17/10/2009
2 recensioniUn giorno capirai che t’amo
Lui ti guarda, senti i suoi occhi verde speranza fissi sulla linea delle spalle. Ti imbarazza anche un po’, ad essere sinceri, che ti studi a quel modo. Ti volti, incroci il suo viso, che s’imporpora all’incontro col tuo, prima di distogliersi.
Cos’è che fissava di te? Dopotutto, alle spalle non ci sia molta roba, no?
Eppure, una vocina molesta ti suggerisce che, forse, non guardava il tuo fondoschiena, ma semplicemente te, la persona che sei, quella persona che l’attira inevitabilmente come una potente calamita.
E i tuoi amici lo ripetono sempre, “Lui muore per te”, ma tu ridi, perché non t’importa: e ti piace sapere che ti vuole, perché puoi auto-convincerti del fatto che non ti avrà mai; e sentirti più bella, in qualche modo.
Oppure non t’importa davvero del suo viso dolce, delle sue labbra sottili che s’incurvano miti solo per te?
Non ti importa davvero del sorriso che regala solo a colei per cui il suo cuore batte, per cui gli si mozza il respiro?
Eppure lo vedi, lo sai, che sei tu; davvero, guardalo bene: non riesci proprio a vedere quanto muoia per te?
Lo sbeffeggi quando cerca di intavolare un discorso, ne ridi, ridi alla sua goffaggine, a quel suo modo imbranato di dirti “mi piaci”, incastrato in balbettate avances e battute sceme, atte a dipingerlo migliore ai tuoi occhi ciechi.
E lui non smette di sperare che, un giorno, la tua cecità riesca a guarire.
Lui spera, ci crede ancora con tutto se stesso.
“Un giorno capirai che t’amo”.
Muta è la serenata dell’innamorato stanco,
Sorda è la fanciulla che attende solo te,
Indossando un velo stinto, e pensando con rimpianto:
“Perché farà così? Mi ha detto che veniva, com’è che ora non c’è?”
E tu sei ancora lì, l’attendi con pazienza,
Ma lei non può più udirti, è vuoto il suo sentire,
E ancor canti con gran fare, dimostrando l’impazienza
Di voler ‘na vita nuova, d’esser stanco di mentire.
Sorda è ancora la fanciulla, non ti sente e già le manchi.
Muta è ancora la canzone, fatta solo di rimpianti.
Vuoti ormai i suoi occhi stanchi,
Senza favole, né canti.
Sorda è la fanciulla che attende solo te,
Indossando un velo stinto, e pensando con rimpianto:
“Perché farà così? Mi ha detto che veniva, com’è che ora non c’è?”
E tu sei ancora lì, l’attendi con pazienza,
Ma lei non può più udirti, è vuoto il suo sentire,
E ancor canti con gran fare, dimostrando l’impazienza
Di voler ‘na vita nuova, d’esser stanco di mentire.
Sorda è ancora la fanciulla, non ti sente e già le manchi.
Muta è ancora la canzone, fatta solo di rimpianti.
Vuoti ormai i suoi occhi stanchi,
Senza favole, né canti.
Lo vedi? È lì, con i suoi amici, ride.
È passato il tempo, siete cresciuti. E cambiati…
Ora ha smesso di fissarti, forse ha capito che non potevi amarlo, e ride, sereno, i suoi occhi ora riescono ad illuminarsi, colmi d’una gioia nuova, della quale sai di non poter far parte. Dici d’essere felice di non essere più al centro dei suoi pensieri e sebbene ti piaccia vederne il sorriso, rimpiangi di non poterlo dividere con lui.
“Se solo l’avessi capito…” ti dici.
E, ragazza, sai bene che sbagli, che la colpa è tua.
I tuoi amici lo ripetevano sempre, “Lui muore per te”, ma tu ridevi, perché, dicevi, non t’importava.
Eppure ora, ora che l’hai perso, ora che lui ha rinunciato a te, ti senti male, vuota.
E ti dissero, una volta, “Un giorno capirai che t’ama”.
E sì, ora l’hai capito.
Ed hai capito anche che per te è lo stesso. Ed ora sei tu che ti ripeti mentalmente “Un giorno capirai che t’amo”.
Konnichiwa, gente! Come va?
Dunque, che vi pare di questa fic? Qualcuno penserà che questa storia sia autobiografica. Beh, potrebbe anche esserlo, chi lo sa? ^^
Mi uguro che vi piaccia, me lo lasciate un commento?
Kisu
Vostra, Lady_Firiel