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Autore: Lady Lynx    24/10/2009    4 recensioni
- Snape, aspetta! – lo richiamo con un tono d’urgenza che poco si addice a una Veggente, ma poco m’importa – Devi ancora darmi la comunicazione del Preside! –
Mi guarda con malcelata soddisfazione, facendomi sentire una nullità nonostante sia lui quello più basso di circa quaranta centimetri – grazie alla posizione in cui si trova sulla scala.
- Ma come, Sibilla? Una Veggente come te non sa nulla? –
- Non voglio farti sentire inferiore, caro Snape – confesso con voce velata – per questo fingo di non sapere -

Una one-shot senza pretese, scritta in un momento di forte ispirazione nei confronti di questa coppia inusuale.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Sibilla Cooman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“L’amore è come le epidemie:
più uno le teme, più è esposto al contagio.”
Nicolas de Chamfort


Era una notte buia e tempestosa.
No, non lo è per davvero, è solo quello che mi salta in mente di dire tutte le volte che vedo il cielo stellato qui, dalla Torre di Divinazione, così in alto da poter pensare di sfiorare le nuvole scure con un dito. Come questa sera.
Lo dico perché mi piace la pioggia, il rumore dei tuoni e la luce imprevista dei lampi.
Tutto sembra richiamare le forze della natura in un punto, quasi come per un casuale appuntamento organizzato dagli elementi per fare compagnia a me.
Solitaria Veggente incompresa.
Sospirando mi accomodo su uno dei tanti pouf che costellano la mia stanza, spostando lontana da me la tazza ricolma di tè fumante.
Tè, quasi non posso più sopportarlo.
Ma devo tenerlo sempre pronto e caldo, come copertura in caso una delle mie alunne venisse a chiedermi una profezia al momento, per far credere loro che la mia vita si nutre solo di pensieri e sguardi nel futuro.
Sì, perché nessuno pensa mai che una professoressa di Divinazione possa finire per crogiolarsi nel passato come tutti i normali esseri viventi.
Sospiro di nuovo, colmando di sherry il bicchierino di vetro che ho appena fatto apparire.
E che tempestivamente scomparirà appena vedrò la botola a pochi metri da me aprirsi per far discendere la scaletta a pioli – pronta ad accogliere un ospite di cui fingerò di aver saputo da tempo immemore l’arrivo.
- Sibilla… continui a raccontare bugie a te e agli altri… -
Sorseggio lentamente il liquido denso che mi accarezza l’interno della gola.
Tra poco prenderà possesso della mia mente, cancellando ogni ombra del bugiardo Occhio Interiore che dovrebbe contraddistinguermi dalla massa.
Chiudo gli occhi, rilassandomi davanti al suono del silenzio, sobbalzo nel sentire la serratura della botola scattare e la scaletta srotolarsi fino a finire con un tonfo sul pavimento del piano sottostante.
Mi accorgo di essermi rovesciata addosso lo sherry restante, mi affretto a far sparire il bicchiere incriminato e le lacrime agli occhi provocate dall’alto tasso alcolico.
Una chioma nera spunta dalla buca, mentre mi alzo in piedi.
“Assumi un’aria mistica, Sibilla” dico nella mia mente “sbrigati o la tua copertura rischierà di saltare irrimediabilmente!”
Mi scompiglio un po’ i capelli, prima di notare che si tratta di Snape.
Arriccio il naso con aria di superiorità, apro la bocca per dire la mia frase di circostanza.
- Sì, sapevi già che si trattava di me… grazie al tuo Occhio Interiore – mi anticipa lui con tono sarcastico – quindi saprai anche perché sono venuto qui –
- Certo che lo so – ribatto irritata, nonostante io non abbia la minima idea del perché si sia scomodato a salire ai piani alti.
- Allora mi chiedo perché Silente si ostini a utilizzarmi come messaggero – replica lui con un sorrisetto beffardo – sarà meglio che vada, quindi… non vorrei interrompere la tua importante lettura del tè, Sibilla –
Vedo il suo naso fremere, probabilmente ha avvertito il forte odore dello sherry che sta permeando la mia veste, e i suoi occhi neri lanciare un’occhiata divertita alla tazza di porcellana appoggiata sul tavolino poco lontano.
- Sì, il tè… - ripete con tono saccente, accennando a ritornare sulla scaletta per andarsene.
No, un attimo. Io devo scoprire perché Silente l’ha mandato fino a qui!
È già con il piede sul terzo piolo, devo fermarlo.
- Snape, aspetta! – lo richiamo con un tono d’urgenza che poco si addice a una Veggente, ma poco m’importa – Devi ancora darmi la comunicazione del Preside! –
Mi guarda con malcelata soddisfazione, facendomi sentire una nullità nonostante sia lui quello più basso di circa quaranta centimetri – grazie alla posizione in cui si trova sulla scala.
- Ma come, Sibilla? Una Veggente come te non sa nulla? –
- Non voglio farti sentire inferiore, caro Snape – confesso con voce velata – per questo fingo di non sapere -
Il mio discorso suscita un moto d’ilarità nei suoi occhi, il mio senso di inadeguatezza aumenta ad ogni secondo trascorso sotto quelle gelide iridi nere.
- Domani. Collegio Docenti. – mi comunica brevemente lui – Credo che almeno per sapere l’ora tu possa utilizzare una delle tue abilità divinatorie. –
Credo che sia una sfida, ma vorrei non intenderla in quel modo.
- E se io non avessi voglia di fare sfoggio delle mie capacità? –
- Diciamo che se tu fossi così pigra, non avresti modo di venire alla riunione di domani – risponde lui.
Bene, è ufficialmente una sfida.
Lo dice come se fosse una probabilità, mentre sa benissimo che è la realtà.
Mi siedo dietro alla mia scrivania, apro il primo cassetto – dal quale fuoriesce una forte zaffata di incenso al patchouli – ed estraggo il mio mazzo dei Tarocchi.
Armeggio un po’ con le carte, disponendole casualmente sul piano di legno, cercando di dare un’impressione di sicurezza nonostante non abbia la minima idea di quello che sto facendo.
Snape mi osserva con una smorfia disgustata impressa sui lineamenti, ma i suoi occhi brillano di interesse.
- Due e mezza – sentenzio allora dopo qualche minuto di “intensa osservazione delle carte”.
Incrocio le dita sotto il mio scialle, sperando con tutto il mio cuore di essere riuscita ad azzeccare l’orario. Il capo di Snape si abbassa in un impercettibile cenno di assenso, le mie labbra si piegano in un leggero sorrisetto soddisfatto.
- Bene, allora temo che ci vedremo domani pomeriggio – commenta lui con freddezza, scrutando con aria di superiorità i miei Tarocchi.
- Lo temo anch’io – replico sfacciatamente – ma dato che sembri interessato alle mie carte, vuoi che ti legga il futuro… caro?
Forse non avrei dovuto prendermi la licenza di chiamarlo “caro”, ma una provocazione non è tale se non si stuzzica la vittima designata.
- Dubito che tu possa farlo –
- Lasciami provare, caro
Sembro averlo irritato abbastanza. Si posiziona davanti a me, con il mantello volutamente disteso alle sue spalle – forse per dare l’idea della propria grandezza, forse per intimidirmi – e uno sguardo da ghiacciare il fuoco.
- Prova pure, cara, ma cosa succederebbe se la tua previsione non fosse esatta? –
- Impossibile – replico io con sicurezza, nascondendo con un colpetto di tosse il tremolio che pervade la mia voce.
- In altre parole? – mi incalza Snape, spingendomi contro la mia volontà a scommettere con lui.
- Se la previsione non si dovesse avverare in breve tempo, allora farò tutto quello che vorrai –
- Anche ammettere davanti a tutta Hogwarts che sei una ciarlatana? –
Arrossisco di indignazione. Solo lui è così insensibile da potermi dire certe cose – cose che tutti pensano - così apertamente.
- Sì, anche se non lo sono – ribatto irritata – e proprio per questo predirò il tuo futuro con esattezza in modo da smentirti –
Snape fa levitare un pouf per poi posizionarlo davanti a me e sedercisi sopra, per osservare più da vicino il mio lavoro.
Mischio febbrilmente le carte, sperando di riuscire a mantenere quella specie di promessa fatta a me stessa. Non posso rovinarmi la carriera in una sola serata.
Dispongo di nuovo le carte sul tavolo, mi accingo a leggerle.
Il responso sembra assurdo, impossibile, impensabile.
“Avrei bisogno di un altro po’ di sherry per schiarirmi le idee”  mi dico, fissando senza espressione le figure colorate che sembrano sbeffeggiarmi.
- Allora? Hai bisogno di un po’ di collirio per il tuo Occhio Interiore? – mi deride lui, ottenendo in risposta un vigoroso sbuffo.
- Sembra interessante - comincio a dire, costringendomi a riferire l’assurda notizia che mi raccontano le mie fedeli – da questa sera non più – carte.
- Quindi? –
- Vediamo… per quanto riguarda la tua vita in generale, secondo il Due di Coppe, avrai un ottimo equilibrio… per quanto concerne invece la tua salute… - mormoro, cercando di prendere tempo.
- Taglia corto, Cooman! – mi intima lui, probabilmente intuendo che sto volutamente inventando cose di contorno per non riferirgli la notizia più importante.
- Un attimo! – sbotto agitata – Per la Divinazione ci vuole tempo! –
Lascio cadere il silenzio, cerco di capire cosa non vada bene nella mia interpretazione, ma sembra perfetta per quanto ridicola. Decido di buttarmi.
- Insomma, le carte dicono che ti innamorerai prima del tuo compleanno –
Le sue labbra sottili si piegano in un sorrisetto beffardo, sembra trovare impossibile come me quella probabilità.
- Assurdo – commenta lui, pregustando la mia pubblica proclamazione di incapacità nel Divinare – davvero assurdo –
E dopo queste parole si alza dal pouf e sparisce rapidamente giù per la scala a pioli.
Faccio apparire un bicchierino, lo riempio ancora di sherry, lo bevo rapidamente per punirmi.
- Dovresti davvero smettere di mentire a te stessa e agli altri, Sibilla… dovresti smettere di proiettare sugli altri i sentimenti che provi tu… - sussurro abbattuta, rimproverandomi per aver commesso quel terribile errore che sono certa mi stroncherà la vita.

È passato un mese dall’ultima visita di Snape, ho appena finito l’ultima lezione della giornata durante la quale ho terrorizzato doverosamente i miei novelli studenti con diverse profezie di morte.
Aspetto pazientemente, con un pizzico di caratteristico masochismo, che il Serpente venga a reclamare il suo premio.
Se l’è meritato, in fondo.
Di chi potevo sperare che si innamorasse, in questa scuola piena di studentesse frivole e di professoresse tutt’altro che attraenti?
Sospiro, il mio inconscio si risponde da solo.
Ed ecco spuntare puntuale la sua chioma nera dalla botola, precisamente pochi minuti dopo la sparizione di tutti gli studenti.
Sembra quasi poter prevedere come quando evitare certe situazioni, meglio di quanto lo sappia fare io.
- So già cosa stai per chiedermi – sussurro abbattuta, sistemandomi gli occhiali sul naso per non incontrare il suo sguardo trionfante.
- Davvero? –
La sua voce suona sorpresa, diversa da quello che mi aspettavo.
Che si sia davvero innamorato come avevo previsto?
“Ma se si è innamorato di un’altra, Sibilla, tu non ne sarai di certo felice” mi sussurra la mia coscienza “perché forse, a questo punto, avresti preferito mandare in frantumi la tua carriera… piuttosto che il tuo cuore…”
Maledetta razionalità. Dovrei smetterla, le Veggenti non ragionano con la logica!
- Mi sembra scontato – rispondo con tono altezzoso.
- Si vede così tanto? –
- No, ti ricordo che leggo il futuro! – sputo sarcasticamente.
- Già –
Già? Cosa vuol dire”già”?
Lo Snape che conosco io non dice “già” dopo una simile affermazione!
- Ma stai bene? –
- Sibilla, non so come dirtelo… -
Finalmente, avendo avuto la conferma di assenza di ostilità nella sua voce, mi spingo ad alzare lo sguardo. E vedo un’incertezza che non sta bene con quel viso sempre impassibile.
- Sì? –
- Credo che tu abbia previsto giusto, quella sera –
Sorrido apertamente, ma poi riprendo un’espressione neutra.
Non voglio fargli capire che sono euforica per essere riuscita a prevedere una cosa così difficile.
Perché per me – teoricamente - dovrebbe essere ormai pane quotidiano.
- Lo sapevo –
- Bene –
Allora? Non mi dici di chi si tratta?
“Sibilla, Sibilla, Sibilla!” urla la mia coscienza, facendomi impazzire.
- Quindi? –
- Quindi niente – replica lui piattamente – quindi tu non dovrai dire che sei una ciarlatana mentre io dovrò occuparmi di questo problema –
Tutto qui. Gira sui tacchi e se ne va, rapido come era arrivato.
Era naturale che non potessi essere io, era naturale.
- Ma è logico, Sibilla… - mormoro tra me e me – non si possono avere due soddisfazioni nella stessa giornata… -

Mentre scendo quella dannata scala a pioli, con il mantello che mi si incastra sotto i piedi ad ogni passo, i miei pensieri si intrecciano vorticosamente.
Perché non le ho confessato il nome della donna che tormenta i miei pensieri?
Perché siamo due esseri completamente diversi, sottovalutati, incompatibili.
Perché saremmo una coppia scherzo della natura.
“La Veggente e il Pozionista” recito ironicamente nella mia testa.
E perché, Sibilla, se sei riuscita a predire il mio sentimento vuol dire che hai predetto anche il tuo nome.
E hai preferito tacerlo perché non provi nulla per me.
Ma forse questo io non potrò mai saperlo.

Note dell'autrice

Prima di tutto, grazie per essere arrivati fino a qui (perchè vuol dire che avete letto)!
Per le mie lettrici abituali: sì, so di avere altre due fanfiction in sospeso che dovrei aggiornare (anche se sono piuttosto regolare, vero? ^^)
Ma l'ispirazione va presa quando arriva, e dato che oggi avevo particolarmente voglia di cimentarmi con una coppia strana... ecco uscita questa piccola storiella!
Non credo di continuarla, forse va bene così com'è nella sua "perfetta incompiutezza".
Sempre che si possa definire perfetta una cosa del genere, uscita di getto in un paio d'ore.
Beh, non ho altro da dire... a voi l'ardua sentenza!
Lady Lynx
  
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