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Autore: Rinalamisteriosa    13/10/2009    4 recensioni
Da quando si era perduta in mezzo a quella landa desolata e oscura non esisteva più pace per lei e ogni occasione era buona per darsi mentalmente della stupida e piangersi addosso.
Era stanca, distrutta senza nemmeno sapere come vi era finita là dentro dato che era avvenuto tutto così in fretta: il pedinamento, l'attacco a sorpresa dei nemici e la perdita dei sensi.
Una parte di se stessa bramava disperatamente di poter tornare a casa, dalla sua famiglia e dai suoi amici; l'altra però temeva che gli altri - soprattutto il padre - l'avrebbero additata ancora una volta come una nullità, una palla al piede, una spina nel fianco.

[Accenni NaruHina, modello "Gli Aristogatti"]
- Seconda classificata al "Naruto Fairytale Contest: II edizione" indetto da Lalani e Vincitrice del premio giuria -
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Rinalamisteriosa

Titolo della fic: Tre gattini, due cuori e un capanno

Tipologia della fic: Longfic (tre capitoli con un mini epilogo)

Modello e Frase Scelti:

- Lei si è persa: non riconosce il luogo in cui si trova e non ha memoria di come ci è giunta. Ma forse Lui potrebbe aiutarla a trovare la strada di casa…

(Modello Gli Aristogatti)

11)Per quanto il vento ululi forte, una montagna non può piegarsi al suo volere. (Mulan);

30)Proteggi sempre e comunque la tua famiglia. (Tarzan)

Personaggi principali: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti

Genere: azione, introspettivo, sentimentale

Avvertimenti: What if...?

Raiting: verde

Introduzione: Da quando si era perduta in mezzo a quella landa desolata e oscura non esisteva più pace per lei e ogni occasione era buona per darsi mentalmente della stupida e piangersi addosso.

Era stanca, distrutta senza nemmeno sapere come vi era finita là dentro dato che era avvenuto tutto così in fretta: il pedinamento, l'attacco a sorpresa dei nemici e la perdita dei sensi.

Una parte di se stessa bramava disperatamente di poter tornare a casa, dalla sua famiglia e dai suoi amici; l'altra però temeva che gli altri - soprattutto il padre - l'avrebbero additata ancora una volta come una nullità, una palla al piede, una spina nel fianco.

 

 

 

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TRE GATTINI, DUE CUORI E UN CAPANNO

Prima parte

 

 

 

Procedeva a passo svelto e sicuro, marciando su per le scale e attraverso i deserti corridoi, fino alla meta: l'ufficio spazioso dell'Hokage aveva la porta spalancata, segno che non ci sarebbe stato alcun bisogno di bussare.

La cosa più strana, però, era rappresentata dal cristallino ordine di recarsi immediatamente al cospetto della donna più autorevole e terribile del Villaggio della Foglia.

Naruto deglutì sommessamente prima di entrare e mascherare l'agitazione con il solito sorriso radioso, domandando a braccia aperte: "Allora, nonna Tsunade, che cosa succede?"

Una penna scagliata a velocità sorprendente lo colpì dritto sulla fronte spoglia; mentre Naruto imprecava comicamente per il dolore la bionda alla scrivania gli ricordò nervosa: "Ti ho detto mille volte di non chiamarmi 'Nonna Tsunade', baka!"

Naruto si imbronciò, ma non rispose: si limitò a distogliere lo sguardo offeso verso una pianta accostata al muro e a incrociare le braccia al petto.

"Scusa ma preferirei non scherzare... non dopo la notizia che ho appena ricevuto." riprese Tsunade, appoggiando il mento tra le dita incrociate sorrette dai gomiti posti sul ripiano in legno finissimo.

Era cupa in volto.

"Quale notizia?" si informò il biondo con il broncio ancora visibile, adorabile ma attento a prestare ascolto ad ogni parola sarebbe uscita dalle labbra della - come lui scherzosamente amava definirla - vecchia.

"Arriverò direttamente al sodo: un mese fa avevo affidato al team Gai una missione nel Paese del Fulmine, una missione di livello A in cui ha voluto partecipare anche Hinata Hyuuga. Non mi sono chiare le sue motivazioni, forse voleva dimostrare al padre di essere migliorata, fatto sta che io accettai. Questa mattina, a un mese di distanza, hanno fatto ritorno al villaggio solo tre dei cinque componenti scelti." 

Silenzio: si frappose fra loro, messaggero di dubbi, perplessità e tensione.

"Chi non ha fatto ritorno? Che cosa è successo?"

"A quanto pare è sorta una complicazione, Naruto. Un pedinamento non previsto... Hinata non ha voluto sentire ragioni: ha inseguito due individui sospetti che si allontanavano e non ha fatto più ritorno. Dispersa, così come Neji Hyuuga, che con la speranza di convincerla a non fare mosse azzardate le è andato dietro, penso per assicurarsi che non le accadesse il peggio."

"Mi scusi, Quinto Hokage, ma proprio non riesco a capire: e gli altri? Sono rimasti a far nulla, li hanno cercati dappertutto oppure aspettati da qualche parte... Insomma, che cosa è accaduto esattamente?" sbottò ansioso il ragazzo, che stava perdendo pian piano la pazienza a causa della narrazione frammentaria della bionda.

Gli era stato insegnato che abbandonare un compagno in qualsiasi circostanza era un atto vile e disonorevole per un vero ninja: era inaccettabile perciò pensare che Gai-sensei, Rock Lee e TenTen non avessero rispettato tale principio basilare.

"Hanno atteso fino a due giorni fa" riferì lei grave "avevano il rigoroso onere di tornare al Villaggio e riferirmi il tutto. Gai ha proposto di ripartire immediatamente ma io ho detto loro di non preoccuparsi, che avrei mandato presto una squadra specializzata nelle ricerch-"

"Ah, un'altra squadra! Meglio così" la interruppe il ninja facendosi più vicino alla scrivania. "E naturalmente il sottoscritto prenderà parte alla spedizione, altrimenti perché convocarmi d'urgenza?"

"Hai ragione. Oggi è il tuo giorno fortunato... perché ciò che voglio concederti è il comando della squadra di soccorso."

"Addirittura il comando?! Davvero?"

"Sì. E non farmelo ripetere se non vuoi che cambi idea!"

"No, no, certo! E' davvero fantastico: finalmente avrò la mia occasione! Chi saranno i miei compagni di squadra? Quando si parte?"

"Non essere precipitoso. Dobbiamo organizzarci... comunque chi vorresti con te?"

"Io?!"

Inizialmente stupito, Naruto fece due passi indietro e si sedette a terra, con le gambe incrociate e una mano sotto al mento, fino ad assumere un'espressione pensierosa.

"Mi faccia pensare..." mormorò concentrandosi al meglio delle sue possibilità sui candidati più adatti.

Tsunade era proprio curiosa di vedere come se la sarebbe cavata lo scaltro e impulsivo pupillo di Jiraiya, l'insolente e sfacciato ragazzino che sognava di diventare Hokage...

 

***

 

"Perché proprio noi due?" aveva sbottato Ino Yamanaka dopo aver ascoltato con moderato e discreto interesse le sue parole, indicando sbalordita prima se stessa e poi l'altro ragazzo, Kiba Inuzuka, seguito dal fedele e inseparabile Akamaru.

"Dai, sii ragionevole" provò Naruto "sei l'unica mia conoscente a... praticare le arti mediche dopo Sakura-chan. L'avrei chiesto volentieri e senza indugio a lei se l'Hokage, che la sta sottoponendo ad un allenamento speciale per affinare non so quale tecnica curativa, non mi avesse proibito di vederla! Lo so, lo so: detto da me sembra strano, ma ti prego, ti supplico di non negare il tuo prezioso aiuto per una buona causa."

"Io ci sto!" asserì l'altro ninja, che fino ad allora si era tenuto fuori dalla conversazione. "Se Hinata è nei guai, non posso certo starmene qui a crogiolarmi al sole: ho ragione, amico mio?"

Il cane abbaiò convinto in risposta e il castano sorrise.

"Bravissimo! Tu sì che mi capisci al volo, Kiba!" si congratulò il biondo, quasi commosso.

"Tsk! Ricorda che non lo faccio per te" sottolineò poi l'altro, serio, incrociando le braccia al petto "ma per il bene della mia compagna di team!"

"Certo, certo: non si abbandonano i propri compagni in difficoltà. Dovresti proprio seguire il suo esempio, Ino... Eddai, che cosa aspetti a confermare?!"

L'interpellata sospirò teatralmente: questa non ci voleva, l'imminente incarico che le stava proponendo Naruto avrebbe mandato a monte tutti i progetti della giornata, tra cui un sano e contenuto pranzo al ristorante in compagnia di Choji e Asuma-sensei - escluso Shikamaru che si era recato a Suna - e una visita pomeridiana alle terme per un nuovo ed efficace trattamento di bellezza.

Però intanto l'impazienza del ragazzo che di fronte a lei la pregava saliva vertiginosamente e di questo passo sarebbe divenuto ancora più insopportabile, insistente e assillante.

"Ahimè! Che cosa faccio? In effetti Hinata è stata una nostra compagna di accademia, anche se io praticamente non ci ho parlato quasi mai... Stesso discorso per Neji, diplomatosi un anno prima..." ragionò Ino, aggrottando la fronte.

"E va bene!" capitolò infine, conscia dei propri doveri da medico e - prima di ogni cosa - da ninja di Konoha.

Naruto approvò con il segno della vittoria, poi si rivolse all'altro: "Senti Kiba: pensi che dovremo chiedere anche a Shino?"

"E' in missione con suo padre: dovevano... salvare uno o più alveari, mi pare" gli fece sapere Kiba, vagamente divertito.

"Ah, capisco... Allora fa nulla, noi tre bastiamo e avanziamo!" esclamò euforico. "Coraggio ragazzi, si parte!"

"Non così in fretta, Naruto!" A richiamarlo non erano stati gli altri due bensì l'uomo che per quasi tre anni gli aveva fatto da maestro; l'eremita dei rospi altresì conosciuto come Jiraiya, uno dei tre ninja leggendari assieme a Tsunade e a quella serpe di Orochimaru.

"Oh, è lei, Ero-sennin! Che cosa c'è? Perché non dovrei avere fretta se ho una missione?" domandò alterato l'allievo.

"Davvero avete intenzione di partire?! In tre? Ma non vi hanno insegnato che deve esserci almeno un adulto?" gli ricordò il maestro, incrociando le braccia al petto.

"In effetti ha ragione!" approvò annuendo Ino.

"E allora venga lei, no? E' già qui! Siamo tutti qui!" sbottò Naruto, alzando le braccia al cielo come a voler fendere l'aria.

Jiraiya ghignò.

"Per quanto il vento ululi forte, una montagna non può piegarsi al suo volere." enunciò saggiamente. "In poche parole, devi fare sempre di testa tua vero?"

Naruto non ci capì nulla e lo fissò imbronciato "Beh, sì, effettivamente è così!"; poi gli diede le spalle in modo da poter ammirare da lontano i grandissimi volti di pietra di tutti gli Hokage di Konoha, scolpiti magistralmente sulla montagna.

Ogni volta che i suoi occhi azzurri e profondi li inquadravano, sentiva che non c'era ostacolo o difficoltà che potesse intralciare il suo cammino.

"Allora maestro, che cosa vuole fare? Viene oppure no?" lo sollecitò deciso e a testa alta.  

L'uomo si portò beffardo le mani ai fianchi e rispose: "Ma certo che vi accompagno, che richiesta assurda! Pensi che io possa lasciare uno stupido ingrato come te a capo di una squadra di soccorso?"

"Sì, come no!" s'impuntò l'altro. "Non sono né stupido né ingrato, eremita dei miei sandali!"

E andarono avanti a battibeccare, sotto gli occhi scioccati di Ino e quelli divertiti di Kiba, finché non furono pronti a partire e tener fede al consueto credo ninja di salvare sempre chi è in difficoltà.

Anche e soprattutto quando può sembrare impossibile.

 

 

 

 

*-*-*-*-*

Nota: Attenendomi al modello scelto, ho elaborato una longfic in tre capitoli più epilogo con finale aperto (perciò lascio a voi libera fantasia su cosa succede dopo XD) ambientata nel mondo di Naruto.

What if...? perché non credo che questa missione avverrà mai da Shippuden, del quale non considero gli spoiler e nemmeno buona parte degli avvenimenti del manga (altrimenti Asuma e Jiraiya non sarebbero stati menzionati ç_ç). Talvolta presenta dei salti temporali che mi sono serviti a evidenziare solo le scene più importanti.

 

Sono felicissima di questo risultato insperato *_* così felice da essere ancora senza parole!

Ringrazio di cuore la giudice e mi congratulo con tutte le altre - bravissime - partecipanti: non vedo l'ora di leggere le loro storie! *O*

 

Sono graditi commenti, critiche e consigli.

 

Alla prossima!

Un bacione!

Rinalamisteriosa

 

 

 

  
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