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Autore: Suomi    24/10/2009    5 recensioni
Non è ambientata in un periodo specifico! Spero vi piaccia! ;)
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dieci minuti dopo, Blair era davanti alla camera numero 216. Lei otteneva sempre ciò che voleva.

Perché se è vero che c’è una Kristina che, con il suo sorriso splendente e gli occhi di ghiaccio, ti ostacola; c’è sempre un Axel, dallo sguardo insicuro e il viso segnato dall’acne, che ti aiuta. Era stato più semplice del previsto. Aveva abilmente civettato con un fattorino rachitico e dopo qualche incertezza, aveva ottenuta la sua informazione ed era potuta sgattaiolare su per le scale con l’aiuto del ragazzo.

Si morse il labbro inferiore e inspirò. Iniziò a bussare delicatamente alla porta della stanza. Nulla. Bussò ancora con maggiore decisione. Ancora nulla, poi il rumore dei passi di qualcuno che si avvicinava alla porta. Inspirò ancora. La porta si aprì. Un uomo di colore, bell’aspetto, ben vestito la osservò da dietro la porta.

‘Chi è lei?’ chiese, dopo averla osservata per un minuto, in cui la bruna non aveva proferito parola.

‘Cerco Chuck. Chuck Bass’ disse Blair ‘Forse ho sbagliato camera’ azzardò. Dannato Axel! Mai fidarsi di un fattorino brufoloso.

‘No. E’ la camera giusta’ fece l’altro ‘Ma il momento sbagliato’

‘Il momento sbagliato per cosa?’ chiese Blair, incerta.

‘Il momento sbagliato per una visita o una chiacchierata. Il signor Bass non può parlare o vederla adesso’ rispose sicuro.

‘Perché?’ chiese ancora. Adesso quell’uomo la stava preoccupando, chi era? Cosa ci faceva lì? Perché apriva porte di camere di altri?

‘Non posso parlarne, mi scusi’ fu la risposta immediata, mentre stava per chiudere la porta.

‘Chi è lei?’ gli occhi le diventarono fessure.

‘Non..’

‘Non può dirmelo?’ l’interruppe ‘Lei potrebbe essere un sequestratore o un ladro o un…un delinquente qualunque che non ha neanche la fantasia di inventarsi una scusa’

‘Io e il signor Bass stiamo chiudendo un affare. I termini di questo affare sono molto riservati’ disse serio.

‘E perché lei apre la porta al suo posto?’ chiese sempre più curiosa.

‘Signorina, se questo è un interrogatorio, ha sbagliato persona. Non c’è nessun sequestro, nessuna rapina o nessun omicidio. Ma la discrezione nel mio lavoro è fondamentale’ chiuse la porta, senza permettere replica a Blair, che diventava sempre più irritata. Scese le scale sbuffando e si sedette in una poltrona nell’atrio, il suo viaggio in Svezia non le stava piacendo granché, dato che era venuta solo per vedere una persona e la cosa stava diventando più difficile del previsto. Era venuto in Svezia per concludere uno stupido affare? Forse non doveva andargli dietro, doveva aspettarlo a New York, se era solo quello il motivo della sua partenza, una volta concluso sarebbe tornato. Ormai non le restava che attendere, prima o poi quell’uomo sarebbe dovuto scendere e allora lei sarebbe potuto tornare a cercarlo.

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Chuck prese in mano i fogli che l’uomo davanti a lui gli pose, quando sentì bussare alla porta.

‘Avevo lasciato detto alla reception che non volevo essere disturbato’ sbuffò, posando il foglio, mentre faceva per alzarsi.

‘Lasci stare. Si occupi di ciò che gli ho dato, alla porta ci penso io’ disse l’uomo che si alzò, aprì la porta che divideva la camera, portando in un piccolo atrio e la richiuse alle sua spalle.

Poco dopo tornò ad accomodarsi nella poltrona davanti a Chuck.

‘Chi era?’ gli chiese il ragazzo.

‘Nessuno’ rispose serio 'E' il caso di parlare d'affari, signor Bass...'

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Passò mezz’ora. Blair tirò fuori il cellulare dalla borsa Louis Vuitton e chiamò Serena.

‘Pronto B’ disse quasi sottovoce la bionda dalla cornetta.

‘S, ti sento appena’ disse Blair.

‘Un gruppo di giapponesi mi ha lanciato un’occhiataccia quando hanno sentito il cellulare squillare. Temo anche che uno mi abbia insultato in giapponese, ma non ne sono sicura’ ridacchiò ‘Quindi sto cercando di non disturbare, mentre mi allontano’

‘Immagino siate ancora al museo…’ concluse Blair.

‘Già. Dan ci ha mostrato delle stupende opere di Matisse’ squittì Serena.

Blair roteò gli occhi ‘Da quando Brooklyn è diventato una guida del museo?’

‘Dan è sempre stato molto interessato all’arte, mentre Nate si comporta in modo così strano…’ disse lanciando un’occhiata ai ragazzi che adesso stavano osservando con lo sguardo attento di Dan e quello annoiato di Nate ‘La fonte’ di Picasso ‘Ma dimmi, sei riuscita a parlare con Chuck?’

‘No’ disse Blair delusa.

‘Non è in albergo?’ chiese Serena.

‘Sì è qui…penso. Non lo ho visto, quindi non posso dirlo con certezza. Ma quell’arpia alla reception’ disse mostrando un sorriso a Kristina, che rispose prontamente allo stesso modo ‘e un fattorino idiota mi hanno detto di sì’

‘E…’ disse Serena.

‘E…’ sospirò ‘Quando sono andata in camera sua mi ha aperto la porta un uomo, che ha detto stava concludendo un affare con Chuck, ma non mi ha voluto dire di che genere…spero non sia nulla di illegale’ concluse con una smorfia.

Serena ridacchiò ‘Andiamo B, sarà qualche affare per le Bass Industries, probabilmente e per questo che è partito e sarebbe tornato appena concluso. Vedrai che appena finirà, riuscirai a vederlo e andrà tutto apposto…Vuoi che venga lì?’

‘No. Non ti preoccupare per me, sto bene. Goditi pure la visita al museo’ rispose Blair.

‘Ok. Tienimi aggiornata’ concluse.

‘Certo, S’ disse, ponendo fine alla conversazione.

Scusate...ancora niente incontro, dovete aspettare il prossimo capitolo. :) Ringrazio chi ha lasciato i commenti, siete state gentilissime e sono contenta che (per ora almeno ^^) siano positivi.
  
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