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Autore: Maggie_Lullaby    18/10/2009    11 recensioni
Lexi è una sedicenne testarda e dalla lingua affilata che vive in un mondo tutto suo pieno di ideali e stili di vita.
Maggie è una ragazza timida a innocente, incapace di dire di no e di vivere tranquillamente la sua vita.
Maryl è una ventenne che aspira a una grande carriera, ma è bloccata da un padre testardo e da due sorelle che hanno bisogno di lei.
La vita di tre sorelle si mescola a quella dei Jonas Brothers
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
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Ehi,

dopo una settimana di assenza eccomi di nuovo qui a rompervi le scatole, sì!! Ahahahah!! Oddio, non sono normale, ad ogni modo spero che questo capitolo vi piaccia!!

Come ho già preannunciato a Meneguzzina Jonassina (<3), questo capitolo è tutto incentrato sulla coppia Jexi, ovvero compariranno solo loro.

Un piccolo avviso prima di lasciarvi alla piccolo sorpresina per Susy, ma ci tengo a dirvi che ho fatto un, ehm, errore, e questa storia dovrebbe durare ancora, circa, otto capitoli. Stop! Ferme, potrebbero essere anche nove o dieci, o undici, non so, dipende da come li butto giù...

Ma ragazze, dopo c'è il seguito!! Immagino la vostra felicità! *ma dove la vedi? Ndr. Tutti*

Mi scuso infinitamente per non potervi ringraziare una per una ma sono molto di fretta, ma sappiate che vi adoro infinitamente!

Voglio dedicare questo capitolo solo e unicamente a Susy, o anche detta Meneguzzina Jonassina, per avermi dato l'ispirazione e l'idea, se non me l'avesse chiesto questo chappy non sarebbe mai esistito. Quindi Grazie, Susy, con la “g” maiuscola, perchè sei una grande e perchè i tuoi complimenti sono meravigliosi!

Capitolo 30. Because


- Tu lo sai che io ti odio, vero? - chiese Lexi, mentre Joe le copriva gli occhi con una benda nera.

- Ora sì – disse lui, - ma ti ricordo che ieri mi hai detto che mi amavi, insomma deciditi!

Lexi incrociò le braccia al petto, facendo la finta offesa, e voltando la testa dalla parte opposta a dove si trovava Joe, immergendosi nel sedile del SUV di Kevin che il suo ragazzo aveva preso in prestito, o almeno così aveva detto, al fratello.

Il paesaggio, anche se Lexi non lo poteva vedere, era meraviglioso.

Il sole fra qualche minuto sarebbe tramontato, e i cielo iniziava a tingersi di colori che sfumavano dal rosso al celeste; la macchina stava attraversando una strada affiancata dal mare, e lo scrosciare delle onde che si infrangevano fu l'unica cosa che indicò a Lexi un riferimento a dove si trovassero.

Erano fuori città, lontani dalla trafficata e caotica Los Angeles, lontani da pop star vanitose, da giornalisti invadenti e fratelli asfissianti. Erano solo loro due.

- Io non mi fido di te – disse chiaramente Lexi, - e mai lo farò, conoscendoti, per questo motivo mi vuoi dire dove diavolo siamo diretti? Ti ho mai detto che ho fatto karate? So far perdere i sensi a una persona in tredici modi differenti con e senza l'uso delle mani, e non tutti questi metodi sono, ecco, diciamo indolori.

Joe fece un sorriso a metà fra lo spaventato e il divertito, sapeva che lei, da una parte, scherzava, mentre dall'altra era serissima, tipo la parte del metodi non indolori.

- Non preoccuparti, siamo quasi arrivati – le disse.

- Alla buon ora! Viaggiamo che saranno due ore! - sbuffò la rossa, rivoltando il capo verso il diciannovenne. - E io odio le sorprese, soprattutto se mi devono far aspettare, non sono una persona molto paziente, io.

Joe rise e con una mano le sfiorò le dita, mentre con l'altra continuava a guidare.

- L'avevo capito, sai?

Lexi mugugnò una risposta e voltò di nuovo il capo, cercando a tentoni con una mano il tasto per abbassare il finestrino.

Joe non l'aiutò, sapeva che era una ragazza indipendente e non aveva bisogno di essere aiutata sempre, certe cose non le sopportava.

Non appena trovò il tasto la ragazza lo schiacciò e subito un vento tiepido le frustò il viso, ma per lei era una sensazione piacevole; il sole, non troppo caldo a quell'ora, le riscaldava il viso e i capelli le volteggiavano intorno alla testa.

Joe la osservò con la coda dell'occhio e pensò che la sua ragazza era un vero schianto; non tanto per gli abiti che sua sorella maggiore le faceva indossare, ma per la sua pelle morbida e vellutata come una pesca, i capelli rossi ondulati che le incorniciavano il viso grazioso, i lineamenti ben definiti, meno graziosi della sua gemella ma più maturi.

Un'altra cosa che il ragazzo amava di lei era il suo carattere: nella sua vita era sempre stato con ragazze piuttosto timide, o per lo meno che avevano paura di affrontare gli occhi a viso aperto, mentre Alexandra era diversa, se le stavi antipatico, se non ti sopportava, se odiava quel tuo modo di fare te lo diceva senza farsi tanti problemi.

Il tratto principale del suo carattere, appunto, era l'impulsività.

- So che mi stai fissando – disse Lexi, voltandosi verso di lui, la benda nera sempre calata sugli occhi, - che vuoi, maniaco?

Joe sorrise e scrollò le spalle.

- Niente, pensavo a te – spiegò, - pensavo che sei molto bella.

Anche se Joe non li poteva vedere, sapeva che i suoi occhi brillavano come due fari nella notte, talmente era felice.

- I maschi pensano sempre che le loro ragazze siano bellissime anche se non lo sono – sbuffò lei, - comunque grazie. E non ti preoccupare, sei bello anche tu, altrimenti la band non avrebbe così successo! A proposito di band, per favore metti un po' di musica, per favore? Niente di vostro, ti prego, oltre a When you look me in the eyes continuo a detestare il vostro genere.

Joe ubbidì, bravo come un cagnolino ammaestrato, e mise un canale della radio che dava solo ed esclusivamente, dalla mattina alla sera, la musica degli anni sessanta, l'epoca musicale preferita di Lexi.

In quel momento davano Come Together, dei Beatles e la rossa si mise a tenere il tempo con le mani, sbattendole a ritmo e canticchiando a bassa voce.

Joe si unì a lei e Lexi lo guardò sorridendo, continuando a cantare.

Pian piano entrambi stavano cantando a squarciagola, intonato e stonata, a battere le mani, a tenere il tempo e tenere il volume della radio alzato al massimo.

Mentre cantavano e si sorridevano fra loro, senza che se ne rendessero conto, la macchina iniziò a rallentare.

Joseph guardò il tachimetro della benzina e deglutì, la macchina che continuava a rallentare, tant'è che pure Lexi, sempre bendata, se ne accorse.

- Siamo arrivati? - domandò, ansiosa.

- Ehm... - esitò lui.

Lexi continuò a guardarlo.

- Joe?

- Diciamo che ci sarà una piccola tappa – dichiarò lui e accostò l'auto sul ciglio della strada.

- Eh? - domandò lei. - Joe?

Lui uscì dall'auto e le aprì la portiera, aiutandola ad uscire, mentre temeva la sua reazione.

- Fammi indovinare – sbottò lei, - è successo qualcosa, dammi tre opzioni e scommetto che indovinerò il tuo ultimo disastro.

Joe la guardò allibito, forse lo conosceva troppo bene.

- Uno? - chiese lei.

- Si è bucata una gomma.

- Due? - continuò la ragazza.

- E' finita la benzina.

- Tre? - chiese con uno sbuffo.

- Ci siamo persi.

Lexi si sfilò la benda dagli occhi e fissò Joe con aria di rimprovero.

- E' finita la benzina – disse lei, sicura, - e tu sei un'idiota.

- Probabile – sussurrò Joe.

Lexi era stranamente calma, il che poteva significare due cose differenti; primo: stava scegliendo in che maniera lenta e dolorosa uccidere il suo ragazzo. Secondo: il fatto di essere bloccati solo lui e lei non le dispiaceva più di tanto.

- Capisco – disse lei, chiudendo gli occhi con un sospiro, quando li riaprì ribollivano di rabbia. - Ora mi spieghi come diavolo facciamo? - strillò.

Il povero Joe abbassò gli occhi, poveretto, non ne combinava una giusta! Il giorno prima si era scordato del suo primo mesiversario con Lexi e ora, mentre la portava in un posto segreto per festeggiare, finiva pure la benzina.

- Beh, che vi vuole! - sbottò lui. - Restiamo qui!

Lexi lo fissò, scettica, la gonna che ondulava a causa del vento, dietro di lei il tramonto che stava per arrivare e il mare.

- Restare qui? E che vuoi fare? - gli chiese.

- Oh Lexi, non ti facevo così pessimista! - sbottò lui. - Mi costa molto dirlo, ma credo che per un giorno potrò anche non mangiare, ma questo posto, fammelo dire, è perfetto!

Accanto al ciglio della strada dove avevano parcheggiato c'era un accesso alla spiaggia e il mare si infrangeva sulla sabbia con un rumore ipnotizzante.

Joe prese la sua ragazza per una mano e la strinse a sé con dolcezza.

- Bastiamo noi due per una serata perfetta – sussurrò.

A quelle parole Lexi si strinse ancor di più al suo ragazzo e si lasciò cullare dalle sue mani calde e dal rumore del mare.

Dal bagagliaio della macchina estrassero un paio di teli da spiaggia che Joe si era portato e si diressero verso la spiaggia, tenendosi sempre le mani.

Si sedettero vicino all'acqua, i teli da spiaggia appoggiati uno accanto all'altro e sopra di essi si trovava Lexi, i capelli sparpagliati a ventaglio sul telo, e Joe, sopra di lei, che le baciava dolcemente il collo, per poi risalire fino al mento e infine alle labbra.

Lexi si lasciò trasportare dai baci che Joe le dava, rise mentre le faceva il solletico, e sospirò quando lui si sdraiò e appoggiò la testa sul suo grembo.

- Ti amo – disse lei e subito si rese conto di quel che aveva detto. Lo amava, e tanto anche, non si era mai trovata così bene con un ragazzo in vita sua ed era sicura che non sarebbe mai accaduto.

- Anch'io – rispose Joe, pronto, - e lo sai. - Mise il suo naso vicino al suo collo e respirò profondamente. - Sai di rose – constatò.

Lexi sorrise. Tutte le rose che lui le aveva regalato il giorno prima erano state tutte ammassate in camera sua, spostando principalmente solo i mazzi che si trovavano sul suo letto la sera per dormire.

- E' un bell'odore – continuò Joe, - è sensuale – bacio, - dolce, - bacio, - fresco – bacio.

Lexi con un movimento rapido scambiò le posizioni e si mise sopra di lui, sorridendo e anche lei avvicino il naso al suo collo.

- Tu sai di maschio – disse, con aria quasi sprezzante.

Joe sbuffò.

- Ecco come rompere l'atmosfera – sbottò, - e per inciso di cosa sa l'odore di maschio?

- Muschio, sudore e deodorante – spiegò lei, un sorriso dipinto sulle labbra rosee.

Lui le cinse la vita con una mano e le solleticò i fianchi, facendola dibattere, mentre rideva scatenata.

- No, Joe, smettila! - gridò lei, con delle urla divertite.

- A una condizione – decise il ragazzo, serio.

- Dillo, muoviti Joe, quasi non respiro – ansimò lei, presa sempre da rise convulse.

- Devi dirmi cosa provi quando mi vedi.

Lexi lo fissò, smettendo di ridere, stranita. Non le era mai capitato che qualcuno le rivolgesse una domanda simile, e non ne capiva il senso e nemmeno come spiegarlo.

- Da dove comincio? - domandò, notando solo allora che Joe aveva già smesso di farle il solletico ed era seduto, ad ammirare il cielo che ormai si era tinto di un blu chiaro, stava calando la notte.

Joe non rispose e Lexi si mise davanti a lui e lo guardò, seria.

- Beh, diciamo che ogni volta che ti vedo non capisco più niente – iniziò. - Il mio cuore accelera il battito, lo sento che mi batte forte nel petto, come se volesse uscire; inizio a sentire caldo, a diventare nervosa, quando mi sfiori c'è un qualcosa dentro di me che si attorciglia.

- Oppure quando sento la tua voce, che sia quando canti, o che tu sia davanti a me o lontano mi sento irrimediabilmente felice, anche se abbiamo litigato. Il giorno in cui mi hai respinta quando tentavi di farti perdonare e mi parlavi io mi sentivo felice e volevo correrti incontro e baciarti, era il mio orgoglio a impedirmelo – sorrise. - A volte mi chiedo perchè tu hai scelto me, dopo ragazze come Taylor Swift, Camilla Belle e Sasha credevo che ti saresti messo con l'ennesima attrice o cantante, e invece hai scelto me.

Joe la fissò, fu un'occhiata lunga, intensa, nella quale il ragazzo mise tutto l'amore che provava per quella ragazza dai capelli rossi e testarda davanti a sé e non poté fare a meno di pensare che per tutti i suoi diciannove anni di vita una persone come lei al suo fianco gli era mancata.

- Sai perchè ti amo? - domandò lui. - Perchè ci sei tu, qui, davanti a me, e non qualcun'altra? - senza aspettare risposta riprese a parlare. - Perchè io sono un ragazzo distratto, incostante, a volte pazzo, orgoglioso, testardo e tu tutti questi difetti al posto di rinfacciarmeli, come molte altre prima di te, li apprezzi. Perchè mi sgridi quando è necessario farlo; perchè i tuoi baci, le tue carezze, tutto quel che dici mi rendono la persona più felice della terra. Perchè sei una me versione femminile, perchè sei tu, e basta.

Lexi non si era nemmeno accorta che una lacrima di felicità le era colata lungo il viso, e non appena se ne accorse la asciugò con un gesto della mano.

Joe fece un piccolo sorriso e la strinse al suo petto, le stelle sopra di loro che brillavano.

Si amavano, il che era tutto, si amavano perchè erano loro.


Continua...








  
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