Seduto sulla poltrona del comandante di plancia, il Tenente Colonnello Conner osservava lo schermo posto davanti a lui, che mostrava il panorama esterno all’astronave. Il caleidoscopio di tutte le sfumature di blu dello squarcio iperspaziale l’aveva sempre affascinato, anche se oramai erano 5 anni che comandava la Destiny, incrociatore medio da esplorazione della nazione terrestre. Era più di 4 mesi che vedeva solo quel panorama da ogni punto della nave che permettesse di guardare verso l’esterno. Ora finalmente erano giunti a XD-429, ultimo dei pianeti sulla sua lista, che l’avevano tenuto lontano dalla Terra per 4 anni e mezzo. Quattro anni e mezzo fino ad allora sprecati, nessuno dei 9 pianeti fino ad allora visitati poteva supportare la vita a base carbonio, o se la supportava, ospitava già una razza troppo sviluppata per le Norme di Terraformazione e Colonizzazione. Bella storia, il genere umano, una delle due razze più potenti della galassia, era anche una delle poche razze a base carbonio, in una galassia piena di mondi con vita a base silicea, e figuriamoci se i silicei respiravano la nostra stessa atmosfera, no, loro respirano idrogeno e metano.
L’incrociatore lungo quasi 1 chilometro e mezzo esattamente un minuto dopo emerse dall’iperspazio, con il caratteristico sfasamento visivo, sott’occhio di tutti, e l’altrettanto caratteristico flash blu, che lasciava come traccia una sorta di scia di fumo nello spazio, che si dissolveva ben presto.
<mmm bene… Sanders ci porti in orbita geostazionaria, avviare scansioni geometriche e biometriche Reynold>
La plancia fervette subito di attività, mentre l’incrociatore si mosse in direzione del pianeta, mentre i motori gravimetrici andavano appena a un quarto della potenza, e raggiunse velocemente l’orbita del pianeta, e l’elaboratore centrale azionò in sequenza i propulsori RCS lungo tutta la nave per disporla con precisione alla velocità della rotazione planetaria.
Completata quell’operazione all’immagine del pianeta sullo schermo si sovrappose una serie di grafici che si svilupparono a poco a poco, mentre tutti quelli in plancia trattenevano il fiato. Quando le luci dell’incrociatore divennero blu tutti trattennero il fiato.
<Collin, inviare subito una comunicazione sub spaziale al comando della HNF, c’è un convoglio coloniale che sta aspettando da quasi un anno di partire; Sanders, avvii le procedure per l’atterraggio del modulo>
Il modulo da colonizzazione di base era uno dei più grandi traguardi tecnologici dell’era coloniale, era un blocco agganciato e integrato alla nave, in grado di essere espulso, atterrare con un equipaggio di circa cento persone, che mettessero in piedi un base iniziale su un pianeta abitabile, in attesa del convoglio coloniale vero e proprio.
Pochi minuti dopo, ricevuto l’ok dal modulo, questo si sganciò dalla nave, entrando in breve nell’atmosfera, dirigendosi verso la superficie in un volo perfettamente controllato, superficie che tocco poco dopo con un lieve sbuffo di polvere, almeno era ciò che si vide dall’orbita, iniziando subito a riconfigurarsi epr formare la base iniziale sul pianeta.
Il colonnello sorrise, quindi si rivolse a Sanders
sorrise anche il tenente, come il resto della plancia.
L’incrociatore, docile ai comandi del tenente, si mosse istantaneamente, accelerando e lasciando l’orbita del pianeta, della nuova colonia, puntando deciso verso una direzione.
Dinnanzi alla nave un piccolo flash, poi sembrò davvero che lo spazio si squarciasse verticalmente, allargandosi sempre più, in un blu acceso, e la nave entrò in quello squarcio, sparendo, appena 20 minuti dopo essere giunta, diretta verso la Terra.