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Autore: Justice Gundam    20/10/2009    4 recensioni
Fanfiction di risposta ai capitoli 448 - 449. Il discorso di Naruto a Pain sortisce un esito diverso...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Konan, Naruto Uzumaki, Pain
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Redemption Denied

Redemption Denied

Una fanfiction one-shot di Naruto scritta da: Justice Gundam

Salve! Immagino che qualcuno di voi non si aspettava che io scrivessi una fanfiction su Naruto, vero? Eppure, fin da quando ho letto i capitoli 448-449, ho avuto questa ideina che mi frullava in testa...

Allora, gente, facciamo un minimo di riassunto. Pain va a Konoha e fa sfracello, rade al suolo il villaggio con una gigantesca sfera di energia gravitazionale, fa fuori mezza famiglia di rospi, quasi uccide Hinata, causa la morte di Kakashi, del padre di Chouji e di Shizune... e alla fine, arriva Naruto a spianargli il sedere. Non prima di aver quasi liberato il Kyuubi, che e' stato poi ri-sigillato dal piu' scontato dei Deus Ex Machina.

E alla fine, Naruto arriva faccia a faccia con Pain e Konan...

 

Pain: (Dopo aver raccontato la sua storiella strappalacrime in cui dice che i suoi genitori e il suo cagnolino sono stati uccisi dai ninja) La pace puo' essere realizzata solo con la violenza e l'intimidazione, la natura umana e' tale che non si puo' ottenere in nessun altro modo...

*Un altro bel po' di chiacchiere*

Naruto: Io credo nel maestro Jiraiya. Perche' non ci credi anche tu? Peace and Love!

Pain: Hai ragione! Yuhuuu! Peace and Love! Buttero' al vento tutto quello che ho fatto in questi anni perche' tu mi hai detto due mezze parole in croce e mi hai aperto gli occhi ricordandomi il sogno del mio maestro. Lasciamo perdere il fatto che quando il maestro me l'ha ricordato io l'ho ucciso e basta... mi pento di tutto quello che ho fatto, divento buono e sacrifico la mia vita per riportare tutti in vita!

Konan: Non badate a me, io sono qui soltanto per decorazione.

 

...

No.

Assolutamente no.

Insomma, chiunque legga le mie fanfiction sapra' che io sono un idealista... ma quando e' troppo e' troppo! Quindi, io rifiuto l'idealismo idiota di Kishimoto-teme (che, da un po' di tempo a questa parte, sta permeando il manga in maniera disgustosa) e vi oppongo un po' di sano cinismo, proponendovi la mia versione dell'incontro tra Naruto e Pain in quei mai abbastanza vilipesi capitoli!

Noterete che uso sempre e soltanto il nome Pain. Questo ha un suo significato - dal capitolo 437 in poi, ho deciso che quell'essere disgustoso, per me, non sara' mai piu' Nagato, il ragazzino gentile ed ingenuo che voleva rendere il mondo un posto migliore. Per me, lui sara' sempre e soltanto Pain, il mostro senz'anima che ha distrutto Konoha e ha quasi ucciso Hinata. Sto fraintendendo del tutto il messaggio del manga? Forse. Me ne importa qualcosa? Poco o niente, vista la spaventosa caduta di qualita' che il manga ha avuto in questi ultimi tempi.

(Seriamente, Kishi... la Bestia a Dieci Code? Ma per favore! E cos'e' tutto questo NaruSaku che stai cercando di ficcarci in gola? Anche se si e' dichiarata, Hinata e' solo rumore di sottofondo, al punto che Naruto neanche parla con lei?)

Ma... immagino che vi siate stancati delle mie diatribe. Considerate questa storia uno sfogo di un fan che amava Naruto ed e' rimasto cocentemente deluso.

Disclaimer: Naruto appartiene a Masashi Kishimoto, anche se Kishimoto non se lo merita. E' triste quando le fanfiction tendono ad essere meglio dell'originale... Oh, e questa storia e' stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Bene, e' tutto. Buona lettura.

 

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Redemption Denied

 

"Il mio nome e'... Naruto."

Con queste parole, tenendo in mano il prezioso libro scritto dal suo maestro, il Sennin Jiraiya... il biondo ninja di Konohagakure termino' il suo discorso davanti a Pain, l'uomo che aveva attaccato il suo villaggio riducendolo ad un cratere fumante, e alla sua attendente Konan.

"Il mio nome e' un prezioso ricordo dell'Ero-Sennin!" continuo' Naruto. "Non posso arrendermi e calpestare cosi' la sua memoria! Io... diventero' Hokage, e faro' in modo che ci sia la pace anche per Amegakure! Credi in me."

Naruto fece un passo in avanti, tendendo il libro verso il suo nemico... il quale, senza nemmeno cambiare espressione, continuo' a guardarlo con quei suoi occhi ipnotici, perennemente segnati dal Rinnegan che possedeva. Era calato un silenzio glaciale... e per diversi, interminabili secondi, nessuno di loro disse una parola.

Fu Pain a rompere il silenzio. Il suo torace scheletricamente magro si espanse lievemente, mettendo ancora piu' in evidenza le costole ricoperte a malapena da una pelle tesa e pallida, come il resto di quel corpo martoriato. Sembrava quasi che avesse fatto un sospiro... ma di cosa, era difficile capirlo.

"Capisco." disse infine il pericoloso Nukenin, con voce raschiante. "Quindi, tu hai deciso di restare aggrappato al sogno irrealizzabile di Jiraiya. Una volta ero anch'io come te... credevo che con la gentilezza si sarebbe potuto cambiare il mondo. Ma i fatti... la morte di Yahiko... la perdita di tutto cio' che avevo di piu' caro... mi hanno dato torto. La natura umana e' irredimibile. Gli uomini si odiano, si ingannano, hanno pensieri egoisti e versano il sangue gli uni degli altri. L'unico modo per ottenere la pace e' costringere gli esseri umani con la paura e l'intimidazione. E anche quello non servira' a niente, se non verra' loro ricordato il dolore della guerra e della perdita."

"Ma un modo diverso c'e'! Ci deve essere!" rispose Naruto, con decisione. Nulla di quello che Pain avesse detto lo avrebbe potuto distogliere dalla sua convinzione. "Il maestro Jiraiya me l'ha insegnato... e io non mi arrendero' finche' il suo desiderio non diventera' realta'! Io credo in quello che mi ha insegnato! Ci credero' sempre!"

"Eppure, tu stesso non hai saputo propormi un metodo piu' valido del mio." rispose Pain, gelidamente logico. "La tua unica risposta e' stata... che non sai come fare. La tua e' stata solo un'enunciazione di principio. Trovero' un modo. Ce la faro', in un modo o nell'altro. Sei un vagabondo che sa dove vuole arrivare ma non conosce la strada, e cosi' procede alla cieca... a tentoni... senza mai sapere dove lo condurra' la via. Io ho scelto la mia strada molti anni fa, sapendo a cosa andavo incontro e quali sarebbero state le conseguenze. Ho sacrificato tutto per raggiungere il mio scopo. E non abbandonero' quello in cui ho creduto soltanto perche' tu, adesso, affermi che il mio modo di fare e' sbagliato. Si puo' dire lo stesso di te? Sai a cosa vai incontro, seguendo gli insegnamenti di Jiraiya? Sei disposto a sacrificare qualcosa di tuo, per quello in cui credi? A giudicare dal discorso che mi hai fatto, non credo proprio."

Naruto sospiro' cupamente e, sempre tenendo in mano il libro di Jiraiya, ne guardo' la copertina. "Quindi... non riusciro' a convincerti con le parole..."

"No." rispose Pain. "Se vuoi fermarmi, dovrai uccidermi. Se mi lascerai in vita, io tornero' per distruggere cio' che resta di Konoha, e non abbandonero' finche' non mi saro' impadronito del Kyuubi e degli altri Bijuu."

Konan, la donna in kimono dai capelli blu che per tutto quel tempo era rimasta al fianco di Pain senza dire nulla, decise di farsi avanti. "Non c'e' bisogno che tu ti sforzi ulteriormente, Nagato." affermo', mettendosi in mezzo tra il suo amico d'infanzia e il ragazzo che gli assomigliava cosi' tanto. "Combattero' io al tuo posto."

Pain annui', senza cambiare espressione... e Konan, aprendo un po' le ampie maniche del suo kimono, si mise in posizione davanti a Naruto. "Ti chiami Naruto Uzumaki, vero?" chiese la donna. "Sei un ragazzo dall'animo puro... e mi rammarica dover combattere contro di te. Ma anch'io ho fatto la mia scelta. Ho scelto di combattere per gli ideali di Nagato, e di aiutarlo come lui aiutava sempre me e Yahiko quando eravamo giovani. Se questo vuol dire doverti affrontare in combattimento, lo faro' senza rimpianti."

"Ma quello che mi chiedo e'... perche'?" chiese Naruto, ancora speranzoso di poter risolvere la questione con il dialogo. "Perche' insistete a voler fare tutto con la violenza e il terrore? Non... avete gia' sofferto abbastanza voi? Che senso ha imporre quello che avete patito anche agli altri?"

Konan scosse la testa. "Gli ideali di Nagato sono i miei ideali. In quello in cui lui crede, credo anch'io. Solo tramite il dolore e la paura l'uomo puo' diventare illuminato e trovare la pace." rispose lei. Le falde del suo kimono si stavano gia' trasformando in affilate lame di carta, segno che la guerriera dell'Akatsuki era pronta al combattimento. "E ora, il tempo delle parole e' finito. Naruto Uzumaki, se credi davvero negli ideali di Jiraiya, allora sii pronto a combattere per difenderli."

Con un sospiro, Naruto appoggio' delicatamente il libro di Jiraiya dietro di se' e si mise in guardia a sua volta, con estrema riluttanza. Sembrava quasi che volesse usare se' stesso come un muro simbolico, per impedire all'Akatsuki di calpestare il ricordo in cui lui aveva riposto le sue speranze...

 

FINE

 

Note dell'autore: Non ho descritto il combattimento, ne' tantomeno il suo esito, in quanto esulavano dal proposito di questa fanfiction. In pratica... potete decidere voi com'e' andata a finire.

So che forse questa one-shot sara' abbastanza controversa, e non trovera' molti d'accordo. Poco importa. E' stato comunque un modo per esprimere la mia opinione, e so che ne sentiro' molte di contrarie. Con la speranza - sempre piu' remota man mano che i capitoli vanno avanti, ma chi puo' dirlo... - che il manga di Naruto torni allo splendore degli albori, quando i villains erano gente come Zabuza e il grande Orochimaru (ti prego, Pedo-Sennin, impossessati di Kabuto e torna in scena! Sei l'unico che puo' salvarci...!)

Dicevo, con questa speranza, vi saluto, e vi lascio a recensire questa mia storiella di poco conto.

Un saluto,

Enrico "Justice Gundam" Martinelli

 

  
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