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Autore: Diddlina_4ever    08/06/2005    5 recensioni
Matteo. Evie. Diventano compagni di scuola. Fanno amicizia, iniziano a conoscersi. Fino a quando lei si innamora di lui alla follia. Lo pensa ogni momento, lo desidera, fa di tutto ma.. Lui ha paura. La illude, la disillude, la fa contenta, la ferisce. Non si capisce cosa vuole. Ma si diverte effettivamente a illuderla o ha solo paura di affermare i suoi sentimenti davanti ai suoi amici? Una storia d'amore che forse non avrà un lieto fine come tutte le altre. Una storia verosimile. La mia seconda ff, non vi assicuro niente ma.. incoraggiatemi! - DOPO DUE ANNI PUBBLICATO L'ULTIMO CAPITOLO!!!!-
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

Evie si avvicinò con coraggio, con il sorriso sulle labbra. Si sentiva molto forte in quel momento. Lei.. ce la stava facendo!

Le parole di una canzone che sentiva ormai da diversi giorni la mattina alla radio le rimbombavano nella testa.

 

Quante volte ho pensato di dirtelo

Quante volte ho pensato di farcela

 

In quei mesi l’aveva pensato tante volte, ma si dava già perdente. Tante volte si era proposta di dichiararsi, ma ci aveva sempre ripensato.

Ora invece stava per dichiararsi. Ce l’avrebbe fatta! Chissà com’era tenere per mano Matteo. Si fermò un attimo, socchiuse gli occhi e iniziò a sognare.

 

Era per strada e pioveva. Pioveva forte. Aveva dimenticato a casa l’ombrello e i capelli ormai bagnati le cadevano sulle spalle. Odiava la pioggia. Così triste, così.. insopportabile!

E d’improvviso lo vide.. Lontano, venire verso di lei piano, con il suo solito passo spensierato, con quel sorriso che le faceva venire il capogiro.

Lo vedeva sempre più vicino, sempre più vicino…

- Evie! Ciao! Hai bisogno di un passaggio? – chiese lui indicandole l’ombrello.

- Oh.. ciao Matti! ecco.. sì grazie! –

Per tutta la strada continuarono a guardarsi sorridendo. Non dissero niente. Ma è proprio vero che a volte uno sguardo vale più di cento parole.

Arrivarono sotto casa di Evie. Era passato così veloce quel momento in cui erano stati insieme.

- Beh, allora ciao! – Lui le si avvicinò lentamente. Lentamente, piano piano, fino a toccare le sue labbra. Dapprima con delicatezza, quasi per paura di essere respinto. E poi sempre più dolcemente, lasciandosi trasportare da quel bacio improvvisato. Evie si sentiva sulle stelle.. Era il suo primo vero bacio.

 

- Evie?? Evie?? Stai dormendo? – Matteo la scrollò violentemente.

- Oh.. no.. vedi… ecco.. io.. – Inizio a balbettare, mentre le guance le si coloravano leggermente di rosso. Non era un tipo che arrossiva facilmente. Se lo faceva, lo faceva in condizioni veramente estreme. E quella la era.

- Tutto bene, Evie? –

- No, ecco.. vedi, Matteo.. questa è per te! – gli diede la lettera e scappò via. Lontano, più lontano che poteva. Arrivò in bagno e solo lì si fermò a pensare.

Che figura che aveva fatto! Matteo avrebbe pensato che lei era una bambina. Scappare così..

E poi quando si era messa a sognare. Le sue labbra le erano sembrate così vere e autentiche. Così calde, così fantastiche.

Quante volte avrebbe continuato a sognare quel momento? Quante volte avrebbe continuato a sognare di poter sentire il calore delle sue labbra sulle sue?

Troppe volte, troppe. Sarebbe stato per lungo tempo il suo sogno più frequente. Un sogno. Sempre e solo un sogno.

 

La campanella risuonò ancora e fu costretta a ritornare in classe. Lo vide, lui stava leggendo la lettera con i suoi amici.

No, non poteva essere così! Non poteva averla letta con i suoi amichetti! Avrebbero iniziata a prenderla in giro.. No! Lei non voleva che.. tutti sapessero che lei, Evie Carì, la “secchiona della classe”, andava dietro a Matteo. Non, non potevano saperlo!

Lo sapeva, aveva sbagliato. Era stato uno stupido errore.. Perché non aveva dato retta al suo cuore, piuttosto che a quello che dicevano gli altri?

Lo vide sorridere. No, non stavo sorridendo, stava RIDENDO, il che è completamente diverso. Stava ridendo di lei?? Dei suoi sentimenti, di quello che provava? Lo sapeva, lo sapeva.

Non avrebbe mai dovuta dargliela quella lettera. Quella maledetta lettera.

Si sedette al suo banco e lo guardò per un’ultima volta. “Matteo.. perché sei entrato così nel mio cuore?” si domandò, prima di tirare fuori il materiale per l’ora successiva.

 

Vi siete mai sentiti molto diversi? Sì, diversi dagli altri.

Tutte le vostre compagne stravedono per i ragazzi perfetti, i classici alti, biondi, occhi azzurri. Quelli carini, i classici “boss”, quelli abituati a vedere tutti ai loro piedi.

E voi invece.. Quando li vedete non vi fanno né caldo né freddo. Sì che sono carini lo ammettete, ma vi lasciando completamente indifferenti.

Mentre quando passa quel ragazzetto, alto poco più della vostra spalla, con occhi e capelli marroni come mille, che non ha niente di speciale, vi inizia a girare la testa.

Non vi sentite diversi? Diversi dagli altri?

E allora iniziano i quesiti, le domande, i dubbi. Perché anche io, come loro, non posso innamorarmi del “figo” del gruppo? Perché?

Cosa ho io di diverso?

E perché poi, mentre le altre prendono il primo bigliettino e scrivono “Ti vuoi mettere cn me? Risp”, io devo perdere il mio tempo a scrivere lettere, lunghe facciate e facciate?

Perché se lui non mi saluta devo andate in tilt, iniziare a sentirmi trascurata, a pensare che non mi sopporta, che non mi vuole bene? E perché invece loro se si accorgono che uno non le vuole, dopo una, massimo due settimane, se ne trovano un altro?

 

Cosa ho io di diverso?” Era questo che si domandava Evie tornando a casa quel  lunedì pomeriggio di autunno.

Matteo non le aveva detto niente. Neanche una parola. Neanche un “grazie”, un “ci penserò”. Niente, di niente.

Non si aspettava di ricevere una risposta immediata, ma almeno una parolina, una frase, un qualcosa che le facesse capire che non era rimasto indifferente davanti alla sua lettera.

Si era limitato a ridere con i suoi amici. Basta. Era questo che intendevano le sue amiche? Lei, davanti a una scena così, non si doveva pentire di aver dato quella maledetta lettera?

Quanto fa male l’indifferenza. Ma tanto. Ti fa sentire inutile, inesistente. È peggio di cento pugnalate al cuore.

“Mi dirà qualcosa domani.. Magari è solo timido” disse cercando di consolarsi.

No, la speranza ce l’aveva ancora. Per fortuna.

Arrivò a casa distrutta, mangiò un piatto di pasta e si precipitò a dormire. Era stanca, esausta di quella giornata ricca di emozioni.

“Tutto può cambiare.. Domani è un altro giorno, un giorno nuovo. E sono sicura che finalmente Matteo si accorgerà di me. Ne sono sicura…” Pensò Evie prima di lasciar che la stanchezza prendesse il sopravvento su di lei, lasciando lo spazio ai sogni. I sogni…

 

  
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