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Autore: fleacartasi    07/06/2005    8 recensioni
Lui le asciugò quelle gocce di pianto con le dita, un tocco leggero come tessuto. "Benvenuta nella mia vita, Daphne" Le disse, sorridendo.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Welcome to my life*

-Note-

Una piccola one-shot, che sicuramente avrei potuto sviluppare meglio...ma mi piace abbastanza, se devo essere sincera! E' basata su un estratto della canzone "Welcome to my life" dei Simple Plan...ha un testo molto bello e vi consiglio di leggerlo per intero, al di là del genere di musica del gruppo. E poi rispecchia abbastanza il mio stato d'animo in questo periodo...mi sento piuttosto giù, e spero che mi passi in fretta!

Daphne Greengrass è un personaggio nominato una sola volta (se non sbaglio) da JK Rowling, ha sostenuto il GUFO insieme ad Hermione ed è di Slytherin...l'ho scoperta grazie ai meravigliosi lavori di Savannah, e qui ho provato a darne una mia versione personale, anche se è appena tratteggiata! E Blaise...beh, lui è molto simile a quello dell'altra mia one-shot "Excepi rorem noctis", quindi penso di non dover aggiungere altro...poverino, lo faccio sempre soffrire ^^"

Bene, ora vi lascio alla lettura...non credo che posterò più nulla fino al mio ritorno dalle vacanze il 21 giugno, quindi arrivederci! E se l'aereo dovesse cadere (facciamo le corna ma non si sa mai...^_^")...è stato bellissimo conoscervi! :)

-Sara-

 

 

*Welcome to my life*

Da sette anni indossavano la stessa divisa, con il piccolo stemma sul mantello e la cravatta di seta verde e argento, allacciata con sempre minor cura con il passare del tempo. Da sette anni mangiavano allo stesso tavolo, a poche sedie di distanza, e sedevano nelle stesse aule, ascoltando gli stessi insegnanti che cercavano di attirare la loro attenzione elargita con parsimonia, come se fosse un metallo prezioso. Da sette anni trascorrevano le loro serate nella Sala Comune, un trionfo di tessuti color smeraldo e pelle nera, o in quelle stanze, identiche nella loro eleganza mai eccessiva, con le coperte ricamate e il pavimento di legno scuro.

Da sette anni Blaise Zabini e Daphne Greengrass erano parte di Slytherin, ma le loro vite non si erano mai incrociate. Le loro esistenze erano semplicemente andate avanti, due linee parallele fra le molte di Hogwarts. Due universi separati, sebbene così vicini.

Eppure, quella sera, i due ragazzi si erano incontrati.

Do you ever feel like breaking down?
Do you ever feel out of place,
Like somehow you just don't belong
And no one understands you?
Do you ever wanna runaway?

"Cosa ci fai qui?" La sua voce risultò più dura di quanto avrebbe voluto, leggermente insicura ed acuta. La ragazza si pettinò con le dita i lunghi capelli color miele, mentre i suoi occhi nocciola si stringevano, simili a quelli di un felino. Fra le dita reggeva una bottiglia, colma per metà di un liquido viola.

Blaise si sedette accanto a lei, appoggiando la schiena al parapetto della torre di Astronomia. Era una notte senza stelle, in quell'aprile di vento ancora freddo e di raggi di un sole ingannatore. "Dammene un po', per favore" Disse lui, chiudendo per un istante gli occhi chiari ed indicando con la mano sinistra il liquore.

Lei gli allungò la bottiglia, riluttante. Dopotutto, era sempre un suo compagno di Casa. E gli Slytherin, nonostante tutte le rivalità che li dividevano, erano sempre solidali fra loro. Come se davvero ci fosse un legame di sangue ad unirli. "Non hai risposto alla mia domanda" Insistette Daphne, voltando appena il collo. Sotto di lei, fra i merli della torre, si intravedeva il parco immerso nell'oscurità.

Blaise scrollò le spalle, bevendo un sorso di Aquaviola, che lasciò per un attimo una sensazione di piacevole bruciore nella sua gola. "Troppi pensieri" Rispose semplicemente, per poi bere ancora. "E tu? Cosa ci fai qui?"

"Io…" Daphne lo guardò, esitante. Perchè avrebbe dovuto confidarsi con quello che in fondo era per lei un estraneo?…E perché non avrebbe dovuto farlo? Slytherin non tradiva Slytherin. Slytherin comprendeva Slytherin, ascoltava senza giudicare. "Non ce la faccio più"

Il ragazzo sollevò un sopracciglio. Un tacito consenso per permetterle di continuare, un rapido guizzo delle sue dita affusolate, scure come bronzo caldo nell'oscurità della notte.

"Mi trattano come un oggetto…" Daphne riprese la bottiglia, stringendo il vetro con una forza quasi disperata. Da un momento all'altro, il sangue avrebbe potuto scorrere sulla sua pelle, come sciroppo d'amarene. "Non sono nient'altro che una puttanella senza cervello, per tutti loro…" La sua voce si incrinò sempre di più, fino a morire.

Blaise rimase in silenzio per qualche secondo, senza fare domande. Senza chiedere chi fossero loro, senza chiedere altri dettagli. Poi una risata scaturì dalle sue labbra appena socchiuse, sommessa come pioggia oltre le possenti mura di una casa antica.

Lei lo guardò duramente, le pupille dilatate dall'alcool che stava iniziando ad annebbiarle i sensi. Lo stordimento che aveva cercato la stava avvolgendo, dolce come zucchero. "Si può sapere perché ridi, Zabini?" Gli domandò, senza preoccuparsi di essere cortese. Voleva ferire, voleva graffiare.

"Vorresti mai fuggire lontano, Daphne Greengrass? Ti sei mai così male da pensare di poterti spezzare da un momento all'altro?"

Lo sguardo di Daphne lo scrutò, una sorpresa malcelata dipinta sul volto modellato dalla tenebra di velluto. E le parole rimasero dentro di lei, quelle parole che avrebbe voluto gridare. Avrebbe voluto urlargli che si era sentita anche peggio, avrebbe voluto urlargli che l'unica sua compagnia era il desiderio di dissolversi in quell'aria di primavera, avrebbe voluto urlargli che la solitudine la stava divorando come ruggine su una lastra d'argento…

Ma non era vero.

Blaise le sorrise, un sorriso mesto. "Lo sapevo…tu non sai davvero com'è, non lo puoi sapere"

No you don't know what it's like
When nothing feels all right
You don't know what it's like
To be like me…

"Che cosa vuoi dire, Blaise?" Daphne continuava a bere l'Aquaviola con aria indifferente. Ma i suoi occhi scuri la tradivano.

"Tu sei popolare, Greengrass. La ragazza più bella di Slytherin, la ragazza che ognuno vorrebbe avere come fidanzata…la ragazza che ognuno vorrebbe portarsi a letto, se vogliamo essere sinceri" Blaise iniziò a giocherellare con la cravatta verde e argento, stropicciandone i lembi. "Ma tutto questo ti piace. Tu ami la popolarità, tu sei nata per trovarti al centro dell'attenzione. Tu non puoi sapere come ci senta davvero…quando nessuno ti parla, quando ti sembra di essere più sottile dell'aria, quando nulla va per il verso giusto…l'hai mai provato, Daphne?"

La ragazza chiuse gli occhi, mentre due lacrime solitarie le solcavano le guance.

"Le tue lacrime…non sono vere come quelle che rischiano di essere piante da me" La voce di lui era calma, sommessa, eppure vergata dalla frustrazione e dalla rabbia.

"Blaise…" Daphne gli si avvicinò leggermente. Il ragazzo poteva quasi percepire il suo respiro, che profumava di liquore.

"Mi hai mai visto scherzare con qualcuno alla fine delle lezioni, Daphne? Mi hai mai visto seduto sui gradini insieme ai miei compagni, a scrivere bigliettini di pergamena per un test di Trasfigurazione? Mi hai mai visto parlare con amico, un amico vero?"

Lei si lasciò trascinare da una girandola di pensieri, sfumati d'Aquaviola.

Blaise Zabini che veniva smistato a Slytherin, quel primo di settembre, e si sedeva in un angolo, con gli occhi bassi quasi terrorizzati. Blaise Zabini che cercava con aria imbronciata di salire sulla sua scopa, durante la prima lezione di volo, mentre i suoi compagni si aiutavano a vicenda, ridendo. Blaise Zabini che osservava le coppie volteggiare allegramente, al Ballo del Ceppo, seduto a un tavolino vuoto in compagnia di un calice di vetro lavorato. Blaise Zabini che camminava per i corridoi, fiero ed altero, come se non avesse bisogno di nessuno…

"Blaise…" Ripeté Daphne, mentre quelle immagini persistevano nella sua mente, come istantanee che facevano male.

Lui le asciugò quelle gocce di pianto con le dita, un tocco leggero come tessuto. "Benvenuta nella mia vita, Daphne" Le disse, sorridendo.

To be hurt
To feel lost
To be left out in the dark
To be kicked when you're down
To feel like you've been pushed around
To be on the edge of breaking down
With no one's there to save you
No you don't know what it's like
Welcome to my life


  
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