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Autore: Sognatricecoipiediperterra    19/10/2009    1 recensioni
E' la prima volta che faccio leggere qualcosa di mio.
Ho iniziato a scrivere questa storia nel febbraio 2009. La prima parte del primo capitolo si è praticamente scritta da sola, la settimana prima che le mie amiche ed io partissimo per il nostro viaggio a Volterra. Appena sono tornata ho deciso che volevo sapere che cosa sarebbe successo dopo e piano piano, capitolo dopo capitolo, pagina per pagina, la storia, I personaggi e gli eventi si sono creati da soli.Ma questa non è una storia come le altre. E' una storia magica, almeno per me e per quelle persone che mi sono vicine. Man mano che scrivevo, inventando le cose, esse si verificavano. Non è mai successo che io abbia scritto qualcosa dopo averlo vissuto. Ogni volta io scrivevo un piccolo fatto e questo come per magia, dopo poco tempo, diventava reale.Quando ancora non si sapeva se il cast di New Moon sarebbe giunto in Italia io l'ho ipotizzato e poco dopo è stato annunciato. L'unica differenza è che io ho descritto Volterra,ma in realtà è stato scelto Montepulciano. Ho scritto che un personaggio avrebbe avuto l'occasione di fare la comparsa ed è successo a me. Ho scritto di un altro personaggio che riusciva a realizzare il suo sogno e qualche settimana dopo la sua occasione è arrivata. Tante altre piccole, innocenti, private cose, che nessuno riconoscerà, ma che dentro di me so essersi avverate. La magia è ovunque, se ci si crede, anche nella storia che noi stessi scriviamo, anche in quella fontana a cui abbiamo affidato I nostri desideri. Ci tengo a precisare che niente di questa storia è stato premeditato. L'idea è nata dall'immaginare una svolta incredibile dalla vacanza che avrebbero fatto delle amiche appassionate di Twilight. Da lì è nato tutto. Mentre scrivevo non avevo assolutamente idea di cosa sarebbe accaduto nel capitolo seguente, anzi nemmeno la frase seguente. Mi scuso per eventuali inesattezze. Ho inventato I fatti così come I personaggi anche se per qualcosa o qualcuno ho preso spunti dalla vita reale. Per I personaggi “veri” - e qui mi riferisco a Kristen,Robert, Ashley e Chris – ho cercato di farli agire, parlare ed essere come trapelano dalle interviste. Sono mesi che seguo ogni singola notizia che esce a proposito di Twilight e a furia di leggerle ho finito col rappresentarli così come li ho immaginati. I più attenti lettori troveranno molte frasi nei dialoghi che hanno realmente pronunciato gli attori nel corso di interviste o servizi. Ovviamente escludendo piccoli appigli alla realtà il resto l'ho completamente inventato."
Ancora una cosa! Mi sono resa conto di un elemento positivo del mettere la storia qui: non solo ci sono le frasi che compongono la storia, ma posso suggerire una colonna sonora per i vari pezzi e aggiungere immagini. Queste ultime rigorosamente scattate da me!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Ecco il secondo capitolo,come vedrete c'è un punto di vista un po' particolare! Che ne pensate? E' difficile entrare nella testa di qualcuno,ma ci ho provato. Abbiate pazienza se il risultato non vi piace, devo migliorare! Come vedrete i prossimi capitoli saranno alternati, uno sarà sotto un punto di vista e il seguente da un altro, per poi ricominciare! Commentate!!! P.S. Domanda da novellina... preferite un carattere più piccolo?

Giunsi all'appuntamento con qualche minuto di ritardo.
Chris era tornato dall'Italia e voleva mostrarci qualcosa. Arrivai che c'erano già tutti.
Salutai con un cenno e sorrisi a Kristen quando disse:“Robert, vieni. Ti ho tenuto il posto!”.
Mi sedetti fra lei e Ashley. Avevo già conosciuto gli altri, avrebbero interpretato I Volturi in Italia e si erano inseriti nel gruppo. Mentre preparavano l'attrezzatura mi divertii a scherzare con Kristen e Ashley, facevamo sempre giochi e battute.
Poi Chris prese la parola: “E' tutto pronto, abbiamo già fatto ogni prova possibile, dovete limitarvi a copiare questo. Andrea parti pure” disse, rivolgendosi al ragazzo vicino al computer.
Immediatamente partì il video che, proiettato sulla parete, mostrava Volterra. Ero entrato nella mia parte professionale, ma per un attimo la bellezza del paesaggio, mi incantò completamente. L'avevo immaginata, dopo aver letto il libro, e dovetti ammettere che la trovavo davvero perfetta. La location ideale.
Durante la panoramica generale Chris spiegava. "Ashley tu arriverai con l'auto da questa strada” disse, indicando il vicolo inquadrato " e ti fermerai qui. A quel punto parti tu Kristen e corri qui, mentre noi ti riprendiamo da questo punto. Ecco, fai esattamente come questa ragazza”.
Vedevo Kristen osservare attentamente il video, probabilmente cercava di memorizzare tutto il possibile. Io non dovevo memorizzare nulla della scena della corsa, quindi mi misi più comodo ad osservare il video. Non potevo fare a meno di notare quanto sembrasse divertirsi quella ragazza. Per la scena reale del film Kristen avrebbe dovuto fare ben altra espressione!
"Chi è quella?”chiese Ashley curiosa, anticipando la mia domanda.
"Una che corre!" scherzai provocando una risata per quell'ovvietà.
"E' una ragazza che abbiamo incontrato in piazza. Stavamo cercando le angolazioni quando lei e le sue amiche sono arrivate e hanno cominciato a correre, filmandosi a vicenda. Era chiaro che stavano imitando Bella così abbiamo chiesto loro di aiutarci".
Riprese subito con un tono più serio: "Queste scene sono fondamentali. Ci sono già fan che le imitano e non l'hanno ancora vista rappresentata!".
Le scene durarono parecchi minuti. Dovevano aver ripreso molto perché il ragazzo, Andrea, cambiò immediatamente cassetta alla telecamera – collegata la computer- quando quella precedente finì. Dopo l'ennesima visione della corsa nel vicolo della seconda ragazza, lo scenario cambiò. Sembrava di vedere una porta, ma decisamente troppo ravvicinata e una voce fuoricampo annunciò: “Ed ecco che nel nostro viaggio abbiamo incontrato le famose italiane. Queste tre ragazze non si sono smentite divorando la famosa pizza e ...”. La voce si interruppe improvvisamente quando la porta si aprì. Riconobbi subito la ragazza della corsa, in primo piano, e le sue amiche sdraiate sul letto.
"Scusate, devo aver registrato nella cassetta sbagliata" mormorò imbarazzato Andrea, fiondandosi verso la telecamera, da cui si era allontanato un attimo prima. Nell'agitazione anziché stoppare mandò avanti il video e poi fece play.
Riconobbi la sua voce: “Non capisco che cosa ci trovino tutti di così speciale nei protagonisti. In fondo sono attori, come in tutti I film”.
Andrea ormai era totalmente imbarazzato, mentre si alzava un mormorio per le sue parole. Stava per spegnere il video, quando Chris parlò: "Aspetta, non fermare sono curioso di sentire!".
Si voltò verso di lui e con uno sguardo penetrante chiese: "Immagino che non sia costruita, o sbaglio? Sapevano di essere riprese?".
"Questa è la mia cassetta, cioè non... Temo che sia rimasta accesa per sbaglio." rispose velocemente, ancora indeciso se opporsi e fermare il video o rispettare l'autorità e il rispetto che Chris scatenava in tutti per il suo ruolo di regista.
"Lasciala scorrere!" ordinò Chris, palesemente incuriosito.
Anche la mia curiosità era stuzzicata e mi sentii soddisfatto quando con rassegnazione, ma ancora non del tutto convinto, Andrea premette il play.
La telecamera doveva essere stata appoggiata ad un mobile perché parte dell'inquadratura era occupata da un piano di legno. Subito dietro, seduti sul letto a gambe incrociate, uno di fronte all'altro c'erano Andrea e la ragazza che sorrideva correndo. Dietro di loro, il fratello di Andrea, Filippo, e le altre due ragazze.
“Non capisco che cosa ci trovino tutti di così speciale nei protagonisti. In fondo sono attori, come in tutti I film” disse la voce di Andrea. Non mi voltai a guardarlo, troppo curioso per la piega che aveva preso il discorso. La ragazza del filmato, seduta di fronte a lui, gli lanciò un'occhiataccia. Disapprovava.
“Capisco che la coppia Edward e Bella possa appassionare. E' qualcosa di speciale e unico, ma è la coppia letteraria. Gli attori sono solo attori. Recitano quella parte. E allora perché centinaia di ragazzine impazzite ti assordano quando vedono Robert Pattinson e Kristen Stewart?”.
Kristen si era drizzata sulla sedia, Ashley sorrideva e sulla sala era calato il silenzio.
"Qualcosa mi dice che stiamo per scoprire il perché di tanto successo, eh ragazzi?!" ammiccò Chris.
Immediatamente si sentì la risposta di una delle ragazze sullo sfondo: “Ma l'hai visto Robert Pattinson?”.
Scoppiarono risate generali, mentre abbassavo lo sguardo, imbarazzato. Chissà se qualcuno avrebbe mai fatto un commento sul mio modo di recitare anziché sul mio aspetto.
"Come non detto. Speravo che avremmo risolto il mistero,ma a quanto pare neanche Elisa, Silvia e Anita sanno darci una risposta" disse sbrigativamente Chris – c'era davvero delusione nella sua voce?- "Andrea stoppa!Proseguiamo con..."
"No, aspettate!" rispose inaspettatamente Andrea. Ci voltammo tutti verso di lui che riprese: "Un secondo, la risposta la danno. Ricordo che Elisa mi ha spiegato il perché...". Non riuscì a terminare che le voci erano partite sullo schermo. Lui aveva parlato della nostra bellezza e la ragazza si era opposta: “Dietro c'è di più! Twilight ha davvero sconvolto il mondo!”.
Sconvolto il mondo. Anche a me che ne avevo vissuto in prima persona le conseguenze sembrava un tantino esagerato, ma la foga con cui aveva risposto Elisa – adesso sapevo il suo nome- mi aveva lasciato senza parole. Sullo schermo I suoi amici stavano ridendo, ma con la determinazione nello sguardo lei proseguì.
Registrai quella luce che aveva negli occhi prima di lasciarmi prendere completamente dal suo discorso: “Non sono solo le ragazzine ad essersi appassionate, insomma noi ci siamo vicine ma non siamo esattamente adolescenti!”. Da come lo diceva sembrava che fossero vecchissime, ma l'adolescenza non dovevano averla passata poi da molto! Nessuna di loro sembrava avere la mia età, dovevano avere qualche anno in meno, forse vicine a Kristen, ma poteva anche darsi che apparissero diverse da come erano. Magari in Italia si vestivano in modo meno appariscente e nel mondo al di fuori del cinema, dove anche I dodicenni sembravano adulti, era diverso. Guardai il loro abbigliamento. Magari mi avrebbe dato un indizio, ma mi accorsi in quel momento che indossavano tutte il pigiama. Come avevo fatto a non notarlo?
La ragazza intanto aveva ripreso a parlare: “ Ci sono anche mamme cinquantenni! Perfino mia nonna a 82 anni ha visto il film - Però forse non contava perché aveva paura e continuava a dire a Bella di andarsene e mollare lì Edward. E nella battaglia si teneva il cuore.-”
Non riuscii a trattenere una risata. La nonna di quella ragazza era la prima a cui Twilight aveva fatto paura. Avevo cercato di rendere la mia parte nel film molto più oscura e la battaglia più violenta, per evidenziare il lato vampiresco, ma mi avevano smorzato fino alla fine. Forse non era andata così male come pensavo.
“Twilight cambia la visione delle cose e ti fa sognare. Io prima ero depressa con il brutto tempo, adesso mi infastidisce un po', ma sono felice perché I Cullen possono uscire!”
“Ma I Cullen non esistono davvero!” ribattè immediatamente Andrea. La guardava come se stesse parlando ad una bambina piccola a cui si spiega che I mostri sotto al letto non esistono. La cosa mi dava fastidio. Era chiaro che il discorso le stava a cuore e che cercava, con tutte le sue forze, di trasmettere la sua visione delle cose. Ero curioso della sua risposta. Mi aspettavo un imbarazzo, una frase incerta e balbettata per cui mi stupii del suo tono sicuro: “Nella mia testa si!”
Parlava con foga, l'argomento le interessava davvero. Niente a che vedere con le pacate e posate conversazioni con cui avevo a che fare io. Probabilmente era l'educazione inglese che insegnava a mantenere sempre un certo contegno. Lasciai perdere qualsiasi riflessione e lasciai che quelle parole mi entrassero nelle orecchie e nella testa.
“E poi leggere libri è vivere molte vite,stare in un sacco di posti, innamorarsi di qualcuno, odiare quancun altro. E' piangere, ridere, sorridere, riflettere, pensare. E tutto questo è qualcosa che poi ti porti dietro per sempre. E se I libri e le storie sono come quelli di Twilight si verifica tutto all'ennesima potenza e inevitabilmente un po' ti cambiano.
Ti immedesimi completamente tanto che arrivi a respirare con Bella, ad essere felice e soffrire con lei, la tensione è altissima per ogni frase e atteggiamento dei protagonisti. E poi tutta l'attenzione per come reagiscono I personaggi, impari a prestarla anche nella vita. Ti trovi a rivivere le scene nella testa, convinta che Edward sia il tuo ragazzo, Alice la tua migliore amica, Emmet il fratello acquisito e Jacob il tuo amico licantropo! Se ti fai male non puoi che pensare a Carlisle prima di chiamare il tuo medico e quando qualcuno usa la parole “vampiro” molli quello che stai facendo per origliare la conversazione.
La storia ti incanta perché la protagonista non è perfetta. E' normale, un po' goffa, ma molto sensibile. Lui è così bello, colto, protettivo e di una gentilezza ottocentesca che non puoi non innamorarti! Arriva a cambiare la sua natura, a dominare I suoi istinti, per amore di lei e lei non può sopravvivere senza di lui. Si rendono conto che la vita senza l'altro è impossibile. E' una storia banale di per sé, ma è resa speciale dalla caratterizzazione dei personaggi così precisa; da colpi di scena continui che ti portano a dubitare di come andrà la storia e poi a dubitare di aver dubitato; da piccoli particolari tutti collegati; dalla realtà abbastanza vicina da essere immaginata,ma abbastanza lontana da farti sognare; dalle frasi che possono sembrare melense e stupide, ma che sono scritte così bene che diventano le tue preferite; dalla speranza che ti lascia che l'amore vero possa sempre arrivare sotto qualunque forma.
Saranno anche libri o film adolescenziali, ma quando Edward fa scendere Bella dalla macchina e l'accompagna a scuola, tutto orgoglioso sotto lo sguardo di tutti, passandole un braccio sulle spalle e dicendo:"Se devo andare all'inferno tanto vale farlo in grande stile" non ti importa in che categoria si trovi Twilight. Dimentichi completamente e senza riserve qualunque principe sul cavallo bianco e ti innamori di un bellissimo vampiro su una Volvo argentata. Non sogni più di incontrare il principe Azzurro al castello, ma che Edward bussi alla tua finestra.
Insomma.... c'è bisogno di parole?”
L'ultima domanda non era rivolta a noi, ma lasciò comunque tutti senza fiato. Era la prima volta che mi sentivo spiegare cosa c'era davvero in Twilight che appassionava in quel modo. Fu come aprire una finestra e scoprirne la vista. Non pensavo che fosse così. Non ero mai riuscito a vedere cosa c'era al di là di tutto, cosa che invece questa ragazza – e la sua amica che da dietro annuiva- era riuscita a fare. Non avevo capito il sogno che rappresentava, tutto ciò che ci si poteva vedere in realtà!
A giudicare dalla faccia di Chris, Kristen e Ashley anche a loro non era mai capitato. Tutti gli altri colleghi, che avrebbero dovuto interpretare I Volturi in Italia, parlottavano fra loro, abbastanza disinteressati.
Andrea fermò il video, era chiaro che proseguiva, ma evidentemente la parte riservata a noi era tutta lì. Ci osservava curioso, in attesa di una reazione.
Fu Ashley la prima a riprendersi: "Sarei curiosa di conoscerle queste ragazze!"
"Ne avrai l'occasione. Ho chiesto loro di fare le comparse, saranno sul set" le rispose Chris, ancora pensieroso.
Non c'era nient'altro da aggiungere e dopo qualche chiacchiera generale ci congedammo.
Io, Ahley e Kristen entrammo nel locale più vicino per mangiare qualcosa. Fortunatamente non era affollato ed evitammo così le solite scene di autografi e fotografie con I fan. Solitamente mi piacevano, ma in quel momento ero occupato a pensare.
Non mi ero neanche reso conto di aver ordinato e fu Ahley a risvegliarmi. “Voi due siete proprio sconvolti!” disse rivolgendosi a me e Kristen. Mi voltai anche io verso di lei. Aveva la testa appoggiata ad una mano, che le teneva anche I capelli all'indietro.
"Tu immaginavi tutto questo?" mi chiese.
"In effetti no" ammisi.
"E' difficile pensarci, o anche ricordarselo, dopo che, un giorno si e l'altro anche, vieni assalito da una folla che ti acclama e sviene ad ogni tuo sorriso."
Scoppiai a ridere. Ormai eravamo sempre assediati e cominciava ad essere davvero difficile non essere notati. Non ne ero ancora infastidito, ne ero compiaciuto. Era l'inizio e per me rappresentava ancora il successo, aver svolto bene il proprio lavoro e poi... era così divertente! Vedere l'effetto che riuscivo a produrre sulle persone era davvero spassoso, tanto da vincere anche I momenti imbarazzanti.
Con quella risata tornammo sulla terra e cominciammo a chiacchierare del soggiorno in Italia che si sarebbe svolto di lì a due mesi con il solito cameratismo, che si era creato fra noi sin dal principio della nostra conoscenza.

Le riprese erano cominciate da due mesi ormai, ma mi sembravano molti di più. Erano tutti soddisfatti del lavoro. Il tempo era stato decisamente più clemente rispetto all'anno scorso. Eravamo in anticipo sulla tabella di marcia e stavamo partendo per l'Italia. Maggio era arrivato. Avevamo consegnato le valigie – quella di Ashley con uno sforzo congiunto- ed eravamo saliti sull'aereo.
Ripensai ai due mesi precedenti. Il mio personaggio non aveva molte scene, o almeno non tante quante nel film precedente, ma ero piuttosto soddisfatto. Oltre ad aver fatto del mio meglio, sentivo di essere entrato nell'ottica giusta. Avevo capito cosa c'era di così speciale nel film e avevo cercato di sottolinearlo, di renderlo al meglio. Chris aveva apprezzato le improvvisazioni e I suggerimenti. Ero fortunato, un altro regista avrebbe potuto rifiutare per attenersi strettamente al copione. L'orgoglio maggiore però era stato ricevere I timidi complimenti di Stephenie. Un giorno, alla fine di una delle scene in cui apparivo a Bella per dirle di stare attenta, mi si era avvicinata. Mi aveva detto di aver immaginato Edward esattamente nel modo in cui lo avevo appena fatto e mi aveva chiesto che cosa era cambiato. Le avevo domandato, stupito, a cosa si riferisse. Un po' imbarazzata mi aveva detto che adesso il mio Edward era molto più partecipe rispetto a prima, come se avessi davvero capito che cosa provava. Le dissi la verità, che per caso avevo sentito una ragazza spiegare perché Twilight fosse così speciale ed essermi reso conto di cose che prima neanche avevo notato. Lo avevo preso troppo come lavoro e non ci avevo giocato, non lo avevo immaginato e vissuto abbastanza.
Ero davvero soddisfatto di come andavano le cose. La fama del primo film sembrava solo cresciuta, nonostante il passare del tempo e ormai le pagine su Google a me dedicate segnalavano centinaia di migliaia di risultati. Ero riuscito a vedere spesso I miei amici, che erano rimasti tali nonostante I cambiamenti. Avevo partecipato a feste, cerimonie e mondanità varie, una più divertente dell'altra. Avevo conosciuto personaggi dello spettacolo, attori e cantanti. Me lo avessero detto qualche anno fa non ci avrei creduto. Stavo volando e non solo nel senso più letterale del termine. Tutto andava per il meglio. L'unica mia curiosità era conoscere Elisa e le sue amiche. L'avevo pensata molto nelle ultime settimane, chiedendomi cosa avrebbe pensato di una scena o come avrebbe voluto che ne interpretassimo un'altra. La consideravo la cartina tornasole di tutto quello che riguardava il film.
Ma ero soprattutto curioso. Il suo discorso mi aveva cambiato – mi imbarazzava doverlo ammettere – migliorando la mia recitazione certo, ma mi aveva anche fatto riflettere. Quante cose c'erano state che non avevo colto e chissà quante mi ero perso durante la strada! E non solo nel cinema e nel teatro. Se lei aveva visto in Twilight così tante cose chissà che cosa avrebbe visto in qualcos'altro, in qualsiasi altra cosa! Riuscii a dormire e al risveglio stavamo atterrando a Londra per un cambio. Arrivare a Firenze fu molto rapido. Prendemmo I furgoni che avevamo affittato e ci avviammo verso Volterra.

Quando apparve Volterra in lontananza Ashley, accanto a me, cominciò a recitare: "“Eccoci” disse all'improvviso, indicandomi le mura di una città sul colle più vicino...La città doveva essere davvero meravigliosa. Ne ero assolutamente terrorizzata".
Recitava New Moon , le prime righe che parlavano di Volterra e che portavano il suo personaggio verso la città.
"E brava la mia Alice! Vedo che hai studiato!" le dissi ridendo, scompigliandole I capelli, ancora perfetti nonostante I viaggi.
Rise anche lei, poi con aria colpevole, mentre si pettinava con le dita, ammise: "Ho riletto quel pezzo sull'aereo".

La parte più vecchia del paese era davvero piccola. Dopo aver posato le valigie ed essermi cambiato uscii con Kristen per visitarla. Non ci volle molto, anche se imboccavamo varie vie ci ritrovavamo sempre in Piazza dei Priori. La visitammo tutta in poco tempo. Fu molto maggiore invece il tempo che dedicammo ai fan che, un po' imbarazzati e un po' euforici, ci fermavano per strada. Io ero ancora più contento del solito perché li capivo. Nei due mesi precedenti mi ero impegnato a studiare l'italiano. Non avevo mai messo particolare impegno a scuola, ma questa volta ci tenevo. Ero orgoglioso di riuscire a capire quello che mi dicevano e di poterlo tradurre a Kristen. Non capivo tutto, ovvio, ma quando parlavano lentamente riuscivo se non a tradurre ogni parola, almeno a capire il senso generale della frase.
Questa volta però non erano solo ragazzine a fermarci – per quanto non mancassero – , molti erano semplici abitanti di Volterra che ci ringraziavano per aver scelto la loro città. Erano felici di partecipare ad un film e che la loro città acquistasse visibilità. Un uomo ci spiegò, con un inglese reso buffo dal marcato accento toscano, come si erano organizzati ormai da tempo, di come avessero ricevuto visite di fans da tutta Italia, di come ci fossero ragazzine ad indicare ogni angolo di Volterra facendosi scattare foto. Qualcuna, più estroversa, correva anche in Piazza dei Priori, proprio come Bella nel libro. Ci disse che li aveva letti tutti, orgoglioso di mostrare la sua conoscenza. Riuscimmo ad andarcene dalla sua tabaccheria dopo più di mezz'ora, ed eravamo entrati solo per comprare delle pile! Dopo fotografie, sorrisi, scherzi e chiacchiere con altri fan giunse la sera e sembrò che Volterra all'improvviso si fosse svuotata. Kristen ed io ci infilammo nel bar della piazza per bere qualcosa prima di cena. Scegliemmo una tavolino stretto, incastrato fra due pareti di legno e una finestrella che dava direttamente sulla strada. Sciolsi subito I legacci che tenevano aperta la tenda, lasciando solo uno spiraglio in modo da poter guardare fuori senza però essere osservati.
"Credevo che a Robert Pattinson piacesse mettersi in mostra! Non vuoi aprire e metterti in posa in vetrina? Se ti impegni potresti far svenire qualcuno" scherzò Kristen.
"Non dirlo neanche per scherzo!" esclamai terrorizzato, " Se il tabaccaio ci vedesse non credo che riusciremmo a scappare. Probabilmente dovremmo allungare il soggiorno di settimane per poter sganciarci e arrivare a girare le scene l'ultimo giorno!"
"Che prezzo da pagare per delle pile! Assicurami che non mi farai rientrare là dentro anche se si dovessero scaricare!"
Ne approfittai per portare avanti lo scherzò che proseguiva da mesi.
"Certo, se fossimo sposati potrei assicurarmene davvero!"
"Tatatata" cantilenò la marcia nuziale e io proseguii: "Vuoi sposarmi Kristen? Prometto di amarti sempre e di provvedere a tutte le pile che ti servono, salvandoti così dai tabaccai chiacchieroni!".
"Questa me la devo ricordare per la prossima intervista. Aspetta!" disse illuminata da un'idea, " Potrei andare in tabaccheria a prendere carta e penna così non me la dimentico!"
Mi alzai velocemente per sedermi vicino a lei e farle il solletico. Stavamo ridendo entrambi quando vidi entrare Elisa, Silvia e Anita.
"Le ragazze del video!" mi indicò Kristen. Anche lei le aveva riconosciute.
Entrarono sorridendo e ci superarono senza accorgersi di noi. Sembravano stanche, ma si vedeva che erano contente.
Vidi Silvia alzarsi e ordinare tre cappuccini. Riguardai l'orologio, era decisamente l'ora di un aperitivo, chissà perché invece prendevano un cappuccino. Già mi sembrava così strano che gli italiani avessero quest'abitudine di prendere caffè e cappuccini seduti nei bar o fuori ai tavolini! In effetti così era tutto più godibile,ma io avevo ancora la mentalità del prendi-e-porta via nei bicchieri di cartone.
Anita stava andando in bagno ed Elisa si reggeva la testa con la mano, gli occhi chiusi. Sembrava stanca e presto glie lo fece notare anche Silvia.
"No, sto bene. E' che mi sono concentrata tanto, non pensavo ci fosse così tanto vento!".
Sorrideva, ma si poteva intuire che era stanca. Dovevano essere appena arrivate a Volterra e doveva aver guidato Elisa. Chissà da dove venivano e quanto ci avevano messo!
L'arrivo dei nostri cocktail mi distrasse, ma tornai a guardarle incuriosito. Tre cappuccini erano appena stati serviti, Anita si era seduta e Silvia stava posando ai bordi delle tazze 3 cioccolatini rossi. “Per tirarci un po' su” la sentii dire. E poi fecero la cosa più buffa del mondo: scartarono I cioccolatini e fecero un brindisi avvicinandoli l'uno all'altro prima di metterseli in bocca. Assunsero tutte un'aria beata e sognante. Quei cioccolatini dovevano essere davvero incredibili! “Ancora non posso credere che siamo tornate” disse Elisa, leccandosi le labbra.
“E che fra poco rivedremo Filippo e Andrea!” aggiunse Silvia.
“Mi sa che la tua voglia di vedere Filippo supera di molto quella di vedere il set di New Moon o sbaglio?”
Dalla faccia di Silvia indovinai facilmente che nella domanda di Anita doveva esserci molto di vero. Elisa cambiò immediatamente discorso. Chiacchierarono per un po' finché Anita non tornò in bagno e Silvia rispose al telefono, ma un bambino continuava a piangere, così uscì dal locale per sentire meglio.
Vidi Elisa alzarsi, portare le prime due tazze al bancone e sorridere al cameriere che in quel momento era occupato con una donna che continuava a protestare per qualcosa. Non avevo mai visto qualcuno sparecchiarsi la tavola in un bar o ristorante, forse era un'abitudine del posto o probabilmente aveva solo notato la difficoltà dell'uomo al bancone. La madre con il bambino urlante si mise in coda alla cassa proprio dietro di lei. Scongiurava il figlio di smettere di piangere e fare I capricci. Elisa si chinò verso di lui: “Ciao! Io sono Elisa e tu come ti chiami?”
Il bambino, forse stupito dalla cosa, smise immediatamente di piangere e si strofinò Il naso con la mano. “Giovanni”
“Ciao Giovanni, ascolta ho proprio bisogno di qualcuno che mi aiuti, devo portare la tazza a questo signore,ma ho paura di farla cadere. Mi aiuti mentre la mamma paga?”
Il bambino guardò la mamma che rivolta ad Elisa disse qualcosa sul fatto che l'avrebbe rotta, ma lei era determinata e alla fine la madre fu costretta ad un cenno di assenso. Il bimbo prese la mano di Elisa e l'accompagnò al tavolo. Poi tornarono alla cassa con la tazza e il piattino, uno a testa. Elisa si chinò verso la sua borsa e ne staccò un portachiavi di peluche.
“Questo è per te, ma se te lo regalo devi promettermi che sorriderai!”
Il bambino fece cenno di si con la testa, prese il regalino e tornò dalla madre, con un largo sorriso. Non riuscii a seguire altro perché Kristen mi parlò. Vidi le tre ragazze riprendere le giacche e le borse. Non riuscii a trattenere un sorriso nel vedere che avevano tutte la stessa. Portavano tutte una borsa nera con la scritta “Twilight”, ma diversa nel modello o nella scritta. Anita aveva una sacca più sportiva, Silvia una tracolla con scritta e cuoricino ed Elisa una tracolla con scritta e spillette del film.
Esistevano delle spille con la mia foto sopra?! Non l'avrei mai creduto possibile solo qualche tempo fa!
Uscendo si tennero la porta aperta a vicenda e per un istante fui convinto che Elisa avesse incrociato il mio sguardo, ma non ne ero sicuro. Non doveva avermi riconosciuto perché non aveva reagito, non era tornata indietro a salutare e non aveva sorriso. Forse ero troppo diverso dal film, sperai che non ci rimanessero male e che non mi trovassero troppo differente da come si erano immaginate. Dopo il discorso di Elisa provavo solo il desiderio di non deluderla, di essere all'altezza delle aspettative. Poi mi ricordai che non ci conoscevamo e che solo io l'avevo vista nel video. In fondo però anche lei doveva avermi riconosciuto dal film o anche solo dalle spillette sulla borsa!

Dopo un paio d'ore eravamo al rinfresco offerto dal comune di Volterra, cui sarebbe seguita la prima conferenza stampa. Ashley era come sempre adorabile e con lei e Kristen continuavamo a scherzare, incuranti dei molti sconosciuti che ci fissavano. C'era davvero moltissima gente nel salone, soprattutto giornalisti e autorità del posto. Noi del cast eravamo appena una trentina mischiati alle altre persone. Io sorridevo e ridevo, un po' a beneficio del pubblico,un po' perché ormai mi veniva naturale. Mi sistemai all'indietro I capelli, un tic che avevo preso da Kristen. Lo avevo notato solo quando ormai lo facevo così spesso da rendere difficile la rinuncia.
Finalmente, dopo essermi riempito un piatto, raggiunsi un angolino un po' più tranquillo vicino all'entrata. Fui distratto da Andrea e Filippo che mi passarono davanti salutandomi. Nei due mesi di riprese ci eravamo conosciuti meglio e li ammiravo e stimavo. Erano due persone determinate, ma molto umane. Ricambiai il saluto mentre masticavo una strana tartina. Si fermarono a poca distanza da me e dalla porta. Erano impazienti per l'arrivo di qualcuno. Potevo solo immaginare chi, ma presto ne ebbi la certezza.
Si voltarono verso la porta contemporaneamente per cogliere l'arrivo delle ragazze. Si erano cambiate dal pomeriggio. Ora indossavano vestiti più eleganti al posto di felpa e jeans che avevo visto prima.
Filippo corse subito a salutare, ma si diresse di fronte a Silvia, davanti alla quale si fermò in silenzio, senza una parola.
Avrei saputo fare molto meglio! - Un momento da quando mi consideravo in competizione? - O almeno così pensavo finché non notai i loro occhi e il loro sguardo. Sembrava che fra loro passassero milioni di discorsi non-detti.
Non potei fare a meno di ricordare lo sguardo intimo descritto dalla Meyer per Alice e Jasper all'aereoporto. Quei due dovevano essere davvero innamorati!
Andrea invece, che era stato fermato da una giornalista molto giovane finalmente riuscì a sganciarsi e corse letteralmente verso Elisa. Lei lo notò che erano ancora a qualche metro di distanza e con la felicità dipinta sul volto gli si avvicinò velocemente. Si abbracciarono, Elisa si alzò in punta di piedi per arrivare all'altezza di Andrea, che la sollevò e le fece fare un giro su se stessa. Poi iniziarono a parlarsi contemporaneamente ridendo a crepapelle.
“Ciao!”. Mi voltai e vidi che a parlare era la stessa giornalista che poco prima assediava Andrea. Purtroppo non potevo sfuggire. Parlare con I giornalisti era considerato uno dei miei doveri. Voleva un'intervista e così non potei assistere al proseguimento dell'incontro. Ripetei le solite frasi fatte su di me, sulla mia carriera e su quanto fossi entusiasta di essere lì. Una volta finito però non riuscii più a vedere dove fossero le persone che osservavo fino a poco prima. Mi sentii sollevato nel rivederli tutti alla conferenza. Erano seduti in una delle ultime file, davanti a loro l'intera stampa. Cercai di non guardarli e di concentrarmi sulle domande e sui giornalisti. Usai tutto il fascino che avevo scoperto di possedere e risposi meglio che potevo. Riuscirono a mettermi in imbarazzo con qualche domanda, ma me la cavai bene e Kristen veniva sempre in soccorso con una battuta. Nonostante tutta la confusione non potei fare a meno di notare- e ne ero piuttosto compiaciuto – che, mentre Silvia e Filippo parlottavano piano fra loro, Elisa era completamente assorbita dalla conferenza. Dai suoi occhi sembrava stentasse a credere a ciò che vedeva. La vidi più volte dare una risposta veloce ad Andrea e ad Anita per riprendere a seguire noi. Non che mi importasse, in fondo non la conoscevo. Mi interessava solo per quello che aveva detto.. Anzi, non mi interessava lei, ma la sua visione delle cose. Mi aveva fatto capire qualcosa su Twilight e avevo recitato meglio, ma era tutto lì.

Nei giorni seguenti riprese e interviste si susseguivano in fretta. Adesso ero presente in tutte le scene e potevo davvero dare il meglio. Avevo riletto il libro e sentivo di poter capire davvero cosa Edward stesse provando in quei momenti. Non ero più io a recitare quello che pensavo avrebbe fatto Edward, ma ero lui. Ed ero davvero soddisfatto.
Rividi più volte le ragazze. Chris aveva dato loro dei pass e così erano libere di gironzolare liberamente sul set anche durante riprese in cui non dovevano esserci comparse. Non capivo perché, nonostante me lo chiedessi spesso, ma continuavo ad osservarle. Mi piaceva la loro spensieratezza e lo stupore, l'entusiasmo per ogni cosa. Che mi stessi abituando a tutto quello che invece incantava loro?
Silvia la vedevo meno, lei e Filippo si incontravano lì, ma poi andavano a fare giri in macchina o passeggiate o qualcosa del genere.
Elisa all'inizio la vedevo più timida. Osservava da lontano, come se avesse paura di essere sgridata se si fosse avvicinata troppo.
Anita aveva fatto amicizia con Claire, una delle truccatrici e anche Elisa trascorreva molto tempo con loro. Il suo interesse però non doveva essere legato al trucco, non ne aveva quasi mai e in quelle poche occasioni in quantità minima. Forse trovava Claire interessante.
La nostra presentazione ufficiale avvenne proprio in una di queste occasioni. Stavano truccando me e Kris per una scena, quando Anita entrò rumorosamente nella stanza prima di vederci.
Elisa si fermò sulla soglia e disse: “Scusate, non volevamo disturbare. Ripassiamo dopo Claire!”.
Kristen, molto più veloce di me rispose: “No, entrate pure. Abbiamo quasi finito!”.
Certo per lei non era imbarazzante, stavano solo sistemandole I capelli! A me stavano invece stendendo il cerone.
Si avvicinarono un po' intimidite e Kris si alzò per stringere loro la mano.
“Ciao! E così siete voi le ragazze del video! Chris ci ha parlato di voi, ha detto che siete delle vere fan!”
Anita era completamente allibita e il colorito della sua faccia mi ricordava il colore degli occhi dei Volturi: rosso sangue! Era uno dei tanti comportamenti dei fan: o il silenzio totale o urletti strani o troppa confidenza e battute ridicole. Preferivo di gran lunga il silenzio! L'avevo sempre vista molto spontanea e vivace per cui ora mi sembrava strana. Probabilmente era quello che pensava anche Elisa che, lanciandogli un'occhiata, rispose per entrambe.
“Grazie, allora avete visto le corse ?!” disse ricambiando il saluto. “Siamo contente di conoscervi! E complimenti avete recitato davvero benissimo. Mi sembrava di vedere le scene che mi ero immaginata leggendo il libro!”.
Sembrava perfettamente padrona di sé, ma intuii che era emozionata. In fondo da quello che avevo sentito e intuito, per loro questo doveva essere un grande momento. Dovevo ancora abituarmi all'idea che qualcuno desiderasse conoscermi perché era un mio fan, ma la cosa mi riempiva di orgoglio. Ora ero la stella del cinema, ma mi sembrava di aver bruciato troppe tappe.
“Sei gentile! E' molto bello, ci siamo affezionati tutti e lavorare insieme è un piacere! Immagino che già lo conosciate” disse rivolgendosi verso di me con una risata, “lui ovviamente è...”.
Mi alzai immediatamente per stringere loro la mano mentre Elisa finiva la frase lasciata in sospeso.
“Robert” disse e mi salutò. Anita la imitò.
Le salutai allo stesso modo, semplicemente pronunciando il loro nome mentre le nostre mani si congiungevano. Anita restò di sasso ed Elisa era la sua copia più sbiadita. Le avevo stupite mostrando di conoscere il loro nome ed ora la prima aveva la bocca spalancata, la seconda si era ripresa anche se un lampo di incredulità ancora negli occhi.
Non riuscii a non sorridere -cosa che scatenò subito la loro reazione - e cominciai a parlare. Lo facevo sempre quando ero nervoso, odiavo I momenti di silenzio. “Allora... vi piace il set? Assistere a tutto questo? So che presto dovrete fare alcune scene!”.
In quel momento vennero a chiamarci. Dovevamo conoscere la vincitrice del concorso italiano che avrebbe portato una persona ad accedere al set blindato.
Mi voltai verso le due ragazze e dissi “Scusate!”, mentre I miei occhi gli dicevano quanto mi dispiacesse, mi allontanai, senza staccare lo sguardo da loro finché fu possibile.
Ci venne incontro una ragazza. Era alta e bionda, sui vent'anni anche se dal suo modo di camminare ne dimostrava almeno 5 di più. Gli occhiali da sole in testa erano abbastanza ridicoli visto che stava per piovere, ma facevano scena. Un sorriso traspariva dalla sua faccia decisamente troppo truccata. Quando Kristen ed io ci avvicinammo per stringerle la mano, lei la scansò per avvicinarsi ancora di più e baciarci sulle guance. Ci lasciò sulla faccia almeno una confezione di fard a testa, probabilmente saremmo dovuti ripassare al trucco. Claire ci aveva messo già tanto! Mi sembrò che si soffermasse qualche secondo in più sulle mie, ma poteva benissimo essere una mia impressione. Tutta quella confidenza comunque mi dava fastidio, ma con un sorriso tirato le feci i complimenti per la vincita.
“Oh non potevo non vincere! Ho trascinato tutte le mie amiche a vedere il film diverse volte per avere più biglietti possibili da spedire. Ne ho raccolti quasi 40” aggiunse compiaciuta. “Sono venuta con un amico, solo un vecchio compagno di scuola” precisò guardandomi.
Non era possibile! Ero allibito. Fortunatamente intervenne Kristen, il cui disprezzo le si leggeva chiaramente in faccia, che si scusò: dovevamo andare.
Voltandomi per rientrare al trucco vidi Elisa che si scansava. Aveva assistito alla scena e sembrava anche divertita. Abbassai lo sguardo ma quando lo rialzai la sorpresi a guardarmi. Non capii quello sguardo, sembrava di diffidenza, ma non ne ero sicuro.
Claire sbuffò e disse qualcosa sul fatto che eravamo esposti ad un tale bombardamento pur così giovani, mentre con delle salviettine ci puliva le guance.
“L'ha agganciata poverina!” mi fece notare Kristen ,mentre dal riflesso dello specchio vedevo le mani della bionda stringere il braccio di Elisa, che tentò delicatamente di staccarsi senza riuscirci. Mi venne voglia di rompere quel contatto, ma era una cosa stupida. Chi ero io per farlo? Però era colpa nostra.
“Non ci credo!” stava dicendo “Ho appena conosciuto Edward e Bella! Ti rendi conto?”
“Veramente Edward e Bella sono I personaggi. Loro sono Robert e Kristen”.
Quella precisazione piacque tanto a me quanto a Kristen che mi sussurrò “Finalmente una che l'ha capito!”.
Claire ne approfittò per dire: “Quella ragazza ha capito parecchie cose!”.
Stavo per chiederle che cosa volesse dire quando la bionda riprese: “Ho visto che anche tu gli parlavi prima, ma non sei emozionata? Cosa fai qui tu?”
“Ehm... farò la comparsa in...”
“Davvero?Quanto mi piacerebbe farlo! E' per questo che sei vestita così?” chiese con un cenno indicando gli abiti di Elisa: dei semplici jeans e una maglietta. “Mi ci è voluta un'eternità per scegliere questo abito.” precisò scuotendo la gonna.
“Ti sta bene” concesse Elisa, sorvolando sul commento sui suoi vestiti.
“Vero? Costava molto, ma sono andata dai miei e gli ho detto che dovevo averlo. Insomma conoscere Edward e Bella è un'occasione! Oh no, non gli ho chiesto l'autografo. Pensi che me lo faranno?”
“Credo di si, sono persone molto disponibili. Però adesso devono girare, non credo abbiano tempo!”
“A te l'hanno fatto?”
“No.”
“Perché? Non lo vuoi?” chiese incredula.
“Non mi interessa. E' solo una firma, uno scarabocchio su un foglio.”
Ecco questa era un'altra cosa a cui non avevo mai pensato. L' aggiunsi alle annotazioni mentali su cui sarei tornato più tardi.
“Oh!”esclamò stupita la ragazza. Elisa doveva sembrargli all'improvviso molto meno interessante perché la guardò quasi con disprezzo. “Scusa, devo telefonare a tutte le mie amiche, moriranno d'invidia!”.
La vidi allontanarsi mentre uscivo per dirigermi al set. Elisa era ancora ferma ad osservarla, poi sorrise, si infilò le mani in tasca e andò verso Claire. Ci incrociò a metà strada e borbottò un “Buon lavoro!” senza guardarci. Kristen la invitò ad assistere liberamente alle scene che voleva.

La rividi il giorno dopo, mentre Claire la truccava per la prova costume. Entrando la salutammo tutti con un cenno, non prestandole più attenzione perché sapevamo per esperienza quanto potesse essere fastidioso dover parlare con qualcuno mentre ti ricoprivano di cerone. Elisa d'altronde, sembrava molto attenta a ciò che stava facendo Claire. Quando le diede la confezione di lenti, fece un rapido cambio e si girò per guardarsi allo specchio. Fu Kristen a tirarmi una manica per farmelo notare. Il suo volto che si fissava nello specchio ero uno spettacolo unico. Uno stupore ingenuo e genuino traspariva dalla bocca semi aperta e dalla sua immobilità. Non era vanità, ma solo incredulità. Trattenni una risata quando allungò una mano verso i capelli,come per controllare che fosse davvero lei. Non si fidava? Non aveva abbastanza fiducia nel trucco cinematografico da non sapere che poteva trasformare una persona? O in se stessa e non pensava di apparire in quel modo? In fondo non era cambiata molto! Claire le aveva fatto solo un colorito più pallido e truccato un po' gli occhi! Forse erano le lenti a contatto, vedersi gli occhi improvvisamente di un altro colore non era abituale. Mi piaceva quello stupore, sembrava quello di un bambino davanti ad una cosa nuova. Era una delle tante cose che mi piacevano. Una di quelle per cui la osservavo. C'era sempre da imparare.
Quando scostò lo sguardo dallo specchio, dopo parecchi secondi, si voltò alla ricerca di Claire e incrociò il mio. Mi guardò incuriosita, forse senza capire perché la fissavo in quel modo. Poi alzò leggermente le spalle e riprese a guardare la sua immagine, sforzandosi di chiudere la bocca ancora aperta. Claire la raggiunse e le disse qualcosa. Velocemente lei liberò il posto, forse aveva paura di disturbare.
Avevano finito anche con me e mi diressi all'uscita.
Sulla soglia Elisa stava facendo una piroetta ad Andrea. Gli aveva appena chiesto come stava.
“Una bellissima vampira direi” mi scappò prima di fermarmi. Dovevo ricordarmi che osservarla e origliare le conversazioni non era lo stesso che essere invitato a farne parte. Andrea disse qualcosa sul fatto che stava davvero bene, anche se in modo molto contorto.
Chiamai Ashley che stava uscendo in quel momento. Da quello che avevo capito Elisa l'avrebbe adorata. Non solo perché era l'attrice di Alice,ma per come era lei. Le presentai e Ashley le fece subito un complimento, le guance di Elisa si colorarono appena e mi resi conto che forse era leggermente in imbarazzo. Andrea tirò fuori la macchina fotografica e mi chiese di scattare una foto. Si misero rapidamente in posizione, Andrea da una parte, Ashley a braccetto di Elisa che sembrava davvero incredula.
Era divertente leggere le emozioni di qualcuno. Mi resi conto che stavo facendo come Edward che non riusciva a leggere la mente di Bella e prestava attenzione ad ogni suo movimento. Ma lui l'amava, io invece la ammiravo e volevo scoprire ancora cose di lei.

Come quando aveva girato per la piazza, ancora truccata e vestita dopo le prove, con un piccolo computer in mano. Mi ero chiesto che cosa stesse facendo finché non si era fermata, aveva esteso le braccia tenendo il computer il più lontano possibile da sé e aveva cliccato. Era partita una chiamata, il volume altissimo permetteva anche a me di sentire. Chi le aveva risposto era una donna di un'allegria non comune. Elisa si era subito mostrata alla web-cam truccata e vestita da vampiro e aveva risposto a tutte le esclamazioni con altrettanto entusiasmo. Poi aveva notato Andrea passare dall'altro lato della strada e lo aveva chiamato. Anche lui si unì in quella strana video-chiamata.
“Ha visto sua figlia in versione vampira? Scommetto che non succede spesso ad una madre di vedere la figlia così!”
La voce proveniente dal computer rise: “Chissà perché non mi stupisce più di tanto, da lei me lo aspettavo!”
La conversazione andò avanti su questo tono finché dal computer non giunsero altre voci, dovevano essere in molti. Proprio in quel momento passava Ashley dietro di loro che, curiosa, si avvicinò per vedere che costa stesse succedendo.
Elisa le disse che stava video-chiamando a casa e timidamente le chiese se poteva presentarle sua mamma, un'altra fan della saga. Ashley entusiasta si avvicinò e salutò con la mano. Quando alzò lo sguardo mi vide e immediatamente mi incamminai verso di loro per non far vedere che li osservavo da un po'. Fu quindi inutile il suo cenno di avvicinarmi. A pochi metri la sentivo già dire che stava per presentare una persona speciale e, prima di capire come mi ritrovai al centro del gruppo, davanti a quel piccolo computer. Sullo schermo davanti a me tante facce vicine, stupefatte e un po' intimidite.
''Ve l'ho detto che è un mondo magico!'' rise Elisa. Era contenta, ma mi sembrava di cogliere un qualcosa sul suo viso che non riuscivo a decifrare. Salutai con un “ciao” e rimasi lì davanti mentre dall'altra parte dicevano qualcosa che non capivo ad Elisa. Fortunatamente dopo poco tempo il collegamento si interruppe e io mi defilai il prima possibile.
Non prima di aver ricevuto il più sentito “grazie” della storia da quegli occhi verdi. Ne ero sicuro.

Commentate please!!!
@ luisina: grazie! Non ti preoccupare per l'assenza, ti capisco benissimo. Spero di aver corretto almeno parte degli errori che volevi segnalarmi! Si, è la mia prima storia. C'è stato un tentativo di un'altra due anni fa, ma dopo un centinaio di pagine semplicemente non la sentivo più e ho smesso di scriverla. Il discorso è anche la mia parte preferita. L'ho scritto un giorno e poi ho deciso che dovevo inserirlo nella storia! Ho cercato di fare attenzione ai dettagli e spero di riuscire a star dietro a tutto. Mi auguro che il risultato sia almeno decente e che mi serva a migliorare! Grazie per aver commentato e per gli incoraggiamenti! Un bacione!
  
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