Videogiochi > Final Fantasy VII
Segui la storia  |       
Autore: LunarBlade Valentine    16/10/2009    2 recensioni
Come ha fatto il Vincent del gioco a diventare il Vincent di AC? E poi come e quando ha sviluppato l'amicizia con Marlene che si vede nel film?
[Ambientata un anno prima di Advent Children e dopo il gioco.]
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cid Highwind, Marlene Wallace, Tifa Lockheart, Vincent Valentine
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Losing Ground



Vedo soltanto le palme delle mie mani premute sugli occhi, che creano un buio terrificante. Vorrei che le lacrime si fermassero. Non so perché sono crollato così. È patetico. L’aria fugge dai miei polmoni febbricitanti, forzando singhiozzi silenziosi. Non riesco a smetterla; ad ogni respiro corrisponde una fitta. Tutta la mia anima brucia.

Fa male. Il mio petto- il mio cuore. Fa male. Non capisco perché. Non mi sentivo così da moltissimo tempo. È liberatorio, ma straziante. Basta, basta! Per favore… Fa male. Lo combatto come se fosse il nemico più feroce che abbia mai avuto di fronte. Soffoco le lacrime. Vorrei alzarmi. Vorrei bloccare i tremiti.

Sono solo.

Ormai sono sveglio da un anno e mezzo. In questo periodo sono riuscito a conoscere le forze e le debolezze del mio nuovo corpo. Sono riuscito a vendicare Lei: ho trafitto Hojo con l'artiglio. Ho aiutato ad uccidere semidei e ad allontanare il mondo dal baratro della distruzione. Ho incontrato e fatto amicizia con l’ultima Ancient. Ho scambiato qualche parola con Sephiroth in persona. Ma la fame… la solitudine… non se ne sono mai andate. Non mi hanno mai abbandonato.

Sento dei piccoli passi avvicinarsi a me. Cazzo! È ancora sveglia? Mi chiede se sto bene.

No, deficiente. Non sto bene. È tutta colpa tua…! Tu hai aperto questa diga soltanto per mostrarmi tutto ciò che non sono. Dovevi proprio soffermarti sull’unica cosa che non volevo ammettere!

Diamine… Fa male. Non voglio pensarci. Non voglio più sentire questo pugnale nel petto. Lo sfilerò con il potere della convinzione. Il mio dolore è una vergogna, e avergli ceduto così bruscamente è semplicemente imperdonabile. E non ho forse appena incolpato una bambina di sei anni dei miei problemi? Vincent… Sei il più grande codardo del mondo.

Ora non c’è tempo per questa roba. Tifa potrebbe tornare, o qualcuno potrebbe entrare e vedermi in questo pessimo stato.

Smettila, Vincent. Smettila.

Patetico.

Una parte di me vorrebbe farla finita e piangere senza ritegno- perché dovrei tenermi tutto dentro? Qui c’è solo Marlene. E se qualcuno si imbattesse per caso in questa scenetta deprimente? Pazienza. Sono umano anch’io, nonostante tutto.

Ma Marlene ha già troppe cicatrici per i suoi sei anni. Non ha bisogno di vedere anche un uomo adulto piangere.

Sono la cosa più disgustosa di questo mondo. Non ho alcun diritto di essere triste. Non ho alcun diritto di piangere. Ogni lacrima che riesce a sfuggirmi dalle dita mi lacera l’anima e mi fa sentire soltanto ancora più disgustoso- risultato: altre lacrime.

Basta!

Sento la mano di Marlene sulla mia schiena, ma non voglio guardarla. Non ho bisogno di essere consolato da qualcuno che arriva appena al dieci percento del mio arco vitale.

“Su, su.” Mi dà un buffetto sulla schiena, e mi tocca domare l’impulso di digrignare i denti e gettarla oltre la ringhiera.

Non mi piace piangere di fronte agli altri. Non mi piace ostentare i miei sentimenti agli esseri viventi. È per qualcosa che mia madre mi diceva spesso, “Tutti passano momenti difficili. Non peggiorarli.” Si mostra il proprio dolore a qualcuno solo per ottenere la sua attenzione. Se non vuoi, tienitelo per te.

Non so perché non riesco a smettere di piangere. Non so perché il mio cervello è completamente andato. Forse è per questa schiacciante preoccupazione per l’AVALANCHE, forse è perché ho avvertito e compreso veramente tutto quanto solo adesso- la mia età, il mio male fisico, il senso di vuoto, la solitudine. Forse è perché ho avuto i nervi a fior di pelle da quando mi sono svegliato e solo ora sento di potermi lasciar andare. Forse è perché fuori fa buio e quello lì non è neanche il mio mondo. Comunque sia, mi ha frastornato come un missile del Sister Ray. L'argine che frenava le mie emozioni è stato infranto. Sto facendo del mio meglio per trattenerle. Sul serio.

“Perché sei agitato?”

Non sono ‘agitato’, sono un relitto emotivo. C’è differenza.

“Qualcuno ti ha fatto male?” chiede dolcemente. È buffo. È un po’ quello che ha detto Tifa. Non rispondo. Non ha senso.

“Non essere triste.” sussurra. Ha un tono tremendamente calmo. Vorrei strangolarla. Va' via, o mi trasformerò in Chaos e farò di te il mio spuntino. Ti odio, Marlene. Odio tutti e tutto.

Sento i miei singhiozzi soffocati come distanti, come se provenissero da chissà dove, e da fuori il mio corpo mi indico e rido. Che aspetto penoso devo avere. I capelli ovunque, il cuore in mano. Midgar brucia ancora alle mie spalle e io oso piangere per un mondo che non esiste più. Piango per le rovine invisibili di quella cosa che chiamavo vita. Non ho scuse. Non ho un vero motivo per piangere. Nessuno. Piangere non mi ha riportato Lei, e non ha convinto Hojo a pentirsi. Non sistemerà ogni cosa e di certo non mi darà la forza che mi serve per affrontare questo mondo.

Vincent, piantala!

È allora che lei mi sorprende. Toglie la mano dalla mia schiena e con l'altra la posa sulle mie. Gentilmente, fa leva sulle mie dita per scoprirmi la faccia. Sono troppo confuso per resistere. Troppo stanco emotivamente, maledizione.

Vuoi vedere la mia faccia. D’accordo. Adesso estirperò ogni traccia di emozione. Ecco.

È sempre stato facilissimo per me. Nascondere le mie emozioni è sempre stato estremamente più semplice che trovare modi per esprimerle. Se le mostrassi, gli altri le userebbero contro di me. Ridere troppo è segno di stupidità, piangere troppo è segno di debolezza. Ho sempre avuto qualcosa dietro cui nascondermi: rabbia, un ghigno facile, un completo blu, una bara. Ora ho un mantello di semplice tessuto rosso sfrangiato. Devo sempre nascondermi, no?

Sicuramente devo far schifo. Ora i miei occhi sono davvero rossi, Marlene. Il vento marchia gelido la scia delle lacrime sulle mie guance. Penso che l’aereonave si stia muovendo, ma so che non è così. Sono soltanto un po' instabile.

Scruta il mio viso, e devo aver un aspetto veramente pietoso perché le sue piccole sopracciglia si fondano in un'unica linea nello sforzo colossale del pensiero. Io la fisso nei grandi occhi lucidi. Quant’è semplice la vita per te, Marlene. Quant’è innocente. Quanto bello deve apparirti il mondo, adesso che ne ignori il suo vero e atroce volto. Quanto bello deve apparire a chi ignora il mio.

“Non va bene.” dice. Cosa non va? Ma di che blateri? Hai la minima idea di quello che stai dicendo? Capisci che non mi è rimasto nulla? “Non piangere.”

“Io n-” Ah no? Invece sì, ha ragione lei. Non posso mentire al riguardo; mi sta guardando dritto in faccia. “Io sono…” Cosa? “È stato un anno difficile.” È una scusa e anche piuttosto avvilente. Anche se avessi trascorso l’anno peggiore della storia del Pianeta non avrei comunque il diritto di caricarne il peso sugli altri. “Dovresti t-tornare a letto.”

Mi guarda triste, quasi solidale. Come se avesse il sospetto di come mi senta. Spreme di nuovo le meningi- due volte in un giorno solo! e poi…

Mi abbraccia.

… Più semplice di così.

Fa scivolare le sue manine sotto il mantello e non riesce neanche a cingermi completamente.

Sono diventato improvvisamente enorme, in confronto a lei. È piccolissima! Io sono vecchio, grosso e terribilmente sproporzionato. Mi ricompongo lentamente, per non spaventarla. Perché si sta comportando così?

Non la scaccio, i miei muscoli non si tendono. Probabilmente sono troppo esausti. O forse è che ora non voglio stare da solo. Non… io non…

Il calore che emana il suo corpo raggiunge il mio torace. Non è male. C’è un qualcosa che… che mi fa sentire sollevato. Come se un letargo mi avvolgesse il cuore.

Mi ricorda un po’ di quella volta in cui ero un Turk e mi spararono. Una delle tante volte il cui la mia pelle è stata maciullata dal piombo caricato dall'odio.

Ci fu questo intenso scontro a fuoco: una delle peggiori esperienze della mia vita. Avevo un’ansia assurda, ma continuavo a sparare, a scansare colpi e a proteggere gli altri. Quando venni colpito mi sentii così sollevato! Il proiettile mi attraversò il petto, e fu bellissimo. Sapevo cosa sarebbe successo. La battaglia per me era finita- conoscevo già la conclusione. Sapevo di aver perso. Non avevo più bisogno di preoccuparmi, di correre, di sparare. Rivivevo. Tutta la paura era scomparsa… E non faceva nemmeno male. Non fece male nemmeno quando caddi. Era un enorme sollievo.

In questo momento mi sento un po' così.

La mia inspiegabile tristezza è stata in qualche modo lavata via, e ha lasciato dietro di sé una specie di sospensione, di vuoto, che so che non durerà, ma nel frattempo… Appoggio la testa sulla sua. Non cercherò neanche di abbracciarti Marlene, sono troppo stanco.

Ho perso, ma… ma non so contro chi. Non ero neanche troppo sicuro che ci fosse stata una battaglia, ma immagino che sia scoppiata e già finita. Contro la mia forza e il mio coraggio.

Ho perso.

Non sento più il bisogno di piangere. So come finirà. Perdo. Ci ho fatto l'abitudine. Almeno l’unica persona che ha visto la mia sconfitta è stata Marlene.

Ora mi sento prosciugato, spento e, soprattutto, malato.

“Non dirlo a Tifa.” sussurro. La mia intenzione era dirlo normalmente, ma sono tanto spossato. Lei annuisce gravemente e si ritrae. Mi porge il piccolo pugno. Mi ci vuole un momento per capire che ha il mignoletto alzato.

Una promessa col mignolino? Oh, per favore. Ma lei sembra davvero seria, e devo far mantenere questo segreto. Non ho scelta.

“… Che mano?” chiedo io, sconfitto. Non credo che le piaccia il mignolo dell'artiglio. È grande più o meno quanto la sua testa.

“Non importa.” Fa spallucce. “Sono tutte e due mani tue.” Hm? Ah già, penso di sì. “Una vale l’altra.”

Facciamo una promessa col mignolino.

Poi mi accorgo che i dettagli iniziano a svanire, che la mia unica gamba non basta più a tenermi in equilibrio, che mi sto quasi sciogliendo.

Male. Molto male.



NdA: Salve a tutti! Sono contenta di essere tornata, anche se sono certa che Vincent vorrebbe che lo lasciassi in pace. Per un po' le cose non gli andranno bene, ma non preoccupatevi – non finisco mai troppo male una storia. Sento che la vita faccia già abbastanza schifo da sé – perciò almeno le storie dovrebbero finire bene, no?
Come sempre, aspetto nervosamente le vostre reazioni al capitolo. Questo qui è stato rimandato all'infinito perché stavo pensando di rimuovere il finale su cui stavo lavorando per farne uno nuovo. Tuttavia, ho deciso che ci sono dei motivi per cui ho strutturato la storia in questo modo e praticamente ho già scritto tanta di quella roba che le altre idee me le tengo per il sequel. Le cose stanno già andando malissimo per Vincent, ma se vuole ricostruire tutto, deve perdere tutto. Ditemi che ne pensate, sì?
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: LunarBlade Valentine