Sono
tornata con un
nuovo capitolo che spero vi piacerà, perché a me
non piace più di tanto…sono
felicissima per tutte le recensioni che mi lasciate.
Ogni
volta che ne vedo
così tante mi scoppia il cuore per la felicità.
Ora
vi lascio alla
lettura del nuovo capitolo, perdonatemi il ritardo ma la vita di tutti
giorni
mi sta togliendo ogni secondo libero che avevo fino a poco tempo fa.
Ma
ho preferito
scrivere e pubblicare almeno un capitolo prima di partire….
Buona
lettura…
TRASFERIMENTO
POV
EDWARD
Bella era
uscita dalle nostre vite, ma ci eravamo ripromessi che tra qualche anno
l’avremmo sorvegliata costantemente.
Non ci
eravamo dimenticati della minaccia di quel vampiro e non avremmo
permesso che
lei fosse uccisa da quel mostro.
Appena l’agente e
l’assistente sociale salutarono e
chiusero la porta, da Alice mi arrivarono insulti in tutte le lingue
presenti
su questo pianeta e anche in lingue ormai morte, mi fulminò
con lo sguardo e si
chiuse in camera sua.
Emmett
sembrava avesse perso un po’ del suo costante ottimismo.
Rosalie
invece aveva assunto una maschera di indifferenza apparente,
perché i suoi
pensieri la dicevano lunga sul suo stato d’animo.
Jasper era
sempre con Alice e cercava di rallegrala un po’.
E anche Esme
e Carlisle erano cambiati.
Io passavo
le mie giornate al pianoforte o nella mia camera fissando il disegno
che avevo
accuratamente riposto in una semplice cornice in legno; quando scendeva
la sera
invece tutto cambiava, passavamo ore tutti insieme
sull’albero vicino alla
nuova casa di Bella, per vedere come se la cavava.
Questa
nostre escursioni notturne durarono solo tre notti, fino a quando
Emmett con
uno dei suoi soliti scherzi fece spezzare il ramo su cui si trovava Jasper, facendo
un baccano enorme
e facendo uscire tutto il vicinato e vedemmo nostro padre per la prima
volta
sgridarci come se fossimo dei bambini piccoli.
<<
Ragazzi ci trasferiamo in Alaska >> quella stessa sera
Esme ci comunicò
il nostro trasferimento.
<<
Che
bello andremo a vivere con Tanya e le sue sorelle >>
esultò mia sorella
Alice.
<<
Tra
quanto tempo ci trasferiamo? >> chiesi desolato.
Trasferirmi
nuovamente da Tanya non mi entusiasmava molto, conoscevo la sua
fissazione per
me, e l’ultima volta non mi aveva lasciato nemmeno respirare.
“ Ti sta bene fratellino ” la
frecciatina
di Alice era al quanto velenosa, non mi aveva ancora perdonato.
Feci finta
di non averla ascoltata e attesi la risposta di Esme.
<<
Tra
un mese. Il tempo di sistemare alcune cose >> disse
decisa Esme.
E dopo
questa notizia mi avviai in camera mia, preparandomi ad
un’altra giornata di
sole nascosto tra le mura di casa nostra.
Forse andare
via da Phoenix, era un vantaggio, avremmo iniziato a vivere di nuovo
una vita
da umani e no da creature della notte, come ci costringeva invece
questa città
troppo soleggiata.
Calato il
sole, sondai la mente dei miei familiari e mi assicurai che nessuno
avesse
intenzione di andare a trovare o meglio spiare Bella, così
da recarmi da lei e
passare tranquillamente la notte fuori dalla sua finestra.
Arrivai
davanti a casa sua, Bella e la sua nuova famiglia avevano finito da
poco di
cenare e la sua nuova mamma le stava ribadendo che poteva chiamarla
“ mamma ”
invece di “ signora ” o almeno di chiamarla con il
suo nome e cioè Caroline.
Poi invece
di rimanere a giocare con l’altra bambina che doveva essere
la sua sorellastra,
chiese il permesso di poter tornare in camera sua, così come
faceva tutte le
sere dopo cena, da quando aveva messo piede in quella casa.
Seguì
tutta
la loro conversazione comodamente seduto sul ramo del grande albero che
si
trovava proprio fuori dalla finestra della sua camera che si trovava al
primo
piano.
Infatti dopo
aver salito i quindici gradini per salire al piano superiore,
entrò in camera
sua e finalmente potevo vederla.
I gesti
erano sempre gli stessi, prendeva il pigiama con gli orsetti e i
cuoricini che
le avevano regalato Alice e Rosalie e andava in bagno a cambiarsi e a
lavarsi i
denti, per poi mettersi a letto e accendere il piccolo stereo al suo
fianco, e
dopo pochi istanti la sua cameretta era inondata dalle note della sua
ninna
nanna.
Ascoltava
tutte le canzoni rigirandosi la confezione del cd fra le mani e quando
il cd
arrivava all’ultima canzone, lei chiudeva gli occhi e quando
venivano suonate
le ultime note io entravo nel mondo dei suoi sogni.
I suoi sogni
non erano cambiati poi di molto, iniziavano sempre con le immagini dei
suoi
genitori che sparivano poi nel buio, ogni tanto i suoi sogni
sfruttavano altri
ricordi di suo padre e sua madre, ma finivano sempre allo stesso modo.
Ma ogni suo
ricordo era per me di vitale importanza per conoscerla meglio e
conoscere il
suo passato.
Era molto
più matura della sua tenera età, era cresciuta
molto in fretta dopo la morte di
suo padre, aveva cercato di aiutare sua madre e di starle vicino in
ogni sua
sofferenza e in ogni sua pazzia.
Quando i
suoi incubi finivano, magicamente come in una favola, arrivavano i
buoni, quei
buoni eravamo io e tutta la mia famiglia.
Era
sorprendente il modo in cui ci raffigurava.
Nel sogno di
questa notte stava rivivendo la sua giornata, ma i personaggi del suo
sogno
eravamo noi.
Esme le
chiedeva di essere chiamata mamma, poi Emmett si divertiva a farla
volare, fino
a quando Jasper non tornava per una partita a scacchi.
Calata la
sera prendeva posto al mio fianco e mi ascoltava suonare.
Quando ormai
aveva sonno andava nella sua stanzetta dove trovava Rosalie ed Alice
che
l’aspettavano per coccolarla pettinandole i capelli e
scegliendo uno tra tutti
i pigiami che le avevano comprato.
Poi tutto
svaniva e io mi rendevo conto che i suoi sogni erano finiti e che io
dovevo
tornare a casa prima che il sole svegliasse la città.
Tornato a
casa mi rinchiusi in camera.
Ogni notte
lei faceva dei sogni su di noi e dai suoi sogni si capiva che le
mancavamo e
ogni volta che vivevo i suoi sogni desideravo che
fossero veri.
Vedevo che
aveva difficoltà ad ambientarsi in quella famiglia, con noi
fin da subito si
era aperta, mentre in quella casa preferiva isolarsi; ed era assurdo
tutto
questo, noi eravamo vampiri, lo spirito di autoconservazione doveva
intimorirla, mandarle dei messaggi che le dicevano che doveva aver
paura di noi
e invece lei con noi stava bene e si sentiva protetta e a suo agio,
persino a
dormire al fianco di un vampiro non la infastidiva.
Ma forse non
mi rendevo conto che lei era solo una bambina e come tale non aveva
ancora il
senso del pericolo sviluppato come lo avrebbe avuto un adulto.
“ Come sta? ” mia sorella Alice
fece
irruzione nella mia testa.
<<
Mi
fai una domanda di cui già conosci la risposta
>> dissi secco.
Non era mia
intenzione risponderle male, ma mi sentivo irascibile quando si parlava
di
Bella; sapevamo tutti che avevamo fatto la cosa giusta per lei, ma a
volte mi
fermavo a pensare se fosse stata la cosa giusta per me.
Mi ero
legato a quella piccola creatura, nei suoi confronti mi sentivo molto
protettivo e ogni secondo passato lontano da lei, mi sentivo molto in
ansia.
Avevo paura
che una macchina potesse investirla, o magari lei poteva solo scivolare
per le
scale e farsi molto male.
“ Non
le succederà niente, la
sorveglio ogni momento della giornata ” e come se Alice
mi avesse letto nel pensiero, lei rispose
alle mie paure.
<<
Scusami,
non era mia intenzione risponderti male prima >> dissi a
mia sorella.
<<
Non
ti preoccupare ti capisco e anche io ti devo delle scuse per come mi
sono
comportata in questi ultimi giorni, so che abbiamo fatto la cosa giusta
per
lei. Ma comunque lo sai cosa intendevo prima >> si
spiegò Alice.
<<
Le
mancano ancora tanto i suoi genitori e ci sogna ancora. Rivive la sua
giornata
però includendo noi e quello che mi preoccupa di
più e che si isola persino da
quella che dovrebbe essere sua sorella ora >> dissi atono.
<<
Forse
vorrà scegliersi lei le sorelle, e magari aveva anche
già trovato dei fratelli >>
e dicendo questo sparì.
Sapevo cosa
intendeva dire, e anche a me sarebbe piaciuto essere la sua famiglia,
ma dovevo
mettere da parte il mio lato egoista e pensare al suo bene.
“
Testone ” mia
sorella aveva avuto la visione
che non avrei cambiato idea.
Ed ebbene
si, avevo deciso, lei doveva vivere la sua vita da semplice umana e per
far ciò
non dovevo neanche più spiare i suoi sogni e le sue notti,
mi dovevo
allontanare da lei, era meglio così, forse allontanandomi da
lei mi avrebbe
aiutato a convincermi che io non dovevo far parte della sua vita.
Passarono
due settimane e nessuno di noi aveva fatto visita alla nostra piccola
umana,
più di una volta stavo per cedere alla tentazione di andarla
a trovare, ma mi
bastava una sbirciatina nelle visioni di Alice per tranquillizzarmi.
I preparativi
per il trasferimento erano quasi giunti al termine, avevamo fatto prima
del
previsto.
Avevamo riposto
tutto negli scatoloni; mia madre Esme aveva concluso il contratto di
vendita
della casa, mio padre Carlisle aveva dato le dimissioni
dall’ospedale di
Phoenix e noi avevamo già fatto le iscrizioni presso la
scuola superiore che si
trovava nel piccolo paesino in cui vivevano le nostre cugine Kate,
Tanya e
Irina.
Eravamo nel
salone e stavamo chiudendo gli ultimi pacchi.
<<
Finalmente
è tutto pronto. Esme io credo che potremmo partire
già dopodomani >>
disse Rosalie.
<<
Si,
hai ragione Rose, ormai è tutto pronto, se partiamo con
qualche giorno di
anticipo potremmo sistemare le nostre cose con più calma
>> confermò
Esme.
<<
Ho
appena finito di parlare con Kate, mi ha detto che hanno deciso che
quest’anno
vogliono provare anche loro ad iscriversi a scuola >>
disse saltellando
Alice entrando nel salone.
<<
Oh
Oh, il nostro caro Eddy quindi avrà una fan con cui
condividere tutte le ore di
lezione >> disse ridendo Emmett, dandomi una gomitata al
fianco.
<<
Finiscila
Emmett, o per caso non vuoi che ti dica cosa pensano tutti i marmocchi
della nuova
scuola sulla tua Rose? >> lo punzecchiai.
Questo era
il suo gioco preferito, io gli indicavo tutti i ragazzi che avevano
pensato
alla sua Rosalie e lui si divertiva facendogli qualche scherzo, a volte
molto
pesante, come l’ultima volta che al capitano della squadra di
football aveva
riempito il suo casco pieno di colla, quel poveretto dovette tagliarsi
a zero i
suoi lunghi capelli di cui andava molto fiero.
Meno male
che ogni volta non si capiva da chi provenissero questi scherzi.
<<
Eddy
non puoi farmi questo >> mi pregò Emmett.
<<
Allora
tu finiscila con le tue battutine e soprattutto finiscila di chiamarmi
Eddy >>
dissi con tono serio, ma era molto difficile sostenerlo, vedendo lo
sguardo da
cucciolo bastonato che mi stava rivolgendo.
<<
E
per favore finiscila anche di guardarmi così. Risparmia
questo sguardo per
quando vorrai farti perdonare da Rosalie per una delle tue solite
fesserie >>
e detto questo scoppiai a ridere seguito dalle risate del resto della
mia
famiglia.
La partenza
era oramai vicina, questa era l’ultima sera che avremmo
passato a Phoenix e ne
approfittammo per andare tutti a caccia.
<<
Edward
tu non vieni? >> mi chiese Jasper.
<<
Si
Jazz, vi raggiungo fra un po’ >> prima di
andare a caccia dovevo fare una
cosa.
“ Salutala anche da parte nostra
” mi
chiese Alice.
Ovviamente lei
aveva previsto le mie intenzioni e le risposi con un semplice sguardo.
Ormai per
noi queste conversazioni mute erano diventate semplicissime e normali.
Tutti uscirono
a caccia e subito io mi avviai a salutare per l’ultima volta
la piccola e
tenera umana che era stata capace di rubare il cuore di sette vampiri.
In pochi
secondi arrivai sotto alla sua finestra, mi arrampicai
sull’albero per sedermi
al solito ramo.
Lei stava
per ritornare in camera, ma quello che più attirò
la mia attenzione furono i
pensieri delle persone che si trovavano nella casa.
Come
poteva esser successo? Come mai Alice non
l’aveva previsto?
COSA
SARà SUCCESSO? COSA DOVEVA PREVEDERE ALICE? SONO QUESTE LE
DOMANDE CHE VI
RONZANO NELLA TESTA VERO??
MA
LA RISPOSTA A QUESTE DOMANDE ARRIVERà DOPO CHE TORNO DAL MIO
VIAGGIETTO A
MILANO.
DEVO
FARE UN VIAGGIETTO DI OLTRE 800KM PER ANDARE AL COMPLEANNO DI UNA MIA
AMICA E
VISTO CHE CI SONO ANDRò PER LA PRIMA VOLTA IN 24 ANNI DI
VITA A GARDALAND…SONO
EMOZIONATISSIMA!!
OK
ORA VOI DIRETE… ECCHISSENEFREGAAA… LO SO, LO
SO…MA VOLEVO CONDIVIDERE CON VOI
LA MIA EUFORIA…
ORA
RISPOSTA ALLE VOSTRE ADORABILI
RECENSIONI…
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