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Autore: adry91    19/10/2009    17 recensioni
Rosalie, Bella e Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto cambierà.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie Meyer

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

 

 

WHEN THE LOVE CHANGES YOUR LIFE

!?...“Quando l’amore ti cambia la vita”…!?

 

 

 

CAPITOLO 47

ANDARE A JACKSONVILLE

 

 

POV EDWARD

Da un paio di giorni io e Bella eravamo tornati a Phoenix e in questo breve periodo mi ero reso conto di quanto la decisione di lasciare la squadra e quindi di andarmene da Jacksonville fosse stata la decisione migliore che io avessi potuto prendere. Essere rimasto per quasi due mesi lontano da quella che avevo sempre considerato la mia città, ma soprattutto essere rimasto lontano dalle persone che più amavo al mondo era stata dura, ma necessario per quel periodo, ma adesso questo era un sacrificio che avrei potuto ben volentieri evitare. Non rimpiangevo nulla di quello che avevo fatto nell’ultimo periodo, anche perché tutto ciò mi aveva portato alla situazione in cui mi trovavo oggi, ma stare lontano da quella che per diciannove anni era stata la mia vita non era stato facile. Adesso io e i ragazzi ci trovavamo sul jet di papà a sorvolare il cielo in direzione Jacksonville. Dovevo comunicare al coach la mia decisione e avevo rimandato anche troppo nel farlo. Bella per tutta la notte aveva cercato di convincermi a tornare indietro sui miei passi, ma alla fine si era arresa capendo che la mia decisione era una di quelle irremovibili.

- Sei sicuro? – mi chiese Jasper vedendomi un po’ pensieroso.

- Si certo e poi smettetela di fare quelle facce. Non sto mica andando a morire. Rinuncio ad una squadra non alla vita – dissi io facendoli ridere.

Per loro stavo sbagliando, stavo buttando all’aria un sogno quando non c’è ne era motivo, ma io sapevo che era giusto così, io sapevo che quella era la decisione giusta e almeno su questa cosa non avrei ascoltato consigli da parte di nessuno. Emmett iniziò a fare le sue solite battutine per smorzare il clima un po’ teso e gliene fui grato, così in poco tempo quel jet diventò una specie di circo in cui regnavano solo risate sincere e scherzi, a tal punto che il tempo passò così tanto in fretta che ci ritrovammo a sorvolare il cielo di Jacksonville senza nemmeno rendercene conto. In poco tempo il pilota atterrò e tutti e sei scendemmo a terra.

- Io e le ragazze andiamo al bar a prendere un caffè, venite voi? – chiese Alice a me e ai ragazzi.

- No, andiamo con Edward a parlare con il coach – gli rispose Emmett.

- Allora ci vediamo in palestra. Conosco la strada – rispose Bella sorridendomi, mentre io ricambia il sorriso.

- Ci vediamo dopo – disse Jasper avvicinandosi a Alice e dandogli un bacio a fior di labbra.

Lo stesso fece Emmett con Rosalie e ovviamente io con Bella.

- Mi raccomando a te – mi disse la mia ragazza.

- Prego? – le dissi io facendo finta di cadere dalle nuvole.

- Non fare finta di non capire. Mi ricordo ancora di che tipo di elementi offre questa città e non voglio fare il repeat dell’altra volta – mi disse lei.

- Già è vero. Quasi dimenticavo che adesso rivedrò la mia amata Jessica e le sue care amiche – le dissi per farla infuriare.

Mi piaceva provocarla su queste cose, forse, perché semplicemente adoravo quando faceva la parte della gelosa.

- Edward Cullen ti comunico che stai per ricevere un sonoro schiaffo in faccia – mi disse lei facendo la finta arrabbiata.

- Tanto gli serve la bocca non la faccia – gli disse Emmett facendoci ridere tutti.

Mi avvicinai a Bella e gli diedi un bacio a fior di labbra. Sapeva che io ci giocavo parecchio su questo suo lato geloso, così come lei faceva con me, quindi nessuno dei due c’è la prendevamo mai sul serio.

- Ti amo – le dissi all’orecchio prima di allontanarmi da lei seguito dai ragazzi.

Io e i ragazzi prendemmo un taxi mentre le ragazze ne presero un altro. In poco tempo arrivammo a destinazione e una volta scesi mi resi conto che non c’era nessuno fuori, quindi di sicuro i ragazzi dovevano essere dentro ad allenarsi.

- Entrate o aspettate qui? – chiesi ai ragazzi anche se la mia domanda era piuttosto inutile.

Sapevo già che sarebbero entrati, infatti mi guardarono con un’espressione come a dire “ma che domande fai?”. Insieme a loro entrai dentro l’edificio e dalle grida del coach mi resi conto che, come previsto, i ragazzi erano dentro ad allenarsi. Non appena aprì la porta che collegava il corridoio alla palestra notai che tutti i ragazzi erano in formazione che giocavano rigorosamente divisi in due squadra. Di sicuro stavano provando gli schemi d’attacco. Cercammo di fare il minor rumore possibile per non deconcentrarli, ma i nostri tentativi furono vani perché qualcuno ci vide subito, qualcuno che avrebbe fatto meglio a non vederci. Maledì il fatto che agli allenamenti ogni volta dovessero esserci anche le cheerleader.

- C’è Edward – urlò Jessica correndo verso di me.

Tutti si voltarono a guardarmi e i ragazzi smisero di giocare. Jessica si buttò letteralmente addosso a me e tutto ciò mi diede un fastidio tremendo. C’era qualcosa in quella ragazza che non doveva funzionare bene, altrimenti avrebbe capito che doveva starmi lontana. Per un attimo ringraziai che non ci fosse Bella altrimenti credo che questa sarebbe stata la volta buona in cui avrebbe preso Jessica per i capelli. I miei fratelli mi guardarono e scoppiarono a ridere e in quel momento se avrei potuto avrei preso a sberle pure loro. Mi staccai violentemente da quella ragazza senza dirgli nulla e vidi i ragazzi avvicinarsi a me.

- Finalmente ti fai vedere. Pensavamo che Parigi ti avesse risucchiato – mi disse James abbracciandomi e dandomi una pacca sulla spalla.

- Non sarebbe stato male – gli dissi io.

Tutti i ragazzi si avvicinarono e anche le cheerleader e mi bombardarono di domande. Solo quando finì quell’interrogatorio anche il coach si avvicinò. Era ora di parlargli, ma prima dovevo presentare i miei fratelli ai ragazzi.

- Comunque loro sono Emmett e Jasper i miei fratelli – dissi a quelli che, ormai, potevo definire i miei ex compagni di squadra.

Si presentarono e iniziarono a scambiarsi battutine, soprattutto Emmett che era uno di quelli che parlava con tutti pur non conoscendo nessuno.

- Cullen, finalmente sei di nuovo dei nostri – mi disse l’allenatore, mentre i ragazzi della squadra parlavano con i miei fratelli.

Le ragazze erano, invece, intente a guardare me, Jasper e Emmett come se fossimo delle divinità. Erano così tanto prevedibili che facevano perfino venire il disgusto.

- A proposito di questo, vorrei parlarle – dissi io al coach, che dal mio sguardo doveva aver già capito cosa volevo dirgli.

- Ragazzi per oggi abbiamo finito. Potete andare – disse lui ai ragazzi per poi indicarmi di seguirlo nel suo ufficio.

- Ragazzi voi aspettare qui. Io arrivo fra poco – dissi ai miei fratelli sapendo che almeno loro in quel momento si sarebbe divertiti sicuramente considerando le loro facce mentre parlavano con gli altri, ma soprattutto con James.

Seguì il coach nel suo ufficio e non appena arrivammo lui si sedette dietro la scrivania facendomi accomodare di fronte a lui.

- Allora Edward, sono tutto orecchi. Qualcosa mi dice che so già cosa mi devi dire, ma spero vivamente di sbagliarmi – esordì lui non appena si mise comodo nella sua poltrona.

- Non voglio farla lunga, quindi arrivo subito al dunque. Ho deciso di lasciare la squadra e tornarmene a Phoenix. Non abbiamo ancora firmato il contratto vero e proprio, quindi posso ancora farlo – gli dissi senza tanti giri di parole.

- Lo immaginavo e permettimi di dirlo, ma quella che stai facendo è una cazzata. Ti rendi conto delle potenzialità che hai? Ti rendi conto di essere uno dei migliori giocatori degli ultimi anni? E questo è solo l’inizio, fra qualche anno potresti diventare il migliore e tu che fai? Butti all’aria tutto? E per cosa poi? – mi illuminò lui.

- Non so se sto sbagliando o meno, so soltanto che ho ponderato al meglio questa decisione, prendendo in considerazione sia i pro che i contro e sono arrivato alla conclusione che i pro sarebbero sicuramente di più dei contro. Restare qui significherebbe scegliere la carriera e lasciare alle mie spalle tutti gli affetti che ho e sinceramente non credo ne valga poi così tanto la pena. Non sto dicendo che non voglio più giocare a basket, sto solo dicendo che non voglio più farlo qui. Ci sono tante squadre professionali a Phoenix, proverò ad entrare in una di quelle. Se sarà destino diventerò un grande giocatore lo stesso, ma non posso restare qui, perché farlo significherebbe andare contro a quello che ho sempre creduto. Fin da bambino mi sono sempre ripromesso che se un giorno mi sarei trovato a dover scegliere tra la carriera e gli affetti, avrei scelto questi ultimi, quindi non ho alcun dubbio sulla mia decisione – gli dissi io sincero.

Non potevo restare a Jacksonville e pretendere che Bella mi avesse seguito, anche se sapevo che lei lo avrebbe fatto, ma io non me la sentivo di farla allontanare da casa, ma soprattutto dalle sue sorelle che per lei erano i due elementi più importanti della sua vita, così come non potevo farla allontanare dai miei di fratelli che per lei erano diventati dei punti fermi, delle certezze. Allo stesso tempo non potevo neanche io allontanarmi dai ragazzi e dalle ragazze perché non era quello che volevo, non ora almeno.

- Non riuscirò a farti cambiare idea, questo l’ho capito. Spero comunque che se tu dovessi cambiare idea tornerai qui, perché troverai una porta sempre aperta. Probabilmente la prossima volta che ti rivedrò di presenza sarai un avversario da battere, uno di quelli più difficili da battere e quel giorno sarò felice comunque andrà l’esito della partita. Dovesse vincere la mia squadra, così come se dovesse vincere la tua, perché ti meriti molto. Sei un bravissimo giocatore, uno dei migliori e mi auguro che farai tanta strada, ma di questo sono convinto. Basta soltanto che tu lo voglia. So che questa decisione non è stata facile, ma ti è costata e per questo sono fiero di te, perché ti sei mostrato come una persona e non come un semplice giocatore. Hai messo davanti gli affetti e in secondo luogo il basket e anche se molti non condivideranno questa scelta, sappi che io la rispetto, così come rispetto te. E’ stato un vero piacere averti in squadra – mi disse lui con sguardo sincero.

- Anche per me è stato un piacere farne parte. Entrare negli Shox per me ha significato realizzare un sogno e mi ha dato la spinta per continuare su questa carriera – gli dissi io.

- E’ davvero un peccato perdere un giocatore talentuoso come te. Comunque in bocca al lupo per tutto – mi disse sorridendomi e porgendomi la mano.

- Crepi. La ringrazio per tutto – gli dissi porgendogli anch’io la mia mano.

Dopodichè uscì dal suo ufficio e mi diressi in palestra, ma non trovai nessuno. Di sicuro dovevano essere tutti fuori. Con il coach non era andata male, mi aspettavo peggio, invece, era stato piuttosto comprensivo e non aveva fatto storie. Gliene ero grato. Uscì in cortile e vidi tutti i ragazzi della squadra con Jasper e Emmett, mentre le ragazze continuavano a guardare i miei fratelli come due divinità scese dall’Olimpo. Mi avvicinai a loro e non appena arrivai tutte le ragazze mi circondarono con Jessica come capo banda.

- Hey Edward, che famiglia che hai. Non ci avevi detto di avere due fratelli così carini – mi disse Jenny mentre io mi scansai da lei senza dargli nessuna importanza.

- Infatti Edward che combini? Non ci avevi detto che le cheerleader di qui fossero delle troie – disse una voce alle mie spalle che riconobbi essere quella di Alice.

- Infatti c’ho pensato io a dirvelo – continuò Bella.

In quel momento mi voltai e vidi le ragazze che tranquillamente si avvicinavano a noi mentre si fumavano una sigaretta.

- Non ci credo. Quella lì di nuovo per le scatole – disse Jessica riferendosi a Bella.

- Ma che c’è qui? Un gallinaio? – disse Rose riferendosi alle ragazze e facendo ridere tutti escluse ovviamente quelle lì.

- E non è da sola – disse Sarah riferendosi al fatto che Bella stravolta fosse in compagnia delle ragazze.

- Hey Bella, come te la passi? Ti sei divertita a Parigi? – gli disse James mentre le ragazze si erano avvicinate a noi.

- Da morire. Una vacanza con i fiocchi – gli rispose lei mentre io gli tolsi la sigaretta dalle mani e inizia a fumarla io.

- Comunque queste sono Alice e Rosalie, le sorelle di Bella – dissi io ai ragazzi per presentarle.

- Ecco perché sono così acide – disse Jessica sottovoce, ma non così sottovoce da non farsi sentire.

Le ragazze comunque non gli diedero nessuna importanza e fu meglio così anche perché ignorare quelle lì era l’unico modo per farle stare zitte. Le ragazze si presentarono con i miei ex compagni di squadra e, così come era stato per Bella, furono subito prese in simpatia dai ragazzi e in antipatia dalle ragazze.

- Fidanzate? – chiese James a Alice e Rose.

- Non ci provare. Uno sono come sorelle per me e due sono le mie cognate – gli dissi io sapendo già quale fosse il suo intento.

Del resto conoscendo James era normale che avesse fatto quella domanda.

- Le tue cognate? – mi chiese Jessica con voce stridula.

- Vorresti dirci che queste due sono le fidanzate dei tue fratelli? – mi chiese Jenny sconvolta.

- Non vorrebbe dire, dice – disse Alice andando da Jasper e stampandogli un bacio in bocca, mentre lo stesso fece Rosalie con Emmett.

Quelle tre erano delle perfide senza confini, ma le adoravo.

- Certo che vi siete sistemati bene in famiglia. Complimenti. Il gusto non manca – disse James riferendosi a me e ai mie fratelli.

- Lascio la squadra – dissi io a sangue freddo cambiando discorso.

- Cosa? – dissero sconvolti tutti i ragazzi e anche quelle galline delle ragazze.

- Avete capito. L’ho appena detto al coach. Sono venuto solo per comunicare la mia decisione – gli dissi.

- Ma sei cretino? Cazzo non puoi farlo – mi disse James.

Avevo messo in conto che lui sarebbe stato quello più difficile da convincere, avevamo legato molto e non si sarebbe mai aspettato una decisione di questa da parte mia.

- L’ho appena fatto. Voglio tornare a Phoenix – gli dissi.

- Ma perché scusa? Qui non andava bene? – mi chiese Jack.

- Si, qui andava benissimo, ma non è questo il mio posto – gli dissi io.

- Bella diglielo tu che è una cazzata – continuò James chiedendo l’aiuto della mia ragazza.

- Diteglielo anche voi – aggiunse Alex riferendosi ai mie fratelli e a Alice e Rose.

- C’abbiamo provato. Non ne vuole sapere – gli disse Bella.

- Abbiamo provato a convincerlo, a dirgli di aspettare un altro po’ prima di prendere una decisione definitiva, ma è irremovibile – gli disse Jasper.

- No, io non lo accetto. Mi devi dare una motivazione valida per assecondare questa cazzata – mi disse James.

- Credo di avertela già data. Voglio tornare a casa. Sai benissimo perché sono venuto qui, adesso non c’è più motivo di restare. Il mio posto per adesso è a Phoenix. Comunque ci rivedremo, promesso. Verrò a trovarti spesso e anche tu potresti fare una scappatella ogni tanto. A Phoenix ci sono ragazza molto carine – gli disse per cercare di sdrammatizzare la situazione.

Non l’avessi mai fatto, visto che ricevetti uno scappellotto da Bella, una pestata di piede da Alice e una gomitata da Rosalie.

- Era un modo di dire – cercai di difendermi io mentre tutti scoppiarono a ridere e io li seguì a ruota.

Dopo un bel po’ riuscì a convincere i ragazzi, soprattutto James promettendogli che comunque saremmo rimasti in contatto. Poi decidemmo insieme a loro di andare a mangiare una pizza tutti insieme prima della nostra partenza. Passammo tutta la serata con loro. Le ragazze vollero venire per forza, ma mentre noi ci divertimmo come pazzi per loro non fu così, anche perché divennero il bersaglio numero uno di Bella, Alice e Rose che ne approfittavano in ogni momento per dirgliene una nuova. Tra risate e scherzi la serata trascorse molto velocemente e verso le tre di notte io e i ragazzi ci rendemmo conto che era ora di andare, anzi avevamo pure fatto tardi. James e Alex, che erano gli unici ad avere casa libera, ci offrirono di fermarci da loro, ma noi rifiutammo perché era già tardi ed era il caso di andare. Salutammo tutti e andammo via, non prima però di aver promesso ai ragazzi che saremmo rimasti in contatto. Prendemmo due taxi e ci dirigemmo verso la pista dove era atterrato il jet e trovammo il pilota già in postazione, considerando che Emmett gli aveva chiamato per dirgli che saremmo arrivati di lì a poco. Salimmo e in poco tempo volavamo già sorvolando il cielo punteggiato da miliardi di lucine bianche, le stelle. Le ragazze crollarono subito, mentre io e i miei fratelli ci mettemmo un po’ di più. Avevamo deciso già tutte le mete e i tempi in cui ci saremmo fermati e se tutto sarebbe andato come avevamo previsto, quella sarebbe stata una vacanza da non dimenticare. Avremmo visitato tutti i luoghi, o almeno la maggior parte dei luoghi che sognavamo di vedere e alla fine del nostro viaggio saremmo andati per due settimane all’isola Esme, l’isola che papà aveva comprato e regalato alla mamma come segno del suo amore e che difatti portava il suo nome. Quelle due settimane sarebbero state veramente delle vacanze a tutti gli effetti, perché ci saremmo dedicati solo ed elusivamente al relax più assoluto. Già mi immaginavo noi in giro per il mondo, chissà cosa avremmo combinato. Una cosa era certa, ci saremmo divertiti come matti e soprattutto saremmo stati uniti e questo legame nessuno mai l’avrebbe potuto sciogliere. Ne ero convinto. Oramai tutti i pezzi del puzzle erano stati uniti e nessuno avrebbe più potuti separarli. Dopo quasi un anno che conoscevo le ragazze e dopo quasi un anno di cambiamenti nella mia vita e in quella dei miei fratelli e delle ragazze potevo essere sicuro di una cosa. Mamma aveva ragione, l’amore ti cambia la vita.

 

 

LEGGETE E’ IMPORTANTE:

Ho deciso di dividere questa storia in due parti. La prima parte finirà il capitolo prossimo. Questo è, infatti, l’ultimo capitolo raccontato da uno dei ragazzi. Il prossimo sarà una specie di epilogo raccontato da un narratore esterno. Dal capitolo successivo all’epilogo inizierà la seconda parte della storia nella quale ci saranno molte novità. Saranno capitoli raccontati di nuovo dai ragazzi, solo che a distanza di qualche anno. Molte cose sono cambiate, ma molte sono rimaste intatte. Spero che continuerete lo stesso a seguire la storia e mi farebbe piacere sapere anche cosa ne pensate di questa mia idea. Adesso vi lascio. Un bacione a tutti e grazie dei vostri commenti e dei complimenti che mi fate sempre.

 

 

 

SPOILER:

Narratore esterno

Alla fine dopo un mese e mezzo di viaggi, andarono nell’isola Esme, un’isola nelle coste del Brasile che Carlisle aveva regalato tempo addietro a Esme. Lì si dedicarono al relax più totale combinandone di tutti i colori, considerato che erano gli unici ad abitare l’isola.

 

 

 

Risposte alle vostre recensioni:

 

- ledyang: Felicissima che ti sia piaciuto.

 

- nefertiry85: Il tuo consiglio è davvero super e stai sicuro che lo userò. Mi piace davvero tanto come idea. E’ grandiosa. Grazie mille.

 

- ross_ana: Non sei l’unica a volere un jet privato. Diciamo che tutto quello che loro hanno sarebbe quello che vorrei io, anche se mi accontenterei solo di trovare una persona accanto come uno dei tre ragazzi. So che è impossibile, ma sognare non costa nulla. La cosa della cartolina era troppo forte, mi sono messa a ridere quando l’ho letta. Magari si potesse.

 

- Princess Alexia: Le scoprirai presto le mete del viaggio, ti dico solo che gireranno parecchi posti molto distanti gli uni dagli altri. Nel viaggio non succederà nulla tranquilla, combineranno solo qualche danno come fanno sempre del resto, ma tutto procederà tranquillo. Alla situazione di Edward ci ho pensato parecchio e avevo deciso di farlo restare negli Shox. Bella l’avrebbe seguito e in seguito lo avrebbero fatto anche i ragazzi, ma poi ho cambiato idea. Mi sono detta che era meglio farli restare a Phoenix, ma sta tranquilla che Edward realizzerà il suo sogno comunque. Come avrai letto nei capitoli scorsi Edward ha detto che non abbandonerà il basket e che il suo sogno resta comunque quello di diventare un bravo giocatore di basket, anzi il migliore, ma che può farlo anche in un’altra squadra. La sua soddisfazione l’ha avuta lo stesso. Da bambino sognava di entrare negli Shox e c’è riuscito, in anticipo anche rispetto le sue previsioni. Il suo sogno di diventare un grande in questo sport si realizzerà, anzi succederà qualcosa che lo renderà ancora più orgoglioso di se. Quindi sta tranquilla che tutto si risolverà. In una cosa tra quelle che hai detto ci hai azzeccato anche se per metà, ma non ti dico quale per non rovinarti la sorpresa. Comunque ho portato la mia storia in un altro sito perché mi hanno invitato a farlo e sono stata contenta di questo. Per l’altra mia storia se riesco posto oggi stesso.

 

- tenerona: Che bello, un’altra fan. Sono proprio contenta che la storia ti piaccia. Comunque il nuovo capitolo di “l’amore è magia”, se riesco,  lo posto oggi stesso.

 

- -DivinaTheBest: Sono felicissima che la mia storia ti piaccia e spero che continuerà ad appassionarti sempre di più.

 

- edward bella: Mi fa piacere che il vecchio capitolo ti sia piaciuto, soprattutto la storia della scritta. Credo che era importante che succedesse.

 

- bo19: Ed eccoti accontentata con il pov di Edward, spero ti piacerà.

 

- eMiLy BlOoD: Ho aggiornato il prima che ho potuto. Comunque la frase di questa volta è semplicemente stupenda. Credo che sia la più bella in assoluto fino ad ora. L’ho sentita vera, profonda e mi ci sono rivista davvero. Mi sento spesso così ed è una sensazione bruttissima, perché quando mi fermo a riflettere e a pensare questo mi crolla tutto e non posso fare a meno di sentirmi vuota. Complimenti davvero. La frase è realistica al 100%.

 

- serve: Ti comunico che non sei l’unica ad invidiare Bella. Io la invidio in tutto e per tutto. Credo che sia quello che vorrei essere io.

 

 

 

 

 

- gamolina: Curiosa? Beh, ti dico solo che succederanno parecchie cose, quindi preparati.

 

- soletta: Sono io che ringrazio te per esserti aperta e per recensire la mia storia. Per me questo è molto importante. Comunque ti assicuro che anche tu hai dentro tanta forza, devi solo riuscire a tirarla fuori. Io con le esperienze vissute e con tutto quello che ho sofferto ho dovuto tirarla fuori per forza, anche perché nella mia situazione non c’è nessuno che può aiutarmi. Devo essere io a farcela, ma soprattutto devo volerlo e non sempre tirare avanti è quello che voglio. A volte vorrei smettere di lottare e stare ferma facendomi sbattere in faccia tutto quello che succede, ma poi mi accorgo che non servirebbe a nulla, ci starei solo più male. invece bisogna tirare fuori la forza e la grinta che abbiamo dentro di noi e affrontare tutto con la testa alta. Quanto alla storia ti capisco se sei un po’ curiosa, ma presto le tue domande avranno delle risposte.

 

- SignoraCullan: Allora la data in se e per se non ha nessun significato. Nel senso che l’anno è questo, quindi quello in cui è ambientata la storia. Il mese rappresenta il mese in cui c’è stata la cena, visto che nel capitolo in cui ho parlato della cena ho detto che era ottobre. Il giorno, invece, ha per me un significato, ma più che il giorno, il numero. Il 23 è un numero importante per me. Nella mia vita il 23 ha significato molto. E’ stata la data di avvenimenti belli, ma anche di avvenimenti meno belli. Diciamo che, per me, è importante, molto importante. Per questo ho scelto questo giorno. Invece per mese e anno mi sono limitata alla storia e all’anno corrente.

 

 

Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.

 

 

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