Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: maryku    26/10/2009    2 recensioni
Kagome alla sua festa per i 17 anni si scopre innamorata per Inuyasha, c'è solo qualche piccolo problemino: lui ha 9 anni in più di lei, è fidanzato con Kikyo dai tempi del liceo e, cosa ancora più importante, è suo zio.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non vi ho fatto aspettare troppo troppo stavolta, rispetto al solito! XD 
Questo capitolo segna un momento cruciale per Kagome tanto per un'altra persona. Chi di voi riuscirà a non uccidermi? Credo nessuno. ^^''' I personaggi ormai sono OCC al massimo, quindi sto affrontando tutto con calma e non come farebbe la takahashi XD Non so scrivere come fa lei i manga. ^^
Adesso vi lascio al capitolo. Buona lettura!


Capitolo 12

Luogo: Sotto casa di Inuyasha e Kikyo.

Perché: Sto andando al patibolo.

Come: Su una moto guidata da una pazza isterica che corre troppo e mi fa venire un infarto dopo l’altro.

Ore… Non me ne frega nulla delle ore!

E non me ne frega nulla nemmeno del perché, del luogo o del come ci sto andando.

Solo una cosa conta: cosa devo fare.

E lì sono guai.

Incontrare Kikyo è stata la decisione che dovevo prendere. Ma era anche quella che volevo prendere?

Credo di sì.

Però questo non rende le cose più semplici.

Tra due curve saremo arrivate. Sto stringendo tantissimo la vita della povera Sango, che per ora non si lamenta. Vorrei fuggire.

In fondo, non sono ancora matura.

Ecco, abbiamo svoltato l’angolo. Manca una sola curva.

E io che ci sto a fare qui? Non dovrebbe parlarci Inuyasha con Kikyo? O no?

Oddio! ODDIO! Abbiamo svoltato anche l’ultima curva!

Vedo casa di Inuyasha. Si avvicina… Sempre di più…

«Non voglio più farlo!»

«Lo dici solo perché sei spaventata. Calmati.»

«E ti pare poco!»

«Se non ci parli te ne pentirai amaramente.»

«Meglio essere amari che finire a fettine.»

«Sai che quello che stai dicendo non ha senso?» Sango ha appena fermato la moto sotto il cancello di casa di Inuyasha. E io la sto ancora stringendo.

Le cose non vanno benissimo.

«Kagome, lasciami, o finisce che mi spezzo!»

«Scusa!» la lascio immediatamente e per poco non perdo l’equilibrio. Per fortuna che sono ancora seduta sulla moto.

«Scendi!»

«Come?»

«Scendi dalla moto!»

«Ah, va bene» eseguo l’ordine lentamente, tutto pur di rimandare il momento dell’incontro.

«Adesso va’ a suonare il campanello. Non accetto obiezioni!»

«Sì…» mi giro e vado al cancello; mi spavento quando sento il rombo della moto.

«In bocca al lupo!» urla Sango, per poi partire.

«No, non andare!» sono costretta a urlare, ma non serve a molto. È già andata.

E adesso sono sola.

Bene.

Benissimo.

Perfetto!

È un disastro…

«Sì?» all’improvviso sento la voce gracchiante del citofono. Sobbalzo, quasi urlo, ma mi trattengo.

«Sono Kagome. Kikyo, sei tu?» forse la mia voce ha tremolato un po’, ma non me ne preoccupo troppo perché non si dovrebbe capire dal citofono.

«Sì. Sali, ti stavo aspettando» il cancello si apre e entro nella palazzina di mio zio.

Come faceva ad aspettarmi? Allora… è davvero lei? Oh, non ci capisco più nulla!

Però tra poco saprò.

Arrivo davanti alla loro porta, lei è lì davanti che mi accoglie.

Non sorride, ma non mi guarda nemmeno male.

Almeno è qualcosa…

«Entra pure. Ho fatto un po’ di tè, ne vuoi?»

Sembra gentile. Di solito con me non è così, per nulla.

«Sì, grazie» rispondo con un po’ di imbarazzo.

«Accomodati dove vuoi, tanto la casa la conosci. Io arrivo subito» indica la sala, poi va nell’altra stanza. Nel frattempo mi guardo intorno. Qui è rimasto tutto uguale. Mobili moderni accostati a mobili antichi nel giusto ordine creano una sensazione di casa vissuta; il divano è di un colore acceso, in contrasto con i colori tenui delle pareti. Non manca di certo il televisore moderno e lo stereo, disposti nella libreria di fronte al divano.

Come si vede che Inuyasha non ci ha messo mano.

Questo devo ammetterlo: Kikyo ha molto senso estetico.

Mi siedo sul divano giusto l’attimo prima che arrivi Kikyo con due tazze colme di tè.

Le appoggia sul tavolo, poi mi guarda.

«Zucchero?»

«Sì, grazie. Due cucchiaini» guardo in giro mentre lei prepara le tazze, non sapendo bene come cominciare. Non posso certo dirle che credo che sia stata lei a rovinarmi casa, non sarebbe educato. E non posso nemmeno dirle subito cos’è successo, sembrerebbe sempre che l’accusi. Non so che fare… Aiuto!

«Ehm… La casa è sempre bellissima…» ma cosa mi metto a dire? Aiuto…

«Kagome… Sappiamo entrambe che non è una visita di cortesia, la tua, quindi puoi anche arrivare subito al punto. Sappi, però, che Inuyasha non è qui» dice con tono calmo.

Rimango per un attimo spiazzata, prima di rispondere.

«Meglio così. Volevo parlare sola con te. Io… Credo di doverti delle scuse, per il fatto che Inuyasha non…» alza la mano e non mi lascia finire la frase. Io mi azzittisco subito.

«So benissimo che viene tutte le sere da te e resta a dormire dopo il lavoro al locale; non sono certo stupida. Più che altro lo sei tu, adesso. Non chiedermi scusa per una cosa che ti fa piacere. Se non volevi che succedesse, già dalla prima sera lo dovevi cacciare. Adesso, parlami di ciò che vuoi realmente dire» sorseggia il tè, poi mi guarda negli occhi.

Ha ragione, sono stata un’ipocrita a dirle così. Adesso sarà arrabbiata, quindi addio buone maniere.

Però potrebbe almeno mettermi un po’ a mio agio…

Su, Kagome, forza e coraggio!

«Ieri sera… Sono andata a casa e ho trovato tutto in disordine… Tutto… Incasinato» la mia voce è un po’ incerta, ma non balbetto, per fortuna.

«Continua.»

«E… C’erano delle scritte… Sulle pareti… Mi chiedevo se tu ne sapessi qualcosa.»

«Cosa vuoi che ti dica? Che sono stata io? Che non ti sopporto?»

«No, no… Io…» balbetto, ritenendomi stupida fino all’inverosimile.

«Senti, Kagome… So perfettamente che mi odi, così come la tua famiglia. Sono sempre stata vista come una stupida da tutti voi, e la cosa non è stata per nulla piacevole, ma mi bastava restare accanto a Inuyasha per essere contenta.»

«Ma no, non è così…» sto cercando di rimediare a una cosa che sanno tutti. Ma posso davvero fare qualcosa?

«Non prendermi in giro, non sono scema. Devo ammettere che non mi sta particolarmente simpatico tuo padre, per il suo modo da signor uomo-gelo, e tuo nonno è leggermente troppo attaccato al lavoro, anche se si nota che vuole bene alla sua famiglia» prende un respiro profondo, poi continua. «Però ho sempre cercato di avvicinarmi almeno a te e a Rin. Pensavo che avremmo potuto almeno conversare civilmente, anche se non saremmo diventate ciò che s può definire una famiglia unita. Invece…» si ferma di nuovo. Mi guarda negli occhi come se fosse un’inquisizione.

«Non stare così rigida. Non mordo mica» ha scherzato… Kikyo ha scherzato! Non lo credevo possibile… E ha cercato di mettermi più a mio agio.

Forse è vero che non le abbiamo mai dato nemmeno una possibilità.

«Hai tutte le ragioni per essere arrabbiata…» sussurro, pentendomi subito delle mie stesse parole.

Kikyo poggia la tazza sul tavolo, poi alza gli occhi.

«Non sono arrabbiata. Sono solo triste perché nessuno ha mai capito che non sono cattiva, solo un po’ fredda. Solo Inuyasha l’ha capito. E di questo gli sono grata…»

«Sì, lo zio è una brava persona…»

«Però non trovi che a volte sia un po’ lento?»

«Come?» la mia voce esce stridula, credo di non aver capito bene.

«Massì, ci ha messo due anni per capire che era innamorato di me, e un altro per chiedermi di uscire. Stavo per perdere le speranze!» fa una mezzo sorriso.

Alt! Fermi! Fermate il tempo!

STOP!

Questa è Kikyo? Lei? Sicuri che non sono in un universo parallelo?

«Mi sembri ancora rigida. Forse è vero che siamo incompatibili.»

«No! Aspetta… Io… Sono solo stupita. Non ti avevo mai sentito parlare così» alzo lo sguardo senza rendermene conto. Non ho più le spalle piegate in avanti, non ho nemmeno le guance rosse, ho solo una grandissima curiosità. Forse si può pensare che sia dovuto più al fatto che voglio conoscere com’è Inuyasha con Kikyo, ma non è così.

«Se mi avessi sentito parlare qualche volta, avresti capito di più.»

«Vero…»

«Non te ne sto facendo una colpa, Kagome. Sei stata abituata e cresciuta dalla tua famiglia a vedermi come un’estranea perché non venivo alle riunioni e perché non ero stata accettata come possibile moglie di uno dei due capi dell’azienda No Tashio. Alle riunioni di famiglia screditavano Inuyasha davanti a me, su di me, o parlavano di lavoro e mi lasciavano fuori dai loro discorsi. Tu eri piccola, e non te ne accorgevi, ma eri l’unica della tua famiglia, esclusa Rin, che non mi guardava con ribrezzo» finisce sospirando. Solo adesso sto capendo che è dura per lei parlare di queste cose. Non ha vissuto una bella vita, forse anche per colpa della sua apparenza fredda, perché non è stata capita.

«Io… Avevo una certa stima e allo stesso tempo timore. Non osavo rivolgerti la parola, però mi avvicinavo a Inuyasha e gli chiedevo di te…» arrossisco furiosamente al ricordo. Da bambina Kikyo mi impauriva, però mi affascinava. Come quando vuoi capire com’è fatto un ragno, ma hai paura di avvicinarti. Anche se lui è così piccolo che non ti farebbe nulla.

E poi, a me sono sempre stati simpatici i ragni.

«Sì, me lo raccontava. Spesso fantasticavo sul fatto che tu fossi mia nipote di sangue… Eri molto carina da piccola, e crescendo sei migliorata. Ma ti allontanavano sempre da me» il suo sguardo si fa vacuo. Vorrei poter dire qualcosa, ma ho paura di spezzare tutte queste confidenze che sta facendo. È il mio mondo di bambina che viene capovoltato, e, anche se non mi piace, voglio restare ad ascoltare e capire.

«Come mai non sei mai stata accettata?» lo chiedo tutto d’un fiato per non fermarmi a metà e perdere il coraggio. So che succederebbe, sennò.

«Perché non ero uno youkai, per prima cosa. Poi perché non ero ricca, né bellissima. Ma questo potevo anche capirlo. Credo che la cosa che mi ha resa più fastidiosa sia il mio voler entrare negli affari della società. Rin non se n’è mai interessata perché adora le faccende di casa e non sopporta questi lavori di alta società, anche se sarebbe in grado, invece a me sempre piaciuti, ma le mie idee li hanno sempre lasciati un po’ scioccati. Credo sia colpa del loro orgoglio maschile.»

«Sì! Gli uomini sono molto orgogliosi, soprattutto sul lavoro!» ridacchio.

«Infatti. E si arrabbiano soprattutto se è una donna a sorpassarli.»

«O se ha idee migliori…» mi fermo un attimo. Non avevo idea che Kikyo fosse così. Forse perché, se ci penso, non ci ho davvero mai parlato seriamente.

Eppure è abbastanza simpatica. Inuyasha me lo diceva sempre, Kikyo va solo presa e capita, così saprai che è una bravissima persona. Ma io non ci avevo creduto.

Adesso vorrei sprofondare. Perché non si apre un buco sotto di noi quando vogliamo? E perché non c’è nessuno youkai contro il quale combattere quando vogliamo sfogarci?

Bah!

Ingiustizie della vita.

«Comunque, non devi più preoccuparti di me. Presto avrai Inuyasha tutto per te.»

«Come?» è la seconda volta che mi fa dire così, con una vocetta stridula che non sopporto. Forse un po’ ci prova gusto.

«Io sto andando via. Ho trovato un’altra sistemazione, e forse anche un altro uomo.»

«Ma… Perché?»

«Semplicemente la mia storia con Inuyasha è giunta a un punto di non ritorno. Ci consideriamo solo amici… E poi, lui ormai guarda te.»

«No, non è vero. Inuyasha non mi guarda nemmeno come donna, pensa a me come a una piccola nipote da proteggere…» sospiro. Non so perché ho detto questo a Kikyo, ma mi andava di sfogarmi.

«Allora hai qualcosa sugli occhi… Inuyasha ha sempre avuto un’attenzione particolare per te. Anche se mai così forte da infatuazione… ma quando il suo inconscio ha capito che ti eri innamorata di lui, ha cominciato a considerarti una donna. Forse, se tu non avessi provato nulla, lui nemmeno… Ma non posso certo dirlo io.»

«Cioè… lui… Innamorato?»

«Te lo sto dicendo da prima. Sì, è cotto.»

«Ma… Ecco, non sapevo… Io…» mi fermo. Prendo un respiro, poi scuoto la testa per calmarmi. «Vorrei davvero crederti, ma… Non lo ritengo possibile.»

«Perché non hai fiducia in te stessa. E credi troppo nelle formalità…»

«Un incesto è pur sempre un incesto» sussurro.

«Però fra animali è accettato. Perché fra noi uomini no? Forse vogliamo solo fermare l’istinto, oppure crediamo che la famiglia sia più importante dell’amore per una singola persona. Fatto sta che non puoi manovrare i sentimenti come vuoi. Loro prendono direzioni strane, a volte assurde… E anche adesso. Credevo di non potermi mai più affezionare a un componente della famiglia di Inuyasha, invece mi affeziono alla persona che me lo porterà via… Il mondo è strano» sorseggia il tè, come a dirmi che abbiamo finito il discorso.

E io devo avere una faccia ebete, perché appena mi guarda deve simulare una smorfia con un colpo di tosse. Forse voleva ridere…

«Mi sa che devi andare a casa. È tardi.»

«Aspetta, ancora non mi hai risposto!»

«A scrivere incesto sulle pareti è stato qualcuno che non voleva. E si scusa con entrambi. Adesso va’ a casa, Inuyasha si starà preoccupando per te come una mogliettina, me lo sento…» poggia la tazza e si alza. Io faccio altrettanto.

Mi ha congedata. E completamente spiazzata.

Vorrei chiederle altro. Vorrei farle altre domande, parlarle, urlarle, sgridarla, capire… ma non so bene come mi ritrovo fuori dalla porta, completamente paralizzata. Guardo per un tempo che mi sembra infinitamente lungo la porta davanti a me.

I miei pensieri sono come una stanza bianca. Non c’è nulla dentro,  solo stupore.

Quando mi riprendo sbatto più volte gli occhi.

Ho capito che devo fare. Una cosa sola. Una.

Ma prima devo chiamare Sango…

Non posso certo tornare a casa a piedi!

 

 

 

Devo essere impazzito, perché sono in una stanza bianca con una torta al cioccolato; ma in fondo non mi dispiace, mi piace il cioccolato. La mangio tutta, anche le briciole. È buonissima.

Mi sono macchiato tutto… E non me ne importa nulla! Ma, a un certo punto, comincia a farmi male lo stomaco. Molto male.

Tanto male che sono costretto a rimanere a letto, e non vado a lavoro.

A un certo punto sento un rumore. Come se un pugno battesse sul legno. In quell’istante la porta si spalanca e entra Sesshomaru che impersonifica il male assoluto.

Ho paura! Scappo, scappo… Ma non posso! Sto male, a letto…

E lui si avvicina sempre di più.

«Inuyasha, come hai osato innamorarti di mia figlia?» urla.

«Ahh! Non mi picchiare, ti scongiuro! Pensavo fossi arrabbiato perché non ero venuto al lavoro!»

«Inuyasha…»

«Non mi picchiare!»

«Inuyasha!»

«Cos…?» apro gli occhi. Sono per terra.

«Inuyasha, va tutto bene?» chiede una voce familiare. Annuisco, giusto per non far preoccupare nessuno, e alzo gli occhi.

«Ka-Kagome! Che… Che ci fai qui?» chiedo, cercando di ricordare.

«Questa è casa mia…» mi guarda strano, come se fossi impazzito. Be’, dopo aver visto mio fratello come male assoluto, mi sento parecchio spaventato…

 «Ah, sì giusto… Ecco, io mi sono addormentato…» se avessi detto che lei ha i capelli neri avrei fatto una figura più dignitosa, me ne rendo conto.

«Sì, l’ho notato. Ho aperto la porta e ti ho visto agitato, quindi ti stavo chiamando, ma hai iniziato ad urlare. Che stavi sognando?» la sua voce è calma, ma i suoi occhi sembrano molto preoccupati. Per me. E questo, anche se non dovrei, mi fa sentire importante.

«Stavo facendo un incubo. Tuo padre che mi sgridava perché non ero andato a lavoro. Sembrava l’impersonificazione del male…»

«Sì, quando si arrabbia fa molta paura» ridacchia, un po’ più tranquilla. Ne sono contento.

«Piuttosto, hai notato?» le chiedo, con un sorrisino ebete stampato in faccia.

«Cos…? Oh…»

«Allora?» il sorriso ebete sembra che non si voglia più scollare dalla mia faccia mentre lei osserva le pareti beige. Niente più rosso, niente più bianco.

«Grazie! Inuyasha, sei davvero il migliore!» mi abbraccia come se non potesse fare altro. Mi fa piacere. È davvero…

Fermi! Mi ha chiamato per nome? Non l’aveva mai fatto prima.

«Come mi hai chiamato?» chiedo, da deficiente quale sono. Ma potevo starmene zitto? A quanto sembra no.

«Inuyasha… Posso chiamarti per nome, vero?»

«Lo faresti anche se ti dicessi di no» sospiro io.

«Vero. Ma voglio una risposta» dice fissandomi negli occhi; e, quel punto, capisco che dalla mia risposta lei capirà qualcosa che solo le ragazze, anzi, il genere femminile è in grado di capire – ma soprattutto che notano solo loro.



Enorme ritardo, ma voglio lo stesso rispondere alle chi mi ha commentato, anche se sono stanchissima e tra poco mi sa che ucciderò il computer. XD

Bchan: Stavolta sono riuscita ad aggiornare abbastanza in fretta per i miei standard! XD Spero che la tua curiosità sia in parte stata appagata...
zero2757: Sì, immaginavo che avresti adorato Ayame e Sango. XD Ah, ma mancano almeno due capitoli per finire, non ti preoccupare, ancora un po' dura. ^^ Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo!
cicca_: grazie mille! Mi fa paicere sapere che ti è piaciuto! E di questo che mi dici? XD
Xx Kagome-Chan xX: Ah, la concluderò, tranquilla. Tu continua a leggere, poi si vedrà quel che succederà... Non spoilero! ^^ Spero davvero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Ciao!
demetra: Posso dirlo con certezza, adoro i tuoi discorsi strambi! XD Mi fai capire perfettamente quello che vorresti dalla fanfic, e a volte ci azzecchi, altre no... Fra Inuyasha e Kagome si vedrà... Invece per quanto riguarda Sesshomaru c'è un punto che nessuno ha pensato... Ma si vedrà anche quello, forse prorpio col prossimo capitolo, se non fra due XD Spero che ti sia pèiaciuto anche questo!

E adesso, vi saluto! Al prossimo capitolo! ^^


   
 
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