Serie TV > Starsky e Hutch
Segui la storia  |       
Autore: ISI    25/10/2009    1 recensioni
Ci sono progetti che siamo consapevoli non potremmo mai e poi mai portare a compimento, ma per i sentieri dei quali le nostre gambe ed ancor più i nostri cervelli non possono fare a meno d’incamminarsi...
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

001. e 003. Inizio e Fine

 

 

Fosse stato per te, fosse stato solo per te, avresti scritto la parola fine già da tempo.

L’avresti scritta un po’ d’ovunque, forse senza neanche pensarci troppo, così, d’impulso, avresti mollato la presa, ciancicandoti in bocca l’amarezza di una nuova sconfitta come una cicca, ma purtroppo o per fortuna, ancora non sei riuscito a capirlo, non fosti solo, non lo sei, e questo non è certo un dato da poter trascurare.

Lui non ti ha mai lasciato andare, ti si è attaccato con le unghie e con i denti, non ti ha permesso di mollare, ti ha stretto a sé a costo di farsi male, ha seguito i tuoi passi, ti ha coperto le spalle e quando la fine sembrava ineluttabile ha avuto la forza di opporsi, ma anche lui, certamente, ha avuto i suoi momenti di debolezza.

Ricordi che eri appena uscito dall’ospedale, che lui ti aveva portato a casa, ma che di lasciarti lì da solo, completamente abbandonato a te stesso, non ne aveva neppure voluto sentir parlare.

Vi eravate ritrovati, alla fine, nello stesso letto, sotto la stessa spessa coltre di coperte, faccia a faccia nella lieve penombra della camera, con lui che ti accarezzava piano, come avesse avuto paura di farti male, di ferirti, quando le sue mani erano l’unica dolcezza, l’unica gioia che ti fosse mai stata concessa, l’unica che avresti mai desiderato a consolare la fragilità di quegli attimi.

“Hutch, io... io volevo ringraziarti per tutto quello che...” ma ti ritrovasti le sue dita sulle labbra, la sua fronte contro la tua spalla.

“Non c’è nulla di cui tu debba ringraziarmi, ma ti prego, adesso...” s’interruppe un attimo e quasi ti sembro di sentire le parole che, acuminate come spilli gli pungevano le pareti della gola dalla quale cercavano faticosamente di scastrarsi “... Adesso ti prego non interrompermi, devo dirti qualcosa d’importante e se perdessi il filo, allora, tanto sarebbe valso, da parte mia, esser stato zitto.” annuisti in silenzio, il battito del cuore di Hutch che velocissimo rimbombava ovunque fino quasi a far tremare il letto “Io ho rischiato di perderti. Non è stata questa la prima volta, lo so, ti hanno già sparato in passato, te ne hanno fatte passare veramente di tutti i colori, così com’è stato per me, ma questa volta...” si morse il labbro inferiore, quindi s’impose di continuare “Questa volta ho davvero intravisto la fine e anche se se è stato solo un terribile miraggio, un incubo dal quale davvero credevo non ci saremmo mai più svegliati, io ho capito. Ho capito che non aveva senso continuare a mentirti, ho capito quello che sentivo e l’ho accettato, ho capito che ti amavo e che ti amo e... e lo sai, lo sai qual è la cosa buffa? E’ che non mi riesce di amarti solo come una donna o un uomo potrebbe amare un altro uomo, né solamente come un padre potrebbe amare il proprio figlio ed il figlio il proprio padre, la cosa buffa è che ti amo e a quest’amore non trovo limitazioni di sorta: tutto questo è ciò che sento e ciò che ho capito. Questo è tutto ciò che sono.”

Il battito di Hutch, ora, era decelerato, non rimbombava più violento contro le pareti della stanza immersa nel buio, non sembrava più sul punto di esplodere, ma tutto bruciava come le lacrime che, sapevi, il tuo biondino tratteneva a stento al ciglio.

“Non so se sia giusto che un uomo ami così un altro uomo, sono giunto alla conclusione che non mi interessa, so solo che non voglio perderti di nuovo e che se tutto ciò ti disgusta o anche solo t’infastidisce io saprò porvi fine e tutto...” la voce gli s’incrinò ed un fitta ti prese il petto, ma le pallottole dell’uomo di Gunter e le cicatrici che queste avevano lasciato non c’entravano davvero nulla “Tutto tornerà com’è sempre stato, tutto tornerà come prima...” sorridesti e con un po’ di fatica e qualche fitta di troppo riuscisti a girarti su di un fianco.

“Come prima dici? Come prima che ti rubavo un bacio quando era così esausto da addormentarti nella Torino tutt’intorno non c’era nessuno? Come prima che ti guardavo do sottecchi quando avrei voluto passare il mio tempo a far nient’altro che fissarti? Non c’è motivo di scrivere la parola fine, Hutch, quando siamo appena all’inizio...

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Starsky e Hutch / Vai alla pagina dell'autore: ISI