Author: Ino chan!
Fandom: Naruto
Rating: Verde.
Genere: Oneshot.
Paring: Kakashi/ Sakura
Disclamer:Purtroppo i personaggi in questione non mi
appartengono,"per fortuna di Kakashi e Yamato! *ç* " non ci
guadagno un soldo bucato a scrivere questa storia, ma almeno soddisfo la mia voglia di pucciosità! >////<
Belive
again…
Vorresti
smettere di piangere
Davvero,
lo vorresti tanto.
Perché
non sei più la stupida ragazzina frignona che eri
Non
sei più tu quella che rispondeva al dolore con le lacrime.
Non
lo sei e non vuoi ritornare ad esserlo…
Tiri
su col naso e all’impressione quella pezzo di pietra dolente si sdoppi davanti
ai tuoi occhi, una , due volte per poi ricongiungersi e
mostrarti quel nome maledetto. Lo stesso che all’inizio hai
urlato per i nervi, che poi hai sussurrato con affetto e alla fine, senza
rendertene conto, con tanto amore.
Naruto kun…
Hai
perso il conto del tempo.
Da
quanto tempo è che stai qui.
Non
lo sai e questo in qualche modo ti fa paura.
Non
riesci a staccarti, piangi, e sembra che tu lo stia aspettando.
Ma
non ritornerà.
Non
stavolta.
Il
suo buon cuore l’ha ucciso.
Quel
demonio l’ha ucciso.
Stringi
i pugni fino a sentire male, fino a sentire il sangue scendere e filtrare fra
le dita. Non eri presente, non sai bene cosa sia successo, ma una cosa la dai per certa, solo un mostro attacca alle spalle un nemico.
Non il Sasuke kun che conoscevi. Che però ,forse
non è mai esistito.
Ti
accucci e tiri le gambe al petto. La notte sta scendendo, ma tu non riesci a
staccarti.
Non
ce la fai a dire addio.
Hai
congedato Sai.
Con
tutta la buona volontà i suoi tentativi di tirarti su,
ti hanno fatto solo peggiorare l’umore. E dopo un paio
d’ore anche il capitano Yamato ha ammainato bandiera
bianca. Però ti è piaciuto il suo abbraccio. Ti sei
crogiolata in esso in cerca di un po’ di calore. Hai trovato la comprensione, ma quello,
purtroppo no…
Sollevi
le mani e le unisci davanti al viso, sanno di sangue e freddo.
Aliti
nella speranza di scaldarle e poi le sfreghi assieme per non vedere le ferite
che le coprono. Hai preso a pugni un muro. Prima di venire
trascinata via a forza da Shikamaru, ti sei spezzata
le mani per non sentire il dolore dentro.
Chiodo
scaccia chiodo.
Peccato che non sia sempre così semplice.
Maledizione!
Stai cercando una soluzione, un qualcosa che ti aiuti a staccarti da questa
lapide, che ti aiuti ad andare avanti e a camminare con le tue gambe. A muovere
un primo passo, il primo importante passo. Schiacci il viso contro le ginocchia
e serri con forza le braccia attorno alle gambe .
Singhiozzi ancora e …
-Sapevi
di trovarti qui.-
Delle
mani sul tuo capo.
Calde
e un po’ ruvide.
Mani
che conosci.
Che
più di una volta ti hanno rimesso in piedi.
Sollevi
la testa.
Lui
ti sorride o almeno credi.
Maledetta
maschera.
-Perdona
il ritardo.-
Lo
guardi.
Lo
fissi.
Vorresti
tornare indietro a quel tempo. Nei giorni in cui lo credevi
capace di risolvere i problemi del Team sette con la presenza, con lo
spirito, a quando le urla di rabbia e gli sfottò erano la cosa peggiore che
potevano capitare.
-Sono
rimasta ad aspettarla.-
Lui
ti aveva detto che tutto sarebbe andato bene.
E
tu hai atteso che questo accadesse.
Come
una bambina ti sei fidata di lui.
-Scusa
se sono venuto solo.-
Le
sue mani sul tuo capo.
E il
suo sguardo fisso nel tuo.
Si
sta scusando.
Come
se questo fosse tutta colpa sua.
Come se avesse in mano la responsabilità della distruzione
del Team sette.
Della
caduta alla follia di Sasuke, del dolore che ti sta
mangiando l’anima , della morte di Naruto
e del sogno di avere di nuovo un Hokage da amare a
seguire seduto sul trono della Foglia.
Oh,
ma se è così sei colpevole anche tu.
Perché nemmeno tu non hai potuto fare nulla.
Siede
in due a divedere la colpa se ciò è vero.
E
cosa potete fare per non impazzire?
Cosa vi
rimane?
Stai
per chiederglielo.
Perché infondo
sei ancora convinta che lui abbia tutte le risposte.
Quando
quel calore ti avvolge all’improvviso.
Come
se te l’avessero gettato addosso, ti ritrovi in esso e
a cullarti come farebbe la bambina che vorresti tornare ad essere. Ti ha
abbracciato. Proprio come ha fatto il capitano Yamato , si è chinato su di te e ti ha stretto forte al suo petto.
La
comprensione.
L’affetto.
E il colore che volevi.
Il
calore di chi sa cosa stai passando, perché lo sta provando sulla sua pelle. Di
chi vuole starti accanto, anche solo con un abbraccio, di chi ti promette di
fare del suo meglio per non abbandonarti.
E a
te non resta che sperare di non perderti in esso, di ritrovare la strada per il tuo corpo, di non morire
di sollievo fra le sue braccia. Di avere la forza di
staccarti da lui, per riprendere a respirare
normalmente.
-Kakashi sensei.-
Si
stacca da te.
Lo
senti allontanarsi e “quel” freddo
penetrarti le ossa di nuovo.
Come
una secchiata d’acqua gelida, ti irrigidisci sotto le
sue mani, ora poggiate pesantemente sulle sue spalle. Hai paura. Hai paura di
combattere una dipendenza con un’altra, di morire in un altro legame che ti
darà più lacrime che risa.
Lo
vedi.
Piegato
da quell’affanno che solo le lacrime trattenute sanno
dare.
Chiudi
gli occhi e lentamente muovi le mani dalla loro posizione a penzoloni.
Cerchi
le sue.
-Mi
aiuta ad alzarmi?-
Eccoti
qui.
Ancora
una volta a fidarti di qualcuno.
A
sperare di non rimanere da sola a leccarti le ferite ancora una volta.
Vedi
la piega delle sue labbra curvarsi attraverso la maschera.
Vedi la sua espressione addolcirsi mentre ribalta la tua presa e ti stringe,
con delicata fermezza e tirarti su per poi sorreggerti con un braccio attorno
alla vita.
-Mi
accompagna?-
-Dove
vuoi.-
Fine
.
*Fa schifo, lo so, perdonatemi…