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Autore: Terry17    25/10/2009    1 recensioni
Anno 2014: sono passati 4 anni da quando Near, l'SPK e l'intero staff del quartier generale della polizia giapponese sono stati giustiziati da Kira. Ora il mondo di Kira è una cruda realtà, un mondo in cui chiunque non segue le regole viene eliminato senza pietà. Ma quando tutto sembra perduto, Roger Ruvie, nuovo direttore della Wammy's House, scopre da una lettera di L che forse c'è ancora una speranza di fermare Kira...
Estratto dal cap 18: Io non sono L, e non sono nemmeno uno dei suoi successori: io sono la sua erede, la sua vendetta per il genere umano nata dal suo sangue e dalle sue ceneri, sono la bambina a cui hai fatto come regalo per il suo settimo compleanno la morte di suo padre. Io sono la tua Nemesi, sono colei che segnerà la tua condanna: io sono Dark L.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito, Misa Amane, Ryuuk, Teru Mikami
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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-Misa, dobbiamo parlare.-
Misa Amane alzò la testa, distogliendo lo sguardo dal bambino addormentato nella culla. Era il 28 dicembre 2014, ed erano passate due settimane dal giorno in cui Misa venne da noi a chiedere il nostro aiuto.
-Di cosa vuoi parlarmi, Light?- chiese la giovane donna bionda mostrandosi felice e sorridente come al solito, dissimulando la sua preoccupazione per quello che suo marito stava per chiederle.
-Del tuo comportamento in questi giorni. Sei strana.- disse il giovane uomo, togliendosi la giacca e la cravatta -Non sorridi più spesso, come facevi un tempo. E non parli più con me del tuo lavoro, e non mi abbracci più come una volta. Che succede, Misa? Vuoi parlarmene?-
Misa distolse lo sguardo dal marito e guardò il piccolo Akira, che sonnecchiava con il volto illuminato dalla luna piena. Più cresceva più assomigliava a suo padre, e Misa non sapeva più se esserne felice o esserne preoccupata. Più tempo passava più suo marito, il suo Light, la luce che illuminava la sua vita, diventava irritabile e a volte non riusciva a controllarsi: la aggrediva verbalmente, le rinfacciava che se lei avesse eseguito l'ordine di uccidere la nuova famiglia arrivata nel quartiere Dark L non sarebbe mai apparsa, e Teru Mikami sarebbe ancora vivo. Era arrabbiato perché, per la prima volta dopo dieci anni, L era tornato a tormentare i suoi incubi attraverso la ragazza che dichiarava di esserne la figlia. Per lui Rue era quella ragazza, e lui le chiedeva ormai da due mesi di ucciderla per lui. Ne era certa, in condizioni normali non l'avrebbe mai trattata così né le avrebbe mai chiesto una cosa simile, e non l'avrebbe considerata solo un inutile giocattolino nelle sue mani. Era Kira a dettare le sue azioni.
-Light, non prendere il mio cambiamento come un segnale negativo. Sai che ti amo e che farei di tutto per rendervi felici... tu e Aki siete la mia vita, senza di voi non sarei niente. Tutto quello che faccio lo faccio per voi- disse Misa, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Odiava mentire al suo amore, ma lei lo stava facendo solo per il suo bene e per il bene di Akira.
-Non lo dubito, tesoro. Però ciò non toglie che ultimamente non stai seguendo i miei ordini. Non hai eliminato quella ragazza, ad esempio, e passi tutto il tuo tempo con la babysitter di nostro figlio.-
Misa simulò uno sbadiglio e si asciugò le lacrime. -Misa e Alice sono grandi amiche e Misa-Misa non uccide gli amici- ribadì.
Light scosse la testa. -Misa, Alice può essere molto pericolosa, e con lei la sua famiglia. Dobbiamo liberarci di loro.-
-Lo vuoi davvero?- chiese Misa alzando la voce -Light, Alice è solo una ragazzina, ed è innocente: né lei né la sua famiglia hanno mai fatto qualcosa di male. Perché dovresti volere le loro morti? Solo per una stupida sicurezza?-
-Voglio le loro morti perché io so che Rue e Dark L sono la stessa persona, e chiunque collabori con Dark L è contro Kira. E chi è contro Kira è sempre e comunque colpevole.-
-Ma tu non hai prove! Sono solo dei ragazzini!- ora Misa stava urlando.
-Anche noi lo eravamo! Mettitelo in testa, sei tu l'unica che può fermarli! Devi eliminarli prima che sia troppo tardi!- urlò Light.
-Ma loro non hanno bisogno di essere fermati!-
-Questo lo dici solo perché sei troppo...!-
Un urlo improvviso fece sussultare i due litiganti. Il piccolo Akira era in piedi sul lettino, appoggiato alle sbarre.
-Mamma... papà... non litigate...- mormorò il bambino in preda alle lacrime. Misa prese Akira in braccio e cominciò a coccolarlo.
-Shh... Tranquillo Aki, non è successo niente...- disse mentre scendeva in cucina con Akira per dargli qualcosa da bere o da mangiare per calmarlo.
Light si sedette sulla cassapanca, sospirando e pensando alla situazione. Dopo più di dieci anni, Misa aveva cominciato a dubitare di lui e della sua missione di giustiziere. Era solo una questione di tempo prima che lei lo tradisse, se non lo aveva già fatto. Il suo istinto omicida gli urlava di metterla a tacere prima che si schierasse con il nemico, però non voleva farle del male; con il tempo si era affezionato a lei, e non voleva ucciderla, anche se quella sarebbe stata la scelta migliore. Poteva causarle un danno cerebrale, obbligandola così a uccidere quegli scomodi vicini di casa senza farle rendere conto di quello che stava effettivamente facendo, ma non trovava il coraggio di farle questo: lei era sua moglie, e la madre di suo figlio.
Suo figlio... Avrebbe voluto che Akira nascesse con gli Occhi dello Shinigami, così che potesse sapere subito i nomi delle sue vittime senza dimezzarsi la vita. Quando però il bambino nacque Light provò un altro sentimento oltre alla gioia: disgusto. Light si faceva schifo da solo per il pensiero del vero motivo per cui quel bambino era venuto al mondo; ma, se da una parte era disgustato, dall'altra era la persona più felice del mondo perché, tutto sommato, anche una persona inutile come Misa era servita a qualcosa. Ora Kira aveva un erede e per questo gli mise nome "Akira": un nome normale, all'apparenza. Ma se suddiviso, il nome diventata "A Kira", in inglese "un Kira", un Dio del Nuovo Mondo che avrebbe regnato una volta morto Light; e se il piano fosse andato in porto, il successore di Kira avrebbe avuto gli Occhi, grazie ai quali avrebbe potuto fermare subito coloro che avrebbero osato opporsi al suo volere. Erano passati due anni dalla nascita del piccolo erede di Kira, ma ancora non aveva dimostrato di avere quegli Occhi; se da una parte Light era furioso per la mancanza del bambino, dall'altra parte era felice che suo figlio ne fosse nato privo. Però forse due anni erano troppo pochi per accorgersi della capacità sovrannaturale del bambino.
A volte si sorprendeva a pensare a questi fatti: era come se in lui vivessero due persone, il vecchio Light che amava la sua famiglia e il suo lavoro sopra ogni cosa, e Kira che non voleva altro che giustiziare criminali. Spesso si chiedeva se quella sorta di sdoppiamento di personalità fosse un effetto collaterale del Death Note, e se davvero tutte le azioni che aveva commesso negli ultimi anni fossero state tutte farina del suo sacco per poi subito dopo dirsi che era solo la stanchezza a fargli pensare quelle cose. In fin dei conti, Light sapeva fin dal principio che eliminare il crimine attraverso il Death Note poteva costargli la salute, sia quella fisica che quella mentale, ma nessun altro poteva svolgere quel compito, nessuno poteva creare quel mondo perfetto che tutti sognavano.
Che però, ormai, più che un sogno era diventato un incubo...


°°°


-Ma è inaudito! Avete visto come ha trattato la povera Misa?- urlò Alice dopo aver assistito a tutta la scena con me, Alex e Ezdra.
-È naturale. Misa ci vuole vivi, mentre invece suo marito freme dalla voglia di eliminarci. Era solo una questione di tempo perché discutessero seriamente della faccenda- disse Ezdra, aggiungendo un mattoncino alla sua torre di biscotti.
-Però non è giusto! Misa sarà pure innamorata di lui, ma Yagami non ha il diritto di trattarla in quel modo!-
-Sorellina, calmati...-
-Come posso calmarmi? Non ce la faccio, non posso lasciare Misa e Akira da soli con quello psicopatico!- urlò Alice.
Io tacqui per tutto il tempo, sorseggiando un succo d'arancia e fissando Light Yagami, affacciato sulla finestra dirimpetto rispetto alla nostra; guardava la luna e il cielo stellato completamente assorto nei suoi pensieri, per poi spostare lo sguardo alla culla dentro a cui Akira aveva riposato finché non era stato svegliato dalle urla dei suoi genitori. E nel guardare quei piccoli gesti notai qualcosa che non avevo mai notato prima: per la prima volta da quando lo vedevo in faccia, Light Yagami mi sembrò diverso... umano. Una persona come tante altre, con i suoi problemi e le sue occupazioni. Non mettevo in dubbio che mi stava estremamente antipatico per avermi privata di un padre per ben due volte, ma ciò non toglieva che in fondo -molto in fondo- anche lui è un essere umano. Quando non era impegnato nel suo secondo lavoro di giustiziere (e quindi ormai di rado) era una persona assolutamente normale: passava del tempo con sua moglie, giocava con suo figlio,... nel momento in cui pensai a quelle cose capii come si sentisse Misa: alla lunga anche lei si era accorta di questo, che la sua doppia identità aveva generato una sorta di sdoppiamento di personalità; lei aveva capito prima di chiunque altro che Light Yagami e Kira ormai non potevano più coesistere. L'unica incognita era l'effettiva consapevolezza che Light aveva della sua stessa situazione mentale.
-Rue? Sei fra noi?- chiese Alex.
-Scusate ragazzi. Stavo solo pensando.- dissi, dirigendomi verso la cassaforte dove avevamo nascosto il Death Note che apparteneva a mio padre -Pensavo a come possa un oggetto così piccolo e insignificante come un quaderno stravolgerti la vita: Grazie a un semplice quaderno nero Light Yagami è diventato l'assassino più temuto al mondo, mentre io ho potuto riabbracciare mio padre, quando normalmente ciò sarebbe stato impossibile. È sconvolgente, non trovate?-
Nessuno rispose. La mia domanda non aveva bisogno di risposte: i fatti legati a quei quaderni parlavano fin troppo chiaramente.
Sfogliai distrattamente le pagine del quaderno nelle mie mani quando cadde improvvisamente un foglietto a terra.
-Cos'è?- chiese Alice vedendo il biglietto a terra davanti ai miei piedi.
Lo raccolsi e leggemmo le poche parole che vi erano scritte:

Da L a R: Yellow Box, sotto il melo, 07 gennaio. Fine.

-Papà...- mormorai. Ne ero certa, era lui il mittente e lo aveva nascosto fra le pagine del Death Note perché lo trovassi. Però quel messaggio mi lasciò perplessa: nella zona dove si trovava il Yellow Box non crescevano meli; e cosa poteva accadere il 7 gennaio?


***


Angolo dell'Autrice: Ed ecco a voi l'ultima follia di Terry: una bella lite coniugale con psicanalisi di Light e l'ultimo messaggio di L per la figlia (ve l'avevo detto che il ruolo di L in questa storia non era ancora finito... XD) che cosa avrà voluto dire L? cosa farà Rue? la storia sta giungendo all'epilogo? (a questa rispondo subito: sì) scopritelo nella prossima punata!

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: il tuo problema non è isolato: pare che sia l'effetto del tag < /br > nelle recensioni ora che non è più necessario. Mi dispiace che ti si sia fritto il computer, e spero che tu possa tornare al più presto. Ciao e alla prossima.

Grazie a chi legge e a chi ha messo la storia fra le seguite e fra i preferiti. Ciao!
  
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