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Autore: Sklupin    14/10/2009    4 recensioni
Eccomi di nuovo qui gente, a tediarvi con le mie fanfic harrypotteriane! Questa volta vediamo Harry alle prese con Draco, i compiti, Ginny, una serie imbarazzante di situazioni al limite del ridicolo. Seguito di "Bianco" questa mini storia (si tratta appunto di pochi capitoli)vuole fare luce su come Harry e Ginny sono tornati insieme dopo la guerra ed i terribili avvenimenti che li hanno visti coinvolti. Una commedia sull'amicizia, l'amore e la sottile arte della seduzione made in Malfoy. Buona lettura a tutti!! (i personaggi sono di proprietà di J.K. Rowling e non ho nessuno scopo di lucro).
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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LEZIONI DI SEDUZIONE

 

CAP. 1 UNA PROPOSTA INASPETTATA

 

La neve s’infrangeva contro le ampie vetrate ad ogni colpo di vento. Il continuo sbatacchiare che normalmente sarebbe stato fastidioso, era coperto dal brusio degli studenti, che a gruppetti di tre/quattro per tavolo bisbigliavano ininterrottamente, occhieggiando la coppia più improbabile dell’intero mondo magico.

Nonostante ci avesse fatto il callo in questi anni sempre al centro dei pettegolezzi più succulenti di Hogwarts, ad Harry quella situazione lo innervosiva parecchio.

-Senti, che ne dici se cambiamo posto?- domandò sporgendosi in avanti per non farsi sentire.

Malfoy alzò il capo dalla propria pergamena, inarcando un sopracciglio.

-Come?.. Perché?- chiese a sua volta il Serpeverde, la piuma stretta nella mano destra.

Harry roteò gli occhi.

-Non riesco a concentrarmi qui, andiamo via- chiarì ruotando l’indice a mo’ di cerchio.

-Potter, si da il caso che questa sia una biblioteca, luogo pieno di libri creato apposta per studiare. E, pensa un po’, noi siamo qui proprio per questo unico motivo- lo rimbrottò l’altro scandendo le parole come se si stesse rivolgendo ad un bambino dalle scarse capacità intellettive.

Il Grifondoro si costrinse a contare fino a venti. Da quando gli era stato assegnato questo fardello, ovvero fare almeno un compito per materia insieme a Draco Malfoy, aveva imparato che se voleva evitare di far perdere punti alla propria casa doveva imboccare la via della calma. Espirò con enfasi, mentre la probabile causa della sua morte per ulcera perforata aveva ripreso a scrivere.

Udì Ernie McMillan scommettere con Malcom Finch su chi sarebbe saltato al collo di chi.

-Dovresti fare qualcosa per questa tua scarsa resistenza allo sforzo mentale Potter, ne va dei risultati dei nostri compiti- osservò Malfoy con voce strascicata, senza alzare lo sguardo dal foglio.

La mano sinistra di Harry si chiuse sulla propria piuma spezzandola di netto.

Un coro di “Ohhhh, adesso lo ammazza” si levò attorno a loro.

Harry si fece letteralmente violenza per riuscire a mantenere un tono quanto più cortese possibile, ma tutto quello che ottenne fu un sibilo al limite del minaccioso.

-Malfoy, ora io esco con o senza di te. Se tu ti trovi a tuo agio resta pure- detto ciò si alzò, mise le sue cose dentro la borsa e prese la porta tra lo stupore generale.

Aveva imboccato le scale per il settimo piano, ma una mano lo afferrò per la spalla strattonandolo indietro. Ci mancò poco che finisse col sedere per terra.

-Non ti facevo così vigliacco Potter-

Il biondo lo stava fissando seccato, numerosi tomi in grembo e l’aria di chi è stato costretto ad un fatica immensa.

Harry lo squadrò per un attimo in silenzio, per poi ridere di gusto in faccia al Serpeverde il cui sopracciglio sembrava voler raggiungere l’attaccatura dei capelli.

-Harry!-

Ginny Weasley spuntò dal nulla davanti ai due, che si voltarono contemporaneamente verso di lei con espressioni fra l’attonito e il terrorizzato. La mano di Malfoy si ritirò lesta dalla spalla di Harry.

-Oh, c-ciao Ginny checcifaidaquesteparti?-

Si ripromise di prendere lezioni di training autogeno quanto prima.

La rossa tossicchiò e proseguì come se non lo avesse sentito.

-Ehmm…Ron ti cercava, credo che voglia chiederti dei consigli sulla prossima partita di Quiddich-

Pausa di silenzio.

-Beh io te l’ho detto, adesso devo andare, ciao- si congedò lanciando un’occhiata dubbiosa dal moro al biondo, per poi fare dietro front in un turbinio rosso.

-Ah…ciao e grazie- rispose finalmente Harry ritrovando l’uso della parola all’ultimo secondo.

Ovviamente il tono era troppo basso e Ginny non lo udì.

Harry sospirò pesantemente abbassando le spalle in una posa abbattuta, del tutto dimentico della presenza del Serpeverde, che fino a quel momento non si era perso una parola della scena appena conclusasi.

-Qualcuno ha problemi di cuore eh Potter?- celiò Malfoy gongolando come un bambino davanti ai doni di Natale.

Harry sobbalzò e dopo avergli lanciato un’occhiata velenosa, si schiarì rumorosamente la gola cercando di ricomporsi.

-Cavolate! E in ogni caso non sono affari tuoi mi pare- soffiò dandogli la schiena e salendo le scale con passo pesante.

Malfoy lo guardò allontanarsi con un ghigno divertito sulla faccia.

 

Assurdo! Tutto quello era assurdo! Pensava Harry rileggendo per la cento milionesima volta la stessa riga del testo, senza coglierne alcun significato. Gettò il libro di Pozioni aldilà del tavolo ruggendo esasperato. Non solo aveva abbandonato Malfoy e insieme la possibilità di passare incolume la prossima ora di Trasfigurazione, ma si era anche impappinato con Ginny e ritirato vigliaccamente dal campo. Praticamente aveva regalato a Malfoy materiale per sfotterlo fino alla morte. Abbandonò il capo sul cuscino che si era istantaneamente materializzato dietro la sua testa. Perlomeno poteva sempre contare sulle comodità della stanza delle necessità. Quando aveva bisogno di un posto privo di seccature che contenesse tutto quello di cui aveva bisogno, quello era il luogo per eccellenza. Questa volta Harry aveva chiesto che fosse a prova di scocciatori e fin’ora aveva funzionato alla grande. Non si sentiva incline alle spiegazioni tattiche con Ron, ne tantomeno ad incontrare lo sguardo inquisitorio di Hermione, che avrebbe tentato nuovamente di convincerlo a dichiararsi.

Dichiararsi, tzè. La faceva facile lei. Lei non ha mollato il proprio ragazzo per combattere i cattivi e alla fine essere la causa indiretta della morte di un suo familiare. Con che faccia potrebbe andare da Ginny e dichiararle amore eterno?! Come minimo lo affatturerebbe sul posto. L’ultima cosa che voleva era una conferma dell’odio che provava nei suoi confronti o peggio ancora il suo perdono caritatevole. Per fortuna ad Hogwarts di spazio ce n’era a sufficienza ed evitare qualcuno era un’impresa discretamente facile. C’erano però momenti, come oggi appunto, in cui Ginny saltava fuori da chissà dove e lui perdeva letteralmente ogni facoltà cognitiva. Il che non era questo gran danno agli occhi di Malfoy, ma non per questo meno imbarazzante.

Harry si coprì gli occhi con il braccio, sbuffando forte.

Due colpi decisi alla porta lo riscossero.

-Impossibile…avevo detto niente seccatori!- protestò animatamente Harry alzandosi dal suo giaciglio che scomparve subito dopo.

I colpi continuarono imperterriti.

Rinunciando all’idea di ignorarli nella speranza di una rapida resa, spalancò la porta trovandosi di fronte l’ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere in quel momento.

Malfoy gli stava dinanzi, una mano in tasca e la borsa sulla spalla. Un ghigno compiaciuto sul viso completava il quadro.

“Avrei dovuto specificare alla stanza niente odiosi serpeverde biondo platino” si rimproverò Harry, senza dare segno di volersi scostare dall’ingresso.

-Se ti sei auto commiserato abbastanza Potter, direi che possiamo terminare la relazione per la McGranitt. E’ per domani e gli accordi erano che l’avremmo fatta insieme. Sbaglio?- sciorinò tranquillo ficcandogli in mano un paio di tomi del peso specifico del mercurio.

Preso in contropiede dall’atteggiamento stranamente collaborativo del biondo, Harry lo lasciò passare richiudendo poi la porta con movimenti meccanici.

La stanza si adattò al nuovo scopo. Una scrivania con due comode sedie in pelle e una libreria fornitissima comparvero dal nulla. Malfoy si accomodò, tirando fuori il necessario dalla propria borsa.

-Hai intenzione di vegetare lì ancora per molto?-

Harry scosse il capo, realizzando che era rimasto immobile sulla soglia con i libri in mano come un imbecille. Decise che era ora di piantarla con le figure di legno per quel giorno e si sistemò di fronte al compagno di studi. Per qualche minuto occhieggiò furtivamente il Serpeverde, aspettandosi una delle sue uscite acide o qualche battuta di cattivo gusto. Niente. Malfoy continuava a leggere il testo e ad appuntarsi note sulla pergamena, con uno zelo e una dedizione degni di Hermione.

Quel modo di fare era insolito, ma decise comunque di abbandonare le ostilità e i sospetti per dedicarsi anche lui al proprio dovere scolastico. Per due ore studiarono con impegno, scambiandosi ogni tanto osservazioni su come impostare il tema, che infine Malfoy trascrisse con la sua grafia inclinata e piena di arzigogoli.

-Secondo me abbiamo fatto un buon lavoro- affermò Harry con aria sinceramente soddisfatta.

-Anche se il merito è della mia abilità analitica e della mia bella scrittura. Chi accidenti ti ha insegnato a scrivere Potter? Un pollo con l’artrite?- puntualizzò Malfoy guardando criticamente i disordinati appunti dell’altro.

Harry arrotolò alla meglio i propri fogli con stizza.

-Cominciavo a sentire la mancanza della tua acidità da vecchia zitella Malfoy- ribatté storcendo il naso.

Malfoy s’illuminò in un sorriso che definire sadico sarebbe riduttivo.

-Oh, ma allora saremo in due Potter. Perché sai se continui così credo che il nomignolo passerà da “Eroe del Mondo Magico” a “Eterno Scapolo Solitario del Mondo Magico”-

Harry assottigliò lo sguardo, certo che il biondo non avesse ancora finito il proprio attacco.

Aveva temporeggiato lasciandolo macerare nel dubbio di quando avrebbe tirato fuori il coltello, ed ora eccolo lì a rigirarlo nella piaga.

Per un istante gli occhi di Malfoy ebbero un guizzo.

-Dì un po’, quanto tempo pensi che ti aspetterà ancora?-

Un domanda semplice. A bruciapelo. Un quesito che Harry stesso si era posto almeno un miliardo di volte e di cui temeva la risposta, il verdetto.

Ed ora gli era stato sbattuto in faccia senza mezzi termini.

Harry interruppe il contatto con lo sguardo del biondo che si erano fatti improvvisamente penetrante in un modo tremendamente familiare. Per un momento l’immagine di Silente apparve nella sua mente, scrutandolo attraverso quei buffi occhiali a mezzaluna. Un groppo in gola gli impedì di deglutire, facendolo quasi soffocare.

Mentre Harry tossiva sputacchiando come se avesse appena bevuto una burrobirra andata a male, Malfoy alzò gli occhi al cielo ed accavallò le gambe nella sua migliore posa dandy.

-Ahi ahi ahi…sei messo peggio di quanto pensassi Potter- giudicò scuotendo il capo con enfasi –Urge un intervento di emergenza-

Appena Harry fu in grado di parlare senza rischiare la morte per soffocamento, la cosa più intelligente che gli uscì fu:

-Di che diavolo parli?!-

Malfoy tornò serio e in un tono che ad Harry suonò vagamente intimidatorio dichiarò:

-Parlo di lezioni di seduzione e il tuo maestro sarò io-

 

 

 

 

 

 

  
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