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Autore: bravesoul    20/10/2009    1 recensioni
la fic si è classificata prima al contest - Odi et Amo. indetto da Baddy girl mustang e sweetprincess Ma giudicato Ayumi Yoshida^^ Kakashi ed Anko.
Ancora, instancabilmente.
L' Odio e l' Amore, il nero ed il bianco. Una storia che attraversa i secoli, mondi paralleli in fermento ed un unica frase che li accomuna: - Odi et amo.-
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anko Mitarashi, Kakashi Hatake
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Questa fic si è classificata prima al contest - Odi et Amo. indetto da Bddy girl mustang e sweetprincess Ma giudicato Ayumi Yoshida^^

Grazie mille alla giudiciaH, senza di lei questo contest nn si sarebbe mai chiuso.

Un bacio^^

E' una long!

Ah, a proposito. E' una mezza Au. Ma una mezza OU. le parti sotto -odi et amo- sono in Au e ce n'è una ogni capitolo.

Buon primo capitolo!!

- Bloody and Rainy night-

Because under the rain I love and hate you.

1 - Me , you and a gunshot-

Konoha, villaggio della foglia.

Piove.

Il mio stanco, troppo stanco cervello registra solo quello.

La luna mi guarda con una certa aria di superiorità. Carino, da parte sua. Bianca, pallida, perfetta, immota. Non mostra mai la sua vera faccia, the dark side of the moon. Non so perché, ma mi ricorda qualcuno. Ma chissà come mai, eh, Anko? Mah, non saprei... Forse, forse perché era il mio ragazzo, fino a poco tempo fa. Teoricamente... lo sarebbe ancora, ma con una dose esagerata di se, ma e però. E il primo se comincia nel modo più naturalmente raggelante. Se è ancora vivo. Se  quella grande testa di cazzo si lascia uccidere io giuro che piglierò a calci in culo la sua anima fino a riportarlo in vita. Se è ancora in grado di parlare, ragionare, perché dopo quello che starà succedendo potrebbe non tornare indietro. Se riuscirà mai a guardarmi ancora in volto. Se quella testa di cazzo si fa ammazzare io... Anko, sei una grandissima idiota. Certo che tornerà, lui è il migliore. Non sono una bambina, lo so benissimo che potrebbe non tornare, lo so che potrebbe non essere in grado di dirmi più qualcosa come ti amo, un ti amo sussurrato tra un momento e l’altro, di nascosto da tutti, dal mondo. Potrebbe non esserci più la possibilità di sentire quelle mani ruvide sul mio corpo. Lo so, sono una ninja. Il poter morire in missione è uno dei rischi del mestiere. Lo so benissimo, grazie. E per somma sfortuna lo sa pure lui. Fin troppo bene.

Mi chiamo Anko Mitarashi, jonin speciale del villaggio della foglia, grazie tante. Un passato di merda, un segno nero sul collo che mi ricorda spietatamente, ogni volta che mi guardo allo specchio, il mio passato di merda e mi riporta alla mente un nome sgradito e troppo familiare: Orochimaru. Mi piace mangiare, che informazione accessoria. Sono un po’ sadica e questo lui lo sa bene (sorrisetto malefico), sono molto forte e mi piace vestire con maglie e calze a rete. Ma questo potevo anche non dirvelo. Che poi io sia una donna molto allegra è una cosa certa, che sia vendicativa pure, che sia forte lo stesso. Tutte cose di dominio pubblico, fin troppo. La mia vita privata? Diciamo che forse dovreste farvi un po’ i cazzi vostri. Ma comunque, per rispondere alla vostra domanda, ho un ragazzo, o almeno lo avevo fino a poco fa. Tecnicamente … Lo sarebbe ancora con una dose esagerata di se, ma e però... Ma questo devo averlo già detto. No, non sono logorroica, è che lui mi manda letteralmente in palla. Stiamo insieme da un po’. Diciamo da un bel po’. Siamo una coppia divertente, molto divertente. Litighiamo spesso(,) ma almeno non ci annoiamo mai. E lui? Lui chi è? Ahah. Pensavo fosse già chiaro, è un tipo riservato e che ha sofferto un casino in passato. Oddio, a dirla così sembro una  bimbetta montata. Lui non è perfetto, lui non è assolutamente una persona facile, ma chi lo è? Di certo non io, anche se mi secca ammetterlo. The dark side of the moon, non vi dice nulla? A me ricorda molto. Si nasconde per non far capire al mondo che è un dannato essere umano anche lui, per non far capire al mondo che dietro quella maschera del cazzo non ci sono solo indifferenza e apatia, c’è un cuore che pulsa e soffre. Si nasconde dal mondo per nascondere a se stesso che anche lui si può rompere, che anche lui ha una parte fragile, anche se la nasconde fottutamente bene, dietro una maschera ed una finta indifferenza. Nasconde al mondo gli incubi che lo svegliano la notte, gli incubi che svegliano anche me nel buio. Io mi nascondo dietro una falsa allegria (perché essere allegri non significa necessariamente essere felici, spesso si finge.), lui dietro una muta insofferenza. Ha paura di soffrire: e chi non ne ha? Anche io. Per esempio, ora sto sperando che la testa di cazzo che è lui non si faccia uccidere, perché mi spezzerebbe in due. Sì, sono una donna sboccata, e allora che ve ne frega? Sappiate solo che a lui piace e anche tanto. E sono una donna molto sexy nonostante sia un pochetto volgare. Ma tornando a lui, avrete ormai capito chi è, avrete capito che di lui vi ho detto molto più di quello che sa la gente comune. Io sono Anko Mitarashi e lui, beh, lui è l’unica persona che mi abbia mai capito, perché sia io che lui sotto sotto siamo uguali. Essere un ninja significa non provare emozioni, non mostrare mai le proprie lacrime, non mostrare mai rimpianti per le azioni che si compiono, questo significa essere un ninja. Freddi, spietati, mercenari. Ecco cosa dovremmo essere. Ma siamo esseri umani che soffrono per ogni vita che uccidono, siamo esseri umani e non ci piace essere trattati come soldati: il nostro primario compito è la missione, i compagni di squadra sono solo altre pedine in una sera composta dal nostro sangue. La missione prima di tutto. Ma questo a volte ci fa male, a volte i nostri amici muoiono e noi ci sentiamo in colpa e portiamo il peso delle conseguenze per tutta la nostra vita. A volte invece sfruttiamo giovani ragazzi, tentiamo di rubare ciò che di più loro hanno di prezioso e li gettiamo in mezzo a una strada senza memoria, vuoti come degli scarti a meditare vendetta. Se sentite della rabbia nelle mie parole fottetevi, è la mia rabbia, la rabbia per quello che ho sofferto, che entrambi abbiamo sofferto. Sapete cosa significa svegliarsi nella notte sudati, credendo che la fine sia vicina, rivivendo ogni notte, anziché dormire, gli avvenimenti che vi hanno portato ad essere infelici ed incompresi su questo globo del cazzo? Beh, se lo sapete... Sarete delle persone con un grande dolore, che mascherate a stento o a volte fin troppo bene. E comunque siete sempre inevitabilmente soli, avete una singola parte di voi che grida contro il mondo.

IO so cosa significa quel vuoto, lui lo sa, forse pure meglio di me.

Eppure siamo ninja.

È questo il nostro lavoro, il nostro mestiere, ci siamo già sporcati le mani nel sangue degli altri, non ce le laviamo, le abbiamo imbrattate del sangue di milioni di vite. Ma andiamo avanti, il sangue nostro e altrui che ci macchia l’anima, le mani, il volto, sangue che non si rimuove. Andiamo avanti.

E a volte restiamo a casa aspettando qualcuno che potrebbe non tornare.

Come stasera.

La luna mi guarda, ci guarda. E’ bianca, ma sembra rossa come il sangue che ci macchia, che ho paura che corra dalle tue ferite in questo momento.

Piova, c’è la luna, è notte... Come quella sera.

Tu, tu dannato uomo che mi hai strappato l’anima... Non ti azzardare a morire, tu... Non ti azzardare a lasciarmi sola, cazzo.

Perché cancelleresti la ragazza che sono ora. Forse mi faresti sorridere fintamente ancora di più, forse diventerei un’altra ma non ho la fottutissima minima voglia di saperlo.

So I beg  you, for the first time in all my life. Please... come back alive.

- odi et amo -

Tokyo, 2009

Piove.

Meglio, così le lacrime non si noteranno, scivoleranno sulla mia pelle, come silenziose amiche di un’anima sola.

Se il mio cuore potesse scrivere qualcosa... Scriverebbe il suo dolore col sangue,(.) se potessi scappare da questo inferno lo farei.

Ma non posso.

Trapped in a purple heart, the heart of a mad that is always trying to kill my spirit.

Non posso scappare, allora aspetto, da brava preda, che il mio cacciatore si svegli e mi venga a prendere, senza mai abbassare la guardia. Ed è una pena non sapere quando arriverà quella belva feroce del mio cacciatore.

Tokyo scintilla di lucine al neon dai caratteri orientali e dai profumi variegati.

La pioggia cade e le macchine slittano per la strada, le moto inzuppano d’acqua i passanti.

E tutto questo accade lì vicino, mentre io sono di fronte a una lapide, ferito e in caccia, ferito e preda.

Plic, plac.

Passi sulle pozzanghere dietro di me, ho sempre avuto un udito molto fine.

Mi giro, la pistola in mano, il sangue che corre giù per le mie ferite, sotto il giubbetto di pelle, tra gli strappi dei pantaloni. I capelli argentati mi vanno davanti alla faccia, impasticciati del mio sangue, lavati malamente dalla pioggia che confonde le figure, lasciando che tutto sfumi alla deriva, davanti ai miei occhi attoniti.

Luna di sangue, quella notte.

Mi volto con la pistola in pugno, determinato ad uccidere, come ho sempre fatto nella mia vita. Soldato nacqui e soldato sono rimasto. Pallottole che sfondano toraci, che distruggono destini. Pallottole che salvano il mio culo.

Mi volto con la pistola in pugno, il dito sul grilletto, il colpo già in canna.

Spara, Kakashi, spara e salvati il culo, per una volta non soffrire.

Ma poi...

La vedi.

E preferisci morire perché il suo sguardo ti strappa l’anima e non puoi credere che lei stia per farti secco. Non lo puoi assolutamente credere.

Tu, tu eri morta! Ti ho vista con questi occhi morire, ti ho vista morire. Ma ora sei qui.

E stai cercando di uccidermi.

Non mi farò uccidere da te. Ma non ho intenzione di ucciderti.

Anko.

E’ un sussurro tiepido.

I would not kill you… I could die for you. Me lo dicesti, te lo ricordi?

Non mi sono mai fidato del mondo, ma di te sì.

Sono stato spesso freddo con te, come lo sono di natura con chiunque.

Non sparerò.

Guardami negli occhi e spara.

Bom.

Il proiettile mi trapassa una spalla, ma non mi uccide.

Getti di lato la pistola, fai per correre via. Corri, corri, o almeno vorresti.

Ma ti raggiungo, me ne fotto del dolore alla spalla.

Ti abbraccio, mi tiri dei pugni sui pettorali, tra le lacrime: - Ti odio, ti odio!-

Fai bene ad odiarmi. Ti ho lasciata e non ho lottato per te, ti ho lasciata, e tu sembravi morta per me. Solo perché avevo scoperto che qualcosa ti legava a quell’essere schifoso, solo perché non ho saputo capire che cento notti insieme non si dimenticano e che il male non si lava con un colpo di spugna. E che a volte il male si fonde all’amore. Mi odi?! Me lo merito.

Piove.

- Ti ho lasciata lo so che mi odi per questo, ma io... - Mi tronchi la risposta con un respiro sofferto.

- No, idiota! Io ti odio perché ti saresti lasciato uccidere da me senza lottare!! Baka! Ti odio! Ti odio!! - Avresti dovuto lottare... Sembra dirmi questo, ma io... Come potevo ucciderti?

- Anko... Io ti amo, invece. - La bacio, le mie labbra sulle sue, in una notte di pioggia, una notte che ci trafigge ambedue, ma ci rende uguali.

- Anche io. Ti odio, ma ti amo.-

E la pioggia cade…

E io riscopro quelle labbra.

 

  
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