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Autore: Marauders    25/10/2009    1 recensioni
- “Harry James Potter. Sei qui davanti ai Capi del Corpo Militare della Magia dell’Accademia degli Auror. Cosa chiedi a noi e alla Comunità Magica?” “Di entrare a far parte del Corpo Militare della Magia dell’Accademia degli Auror.” “E a quale scopo chiedi di entrare a far parte del Corpo Militare della Magia dell’Accademia degli Auror?” “Chiedo di entrare per difendere la Comunità Magica tutta. Chiedo di entrare per difendere e onorare il servizio che intendo svolgere. Chiedo di entrare per riportare l’ordine nel disordine. Chiedo di entrare per dissipare ogni traccia di Magia Oscura che va contro la Comunità Magica. Chiedo di entrare per difendere anche la Comunità Babbana, intervenendo in modo che non vengano a rompersi i rapporti instaurati tra i suoi rappresentanti con i quali sono stati stilati importanti patti di alleanza. Chiedo di entrare…per essere un Auror.”- Per la serie…tutto comincia da qui…Harry alle prese con le sue nuove responsabilità. Inclusa la prima giornata di lavoro da veri Auror e tante novità in arrivo! Ecco a voi il secondo Missing Moment di ‘Accademia’…Padfoot
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Secondo Missing Moment…Buona lettura

 

 

Secondo Missing Moment…Buona lettura!!! ^_^

 

 

“Work” means

 

 

Harry fece un passo avanti, verso il dirigente capo del Corpo Auror che tendeva verso di lui la sua bacchetta.

 

Il moro sfoderò la sua e incrociò la bacchetta con l’altro.

 

Il silenzio nel cortile dell’Accademia era carico di orgoglio quel pomeriggio di fine aprile, mentre il sole ormai tramontava e rendeva l’aria rossa e luminosa.

 

Un leggerissimo venticello passò tra i capelli di Harry, che sentiva dentro la tensione piena di responsabilità e vedeva davanti a se il suo nuovo futuro.

 

Sapeva che alle sue spalle, pochi gradini dietro di lui c’erano Ron, Simon e Turner ritti sull’attenti con le bacchette puntate verso il palco.

 

Verso di lui.

 

Sapeva che alle prime file sedevano tutti i Weasley e i suoi amici più cari.

 

Sedevano Fred con Angelina e George con Alicia.

 

Sedeva Bill con Fleur, che cercava di tenere buono il piccolo Andrè che spesso si trovava a terra per delle spintarelle che gli regalava Matt, il figlio di Simon, inutilmente tenuto calmo da Terry, che disperata l’aveva recuperato alzandosi dal suo posto già un paio di volte, mentre nella carrozzina vicino a lei dormiva beatamente il neonato Ewan, loro secondogenito.

 

Sedeva Tonks con Remus che teneva in braccio la buona Rachel.

 

Sedeva Arthur con Molly, la quale aveva cominciato a singhiozzare diversi giorni prima, quando Ron gli aveva portato la divisa da Auror ufficiale, chiedendogli di lavarla per l’imminente nomina.

 

Sedeva Hermione, accompagnata dai suoi genitori babbani che guardavano tutto con notevole curiosità mentre aspettavano che anche il genero pronunciasse il suo giuramento.

 

Sedeva Ginny, radiosa e orgogliosa, che non riusciva a smettere di sorridere felice per il meritato traguardo del suo ragazzo.

 

La mente di Harry si fermò per un istante.

 

Un lungo istante.

 

Che al di fuori di questa, potevano essere solo di pochi secondi…ma che dentro…erano passati secoli.

 

Tutto cominciava da lì.

 

Ma lo era davvero?

 

Era già da anni che combatteva contro maghi oscuri.

 

E ora semplicemente giurava di continuarlo a fare per il resto dei suoi giorni.

 

E poi…sorrise fra se e se…non cominciava tutto da li.

 

Lo sapeva, ormai.

 

Sapeva che Voldemort non se ne era andato del tutto.

 

Sapeva che si stavano riorganizzando dei gruppi di mangiamorte fanatici.

 

Ma in nessuno di questi aveva trovato Draco Malfoy.

 

E doveva a tutti i costi trovarlo.

 

Trovato lui…avrebbe trovato Voldemort.

 

E avrebbe cercato di nuovo di chiudere la faccenda per sempre.

 

“Harry James Potter. Sei qui davanti ai Capi del Corpo Militare della Magia dell’Accademia degli Auror. Cosa chiedi a noi e alla Comunità Magica?

 

“Di entrare a far parte del Corpo Militare della Magia dell’Accademia degli Auror.”

 

“E a quale scopo chiedi di entrare a far parte del Corpo Militare della Magia dell’Accademia degli Auror?”

 

“Chiedo di entrare per difendere la Comunità Magica tutta. Chiedo di entrare per difendere e onorare il servizio che intendo svolgere. Chiedo di entrare per riportare l’ordine nel disordine. Chiedo di entrare per dissipare ogni traccia di Magia Oscura che va contro la Comunità Magica. Chiedo di entrare per difendere anche la Comunità Babbana, intervenendo in modo che non vengano a rompersi i rapporti instaurati tra i suoi rappresentanti con i quali sono stati stilati importanti patti di alleanza. Chiedo di entrare…per essere un Auror.”

 

“Davanti alle tue richieste…i Capi del Corpo Militare della Magia dell’Accademia degli Auror, ti chiedono ora, Harry James Potter, a chi porteresti obbedienza?”

 

“All’Accademia degli Auror. Ai Capi del Corpo. Al mio diretto superiore. Ai miei colleghi. Ma soprattutto…alla Comunità Magica e alla Comunità Babbana che ho giurato di proteggere.

 

“E davanti al Corpo dell’Accademia degli Auror, ai suoi più alti rappresentati, ai tuoi colleghi e alla platea presente, Harry James Potter, pronunzia adesso il tuo giuramento.”

 

Le punte delle due bacchette presero contatto e Harry sentì un’ondata di calore scendergli lungo il braccio.

 

“Io, Harry James Potter. Giuro di essere fedele al Corpo degli Auror. Di servire l’Accademia. Di onorare la causa per cui ogni giorno essa combatte. Di adempiere ai miei doveri e a tutto ciò che ho giurato nel giorno del mio giuramento. Ora e per sempre.”

 

“Io, Capitano di Unico Ruolo Eletto Benjamin Stanislao Ezechiel Monroy, ti nomino Tenente Harry James Potter, Auror dell’Accademia del Corpo Militare della Magia. Sarai sotto il diretto comando del Capitano Manlius Friderich Turner. Buona caccia, Tenente Potter.”

 

L’uomo allontanò con un sorriso affabile la bacchetta sciogliendo il legame con la sua e porse la mano a Harry per congratularsi, mentre dietro di lui scoppiava un fragoroso applauso e i flash impazzavano.

 

Si voltò mentre sul petto si tingeva lentamente di dorato il distintivo Auror, che fino a quel momento, essendo ancora cadetto, era stato argenteo, riportando sotto a chiare lettere il suo nome e il suo ruolo.

 

Era una sensazione stranissima e dovette sforzarsi di non far scendere delle piccole lacrime di gioia che rischiavano di scivolargli dagli occhi quando si voltò a vedere i suoi amici.

 

Ron, ancora sull’attenti, gli lanciò di sfuggita un sorriso…e poteva giurare di aver visto Simon fargli l’occhiolino…

 

Eppure…si…quel giorno cambiava un bel po’ le cose nella sua vita.

 

***

 

Harry tamburellava nervoso sul fianco della tazza con il suo thè che stringeva tra le mani.

 

Era nervoso.

 

Come se si stesse per presentare davanti l’inquisizione suprema.

 

Sospirò e soffiò un po’ sul thè rosso e corposo che ondeggiava pigramente sotto i suoi occhi, riflettendosi nelle lenti dei suoi occhiali rotondi.

 

Guardò l’orologio e sospirò ancora una volta.

 

Le otto e dieci.

 

Ron era in ritardo di un’ora e dieci minuti…

 

Simon entrò sbadigliando nella stanza e poggiò un grosso scatolone sul banco dove stava Harry.

 

“Eccomi qua…sono passato dagli archivi a prendere un paio di cosette per passare la giornata…Tutto bene, Harry?”

 

“Tutto bene, Simon…Terry e i ragazzi?”

 

“Stanno benone…Oggi sono dai miei…Ron non c’è?”

 

Harry alzò le spalle…ma proprio in quel momento il rosso fece capolino nell’aula.

 

“Scusate il ritardo! Ne io, ne Hermione abbiamo sentito la sveglia…” si scusò lui con un sorrisone.

 

Seratina piccante con la mogliettina, eh Ronnie?!” gli batté una mano sulla spalla Simon.

 

Ron non rispose ma si limitò a sorridere compiaciuto e si arrampicò sul banco accanto a Harry.

 

“La tua idilliaca vita matrimoniale…” ridacchiò il moro guardandolo con la coda dell’occhio.

 

“Dopo anni passati ad ammazzarci e a litigare…almeno credo che stiamo raggiungendo un equilibrio…una sorta di tregua…

 

“Oh, non temere Ron…è solo i primi sei mesi di matrimonio…poi la luna di miele finisce…” lo ammonì Simon appoggiandosi allo scatolone.

 

“Bhè…si da il caso…che proprio oggi io e mia moglie facciamo sei mesi dal nostro matrimonio…E siamo ancora felici e contenti!”

 

“Me lo auguro per te, amico…sai…però…quando arrivano i bambini ci sono gli sbalzi d’umore…i nervi tesi…”continuò il biondino.

 

“Su questo non ti devi preoccupare! C’è ancora tempo per parlare di figli! E io mi sono appena sposato!”

 

“Anche questo è vero, carotina…ok, sentite…io vado a portare questi nel mio armadietto per più tardi…se passa paparino ditegli che tra dieci minuti arrivo! Tempo di un caffè di sotto…”

 

Saline uno anche a me, Simon…” gli chiese Ron stiracchiandosi.

 

Il ragazzo uscì dall’aula.

 

“Sei silenzioso, stamattina…deve essere l’effetto del lunedì…o qualcosa non va?” Ron fece risvegliare Harry dal suo letargo.

 

“Ehm…no…cioè…insomma…siamo diventati Auror solo sabato scorso…!”

 

“Già!! Finalmente! Stipendio e lavoro garantiti! E poi…cavolo Harry…ma ci pensi! Auror! Quello per cui ci siamo sempre battuti!” disse euforico il rosso. “Non sei contento?” si rabbuiò vedendo lo sguardo non proprio esaltato dell’amico.

 

“Oh, si! Certo…però sai…mi ero ripromesso di cominciare a prendermi più responsabilità nella mia vita una volta sopraggiunta la nomina di Auror…

 

“Responsabilità di che genere?”

 

Harry sospirò per la millesima volta e dopo essersi mordicchiato il labbro si convinse a parlare.

 

“Voglio chiedere a Ginny di sposarmi…” disse…in un certo senso cercava una vaga forma di consenso…di benedizione da parte sua…

 

“Sembra che tu lo stia chiedendo a me…!” fece una smorfia Ron.

 

“Bhè…è che…mi domandavo anche…se nella mia vita avevo mai avuto il tempo per non essere adulto e per non prendermi responsabilità. Insomma…quand’è che siamo cominciati a diventare veramente adulti?

 

“Quando la nostra voce si è abbassata di qualche tono…quando non stavamo più nei vestiti perché le spalle si allargavano e i piedi si allungavano…quando abbiamo cominciato a interessarci alle ragazze…” snocciolò Ron.

 

“No…non intendo questo…”

 

“Harry…non so se siamo mai stati bambini…soprattutto tu. Secondo me…l’ultima tua traccia di bambino i te è sparita nell’istante stesso in cui Hagrid ti cercato e ti ha detto che eri un mago!”

 

“Può darsi…”

 

“Ma di che ti preoccupi, scusa? Hai un lavoro…Ginny ti ama alla follia…sei sicuramente messo meglio di me ed Hermione, visto che hai già una casa di proprietà…! Certo…noi siamo stati dei veri pazzi…ci siamo sposati con stipendi da fame…la casa era una catapecchia e l’abbiamo ricostruita noi…di certo non vi potete lamentare!

 

“Ma ora arrivano le responsabilità della famiglia…siamo già pronti a questo, Ron? Abbiamo…20 anni…”disse in un sussurro. “Siamo così giovani…Sai…tra babbani non è detto che ci si sposi così presto…negli ultimi anni l’età media è salita fino ai 27-30 anni…

 

“30 anni?! Cioè dei nonnetti! Ascolta…tra noi maghi invece è comunissimo sposarsi a 20 anni…i ragazzi escono da Hogwarts e cominciano subito a cercare un lavoro…o entrano nelle varie Accademie o al ministero…o si danno alla ricerca…insomma…con un po’ di quattrini in tasca mettono su un impero! Dà retta a me…non c’è niente di sbagliato nello sposarsi presto! E Ginny non aspetta altro che tu dica quelle tre paroline magiche. ‘Mi vuoi sposare?’”

 

Harry sorrise emozionato. “Non ho mai detto che ci sia qualcosa di sbagliato…è solo che…mi sento strano…

 

“E ancora non sei alla tua cerimonia di nozze…ricordi?…io ero lì per svenire…

 

“Si…ci sei andato molto vicino…”

 

Risero insieme…

 

Ron si stiracchiò ancora una volta e tornò a posare lo sguardo sul moro. “Diglielo Harry. Anche stasera. Ti garantisco che ne vale la pena…se la ami tanto quanto io amo Hermione…diglielo.

 

“Parli da uomo vissuto!”

 

“Perché ci sono passato! In questo posso dirmi o no uomo vissuto?” ridacchiò il rosso.

 

“Oh, si…altrochè…solo sei mesi di matrimonio e ormai sei un gran veterano!!

 

“Piantala…” gli diede una botta Ron iniziando una piccola zuffa.

 

“Se voi due non la piantate immediatamente di fare i deficienti, potrete far vedere le vostre brutte facce solo per lucidare le vetrate di questa Accademia…e vi assicuro che ce ne sono parecchie!” ringhiò Turner entrando a passo marziale nella stanza.

 

Scusi, signore.” Disse piano Harry.

 

“E se ora,lor signori mi vogliano concedere di alzare le chiappette d’oro e seguirmi…” Disse il capitano mentre si alzavano i due ragazzi alle sue spalle. Si fermò sulla porta “Dove diavolo è McCullers?”

 

Il biondino si fermò sulla soglia. “Caffè?” fece porgendogli la tazza.

 

Turner roteò gli occhi e uscì sbuffando.

 

“No caffè…” soffiò sul suo prima di berlo il biondino.

 

Appena Harry e Ron lo raggiunsero, uscirono tutti e tre insieme dall’aula.

 

***

 

“Bene, ragazzi…questo è il nostro nuovo ufficio!” Allargò le braccia Turner. “E questa è la mia scrivania. Guai a chi obbietta.”

 

Nessuno dei tre mosse un muscolo.

 

“Ok …io resto il vostro capo…ma ora, ognuno di voi ha un ruolo ben preciso. Simon…tu sei l’archivista. Ti occuperai tu di andare a cercare scartoffie e analizzarle. Ti sei dimostrato molto abile e capace di muoverti bene in biblioteche e negli archivi dell’Accademia e del Ministero…è giusto che ti si dia merito…

 

“Grazie, signore…”

 

“Weasley…tu sarai il coordinatore delle azioni militari. Quando sarete sufficientemente pratici, tu terrai ben salde le squadre e le dirigerai nelle varie postazioni.

 

“Sissignore.” Disse serio Ron.

 

“Potter. Tu sarai lo stratega. Collaborerai direttamente con me. A dir la verità…ognuno di voi collaborerà con me…Bhè…questo è quanto. Sceglietevi la scrivania e cominciamo a dare un tocco di allegria a questa stanza, che sembra più un mortorio…

 

Simon e Ron si litigarono un po’ per il posto sul quale si erano contemporaneamente fiondati, ma come era prevedibile, vinse Simon, lasciando a Ron la scrivania accanto.

 

“E un ultima cosa…”

 

I tre alzarono simultaneamente lo sguardo.

 

“Non c’è più bisogno dei convenevoli…Chiamatemi pure Turner, nonsignore’…ora svolgiamo lo stesso lavoro, no? E siamo una squadra!” ridacchiò. “Che dicevi di quel caffè, McCullers?”

 

“Oh…ehm…l’ho dato a Weasley…in realtà era destinato a lui…

 

“Va bhè…ne facciamo salire qualcuno dalla caffetteria…chi ne vuole?”

 

“No, grazie, Turner…io e Ron siamo apposto…” Simon moriva dalla voglia di provare a chiamarlo Turner piuttosto che ‘signore’!!

 

Si gongolò tutto vedendo che il capo non diede segni di sofferenza…

 

“Potter, tu?”

 

“Ho preso un thè, signore…cioè…Turner…”

 

“Bene…ordino il mio e ci mettiamo subito al lavoro…

 

***

 

Erano quasi le nove di sera e fino a quel momento non si erano fermati un solo momento.

 

Simon era sceso in archivio almeno quattro volte nell’arco di tutta la giornata, e ogni volta risaliva con un carrello che svolazzava dietro di lui carico di libri e carpettoni.

 

Harry si stiracchiò e ruotò il collo a destra e a sinistra cercando rilassare un po’ gli arti intorpiditi dallo stare troppo seduto.

 

Turner continuava ad imprecare sottovoce leggendo i resoconti delle ultime missioni svolte.

 

Ron era in piedi davanti alla cartina dell’Inghilterra, appesa sul muro proprio dietro la sua scrivania ed era da un’ora buona che riempiva di puntine colorate a seconda dell’osservazione da segnare.

 

Se c’erano stati attentati…puntina rossa.

 

Se era stato avvistato un mangia morte…puntina verde.

 

Se era stata rilevata un gruppo di mangia morti…puntina blu.

 

Se era stata compiuta una missione…puntina gialla.

 

E così via.

 

Simon stava parlando al magi telefono fin troppo animatamente con quelli della Gringott.

 

Era strettamente necessario avere l’estratto conto e gli ultimi spostamenti di denaro compiuti da un paio di pregiudicati, ma quei maledetti folletti non erano inclini ad ottemperare alle sue richieste.

 

Chiuse malamente il telefono e si stropicciò gli occhi.

 

“Io staccherò la testa a uno di quei folletti.” Decretò puntando un dito all’aria.

 

Turner alzò so sguardo. “Che succede, Simon?”

 

“Noi Auror non dovremmo avere libero accesso a tutte le informazioni? Perché i folletti della Gringott la fanno così lunga per un paio di fogli di pergamena con tutte le porcate fatte da questi…come diavolo si chiamano…Harvey e Rostraff…?

 

“Evidentemente anche i folletti ci trovano qualcosa di interessante in questi due conti aperti alla Gringott…Sai…i maghi e i folletti non sono grandi amici…però se tu gli metti sotto il naso una consistente bustarella possono mettere i bastoni fra le ruote a chi vuole vederci chiaro tra i tuoi affari…

 

“Quindi se noi diamo una cospicua bustarella ai folletti della Gringott loro ci daranno questi benedettissimi estratti conto…?”

 

“Simon…sei un Auror…non scendere allo stesso livello di quei cani…” lo ammonì il capitano.

 

Il biondino sbuffò esasperato. “Ok. Vado a prendere lo squadrone e vado a fargli un culo così a quel porco di folletto.

 

“Rilassati…” sospirò Turner stropicciandosi gli occhi per la stanchezza. “Domani mattina ci andrai con tutta calma e senza fretta con Harry. Io e Ron andremo a sbrigare un’altra cosuccia…

 

Ron distolse lo sguardo dalla cartina e si voltò verso il capo con una puntina a mezz’aria. “Che dobbiamo fare?”

 

“Dobbiamo fare un giro verso il Kent. Pare che abbiano trovato un rifugio di mangia morte abbandonato. Hanno già fatto ieri i primi rilevamenti e hanno puntellato la zona con un paio del nostro Corpo che stanno lì a fare i turni di guardia…ma ci andremo a fare una capatina anche noi!

 

Improvvisamente qualcuno bussò alla porta.

 

“Avanti.” Disse la voce tonante di Turner.

 

La testa di Ginny fece capolino. “Salve…mi avete chiamato?”

 

Harry strabuzzò gli occhi. “No! Non ti ho chiamato…” balzò in piedi. “Ehm…aspettami a casa mia…ti raggiungo io lì appena stacco…

 

“Lascia stare, Harry…l’ho chiamata io, la tua dolce metà…” disse il capitano mettendosi più dritto nella sedia.

 

Il telefono squillò sia sulla scrivania di Ron.

 

“Ufficio della squadra 8, sono il Tenente Weasley.”

 

 Tenente Weasley…” rispose la voce della centralinista alla cornetta. “C’è sua moglie al magi phone…posso mettervi in collegamento o le dico di richiamare più tardi?

 

“Ehm…si…passi pure…”

 

Perfetto…buona serata, Tenente.

 

“Grazie…”

 

Pronto? Pronto, Ron?

 

“Hermione…sto lavorando…”

 

Volevo sapere se devo aspettarti per cena…

 

“Arriverò tra un po’…se hai fame mangia pure…

 

Se torni a breve ti aspetto...

 

“Va bene…”

 

Ci vediamo.

 

Ron riappoggiò la cornetta e arrossì quando si accorse che tutti lo stavano guardando. “Scusate…era Hermione.”

 

“L’avevamo capito…” annuì Turner. “Allora…dicevamo. Signorina Weasley. Mi stavo chiedendo…se lei fosse interessata a un contratto definitivo qui all’Accademia.

 

Harry sbiancò improvvisamente. “Qui in Accademia? Turner, sta scherzando…”

 

“Non è niente di pericoloso…non farebbe certo l’Auror…sarebbe una nostra collaboratrice. Simon sta cominciando a dare d matto fin dal primo giorno…e a noi, rispetto a tutte le altre squadre…manca una sorta di…chiamiamola segretaria.

 

“‘Chiamiamola’…?” chiese curioso Simon.

 

“Si…insomma…qualcosa di più di una segretaria. Avrà anche lei accesso all’archivio dell’Accademia, e procurerà per noi i contatti necessari per le ricerche. Una che ci alleggerisce nelle piccole cose. Pagamento compreso di eventuali giorni di malattia, maternità, assicurazione a parte ma sempre a carico dell’Accademia. Pagamento extra per spostamenti e giornate di straordinario. Orario di entrata alle 9, uscita alle 17. Pausa pranzo di un’ora dalle 12.30 alle 13.30, e buono pasto qui alla mensa dell’Accademia. Due giorni liberi a sua scelta…” allargò le braccia come a dire ‘Cosa vuoi di più…

 

“Accidenti…” sbarrò gli occhi Ron.

 

“Io…è tutto così…meraviglioso e allettante…ma posso prendere qualche giorno per pensarci…?” si morse un labbro la rossa, che stranamente evitava di guardare nella direzione di Harry.

 

“Ma certamente… un paio di giorni possono bastare? Dobbiamo anche provvedere a cercane eventualmente un’altra, se lei rifiutasse…” continuò Turner con ovvietà.

 

“Saranno più che sufficienti…” annuì Ginny con un sorriso.

 

“Ok, ragazzi…smontiamo le tende. Io sto morendo di fame e le vostre due mogliettine avranno già messo nei piatti la cena…molto fuori orario, direi…” disse con un cenno a Simon e Ron. “Speriamo di avere orari meno disumani da domani…alle sette e mezza cominciate tutti e tre a protestare e premete per tornare alle vostre case!”

 

“Non sarà difficile…” si stiracchiò il biondino.

 

Ron mise giù le ultime puntine conservandole nel cassetto e chiuse un paio di carpette chiudendole in un armadio.

 

“Aspettami qui fuori. Chiudo tutto e tra un minuto andiamo anche noi…” disse Harry a Ginny con un sorriso prima di andare a sistemare la sua scrivania.

 

Lei annuì semplicemente e uscì dopo aver salutato tutti e ringraziato ancora Turner.

 

***

 

Cenarono, nella casa che fino a qualche mese prima aveva condiviso con Ron e Simon dove ancora viveva lui, in fretta e soprattutto…in uno strano silenzio.

 

Harry aveva cercato di romperlo chiedendole della sua giornata al Tiri Vispi, dove lavorava da un anno.

 

Ma dopo una risposta telegrafica…sapeva che l’argomento da affrontare era ben diverso.

 

Solo quando si alzarono da tavola e lavarono insieme i piatti, il ragazzo si decise.

 

“Pensi di accettare, vero?”

 

La cosa non lo rendeva proprio felice.

 

Era preoccupato.

 

E…se ne vergognava un po’…anche preoccupato di perdere quell’unico spazio in cui lui si era sempre sentito più libero.

 

Accademia…tanti uomini…magari ci poteva mettere qualche battutina un po’ così…qualche chiacchierata con Ron e Simon, durante il lavoro…ma con Ginny in mezzo non avrebbe avuto lo stesso clima.

 

“Non lo so.” Rispose lei spiazzandolo. “Certo…è un’ottima offerta. E sapendo come paga bene l’Accademia…accidenti…è un’offerta irrinunciabile!

 

“Però…?”

 

Ginny mise giù il piatto che stava lavando e guardò Harry preoccupata. “Ricordi cosa ti avevo detto? Che non sarei entrata in Accademia perché volevo che almeno a quelli che saranno i nostri figli resti almeno un genitore. Questa però, seppur vera, non è la principale ragione per cui non ho presentato domanda per gli esami.” Si morse il labbro e abbassò lo sguardo. “Ho vissuto troppi anni e troppe volte sapendoti in pericolo. E ogni giorno per me sarebbe davvero troppo. Io preferisco vederti tornare a casa a fine giornata e sentirti raccontare di imprese eroiche e oltremodo rischiose…ma non saperti in qualche missione e seguire dall’Accademia la vostra squadra con tutto il quadro aggiornato minuto per minuto…Io…” le scese una lacrima dalla guancia. “…io…io voglio lasciarti libero di combattere per quello in cui credi! Sei nato per questo…l’hai sempre fatto…ma la cosa non mi rende per nulla felice. Io vorrei saperti al sicuro…vorrei poter essere certa che tu tornerai a casa, che tornerai da me…non ce la faccio a…” non riuscì a continuare.

 

Harry si asciugò le mani nello strofinaccio e l’abbracciò, lasciando che lei sfogasse le sue lacrime.

 

Le baciò i capelli e chiuse gli occhi.

 

Solo in quel momento si diede dello stupido egoista.

 

Quello di perdere il proprio spazio…è uno degli scotti da mettere in conto nel momento in cui si decide di dividere la tua vita con qualcuno.

 

I propri spazi…quelli li avrebbe trovati, in qualche modo…e poi…come poteva essere così sicuro che ne avrebbe davvero sofferto così tanto?

 

…nessuno gli avrebbe negato una burrobirra con Ron e Simon…

 

In quel momento…l’unica cosa importante era solo Ginny.

 

Ginny e tutto il resto che ruotava intorno a lei.

 

Intorno a loro due.

 

“Io tornerò sempre a casa. Le cose avventate ci saranno…saranno inevitabili…e poi…se vieni a lavorare in Accademia…potrò averti vicina mentre lavoro…lo renderesti più dolce…

 

“Tu vorresti che io accettassi?” gli chiese la ragazza senza staccarsi di un centimetro da lui.

 

“Vorrei che tu facessi la cosa che reputi più giusta per te e per noi.” Le rispose Harry baciandole di nuovo i morbidi capelli rossi.

 

Lei si allontanò un poco. “Un lavoro del genere…mi sistemerebbe per la vita, questo è ovvio…” si prese un momento di silenzio e guardò Harry negli occhi, cercando la giusta risposta a tutti i suoi perché. “Io…credo di voler accettare. Non so perché…ma è una cosa che sento dentro. Sento che sarebbe giusto così.”

 

“Allora è sicuramente giusto che sia così.”

 

E all’improvviso…come non aveva premeditato di baciarla davanti a tutto il Grifondoro…non aveva premeditato nemmeno di sorriderle e di inginocchiarsi davanti a lei.

 

Ginny sgranò gli occhi e non capì subito.

 

Nemmeno Harry a dir la verità.

 

Ma quando le prese una mano…ogni tassello del puzzle andò al suo posto.

 

Nello stomaco di Ginny salì improvvisamente un nodo forte e il respiro le si mozzò in gola.

 

Harry combatteva con delle serpi impazzite che centrifugavano nel suo addome…

 

“Gin…io…volevo chiederti…vuoi diventare mia moglie?”

 

Ma il respiro mozzo della ragazza non le permise di parlare.

 

Anzi…scoppiò a piangere di più facendo preoccupare Harry, che scattò subito in piedi e le carezzò una guancia.

 

“Scusa…io…non volevo…”

 

“Lo voglio.”

 

L-lo vuoi? Sul serio?”

 

Lei annuì finalmente sciogliendosi e sorridendo. “Non desidero altro da quando ho sentito il tuo nome per la prima volta nella mia vita…” singhiozzò.

 

“E…allora perché stai piangendo…?” le domandò Harry ridendo, ricevendo come risposta una spintarella affettuosa tra dolci risate.

 

Si abbracciarono a lungo, senza desiderare di staccarsi.

 

“Che dichiarazione pessima…non ho nemmeno un anello…!”

 

“Meglio! Avrebbe fatto più o meno la stessa fine di quello che Ron ha dato ad Hermione…e a me non interessano poi tanto queste formalità…

 

“E quindi…abbiamo una casa…abbiamo un lavoro entrambi…”

 

“…insieme…!” puntualizzò la rossa sorridendo di più.

 

“…ci sposiamo al più presto…Cosa volere di più?”

 

“Che sia per sempre.”

 

Harry annuì.

 

Questo lo sperava davvero tanto.

 

Le cose, sapeva, non sarebbero state facili.

 

Ma lo sperava comunque davvero tanto.

 

“Per sempre.”

 

Fine

 

 

 

Allora…in verità prima di questa era prevista una ff sul matrimonio di Ron ed Hermione…a tratti pronta…ma dopo diversi tentativi di recuperarla mi sono resa conto che mi ci vuole parecchio…parecchio tempo!

 

Onde per cui…ho pensato fosse più giusto non lasciarvi in tredici e andare avanti con i Missing Moment previsti…

 

Quando sarà pronta la pubblicheremo facendo un piccolo balzetto indietro nel tempo…

 

Tornando a questa storia…

 

Bhè…ho sempre detto che c’è un momento in cui si abbandona la fanciullezza per prendere finalmente in mano le redini della propria vita e affrontare nuove responsabilità…

 

Questa storia descrive proprio il momento in cui Harry passa nella fascia degli adulti…abbandonando, come una sorta di muta, la corazza che ogni ragazzo porta addosso…

 

Per questo, nel suo modo, e nel mio modo di vedere…un lavoro vuol dire…tante cose.

 

Vuol dire avere la possibilità di mettere dei soldi da parte…

 

Vuol dire avere la possibilità di comprare e gestire una casa…

 

Vuol dire avere la possibilità di potere gestire una famiglia…

 

Un lavoro definitivo, fisso e redditizio innesca tutta una serie di reazioni a catena…

 

Ecco quello che in poche parole volevo scrivere qui…

 

Spero vi sia piaciuta…

 

Magari è più seriosa delle altre…o di quello che finora avete letto inAccademia’…ma era giusto metterci anche questo…!

 

…il prossimo Missing Moment si intitola “Baby on board”…

 

Ehm…ora mi sento di nuovo in colpa per aver dato un po’ troppo di carico a Ron ed Hermione…^^’’

 

Si…decisamente forse ho esagerato…ma ormai la storia è scritta e non si può cambiare…

 

Fortunatamente Ron ha un valido amico che gli tirerà su il morale al momento giusto…!!!

 

Harry! Contiamo su di te per combattere la depressione di Ron!!! ^.^

 

Credo che questo prossimo MM  riusciremo a metterlo in rete tra una settimana…conto sempre tra domenica e lunedì prossimo…

 

Vi ringrazio comunque per aver letto questa storia…e per quelli che hanno letto “The Fellowship of the ring”…

 

In particolare ringraziamo Hogwarts_My_Life: Tesssora!!! Ma grazie…siamo contente che lo scorso MM ti sia piaciuto…- parlo anche a nome di Prongs – Ecco…avevamo proprio lasciato in sospeso con Ginny che diceva “Harry..regalami una scopa quando mi chiederai di sposarti!” Bhè…diciamo che a questo punto era pure giusto, se non necessario, mettere pure un MM su Harry e Ginny…Spero che anche questo ti sia piaciuto…Ti mando un grossissimo bacio…grazie ancora!!!

 

E ringrazio anche hele: uh!!! Ti stanno piacendo allora le nostre storie…!!! ^.^ Me felice!!! E si…un capitolo al giorno di Accademia…non so se leva il medico di torno…ma se a te mette il buon umore deve fare proprio bene!! Che bella notizia! ^_^ Sono decisamente sollevata…grazie infinite per tutti i commenti che hai lasciato!!! Sono belle soddisfazioni!!! Grazie grazie…spero te ne possano intrigare anche altre e che questa non ti abbia deluso…un bacione gigantesco!!!

 

Ringrazio anche cancerina( strafelicissima che ti sia piaciuta…anche a me è piaciuta molto scriverla…!!) e Moony 3 (sei passata sul serio…non sai quanto sono contenta!!! ^__^ E comunque…mmm…credo che il mio e il tuo Ron se la giochino ad armi pari…anche se il mio non può essere certo meglio del tuo!! Il tuo fa morire dal ridere!!! E’ assolutamente geniale!! E la piccola Sara solo un paio di ore fa mi ha dato un altro paio di perle di saggezza…raccomandandomi di guidare piano che se no mi si rompe la macchina o mi capita un incidente…- O.o - …e mi ha rimproverato di averle rotto un gioco – per sbaglio, lo giuro!! – dicendomi !!> mani sui fianchi e aria serissima!! Sembra un’adulta…Quindi potrà sicuramente darmi altri spunti, insieme alla seconda peste di un anno e mezzo, il mio piccolo Gabriele, che è decisamente peggio della cugina!! Spero di farti leggere al più presto qualcosa…grazie ancora!! ) che hanno commentato “Papà…mi racconti la storia dell’ape e del fiore?” – storia che, chi si apprestasse a leggere, non deve ricollegare ad Accademia e al sequel, perché presenta molti errori…è una storia a parte!

 

E ringrazio anche Little Nanny ( ritardo o no…il tuo commento è assolutamente cosa graditissima!!! Certe storie non vengono commentate più da un po’…anche per la nostra assenza…Anch’io mi domando perché siano morti James e Lily…cioè…si…lo so perché…ma…PERCHE’!?!?! Comunque…in merito stò riprendendo in mano una ff che avevo abbandonato che…potrebbe risolvere qualche problemuccio…^_^ …= x  …Spero di riuscire a concluderla e a metterla in rete…e spero che ti arrivi il messaggio, così potrai leggerla, se vorrai…^_^ Grazie infinite per le belle parole!!) che ha commentato la ffLa Vecchia che sapeva troppo”.

 

Dunque…ho detto tutto?

 

Mi sembra di si…

 

Ragazzi…non ci posso credere…con questa One-shot le Marauders festeggiano 42 pubblicazioni su EFP!!!!

 

SHOCK!!! O_O

 

Volete festeggiare con noi??

 

Qui c’è un bel pulzantino carino carino che vi invita a lasciarci un commentino!! ^.^

 

VOCE DELLA MIA COSCIENZA: Pad…a cuccia…-_-

 

^___^

 

Un grosso bacio a tutti!

 

Padfoot

 

ALT!!!!!!!!!!!

 

DIMENTICAVO!!!!

 

Cronologicamente…dopo questa storia che avete letto…viene “La cena della Vigilia”: ff già pubblicata che risulta essere un altro Missing Moment…per cui andate a cercarla e lasciate anche lì un commentino!!! Buona Lettura!!!!

  
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