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Autore: war    12/10/2009    3 recensioni
Vi saranno le demenzialità e le infinite cavolate che la mia mente sotto pressione ha tirato fuori durante la stesura di Siwa. Alcune saranno storielle di più pagine, alcune poche righe, altre ancora solo scambi di battute... La raccolta ha poche pretese, magari solo quella di strappare un sorriso!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quando ricevetti l'incarico da parte dell'Oracolo delle Sabbie mi dissi che sarei di nuovo finita in un mare di palta e che andare al Santuario di Athena, a trattare con la Kido, mi avrebbe fatto venire la gastrite.
Apparentemente non si trattava di nulla di speciale, anzi era più che altro una visita di cortesia che dovevo fare e accertarmi della fedeltà di Athena a Zeus. Nulla di complicato e nulla che non avessi già fatto.
Menion mi avrebbe accompagnata fino all'aeroporto di Alessandra, dove sarei volata direttamente ad Atene avrei portato gli ossequi di Beer Siwa e del Divino Zeus.
Mi sarei dovuta destreggiare fra curiosi e pettegoli, non farmi coinvolgere in eventuali diatribe e soprattutto sorbirmi quelle cerimoniose riunioni-serate che non avevano molto di colloqui divini ma erano più simili a ricevimenti dell'alta società.
Avrei dovuto mettermi fili interdentali fra le chiappe, indossare stiletti al posto di scarpe, strizzarmi in abiti che erano una seconda pelle e... avrei dato fuoco a pizzi e merletti, toulle e ruote per gonne che erano così barocche da dover aver bisogno di un supporto per sostenersi!
- Allora sei pronta? - mi diede la voce Menion da sotto la mia finestra.
Mi affacciai e gli feci cenno di salire.
Il piccolo trolley da viaggio era ancora aperto sul letto, l'anta dell'armadio spalancata e accatastati sulla sedia e sul tappeto ci stavano diversi miei abiti. La mia camera non era mai stata così fuori posto.
- Che è successo? La terza guerra mondiale? - chiese Menion con gli occhi dorati carichi di stupore e allegria.
- Lo posso ammettere: sono in paranoia! - ammisi
- Per l'incarico? - chiese lui sollevando da una pila di vestiti un triangolino azzurro.
- Come mi devo vestire? - gli chiesi senza badare a quello che stava realmente facendo.
- Credi sia importante? Di solito tu non badi affatto a queste cose! - mi disse tirando i due listini laterali della stoffa azzurra e dando forma al perizoma.
- Davvero ti infili questa roba? A occhio e croce il mio braccio ci passa appena... - mormorò lui tenendo l'elastico teso con i pollici e gli indici che disegnavano una L.
Divenni viola quando mi resi conto di cosa stava maneggiando.
- Idiota! Io non gioco con le tue mutande! - sibilai dandogli una scoppola sul coppino.
- Mu- mutande? Quella strisciolina? Cos'è, hai sbagliato lavaggio? -
- Vai a cagare, Menion! Quella è considerata biancheria sexy! - sbuffai strappandogli le mie mutande dalle mani e nascondendole in valigia.
- Ecco, questo è il Messaggero che tutti si aspettano di vedere!- ghignò lui.
Improvvisamente capii.
Non era importante cosa io indossassi, o come mi presentassi o se fossi bella... Era importante quello che avevo da dire. Non era il messaggero ad essere importante, ma il messaggio. Io dovevo semplicemente continuare ad essere la stessa persona di sempre.
Mi sedetti a fianco del ragazzo, facendo cigolare le molle del letto.
- Grazie. - gli dissi sorridendo come sorridevo solo a lui da quando Ishtar era entrata nel Dome.
Lui mi arruffò i capelli con la mano, poi si alzò in piedi, come se quel gesto fosse stato troppo confidenziale o minacciasse di cambiare l'equilibrio che c'era fra noi. Equilibrio che tra l'altro non avevo capito in cosa consistesse. Io ero innamorata di lui da anni, ma lui vedeva solo Ishtar. Certo provava del sincero affetto per me, ma nulla di più. E personalmente non mi facevo illusioni. A me bastava vederlo e ricevere quello che lui era disposto a darmi per essere... contenta.
- Non so se tu avrai davvero la forza di cambiare il mondo, un giorno... Ma io prego affinchè il mondo non possa mai cambiare te. Ricordatelo. Tu sei... Vai bene esattamente come sei - mi disse fissandomi con una strana intensità. Gli occhi aurei mi avvolsero e mi parve di essere immersa in un caldo e sereno pomeriggio estivo.
- Che il Divino Padre ascolti la tua preghiera e la esaudisca come tu la vorresti vedere realizzata. - gli risposi sorridendogli di nuovo.
L'attimo si sciolse e lui riprese il suo piglio militaresco.
- Allora, cosa ti ci vuole a chiudere quella borsa? -

NDWar: chiarimento sul titolo
So che il titolo della raccolta non è stato scritto correttamente, ma siccome non so se esista un plurale di tale temine inglese e dopo una disquisizione a tale proposito con Daria, ho optato per creare qualcosa di solo mio.
Ho raddoppiato la N, così come nelle lettere commerciali si raddoppia la G quando si intende Signori.
Egr. sig. (Egregio Signore) diventa Egr. Sigg. (Egregi Signori)
Spin - off è diventato Spinn - off.
Prendetela come una gigantesca licenza poetica!

Per il resto spero che anche questa vi piaccia, doveva essere inserita in Siwa, proprio nei primi capitoli, il quarto per l'esattezza. L'attacco sarebbe dovuto avvenire di giorno verso la metà mattina e non durante la notte, ma poi, mi è piaciuta di più l'altra soluzione.
Ecco giustificato anche il titolo di queste righe
  
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