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Autore: BeautifulMessInside    21/10/2009    2 recensioni
"Eden Spencer rapinava banche. E non solo. O almeno è quello che faceva prima di essere presa. Oggi collabora con l'FBI. Ma c'è stato un tempo in cui Eden era solo una ragazzina di buona famiglia, figlia di una ricca imprenditrice dell'Upper West Side di Manhattan... Poi un giorno si era innamorata. Della persona sbagliata. Che era anche la persona giusta." Per tutti gli altri Eden è morta quel giorno. Oggi, quasi cinque anni dopo, è costretta a tornare allo scoperto per aiutare l'FBI ad arrestare quelli che una volta erano i suoi amici. Tra verità, bugie e segreti nascosti... In un continuo conflitto tra amore ed odio... Al confine tra la redenzione e la dannazione... Eden scoprirà che non è così semplice spezzare un patto stretto col proprio diavolo personale. - trama, wallpaper e spiegazioni nel capitolo -
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo10

CAPITOLO 10


ADESSO HO CAPITO”





7 ANNI e 2 MESI PRIMA



La sua risata cristallina riempì la piccola stanza del motel.


Eden si buttò sul letto cercando di respirare.


Di nuovo una rapina.


Di nuovo un micidiale mix di adrenalina e vita nelle vene.


Davis le lanciò una manciata di contanti addosso.


E poi un'altra.


E poi le si sdraiò vicino.


Credo che non ci si possa sentire più vivi di così.”


Disse.


Eden arricciò appena il naso.


Penso proprio di poterti dimostrare il contrario.”


Lui la guardò curioso.


E come?”


Eden si tirò su il vestito salendo a cavalcioni sul suo uomo.


Lo guardò dritto negli occhi.


Fa' l'amore con me.”


Davis sorrise a metà mentre le sue mani risalivano le cosce di Eden.


Lei si chinò per baciarlo.


I suoi lunghi capelli gli accarezzarono il viso.


Strusciò il naso contro il suo.


Le sue labbra sfiorarono quelle di lui.


Io ho un'altra idea.”


Sussurrò Davis sulla sua bocca.


Eden si tirò su di colpo.


Un'altra idea?”


Mm mm.”


Dovrei sentirmi offesa lo sai?”


Davis sollevò dolcemente una delle sue gambe ed uscì dalla presa di Eden.


Aspetta a dirlo.”


Sembrò cercare qualcosa nella giacca, ma non ne tirò fuori niente.


Sospirò guardando Eden stesa sul letto.


Lei ricambiò quello sguardo incerta.


Sai...”


Iniziò lui diventando serio.


...Dalla prima volta che ti ho visto già lo sapevo.”


Eden si sollevò, pronta a smorzare la tensione di quel momento incerto.


Cosa? Che ti avrei chiesto di fare l'amore con me?”


Lui sorrise appena abbassando gli occhi.


Che per te avrei infranto tutte le mie regole.”


Eden sentì il cuore arrivarle in gola.


Era uno di quei discorsi.


Davis si bagnò le labbra e riprese


Prima di te non avrei mai pensato di coinvolgere qualcun altro in questa vita...”


Sospirò. La sua voce tremava appena.


...non avrei mai pensato di coinvolgere qualcuno nella mia vita.”


Eden si mosse sul letto cercando di avvicinarsi a lui il più possibile.


Stai cercando di dirmi che per colpa mia hai fatto cose che non avresti mai fatto?”


Domandò ironica.


Credo di sì.”


Eden aggrottò le sopracciglia


Non sono sicura che sia un complimento.”


Lui la guardò di nuovo serio.

Le fece quasi paura.


Infatti non stavo cercando di farti un complimento...”


Riprese


...Stavo cercando di chiederti una cosa.”


Eden piegò la testa da un lato.

Ormai non ci stava capendo più nulla.


Che cosa?”


Sussurrò.


Qualche secondo più tardi lo vide inginocchiarsi davanti a lei.

Inarcò le sopracciglia.


Davis, che stai facendo?”


Lui accennò un sorriso.


Infrango l'ennesima regola.”


Dalla tasca della giacca tirò fuori una scatolina blu.


La aprì e gliela porse.


Prese un respiro profondo.


Sposami.”


Eden spalancò occhi e bocca davanti al luccichio di quell'anello.

Dovevano essere diamanti.


Lui si schiarì la voce.

Per un secondo sembrò quasi imbarazzato.


Sposami Eden. E per tutta la vita continua a farmi fare cose che senza di te non avrei mai fatto.”


Eden sorrise. Avrebbe voluto restare seria, ma le fu impossibile.


Allo stesso tempo sentì i suoi occhi farsi lucidi.


Non sapeva cosa dire.


Davis sollevò un sopracciglio.


Guarda che questo non l'ho rubato, l'ho comprato. Payne può testimoniare a mio favore.”


Lei sospirò.


...Allora, vuoi sposarmi oppure no?”


Eden si tirò dritta sulla schiena. Lo guardò arricciando le labbra in una specie di smorfia.


Sciolse la smorfia in un sorriso.


Credevo che Davis Miller non facesse mai domande di cui conosce già la risposta.”


Anche le labbra di Davis si aprirono in un sorriso.

Il più spontaneo che Eden avesse mai visto.


Allungò la mano verso di lui.


Tremando appena Davis infilò quel piccolo gioiello al suo anulare sinistro.


Eden gli buttò le braccia al collo.


Sì...”


Lo baciò una volta


Sì...Sì! Mille volte sì!”


Lo baciò di nuovo.


Lui la sollevò prendendola per la vita.


Adesso sì che farò l'amore con te, signora Miller..”



----------------



Eden sobbalzò sul sedile.


D'istinto si portò le mani alla faccia.


Devo essermi addormentata.”


Bofonchiò con la voce impastata dal sonno.


Alla sua destra Payne. Alla sua sinistra Davis.


Scusatemi.”


Aggiunse tirandosi su.


Dove stiamo andando comunque?”


Davis si inumidì le labbra


Blake ci ha trovato un attico a Murray Hill.”


Eden strinse il ponte del naso tra indice e pollice.


Blake?”


Sì. Ti avevo detto che era in giro a fare delle commissioni.”


Eden si sistemò meglio sul sedile. Le faceva male il collo.


Si lasciò sfuggire un mugolio.


Davis sollevò un sopracciglio.


Cosa c'è, non sei contenta di rivederla?”


Chiese ironico.


Eden ricambiò lo sguardo.


No, anzi, sono sollevata. E' la prima volta che rincontro qualcuno con l'assoluta certezza che non sarà contento di vedermi.”


Payne e André non trattennero un sorriso sotto i baffi.


Non era ironia. Eden era davvero sicura.


Blake non sarebbe stata affatto contenta di rivederla.


Davis non osò ribattere, ma a riempire quel silenzio ci pensò il suo cellulare.


Sì?”


Sorrise fissando il nulla.


Ciao Sebastian. Benissimo.”


Sebastian? Questo nome non mi dice niente.


Pensò Eden continuando a seguire la conversazione.


Un colpo a Berkley? Spiacente amico, ma è un po' troppo fuori mano per me.”


Davis lanciò un'occhiata ad Eden. Lei distolse lo sguardo facendo finta di non essere interessata.


Sì, starò ancora a New York per un po'. Devo sistemare delle cose. Ma se vuoi ti mando qualcuno dei miei.”


Quali cose devi sistemare?


Davis sorrise di nuovo di gusto.


Ok Sebastian. Alla prossima.”


Concluse rimettendo il telefono nella tasca interna della giacca.


Eden tornò a guardarlo.


Lui rimase impassibile.



----------------



L'attico a Murray Hill era esattamente come Eden se lo aspettava.


Una casa da ricchi in un palazzo da ricchi.


Chissà a chi apparteneva. E chissà cosa avrebbe detto il signor Owen tornando a casa.


Lasciò che gli altri entrassero prima di lei.


Aveva già sentito la voce roca di Blake e stava pensando, sulla soglia, al modo giusto per salutarla.


Hey?”


Payne la richiamò e sbuffando Eden dovette entrare per forza, prima che l'ascensore le si richiudesse in faccia.


I suoi tacchi sbatterono contro il parquet.


Amava quel rumore. Avrebbe camminato avanti e indietro per ore solo per sentirlo.


Quando alzò il viso gli occhi di Blake erano pronti lì per fulminarla.


Eden.”


Disse solo il suo nome con un cenno del capo.

Quasi le venne di rabbrividire.


Ricambiò il cenno con un sorriso fasullo e la guardò mentre abbracciava il fratello.


C'era sempre stato uno strano rapporto tra lei e Davis.

Non erano di certo il tipo di fratelli che giocano tutto il tempo alla lotta. E nemmeno il tipo che passa le serate a confidarsi segreti.


Non c'era uno stereotipo che li descrivesse.


Diversi per mille ragioni, erano tutti e due un mistero vivente.


E di Blake Miller non sapeva quasi nulla.


Maggiore di un anno di suo fratello, aveva in comune con lui la carnagione chiara ed i capelli scuri, ma poteva vantare un eccezionale paio di occhi verdi.


Eden adorava gli occhi verdi. Perfino i suoi.


Blake era un tipo da poche parole. Anche Eden non amava parlare, ma in questo caso non c'era confronto. Blake non parlava mai, a meno che non avesse davvero qualcosa da dire.


E qualcosa aveva detto nel corso degli anni.


Per esempio, aveva sempre fatto chiaro che non voleva Eden nella loro vita. E che Davis aveva fatto un grosso sbaglio.


Perché la pensasse così? Non si era mai capito.


Per tutto il tempo Eden aveva cercato di comprendere. Quella di Blake non era stata una vita semplice. Quando la loro madre era morta aveva solo dieci anni e su di lei si era riversato il dolore di tutta la famiglia.


Era stata proprio lei, qualche anno più tardi, stanca di passare le giornate a spronare un padre depresso ed alcolizzato, ad accostarsi per prima all'arte del furto.


E poi l'aveva insegnata a suo fratello.


Questo li aveva resi inseparabili. L'aver trovato da soli il modo per andare avanti senza dover mai chiedere aiuto a nessuno. Soprattutto a quei nonni materni che sembravano odiarli con tutte le loro forze.


Era colpa di Blake se la loro figlia era morta.

Questo credevano loro.


E solo perché la signora Miller stava andando a vedere il saggio di danza della sua bambina, quando un camion era piombato addosso alla sua utilitaria.


Certo, se non avesse mai lasciato la vita agiata di Manhattan e non avesse rinunciato a tutti i suoi soldi per sposare un ragazzo di Brooklyn, forse non sarebbe morta così.


Ma non era comunque colpa di Blake.



Vieni. Ti mostro la tua stanza.”



Fu proprio Blake a risvegliarla dai suoi pensieri.


Eden si passò una mano tra i capelli e la seguì senza discutere.


Era una stanza non troppo grande, con un letto a baldacchino nel mezzo e lunghe tende damascate.


Non era male.


Eden poggiò sulla coperta la borsa con le sue poche cose.


Blake si schiarì la voce.


Dovresti andartene.”


Quella frase la colpì alla spalle come una pugnalata.


Si voltò incerta.


Come?”


Hai capito. Dovresti andare via da qui, subito.”


Eden sospirò allargando le braccia.


Non era di certo un consiglio il suo. Era un'intimidazione. Bella e buona.


Perché?”


Blake guardò dietro di sé per assicurarsi che la porta fosse chiusa, poi le si avvicinò.


Hai già rovinato una volta la vita di mio fratello. Non te lo lascerò fare di nuovo.”


Eden aggrottò le sopracciglia.


Guarda che è stato lui a trovarmi e portarmi qui. Non è stata una mia iniziativa.”


Ma puoi comunque andartene con le tue gambe.”


Eden non trattenne una mezza risata sarcastica


Sapevo che non saresti stata contenta di vedermi, ma questo supera ogni mia più rosea aspettativa!”


Blake la guardò con occhi scuri.


Non mi fido di te.”


Sai che novità.”


Dico sul serio. Non ti voglio qui. Prendi le tue cose e vattene.”


Eden sospirò di nuovo.


Si sedette sul letto.


Ho paura che non sia tu a decidere.”


Blake tentò di calmarsi scuotendo piano la testa.


Sapevo che avresti scombinato le nostre vite. Davis non ha mai voluto ascoltarmi, ma lo farà adesso. Per fortuna non è più la stessa persona che ha sposato te.”


Già. Adesso è un assassino. Bel salto di qualità no?”


Blake non amava il sarcasmo. E odiava il sarcasmo inopportuno.


Le si avvicinò di scatto. Trattenne a stento l'istinto di prenderla per i capelli.


Eden indietreggiò appena.


Non era più questione di antipatia. Blake era più che seria.


Tu non hai idea di quello che...”


Inspirò profondamente guardando il pavimento.

Tornò in sé stessa.


Le cose per noi si sistemeranno.”


Riprese


Ho solo bisogno che tu non ti metta più in mezzo.”


Eden si tirò su


Dici che si sistemeranno? E come?”


Blake la scrutò strizzando gli occhi. Eden rimase impassibile.


Se fossi in te me ne andrei e basta. E stavolta per sempre.”


Concluse facendo per uscire.


Eden deglutì.


Scusa se te lo dico, ma speravo che fossi cambiata in questi anni.”


Disse.


Blake si fermò sui suoi passi. Si voltò lentamente.


La guardò con una faccia senza espressione.


Scusa se te lo dico, ma speravo che fossi morta.”


Disse prima di uscire.


Eden spalancò gli occhi. Sentì lo stomaco contorcersi.


Chiuse gli occhi prendendosi la faccia tra le mani.


In un certo senso, in una piccola ed oscura parte della sua mente, sperava anche lei di essere morta.


Che diavolo stava facendo in quel posto?


Come si stava comportando?


Chi era?


Eden non sapeva più chi era. Non sapeva più niente.


E se solo fosse morta quel giorno, almeno se ne sarebbe andata con qualche certezza.



-----------



QUASI 5 ANNI PRIMA

18 settembre 2005



Giù le armi!”


Mani in alto!”


Erano fregati. Stavolta per davvero.


Ed era improvvisamente chiaro come il sole che quel Tony non era affatto un amico. E che la sua proposta, troppo vantaggiosa per essere reale, effettivamente non era reale.


Eden si accostò a Payne, mentre le gambe sembravano voler cedere.


Un passo avanti a lei Davis e André sembravano statue di ghiaccio.

Le armi strette tra le dita.


Buttate quelle armi!”


Insisteva la voce degli agenti.


Tyler si era guardato intorno, e aveva deciso di ascoltarle.


Lasciò cadere la pistola ai suoi piedi.


Blake continuava a tremare stringendo la sua.


Eden pensò davvero di essere arrivata al capolinea della sua carriera.

Ma non era una sensazione del tutto orribile.


Si strinse nelle braccia sperando che la situazione non degenerasse.


Qualche secondo più tardi, al rumore delle armi caricate dagli agenti, anche Blake lasciò cadere la sua colt.


Indietreggiò di un passo, tra suo fratello e gli altri.


André e Davis erano ancora lì. E non sembravano voler mollare.


Vi avverto che se non mollate le armi saremo costretti a fare fuoco!”


Eden chiuse gli occhi pregando che suo marito lasciasse quella maledetta pistola.


Ma Davis non lo fece.


Lanciò uno sguardo al suo amico e quella pistola la puntò ancora più dritta davanti a lui.


E' l'ultimo avvertimento!”


Eden cercò di avanzare verso Davis, ma non arrivò in tempo.


Lui tolse la sicura all'arma.


Nessuno capì se voleva davvero sparare. Nessuno ne ebbe il tempo.


Passò una frazione di secondo prima che il dubbio venisse risolto da una raffica di proiettili.


Precauzione” l'avrebbero chiamata.


In un solo istante il silenzio divenne caos.


No!”


Urlò Eden correndo. Il suo primo ed unico istinto fu quello di mettere il proprio corpo davanti a quello del marito.


Quattro colpi.


Bang. Bang. Bang. Bang.


Uno dopo l'altro.


Eden scoprì con suo rammarico che i proiettili non facevano male. Non li sentì nemmeno entrare nella carne.


Ma solo qualche secondo dopo iniziarono a bruciare così tanto che credette di prendere fuoco.


Si lasciò cadere a terra in un tonfo sordo.


Le sue fiamme si spensero in fretta e lasciarono il posto al freddo.


Un freddo che non aveva mai sentito prima.


Lentamente i rumori degli spari iniziarono ad arrivarle attutiti.


Al loro posto rimbombavano forte nelle sue orecchie i passi dei suoi amici sulla terra.


Li sentiva più forte del suo cuore.


L'avrebbero salvata. Certamente la stavano già portando via.


In un rigurgito di lucidità Eden aprì gli occhi cercando di farsi forza.


Era lì.


Davis era davvero lì. In piedi. Vicino a lei.


Allungò la mano tremolante nella speranza che lui potesse tirarla fuori dall'abisso in cui stava precipitando.


Non poteva morire.


Doveva ancora visitare Londra.


Doveva ancora finire di leggere “Jules et Jim”.


Doveva ancora dire a suo marito che sarebbe diventato padre.


Ma quando riaprì gli occhi una seconda volta lui non c'era più.


E non aveva preso la sua mano.


Era scappato. Lasciandola lì. A morire da sola.



-------------



PRESENTE



Quando lo stomaco le si torse di nuovo e più forte, Eden capì che sarebbe impazzita se non avesse fatto subito qualcosa.


Spalancando la porta della stanza piombò davanti a Davis.


Voglio andarmene!”


Lui sollevò gli occhi dai documenti che stava leggendo.


Perché?”


Rispose con una calma fastidiosa.


Perché non voglio stare qui!”


Lui si alzò dopo aver deposto i fogli.


Questa non è una ragione.”


Eden si guardò nervosamente intorno.


Perché odio Murray Hill!”


Lui si avvicinò.


Credimi, puoi fare di meglio.”


Eden strinse forte i pugni.


Perché odio te!”


Dicendolo ad alta voce fu come se tutta la sua realtà le crollasse addosso.


In quelle settimane aveva vissuto solamente dell'entusiasmo per la libertà riacquistata.


Non si era resa conto di dove si trovasse davvero.


Né di cosa stesse facendo.


Spero che tu abbia una buona ragione almeno per questo.”


Rispose lui scrutando i suoi occhi.


Dalla faccia sembrava che quelle parole non l'avessero minimamente scalfito.


Vuoi sapere perché?”


Iniziò lei tremando per i nervi


Vediamo. Perché sei un ladro forse? Un criminale? Un egoista per cui nulla al di fuori del suo piccolo mondo ha la minima importanza?”


Davis sollevò le spalle.


Ero questo anche dieci fa, ma non sembrava dispiacerti così tanto.”


Eden lo guardò con una sorta di reale disprezzo.


Almeno non eri un assassino.”


Quell'avversione non veniva da quell'idea. Non riusciva nemmeno a immaginarlo mentre sparava a qualcuno.


Ma non di meno si stava rivelando un'arma utile, quasi quanto il disprezzo di Blake. Era stato proprio quest'ultimo a riportarla alla realtà.


Sembrò funzionare anche con Davis.


Per la prima volta sul suo viso apparve un'espressione vera.


E' successo. E' vero. Ma almeno io ce l'ho una buona ragione.”


E quale sarebbe?”


Un'ombra attraversò i suoi occhi.


Avevo appena visto mia moglie morire.”


Eden serrò i denti. E contrasse i muscoli.


Poteva essere una buona scusa, ma lei sapeva che non lo era.


Lei ricordava meglio di tutti gli altri cosa era successo.


O almeno credeva.


Fece un passo avanti verso di lui guardandolo dritto negli occhi.


C'è solo un piccolo errore nella tua frase...”


Due piccole rughe si formarono sulla fronte di Davis


...Tu non mi hai vista morire. Tu mi hai guardata morire.”


Le due piccole rughe divennero profonde a sottolineare la sua confusione


Di che cosa stai parlando?”


Eccolo. Il momento.


Quello che Eden aspettava.


Poco importa se fosse pronta o no ad affrontarlo.


Come avrai capito non sono morta. E non lo ero nemmeno cinque anni fa, con quattro proiettili in corpo.”


Continuò a fissarlo negli occhi con tutta la sua rabbia.


Ti ho visto. Eri lì, vicino a me. Pensavo che avresti fatto qualcosa, ma invece sei solo scappato... Mi hai lasciata lì, in mezzo alla strada, a morire da sola.”


L'espressione di Davis tremò appena.


Ci sparavano addosso. Cosa ti aspettavi?”


Sussurrò.


Eden strinse le labbra, mentre gli occhi le si facevano lucidi.


Sollevò le spalle.


Non lo so. Che mi portassi via. O magari che restassi lì...”


Una prima lacrima le rigò il viso.


Lui guardò un punto inesistente al di là di lei.


Eden cercò di trattenere il pianto mentre parlava


...Pensavo che avresti preferito farti arrestare piuttosto che lasciarmi lì.”


Davis chiuse gli occhi sospirando.


Si passò una mano sulla bocca fissando il pavimento.


Hai mai pensato che forse non eri abbastanza lucida per capire cosa stava succedendo davvero?”


No.”


Rispose Eden fermamente.


Lui annuì e basta.


Lei sollevò le sopracciglia


Niente più risposte argute? Niente giustificazioni? Nessuna buona dose di sarcasmo?”


Lui risollevò lo sguardo.


Aveva quel viso da bambino triste che cerca di nascondere il suo stato d'animo.


Che stesse davvero provando qualcosa?


Riuscirei forse a farti cambiare idea?”


Eden ci pensò un secondo.


Scosse piano la testa.


No.”


Ti sei risposta da sola.”


Concluse lui voltandole le spalle diretto verso la sua personale fonte di superalcolici.


Eden inspirò profondamente


No, ma almeno potresti dimostrarmi che riesci ancora a provare qualcosa!”


Disse ad alta voce. Quelle parole erano venute fuori da sole.


Davis si voltò di nuovo verso di lei.


Eden incalzò


Da che sono tornata non ho visto altro che questa faccia! Sempre la stessa espressione, come se fossi fatto di cera o di ghiaccio o... Non la sopporto!”


Il suo tono era di qualche ottava sopra il suo solito.


Lui aggrottò le sopracciglia


Che cosa vuoi da me?”


Lei si avvicinò di nuovo


Vorrei che dicessi qualcosa!”


Di nuovo sembrava voler piangere mentre urlava


Che facessi qualcosa!”


Insistette colpendolo al torace con i pugni.


Lui non si mosse nemmeno.


Che sentissi qualcosa almeno, dio santo!”


Eden iniziò a piangere per davvero.


Lui rimase immobile, cercando di riempirsi i polmoni d'aria.


Sono io.”


Aggiunse Eden.


Tra i singhiozzi la sua voce uscì come un lamento acuto e sottile.


Sono io.”


Sussurrò di nuovo, prima di abbassare gli occhi.


Non ce la faceva più a guardarlo.


Davis sembrò voler cedere per un attimo.


Le sue braccia si mossero verso di lei, ma presto tornarono indietro.


Si bagnò le labbra.


Fece un passo indietro.


Sei libera di andartene se vuoi.”


Disse infine. Solenne come una condanna.


Eden lo guardò di nuovo. Tirò su col naso mentre annuiva nervosamente.


Grazie.”


Concluse correndo fuori dalla stanza.


Afferrò al volo borsa e giubbotto ed attraversò il salotto come una furia.


Payne e André, impegnati sul divano in una serissima partita a “Indovina chi?”, sollevarono gli occhi e seguirono la scena in silenzio.


Eden sparì immediatamente dietro le porte dell'ascensore.


Davis apparì poco dopo nella stanza con in mano il suo immancabile bicchiere di scotch.


André fece un cenno verso le porta.


Vuoi che...?”


Davis scosse la testa.


Non disturbarti. Sono sicuro che tornerà.”



----------------



Eden aveva girovagato per un paio d'ore prima di arrivare a quella porta. Giusto il tempo di farsi passare la crisi di pianto, per non rischiare di sembrare una patetica disillusa ragazzina.


Il cartello “closed” era appeso alla porta.


Era tardi, ma non troppo tardi.


Bussò comunque contro la vetrina.


Un minuto dopo Grace aprì la porta.


Ciao!”


Esclamò guardandola in viso.


Evidentemente non era servito aspettare.

Gli occhi ancora gonfi parlarono per lei.


Che è successo?”


Eden sollevò le spalle.


Non sapeva da che parte iniziare.


Grace sospirò sorridendo.


Vieni...”


Iniziò lasciando ad Eden lo spazio per entrare


...So esattamente di cosa hai bisogno.”


Qualche minuto dopo Grace venne fuori dalla cucina con un vassoio in mano.


Eden era già seduta al bancone.


Ecco la soluzione a tutti i problemi!”


Sorrise Grace poggiando il vassoio.


E in che consiste?”


Grace le mise sotto il naso una tazza fumante di cioccolata calda.


In questo...”


Spruzzò sulla cioccolata una quantità decisamente eccessiva di panna montata


...Questo...”


Tirò poi fuori il suo mazzo di carte preferite


...E questo.”


Eden sollevò un sopracciglio


Vuoi leggermi i tarocchi?”


Grace si sistemò sullo sgabello accanto al suo


La situazione si sta facendo fin troppo complicata. Credo sia tempo di chiedere consiglio alle forze ancestrali.”


Già, le forze ancestrali.


Grace sosteneva da sempre che ci fossero forze più grandi di noi a dettare il destino. Aveva fatto della dottrina esoterica la sua filosofia di vita.


Per questo, fin da adolescente, si dedicava a pratiche di divinazione e, ovviamente, alla cartomanzia.


Non che avesse la velleità di leggere il futuro, ma era fermamente convinta di poter ricevere buoni consigli dagli spiriti.


Eden si era rivolta a lei parecchie volte. E così anche gli altri. Specialmente prima di un colpo.


Se Leonida aveva l'oracolo di Delfi, loro avevano Grace.


Grace poggiò il mazzo di carte sul bancone.


Ti ricordi cosa fare, giusto?”


Eden annuì e allungò la mano sinistra per smezzare il mazzo.


Grace compì i suoi rituali finendo per spandere sette degli arcani maggiori davanti a lei.


Ovviamente coperti.


Eden l'avrebbe ascoltata mandando giù la sua cioccolata.


Non sapeva più se credere o meno a certe cose.


Grace si schiarì la voce girando la prima carta.


La ruota...”


Iniziò


Bé, non lo trovo affatto strano. Le cose per te stanno cambiando, o potrebbero cambiare da un momento all'altro. Se non approfitti del momento per influenzare la situazione poi potrebbe essere troppo tardi.”


Accanto alla ruota venne fuori la torre, simbolo di confusione, ma anche di solidità.


E poi altre carte permisero a Grace di prevedere che qualcosa stava per succedere nella vita di Eden.


Specialmente quando girò “L'innamorato”.


Eden sorrise sotto i baffi scuotendo la testa.


Grace non sorrise affatto.


Ti aspetta una scelta, una difficile scelta. Sarai ad un bivio ed ognuna delle due strade sembrerà offrirti vantaggi ed ostacoli, ma solo una è quella giusta. Da questa scelta dipenderà il resto della tua esistenza.”


Eden leccò il bordo della tazza.


Non puoi già dirmi quale delle due sceglierò?”


Grace disse di no con la testa.


Se fosse stato capovolto allora sì, avrebbe voluto dire che avresti sicuramente sbagliato. Ma così non posso dirlo.”


Potresti almeno cercare di essere un po' più specifica?”


Ok...”


Mentre la sua amica leggeva Eden si accese una sigaretta.


Come per Ercole e le sue donne*, è probabile che anche la tua scelta sia di quel tipo. Tra due uomini, intendo.”


Eden sputò fuori il fumo.


Si era quasi convinta che fossero solo chiacchiere senza senso.


Ma Grace cambiò espressione di colpo.


A proposito, me ne stavo dimenticando. E' venuto un tizio a cercarti ieri.”


Chi?”


Non lo so, non ha detto il suo nome e nessuno qui l'aveva mai visto. Immagino non sia del giro... Avevi preso contatti con qualcuno?”


Eden corrugò la fronte.


Potresti descrivermelo?”


Grace annuì


Abbastanza alto, capelli corti castani, grandi occhi verdi. Di certo troppo carino per essere uno sbirro! Avevo chiesto a Jim di seguirlo, ma era sparito ancora prima che lui alzasse il sedere dallo sgabello!”


Eden capì in un istante.


Le sue orecchie non avevano sentito più nulla dopo “grandi occhi verdi”.


Quando hai detto che è venuto?”


Ieri. Tutto ok?”


Eden balzò in piedi.


Sì, è solo che devo andare adesso. Ma grazie di tutto!”


Riprese le sue cose e corse via.


Aspetta! C'è ancora una carta!”


Ma Eden era già sparita dalla visuale.


Grace la voltò lo stesso.


La giustizia.”



---------



Eden si strinse nel giubbotto e tirò su il cappuccio appena fuori dal locale.


Si guardò intorno.


Non aveva dubbi. Dair era in città.


E di certo era ancora lì in giro a cercarla.


Era l'unico a sapere del Café des Artistes.


Esaminò le facce dei pochi passanti. Non ne conosceva nessuna.


Ma era certa che fosse ancora lì, da qualche parte.


Iniziò a camminare lungo il marciapiede.


Aspettò continuando a fumare.



Hey.”



Non passò nemmeno troppo tempo.


Eden si voltò.


Stavo aspettando che finissi il tuo caffè.”


Eccolo lì. Venuto fuori dal nulla.


Abiti borghesi. Sguardo piuttosto arrabbiato.


Era cioccolata.”


Precisò Eden buttando via il mozzicone.


Iniziò ad indietreggiare, mentre lui le si avvicinava.


Eden svoltò nel vicolo accanto al locale.


Lui la raggiunse.


Letteralmente.


Con uno scatto di forza la sbatté contro il muro, senza la sua solita delicatezza.


Le bloccò i polsi.


Che diavolo stai facendo?”


Protestò lei.


Quello che avrei dovuto fare parecchio tempo fa. Arrestarti.”


Eden riuscì comunque a voltarsi verso di lui.


Perché?”


Per le cose che hai rubato all'asta McKenzie, per esempio.”


Eden sospirò.


Lui mollò la presa, ma non sembrava meno arrabbiato.


Si può sapere che stai facendo?”


Quello che mi hai chiesto!”


Quello che ti ho chiesto?! Eludere gli agenti e rimetterti a rubare?”


Eden guardò i suoi piedi per qualche secondo.


Volevi che mi riprendessero con loro, no? Ho fatto solo quello che è stato necessario.”


Il suo tono era quasi offeso.


Incredibile che nemmeno Dair avesse alcuna fiducia in lei.


Dair sfoggiò una strana smorfia


Così stai con lui adesso.”


Eden scosse la testa


Non dirlo in quel modo.”


Quale modo?”


Come se mi facesse piacere!”


La sua voce si alzò di un'ottava.


Lui incalzò


Non è così?”


Eden sentì la rabbia impossessarsi di lei.


Spalancò gli occhi


Che cosa?!”


Lo guardò dritto negli occhi iniziando anche a gesticolare nervosamente


Io mi ritrovo in una casa con persone che non riconosco nemmeno! Che non hanno alcuna fiducia in me! Vivo con un uomo che disprezzo e tu credi che mi faccia piacere?!”


Eden chiuse gli occhi tentando di ricomporsi.


Respirò.


L'unico motivo per cui sto facendo tutto questo è perché tu possa vantare l'ennesima impresa della tua valorosa carriera.”


Disse seria, acida al punto giusto.


Quindi smettila di dire cavolate e dimmi il vero motivo per cui sei qui.”


Dair si grattò un sopracciglio guardando la strada.


Eden l'aveva zittito.


E la sua rabbia era scemata in qualcos'altro.


Si avvicinò a lei tirando fuori qualcosa dalla giacca.


Sono venuto a portarti questo.”


Disse a voce bassa.


Eden guardò incerta quel foglio piegato, poi lo prese tra le mani.


Lo aprì ed i suoi occhi si fecero di nuovo lucidi in un attimo.


Era un disegno.


Un castello con le bandierine rosa sulle torri.


Un grande sole con un grande sorriso.


Un disegno della sua bambina.


Le si spezzò il cuore nel petto.


Come sta?”


Chiese guardando di nuovo Dair.


Sophia sta bene. Benissimo. Controllo ogni giorno.”


Eden trattenne a stento un nuovo pianto.


Le ho detto che sarei venuto a New York a controllare come stava andando il tuo lavoro. Ha insistito perché te lo portassi.”


Eden scosse la testa con decisione.


Dovrei essere con lei adesso, non qui.”


Dair rimase serio


Concludi questo lavoro e poi starai con lei.”


Quelle parole arrivarono alla mente di Eden come un'illuminazione inaspettata.


Quel disegno non era un regalo da parte di Dair.


Era una specie di minaccia.


Le lacrime smisero di bagnarle gli occhi.


Guardò Dair con espressione seria e onestamente un po' delusa.


Ok. Adesso ho capito perché sei qui.”


Lui aguzzò lo sguardo per tentare di seguirla.


Per dirmi che non ho scelta.”


Riprese


...Che se voglio rivedere mia figlia devo per forza consegnarvi Davis e gli altri su un piatto d'argento.”


Dair sembrò deluso a sua volta.


Tentò di avvicinarsi


Mi dispiace.”


Eden lo scansò


No. Non è vero.”


Sì invece.”


Eden scosse la testa ripiegando il disegno. Glielo restituì.


Sai cosa? Per me non ha nessuna importanza.”


Rispose secca.


Lui tentò di raggiungerla.


Eden lo scansò di nuovo.


Tenne le mani alzate ad intimargli di non provare ancora.


Farò quello che vuoi. Te li consegnerò. Ma sia ben chiaro che non lo faccio per te. Non più.”


Si allontanò tornando verso la strada principale.


Ti telefono appena scopro il piano di Davis.”


Concluse allontanandosi.


Lasciando Dair lì da solo a maledirsi.



--------------



A/N Eccomi tornata! Scusate il ritardo, ma ho deciso all'improvviso di fare un terzo esame e quindi ho dovuto abbandonare la storia per un po'!

Comunque ecco il nuovo capitolo, sperando che vi sia piaciuto.


Primo confronto tra Eden e Davis, anche se è solo l'inizio.

E primo confronto anche tra Eden e Dair.


Credo che fosse il momento giusto per Eden di ritornare con i piedi per terra, e di scoprire anche nuove sfaccettature della sua realtà: ricorda davvero quello che è successo quel 18 settembre? Davis è davvero un'altra persona, peggiore di quella che era? E Dair, si fida di lei o vuole solo raggiungere i suoi scopi?


Oltre a ciò ho presentato anche Blake, come avrete capito non proprio un personaggio positivo. Ma magari non è tutto come sembra! ;)


A presto! E come sempre, grazie!!


*Nei tarocchi l'innamorato richiama la storia mitologica di Ercole e della sua scelta tra 2 donne e 2 destini. Per questo Grace lo nomina in quel modo.



Per Meredith91: ciao! Scusa se ci ho messo un po' ma lo spirito della “brava studentessa” si è impossessato di me! Che ne dici di questo capitolo? Anche se tra Davis ed Eden c'è di certo ancora qualcosa non sono sicura che torneranno insieme... E comunque non sarebbe cosa facile! Devo dirti che ho già un'idea, ma comunque scrivo come viene, seguendo l'ispirazione, quindi non so ancora come finirà!! Grazie delle tue recensioni, sei gentilissima come sempre! E non sai quanto mi fa piacere! A presto!


Per Cinzia818: grazie mille per la recensione!! Ci ho messo un po', ma finalmente ecco il nuovo capitolo! Che ne dici? Davis o Dair? Dair o Davis? Ora come ora non so più scegliere nemmeno io! ;) Spero che ti sia piaciuto comunque... A presto!


Per Kiravf: ciao! Non hai idea di quanto mi ha fatto piacere la tua recensione! Sia per l'apprezzamento che per le tue opinioni! Sai, anch'io ho una certa età (25 anni!) e anch'io ho avuto la mia buona dose di “belli e dannati” quindi ti capisco perfettamente! Probabilmente se avessi scritto il genere di storie che scrivo di solito non avrei avuto dubbi tra due personaggi come Davis e Dair. Ma stavolta ho deciso di scrivere una storia, come dire, leggera, senza troppe pretese, dove si possa ancora dare il beneficio del dubbio ad uno come Davis. Con questo non dico che alla fine Eden sceglierà lui, perché non ho ancora deciso, ma se non altro non lo escludo a priori. In fin dei conti, se ripenso anche al mio passato, chi di noi non ha sognato di riuscire a cambiare un uomo? ;) Facendo la psicologa poi, vedo quasi ogni giorno storie finite male e forse anche per questo, ogni tanto mi concedo ancora di pensare al lieto fine! Grazie delle recensione e spero davvero che continuerai a leggere i prossimi capitoli e a darmi le tue opinioni!!
PS. Anch'io devo confessare un debole per André. Non so perché, che io scriva, legga o guardi un film, finisco sempre per avere un debole per i personaggi secondari! In questo caso devo ammettere però che c'entra Robert Pattinson ;) Ancora grazie e a presto spero!!









































































































  
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