni camera per chiedere informazioni a qualcheduno… ma non c’era nessuno, nessuno fino a quando non udii il pianto sfrenato di un bambino che in quel momento per me era qualcosa di stupefacente poiché significava presenza umana. Non ho avuto nemmeno il tempo di pensarlo che entrando nella camera, se così la possiamo chiamare, non cera nulla!! Cosa era? Solo un’allucinazione? No, non era possibile.

Ricominciai a camminare e questa volta sentii una risata pimpante di un bambino, entrai in una nuova camera e vidi una donna, seduta su una sedia, col viso coperto da lunghi capelli, accudire il ridacchiante bambino, sembrava di averla già vista… ma si, era la cameriera isterica. Le andai vicino e le chiesi dove eravamo, ma lei non rispose, così la scossi e la testa si ripose indietro facendone scoprire il volto dai lunghi capelli.

Mai come quella volta rischiavo di “morire d’infarto” infatti mi si mostrò dinanzi un teschio; anche il bambino era uno scheletro; appena li fissai i loro occhi si illuminarono e con una voce risonante iniziarono a gridare- MORTE! MORTE AL VIVENTE-. Con la più atroce e tremenda paura presi a correre non interessandomi del pavimento marcio… correvo, correvo, correvo, quando mi accorsi che, essendomi passata la luna dietro, davanti a me vi erano due ombre. La luce era una, io ero uno… ma l’ombra non doveva essere una? Così presi coraggio e mi girai ma chissà perché non c’era nessuno.

Dunque mi calmai, anche se il mio cuore batteva a mille e continuai a camminare chiedendomi se mi trovavo ancora nella stessa villa e, se la risposta era affermativa, cosa le ere successo; ma dopo un tratto, ricomparse l’ombra e mi girai senza problemi sperando che come prima non ci fosse nulla… non l’avessi mai fatto! Quando mi girai vidi uno scheletro maligno vestito con una lunga veste nera e con sparsi in testa venti capelli, aveva due occhi color ghiaccio che mi fissavano in un modo terribile e in bocca quattro denti. Era talmente orrendo che sembrava fosse stato unto dal diavolo per uccidermi. Subito mi accorsi che quello era lo stesso del ritratto e la prima cosa che mi venne in mente non era inerente alla paura ma a questa domanda: sarà lei la padrona?

In fondo mi resi subito conto che era una domanda stupida e con un urlo incominciai a correre. Volevo evadere ma non si poteva, la paura era tale che alla vista di un ragno mi venne un’ aracnofobia incredibile, continuai a correre adesso con gli occhi chiusi ma feci male, infatti presi una storta e mi rovesciai a terra facendo crollare il pavimento… Un colpo. Mi svegliai in un letto, nel mio letto.Era un sogno!! ”

  
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