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Autore: jenyx    26/10/2009    0 recensioni
"Michele dai mille pensieri"
Questa non è una storia allegra. Non fa bene leggerla.
Dopotutto, non è che tutte le storie possono essere felici,no?
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Michele dai mille pensieri"

Questa non è una storia allegra. Non fa bene leggerla.
Dopotutto, non è che tutte le storie possono essere felici,no?

Solo i bambini pensano che tutto possa essere bello,solare,divertente e colorato.

Io non sono mai stato un bambino, non ne ho avuto il tempo.

Io ho sempre visto nero..o bianco, ma di solito nero.

C'è una canzone che dice:

"you bleed just to know you're alive“

“sanguini solo per sapere di essere davvero ancora vivo"

Potete dargli torto? quando tutto vi sembra vuoto,potete dargli torto?

Quando ogni conversazione, posto, persona, ogni oggetto, ogni corpo..tutto vuoto. Quando perde significato.

Quando la lingua si stanca di muoversi per parlare, perchè ogni suono sembra precipitare ed avere un'eco sinistro.
Quando si vorrebbe anche poter smettere di pensare;ma non si può perchè il cervello non dorme mai, va avanti per inerzia, come i polmoni che cercano ossigeno anche sott'acqua.
Allora uno cosa fa?

I film ed i libri prima o poi finiscono. o, peggio ancora, ci hai perso talmente tanto tempo che ormai non hanno più significato.

Come se iniziassi a vederne uno e già ne conoscessi la fine.
Per cosa vivi?

Per cosa vive la gente?

Io non ho dio. a lui non frega di me ed io non mi interesso di lui.

Ma sono convinto che, a volte, si diverta a fare qualche scherzetto.

Mio padre è morto.

Ok sono passati parecchi anni. però è morto e Dio sa (lui sa tutto,dicono) quanto avrei preferito morire io al suo posto.

Invece lui non c'è più e io sono sempre qui,cazzo,sempre qui.

Mi aveva scritto una lettera giusto qualche giorno prima di andarsene via e lasciarmi da solo.

Non l'ho mai letta. le ultime parole di un uomo..lasciate nell'oblio...ma perchè non sono morto io?

Una volta ho conosciuto una ragazza che suo padre non l'aveva mai conosciuto.

Credo volesse leggerla più lei di me quella lettera.

Ma a me le parole fanno paura. sia sentirle che pronunciarle.

Mi piaceva quella ragazza. E non poco. E quante parole è riuscita a farmi tirare fuori lei in così pochi giorni!

Ho parlato talmente tanto che sono persino arrivato a credere di avere cose interessanti da dire, perchè lei era lì, e c'era, e stava ad ascoltarmi sempre, dalla prima parola all'ultima. Non era più così difficile parlare se era con lei che dovevo farlo.

Ma la distanza guasta le cose e un bel giorno l'ho mandata via ed un'altra ha preso il suo posto.

Quest'ultima una volta, in una foto, l'avevo paragonata ad una nuvola..e come tale è stata: è arrivata e poi è evaporata..come il mio interesse per lei.

Ho cancellato il nome della prima ragazza, mi farebbe troppo male, ma ricordo perfettamente tutto il resto.

Diceva sempre che le sarebbe piaciuto poter entrare nella mia testa e frugare tra i miei mille pensieri. io le dicevo che non ne avevo poi così tanti di pensieri..non mi ha mai creduto.

Perchè scrivo queste cose? Perchè scrivo tutto questo?
Perchè il foglio è l'unico spazio vuoto che io possa riempire.

A costo di avere male a entrambe le mani (sono ambidestro, anche se scrivo da schifo da entrambi i lati); ormai il dolore è entrato a far parte di ogni mio ciclo vitale. c'è chi dice che non ci può essere gioia senza dolore.

Però, dopo averne provato tanto, la gioia dov'è?
Nessuno me la fa provare.

La mia migliore amica si è sposata, ed ora mia amica non lo è più.

Ma cosa sono gli amici?

Una seconda famiglia per chi una famiglia vera non ce l'ha.
Io non ce l'ho.


Un giorno mia madre se n'è andata di casa e mi ha lasciato da solo.

Avevo sei anni.

Rientrava a casa ogni mese all'inizio, poi le pause si sono fatte sempre più lunghe.

Ora sono grande, ma prima vivere da solo non era facile. Era come vivere nel vuoto che invece una carezza o una parola avrebbero potuto riempire, come sto facendo io con queste pagine.
Immagina un bambino di sei anni che è da solo a casa la notte della Vigilia di Natale e mette un pacco regalo sotto l'albero e se ne va a dormire chiudendo gli occhi forte, forte nel buio, sperando di trovarne degli altri il giorno dopo.

E se ci saranno, quanti ne troverà?

Intanto pensa inconsciamente (perchè in fondo è ancora solo un bimbo) che il regalo più bello sarebbe vederli entrambi intorno al tavolo rotondo con un bel sorriso.
Invece il giorno dopo non c'è nulla sotto l'albero.

Solo un regalo, quello che aveva messo il bambino stesso.

Forse così si capisce perchè la gente perde ogni speranza e fiducia nel mondo.

Ma oggi è successo qualcosa.

Qualcosa di nuovo.

Una lettera..che me ne ha fatta ricordare un'altra.
É arrivata in una busta bianca. dentro c'era una foto; la foto di una cicatrice a forma di M.

So di chi è quella cicatrice.

Sotto la foto una scritta :

"chissà se l'hai letta, Michele dai mille pensieri..".

Ho guardato ancora dentro, ma non c'era nient'altro.

So chi è e quale lettera intende: quella di mio padre.


Come poteva ricordarsene?

Come poteva essersi ricordata di me?

No, non l'avevo letta.

Sapevo dov'era,sì, ma l'avevo sempre lasciata lì.
Sono pronto per leggerla?

Lei mi ha ritrovato e non mi ha lasciato da solo. .

Se non per me..almeno per lei.

Il mio sguardo figge in direzione del cassetto dove avevo chiuso quella lettera molti anni addietro.

Mi avvicino ed ho quasi paura che quando aprirò quel cassettino, non ci sia più. Invece no: è lì.
La prendo e comincio a rigirarmela tra le mani. mi butto sul letto e lascio cadere la busta sul mio fianco.

Incrocio una mano dietro la testa e con l'altra ripasso con le dita sulla linea della lettera calcata sulla mia pelle sul petto.

Lascio che l'apatia mi scivoli via di dosso e che pensieri e domande si acquietino.
Le dita mi tremano mentre apro la busta.

C'è un foglio, ma non credo ci sia scritto molto..non è mai stato di molte parole.

In ogni caso non riesco a vedere: questa volta le lacrime non riesco a ricacciarle indietro.

Già solo avere quel foglio in mano mi rende felice.

Felice e con un sorriso..dopo tanto, troppo tempo.

  
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