Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Yuri_e_Momoka    26/10/2009    3 recensioni
Sfiorò i lineamenti di quel viso che mai aveva visto così da vicino, nemmeno durante le lunghe notti trascorse nello stesso letto, senza mia toccarsi, né parlarsi, con inconfessabili pensieri che volteggiavano sopra di loro, mai espressi.
Non poteva farlo soffrire per colpa di alcuni stupidi ricordi. Eppure tenne con sé quell’ultima foto, e la nascose nella giacca, prima di riporre la scatola e ritornare dall’altro…
“E se tu… te ne dovessi andare?”
C’erano tante, troppe cose per cui doveva essere perdonato, ma per nessuna di queste meritava l’assoluzione. Soprattutto per quello…
"Tu hai qualcuno che ami da proteggere, ed è ciò che ti infiamma l’anima e gli occhi, che mobilita ogni tuo gesto, che giustifica ogni tuo respiro."
“L’importante è anche riuscire a vivere fino a quel giorno.”
“Ti…voglio…bene.”
“Non andare.” Ripeté, mentre osservava il proprio sangue entrare nel corpo debole e sempre più pallido di Fay.
“Kurogane…” pregò piano, stava troppo male per gridare, ma sperava che qualcuno lo sentisse ugualmente.
"Non vado proprio da nessuna parte"
Il rapporto tra Kurogane e Fay sembra idilliaco, ma non tutto è semplice come appare. Tutte le complicazioni di una relazione, dalla A alla Z.
[vergognosamente KuroFay]
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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EC 4 Salve a tutti, qui è Momoka che vi parla!
Dopo il capitolo Caffè a me è capitato un chap di transizione, dove si indaga di più nella mente del nostro Kurotan!
Innanzitutto vorrei ringraziare i commentatori degli scorsi capitoli, coloro che seguono la storia e quelli che l’hanno inserita tra i preferiti! *inchin*
Siamo felicissime che la storia vi piaccia così tanto e speriamo di non deludervi con i prossimi capitoli! Continuate così, per la gioia di noi scrittrici che non dormiamo la notte pensando ai capitoli da scrivere XD
Ora vi lascio alla lettura, onde evitare di scrivere altre cavolate, facendovi addormentare prima di iniziare XD
A presto! J
PS: Se volete ucciderci, assalirci o semplicemente conoscerci, noi saremo domenica a Lucca (Hitsuzen permettendo) tra la folla… ovviamente non vi chiediamo di fermare ogni passante, ma se vedete due dementi vestite da Fay e Kurogane che attendono solo richieste di pose Yaoi… ebbene saremo noi!
Momoka


 
4. DEDIZIONE: “Atto del dedicarsi completamente e con passione a un’attività, un ideale, una persona.” [¹]  
 
Kurogane si svegliò quando il sole ormai stava per tramontare. Si sentiva strano, non era abituato a dormire di giorno. All’inizio credeva di aver udito il segnale della sveglia, ma poi capì che quel suono proveniva dalla televisione in salotto. Si vestì con particolare lentezza, percepiva un certo disagio in lui, una vocina nella sua mente temeva il cambiamento che quella mattina avrebbe portato nella sua vita.
Si avvicinò alla cucina e vide il biondo ridere ad un programma comico, tutto rannicchiato sul divano. Il rumore di passi lo destò dalle battute del conduttore e, girandosi con gli occhi pieni di lacrime, lo guardò con un sorriso così luminoso da farlo arrossire.
“Ti sei svegliato Kuro-cicci!”
Gli saltò al collo in un istante, noncurante della risposta imbarazzata di Kurogane, e lo guardò negli occhi per qualche istante prima di baciarlo.
“Dai piantala idiota!” fu la risposta dell’altro, che però ricambio il bacio.
“Ti ho preparato la cena, Kuro-shy! Mi prenderò cura di te in questo giorno di malattia improvvisa… perché è questo che hai detto al tuo capo, vero?”
Il sorso di acqua che stava trangugiando quasi gli andò di traverso a quella frase. Sperava che quella scusa non venisse mai scoperta, ma evidentemente il “boss” aveva deciso di chiamare a casa per verificare…
“Quell’uomo è un demonio! – esclamò, stringendo il pugno e fissando il soffitto, facendo sorridere il biondo – E tu cosa sghignazzi!”
“Rido perché il mio Kuro-tan è proprio un gran timidone!”
Lo osservò a lungo, mentre lo prendeva in giro, mentre si avvicinava per coccolarlo con le sue guancie che arrossivano leggermente, mentre puliva i piatti canticchiando per vedere se era davvero felice. Ora non aveva dubbi, avrebbe conosciuto il vero Fay.
Il giorno dopo al lavoro fu difficile svicolare le domande del suo capo, ma sedersi davanti a quella scrivania, salutare i suoi colleghi così tediosi per lui, obbedire alle richieste strampalate dei superiori si rivelò meno complicato del solito. Non si spiegava il perché, ma il tempo volò sorprendentemente e in un baleno si trovò sul treno per tornare a casa.
“Salve, Kurogane-sama!” disse all’improvviso una voce da dietro di lui.
“Oi!” si limitò a dire lui. Non aveva voglia di parlare con Subaru, un suo ex collega, cacciato perché beccato in atteggiamenti compromettenti con il capo. Quell’individuo lo irritava, perché aveva gettato via la possibilità di un’ottima carriera solo per un rapporto del quale non aveva nessuna certezza.
Dopo qualche frase di circostanza, il silenzio regnò sovrano e il moro si trovò a fissare con insistenza l’orologio e le fermate che gli mancavano all’arrivo a casa.
“Come siamo impazienti oggi!”
“Tsk! Non è vero. È colpa dei treni che sono sempre in ritardo.”
Il sorrisino di risposta dell’altro non gli piacque neanche un po’.
“E il lavoro come procede?” continuò poi, ignorando quegli occhi rossi ridotti a fessure che lo squadravano.
“Come al solito. E te invece, hai trovato un nuovo impiego?”
“Oh sì, proprio una settimana fa! Sono impiegato in un’azienda di latticini!”
Kurogane rabbrividì alla sola idea di tutto quel latte, che lui odiava così tanto. Quel lavoro era notevolmente inferiore alle sue capacità, visto che stava quasi per diventare il suo vicecapo, meno di due mesi prima. Eppure il sorriso di quell’uomo era sincero, felice.
“Mi piace davvero molto poter lavorare e non dovermi preoccupare della mia relazione con Seishiro-chan. Presto riusciremo ad andare a vivere assieme, e questo lo devo anche al mio nuovo impiego.” Disse quella frase senza imbarazzo e Kurogane si ritrovò ad arrossire per lui. Non sarebbe mai riuscito a palesare la sua relazione con Fay in quel modo.
Nel frattempo la frase di una donna davanti a lui attirò tutta la sua attenzione e ciò non sfuggì a Subaru.
“Guardi, non vedo l’ora di tornare a casa da mio marito. È bello avere qualcuno a cui dedicarsi, non trova?”
Infine la voce metallica annunciò la sua fermata e si congedò piacevolmente dallo sguardo indagatore del suo ex-collega.
Ora si trovava finalmente solo coi suoi pensieri, mentre la frase sentita poco prima gli risuonava nella mente, unita alla sua conversazione con Subaru. L’autunno aveva colorato tutti gli alberi della sua via, mentre il cielo, ormai scuro come in piena notte, sembrava inghiottire lui e il suo cappotto nero. Si rifugiò nel bavero, portandosi le mani in tasca più per concentrarsi che per il freddo.
Felicità, appagamento e affetto sembravano essere tre parole collegate nella vita della gente che lo circondava e, ora si rese conto, anche nella propria. Il tempo quel giorno era volato perché aveva qualcuno per cui lavorare, qualcuno per cui impegnarsi e qualcuno per cui tornare a casa, dopo la giornata impegnativa.
Ora che il suo rapporto con Fay era cambiato, sembrava essersi modificato anche ciò che lo circondava, il suo modo di porsi nei confronti di ciò che faceva, ciò che vedeva e ciò che si aspettava. Aveva finalmente trovato la motivazione che per anni e anni era andato cercando in orari straordinari, maratone lavorative e incarichi faticosi.
Dopo quelle riflessioni si ritrovò davanti a casa e non vedeva l’ora di entrare e farsi accogliere da quel calore familiare.
“Bentornato a casa Kuro-pyon! Ci sei mancato tanto oggi!” gli disse il biondo, investendolo e saltandogli al collo. Aveva sempre fatto così, talvolta aspettando il momento giusto in cui la porta si apriva, altre volte precedendolo e correndogli incontro e questo l’aveva fatto andare su tutte le furie.
“E staccati idiota! Quante volte te lo devo dire che devi stare buono e calmo?” ma stavolta, mentre una mano lo rimproverava, cercando di liberarsi dalla sua presa, l’altra finì inevitabilmente per abbozzare una carezza su quel viso così allegro e gioioso.
“Guarda cosa ti ho preparato: primo, secondo e un dolcetto bello zuccheroso per te!” Una smorfia di disgusto si disegnò spontanea sulle labbra di Kurogane. Non l’aveva mai visto così, e anche se di solito gli preparava la cena, dietro non c’era tutta quella cura e attenzione che sembrava averci messo stavolta. La motivazione era cambiata e aveva scacciato via le insicurezze e i timori, lasciando spazio soltanto a una semplice… dedizione.
Anche Fay dunque aveva visto l’evoluzione del loro rapporto ed era cambiato di conseguenza, forse senza nemmeno rendersene conto.
“Sei proprio un’idiota, lo sai?!” disse tra un boccone e l’altro, sorprendendo l’altro che lo fissava mangiare, felice e soddisfatto dei suoi manicaretti e del successo che sembravano riscuotere. Gli era venuto spontaneo dirglielo, manifestare solo quella frase di tutte le riflessioni che sembravano affollargli la mente.
“Wahaaaa! E perché Kuro-tan?”
Ma la risposta restò sigillata nei suoi pensieri e in un bacio che aveva il sapore di riso e gamberetti.
 
 





 
[¹]  Vocabolario della lingua italiana Zingarelli




PPS: Ebbene sì, non vi lascio in pace nemmeno alla fine del chap… spero abbiate apprezzato l’arrivo di Subaru e il riferimento all’odio per i latticini del povero Kurogane [di cui le Clamp parlano in un omake non ancora tradotto qui in Italy] 

Ora me ne vado sul serio… *viene trascinata via dal pc da Yuri*
Ciaooooooooo!
E commentate XD *viene chiusa nell’antibagno*
   
 
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