Questa fic si è classificata prima al contest - Odi et Amo. indetto da Bddy girl mustang e sweetprincess Ma giudicato Ayumi Yoshida^^
Grazie mille alla giudiciaH, senza di lei questo contest nn si sarebbe mai chiuso.
Un bacio^^
E' una long!
Ah, a proposito. E' una mezza Au. Ma una mezza OU. le parti sotto -odi et amo- sono in Au e ce n'è una ogni capitolo.
Buon primo capitolo!!
- Bloody and Rainy night-
Because under the
rain I
love and hate you.
1 -
Me , you and a gunshot-
Konoha,
villaggio della foglia.
Piove.
Il mio stanco, troppo stanco cervello
registra solo quello.
La luna mi guarda con una certa aria
di superiorità. Carino, da parte sua. Bianca, pallida,
perfetta, immota. Non
mostra mai la sua vera faccia, the dark
side of the moon. Non so perché, ma mi ricorda
qualcuno. Ma chissà come
mai, eh, Anko? Mah, non saprei... Forse, forse perché era il
mio ragazzo, fino
a poco tempo fa. Teoricamente... lo sarebbe ancora, ma con una dose
esagerata
di se, ma e però. E il
primo se comincia nel modo
più naturalmente
raggelante. Se è ancora
vivo. Se quella
grande testa di cazzo si lascia
uccidere io giuro che piglierò a calci in culo la sua anima
fino a riportarlo
in vita. Se è ancora in
grado di
parlare, ragionare, perché dopo quello che starà
succedendo potrebbe non
tornare indietro. Se riuscirà
mai a
guardarmi ancora in volto. Se
quella
testa di cazzo si fa ammazzare io... Anko, sei una grandissima idiota.
Certo
che tornerà, lui è il migliore. Non sono una
bambina, lo so benissimo che
potrebbe non tornare, lo so che potrebbe non essere in grado di dirmi
più
qualcosa come ti amo, un ti amo sussurrato tra un momento e
l’altro, di nascosto da tutti, dal mondo. Potrebbe non
esserci più la
possibilità di sentire quelle mani ruvide sul mio corpo. Lo
so, sono una ninja.
Il poter morire in missione è uno dei rischi del mestiere.
Lo so benissimo,
grazie. E per somma sfortuna lo sa pure lui. Fin troppo bene.
Mi chiamo Anko Mitarashi, jonin
speciale del villaggio della foglia, grazie tante. Un passato di merda,
un
segno nero sul collo che mi ricorda spietatamente, ogni volta che mi
guardo
allo specchio, il mio passato di merda e mi riporta alla mente un nome
sgradito
e troppo familiare: Orochimaru. Mi piace mangiare, che informazione
accessoria.
Sono un po’ sadica e questo lui lo sa bene (sorrisetto
malefico), sono molto forte e mi piace vestire con maglie e calze a
rete. Ma
questo potevo anche non dirvelo. Che poi io sia una donna molto allegra
è una
cosa certa, che sia vendicativa pure, che sia forte lo stesso. Tutte
cose di dominio
pubblico, fin troppo. La mia vita privata? Diciamo che forse dovreste
farvi un
po’ i cazzi vostri. Ma comunque, per rispondere alla vostra
domanda, ho un
ragazzo, o almeno lo avevo fino a poco fa. Tecnicamente … Lo
sarebbe ancora con
una dose esagerata di se, ma e però...
Ma questo devo averlo già detto. No, non sono logorroica,
è che lui
mi manda letteralmente in palla. Stiamo insieme da un po’.
Diciamo da un bel
po’. Siamo una coppia divertente, molto divertente.
Litighiamo spesso(,) ma
almeno non ci annoiamo mai. E lui? Lui chi è? Ahah. Pensavo
fosse già chiaro, è
un tipo riservato e che ha sofferto un casino in passato. Oddio, a
dirla così
sembro una bimbetta
montata. Lui non è
perfetto, lui non è assolutamente una persona facile, ma chi
lo è? Di certo non
io, anche se mi secca ammetterlo. The
dark side of the moon, non vi dice nulla? A me ricorda
molto. Si nasconde
per non far capire al mondo che è un dannato essere umano
anche lui, per non
far capire al mondo che dietro quella maschera del cazzo non ci sono
solo
indifferenza e apatia, c’è un cuore che pulsa e
soffre. Si nasconde dal mondo
per nascondere a se stesso che anche lui si può rompere, che
anche lui ha una
parte fragile, anche se la nasconde fottutamente bene, dietro una
maschera ed una
finta indifferenza. Nasconde al mondo gli incubi che lo svegliano la
notte, gli
incubi che svegliano anche me nel buio. Io mi nascondo dietro una falsa
allegria (perché essere allegri non
significa necessariamente essere felici, spesso
si finge.), lui dietro una muta
insofferenza. Ha paura
di soffrire: e chi non ne ha? Anche io. Per esempio, ora sto sperando
che la
testa di cazzo che è lui non si faccia uccidere,
perché mi spezzerebbe in due.
Sì, sono una donna sboccata, e allora che ve ne frega?
Sappiate solo che a lui
piace e anche tanto. E sono una donna molto sexy nonostante sia un
pochetto
volgare. Ma tornando a lui, avrete ormai capito chi è,
avrete capito che di lui
vi ho detto molto più di quello che sa la gente comune. Io
sono Anko Mitarashi
e lui, beh, lui è l’unica persona che mi abbia mai
capito, perché sia io che
lui sotto sotto siamo uguali. Essere un ninja significa non provare
emozioni,
non mostrare mai le proprie lacrime, non mostrare mai rimpianti per le
azioni
che si compiono, questo significa essere un ninja. Freddi, spietati,
mercenari.
Ecco cosa dovremmo essere. Ma siamo esseri umani che soffrono per ogni
vita che
uccidono, siamo esseri umani e non ci piace essere trattati come
soldati: il
nostro primario compito è la missione, i compagni di squadra
sono solo altre
pedine in una sera composta dal nostro sangue. La missione prima di
tutto. Ma
questo a volte ci fa male, a volte i nostri amici muoiono e noi ci
sentiamo in
colpa e portiamo il peso delle conseguenze per tutta la nostra vita. A
volte
invece sfruttiamo giovani ragazzi, tentiamo di rubare ciò
che di più loro hanno
di prezioso e li gettiamo in mezzo a una strada senza memoria, vuoti
come degli
scarti a meditare vendetta. Se sentite della rabbia nelle mie parole
fottetevi,
è la mia rabbia, la rabbia per quello che ho sofferto, che entrambi abbiamo
sofferto. Sapete cosa significa svegliarsi nella notte sudati, credendo
che la
fine sia vicina, rivivendo ogni notte, anziché dormire, gli
avvenimenti che vi
hanno portato ad essere infelici ed incompresi su questo globo del
cazzo? Beh,
se lo sapete... Sarete delle persone con un grande dolore, che
mascherate a
stento o a volte fin troppo bene. E comunque siete sempre
inevitabilmente soli,
avete una singola parte di voi che grida contro il mondo.
IO so cosa significa quel vuoto, lui
lo sa, forse pure meglio di me.
Eppure siamo ninja.
È questo il nostro lavoro,
il nostro
mestiere, ci siamo già sporcati le mani nel sangue degli
altri, non ce le
laviamo, le abbiamo imbrattate del sangue di milioni di vite. Ma
andiamo
avanti, il sangue nostro e altrui che ci macchia l’anima, le
mani, il volto,
sangue che non si rimuove. Andiamo avanti.
E a volte restiamo a casa aspettando
qualcuno che potrebbe non tornare.
Come stasera.
La luna mi guarda, ci guarda.
E’
bianca, ma sembra rossa come il sangue che ci macchia, che ho paura che
corra
dalle tue ferite in questo momento.
Piova, c’è la
luna, è notte... Come
quella sera.
Tu, tu dannato uomo che mi hai
strappato l’anima... Non ti azzardare a morire, tu... Non ti
azzardare a
lasciarmi sola, cazzo.
Perché cancelleresti la
ragazza che
sono ora. Forse mi faresti sorridere fintamente ancora di
più, forse diventerei
un’altra ma non ho la fottutissima minima voglia di saperlo.
So
I beg you, for the
first time in all my life.
Please... come back alive.
- odi et amo -
Tokyo, 2009
Piove.
Meglio, così le lacrime non
si
noteranno, scivoleranno sulla mia pelle, come silenziose amiche di
un’anima
sola.
Se il mio cuore potesse scrivere
qualcosa... Scriverebbe il suo dolore col sangue,(.)
se potessi scappare
da questo inferno lo farei.
Ma
non posso.
Trapped
in a purple heart, the
heart of a mad that is always trying to kill my spirit.
Non posso scappare, allora aspetto, da
brava preda, che il mio cacciatore si svegli e mi venga a prendere,
senza mai
abbassare la guardia. Ed è una pena non sapere quando
arriverà quella belva
feroce del mio cacciatore.
Tokyo scintilla di lucine al neon dai
caratteri orientali e dai profumi variegati.
La pioggia cade e le macchine slittano
per la strada, le moto inzuppano d’acqua i passanti.
E tutto questo accade lì
vicino,
mentre io sono di fronte a una lapide, ferito e in caccia, ferito e
preda.
Plic, plac.
Passi sulle pozzanghere dietro di me,
ho sempre avuto un udito molto fine.
Mi giro, la pistola in mano, il sangue
che corre giù per le mie ferite, sotto il giubbetto di
pelle, tra gli strappi
dei pantaloni. I capelli argentati mi vanno davanti alla faccia,
impasticciati
del mio sangue, lavati malamente dalla pioggia che confonde le figure,
lasciando che tutto sfumi alla deriva, davanti ai miei occhi attoniti.
Luna di sangue, quella notte.
Mi volto con la pistola in pugno,
determinato ad uccidere, come ho sempre fatto nella mia vita. Soldato
nacqui e
soldato sono rimasto. Pallottole che sfondano toraci, che distruggono
destini.
Pallottole che salvano il mio culo.
Mi volto con la pistola in pugno, il
dito sul grilletto, il colpo già in canna.
Spara, Kakashi, spara e salvati il
culo, per una volta non soffrire.
Ma poi...
La vedi.
E preferisci morire perché
il suo
sguardo ti strappa l’anima e non puoi credere che lei
stia per farti
secco. Non lo puoi assolutamente credere.
Tu, tu eri morta! Ti ho vista con
questi occhi morire, ti ho vista morire. Ma ora sei qui.
E stai cercando di uccidermi.
Non mi farò uccidere da te.
Ma non ho
intenzione di ucciderti.
Anko.
E’ un sussurro tiepido.
I
would not kill you… I could die
for you. Me
lo
dicesti, te lo ricordi?
Non mi sono mai fidato del mondo, ma
di te sì.
Sono stato spesso freddo con te, come
lo sono di natura con chiunque.
Non sparerò.
Guardami negli occhi e spara.
Bom.
Il proiettile mi trapassa una spalla,
ma non mi uccide.
Getti di lato la pistola, fai per
correre via. Corri, corri, o almeno vorresti.
Ma ti raggiungo, me ne fotto del
dolore alla spalla.
Ti abbraccio, mi tiri dei pugni sui
pettorali, tra le lacrime: - Ti odio, ti odio!-
Fai bene ad odiarmi. Ti ho lasciata e
non ho lottato per te, ti ho lasciata, e tu sembravi morta per me. Solo
perché
avevo scoperto che qualcosa ti legava a quell’essere
schifoso, solo perché non
ho saputo capire che cento notti insieme non si dimenticano e che il
male non
si lava con un colpo di spugna. E che a volte il male si fonde
all’amore. Mi
odi?! Me lo merito.
Piove.
- Ti ho lasciata lo so che mi odi per
questo, ma io... - Mi tronchi la risposta con un respiro sofferto.
- No, idiota! Io ti odio
perché ti
saresti lasciato uccidere da me senza lottare!!
Baka! Ti odio! Ti odio!!
- Avresti dovuto lottare... Sembra dirmi questo, ma io... Come potevo
ucciderti?
- Anko... Io ti amo, invece. - La
bacio, le mie labbra sulle sue, in una notte di pioggia, una notte che
ci
trafigge ambedue, ma ci rende uguali.
- Anche io. Ti odio, ma ti amo.-
E la pioggia cade…
E io riscopro quelle labbra.