084. Lui
Certe parole hanno un peso enorme.
Certe parole avresti voluto soltanto sentirtele dire.
Le desideravi così tanto che le tue orecchie arrivavano ad ingannarti e chiedevi alla mamma se avesse detto qualcosa, ma lei scuoteva il capo senza voltarsi e continuava a mettersi il suo rossetto.
Allora forse era stato papà, ma papà badava alle sue scartoffie, ai suoi conti e la bocca non l’aveva aperta neanche per sbaglio.
Vanessa certe volte diventava logorroica, logorroica ai limiti dell’impossibile quasi, specialmente quando era tesa, ma tra tutte le sue parole non ve ne fu una cui davvero riuscisti a credere fino in fondo.
Eppure non erano parole troppo difficili a dirsi, non sarebbe servito troppo fiato a pronunciarle, eppure nessuno si era mai preso la briga di accontentarti.
Ci avevi rinunciato ormai, anzi, ti eri anche quasi dimenticato cosa tu stesso desiderassi, poi un giorno, come succede nelle favole, era arrivato.
Lui era arrivato e ti aveva sorriso.
“Non preoccuparti Hutch, andrà tutto bene...”
[Proprio quelle parole che avevi aspettato per una vita intera, quelle che
nessuno aveva mai pensato di farti sentire te le aveva sussurrate lui.]
E come riuscisti a trattenere le lacrime devi ancora capirlo.
Per Rose: Grazie, davvero, non so più come dirtelo, grazie mille, spero che ti piaccia anche questa. Perché non scrivi anche tu qualcosa sui nostri due mitici poliziotti? Sarei davvero curiosa!
Un bacio!