- Ma... devo proprio? Si deve ancora rimettere! -
- Ma sì! Le farà piacere vederti! -
- Ooooh, dai! Coraggio, non essere timido! -.
Era passata quasi una settimana dall’accaduto.
Aidoh e Fiamma erano stati ricoverati in infermeria, ma lui era stato trattenuto solo qualche ora, al contrario della vampira, la quale era ancora in convalescenza.
Aidoh veniva spinto da Kain e Ichijo lungo il corridoio che portava all’infermeria e, inutile dirlo, ogni suo tentativo di opporre resistenza era solo futile spreco d’energie.
- E se dorme? - chiese Aidoh.
- Ma cosa vuoi che dorma! Ha una spalla rotta, mica sta morendo! - esclamò Kain in risposta.
- Ooooh, ma non è romantico?! Com’è romantico!!! - fece Ichijo, eccitato.
Aidoh era estremamente nervoso: quello sarebbe stato il giorno della sua dichiarazione.
Oddio, e se qualcosa va storto? Come potrò farmi perdonare da Fiamma? Come potrò trovare il coraggio di chiederglielo se va storto qualcosa? Ooh... ho paura...
Arrivati davanti alla porta dell’infermeria la trovarono già aperta e sbirciarono dentro: attorno al letto di Fiamma c’era un capannello di vampiri fra i quali riconobbero anche i disciplinari.
- Nooo... c’è troppa gente! - esclamò Aidoh, ritraendosi.
- Oooh, dai!! Coraggio, rubacuori! - Ichijo lo spinse dentro.
Lui rimase immobile sull’uscio, gli occhi di tutti quanti i presenti puntati addosso.
Si sentiva giustamente in imbarazzo, lì, sotto lo sguardo perplesso e indagatore di quella folla.
- Aidoh... - mormorò qualcuno.
Lui riconobbe la voce: era Fiamma.
I vampiri dinanzi a lei si scostarono per lasciarle vedere il nuovo venuto: Aidoh indossava una camicia bianca dalla scollatura ampia, che metteva in risalto il suo torace e un paio di pantaloni neri eleganti, simili a quelli di uno smoking.
In mano aveva un grosso mazzo di rose nere e se ne stava in piedi sull’uscio, senza muoversi, assumendo gradualmente tonalità sempre più intense di rosso.
- Err... - mormorò, in imbarazzo.
- Coraggio! - gli sussurrò da dietro suo cugino.
Aidoh deglutì e marciò deciso verso il letto di Fiamma.
Tanto vale farlo ora... speriamo bene!
Si inginocchiò vicino a lei, rosso in viso a causa del disagio provocatogli da tutto quel pubblico.
Fiamma prese il mazzo di rose nere con la mano sana e vi affondò il viso, inspirando profondamente.
- Come facevi a sapere che le rose nere sono i miei fiori preferiti? - chiese lei.
Lui rimase zitto: avrebbe voluto portargli un mazzo di rose rosse, ma il fioraio le aveva finite tutte.
Era eccitato, impaurito e terribilmente nervoso.
- Ehm... ecco... - abbassò lo sguardo ed estrasse una scatolina di velluto nero da una tasca - F-Fiamma... vorresti... vorresti diventare la... mia... fid-fid-fid... - s’interruppe: non riusciva a trovare il coraggio. Non davanti a tutte quelle persone almeno.
- Fidanzata - mormorò Kain alle sue spalle, fingendo un attacco di tosse.
Aidoh lo fulminò con un’occhiata.
- ... f-fidanzata? - riuscì a concludere.
Aprì la scatolina, rivelando un anello d’oro bianco cesellato con filigrana d’oro giallo, al centro del quale era incastonato un bel diamante, anche se non di proporzioni gigantesche.
Fiamma trattenne il respiro, osservando l’anello.
- Sì - rispose.
- Sì? - domandò Aidoh, perplesso.
- Sì! - esclamò lei con più enfasi, porgendogli la mano.
Lui le infilò dolcemente l’anello e, mentre era chino su di lei, Fiamma lo afferrò per il bavero della camicia e lo attirò a sé, finché le loro labbra entrarono in contatto, ricercandosi spasmodicamente l’un l’altra.
- Oooooh... ma come sono carini! - esclamò Ichijo, eccitato.
- Che bella coppia, non trovi Zero? - disse Yuki, osservando il disciplinare.
- Vampiri... - si limitò a dire Zero, mantenendo quel suo solito atteggiamento serio.
Fiamma e Aidoh mantennero quel piacevole contatto a lungo.
Era così bello, così appagante.
Lentamente le guance di Idol ripresero fuoco e fu solo a bacio finito che riacquisirono il pallore consueto.
- Ora... te ne andrai? - le sussurrò all’orecchio Aidoh, tristemente.
Quella domanda che gli era balzata alla mente la mattina precedente lo assillava costantemente: era divenuta il suo peggiore incubo.
Lei gli sorrise dolcemente.
- No... ho trovato qualcos’altro che merita la mia attenzione... - mormorò lei.
- Niente più arcani segreti pericolosi...? - domandò lui.
- Tu sei l’unico mistero di cui ho bisogno per il resto dei miei giorni... - rispose, accostandosi nuovamente alla sua bocca.
Si baciarono ancora: quel bacio ora, aveva assunto per Aidoh un significato più profondo dell’amore che mostrava esteriormente.
Era il sigillo della loro unione.
Per sempre.