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Autore: Alhia    26/10/2009    0 recensioni
Era trascorso diverso tempo da quando Sasuke Uchiha, appartenente ad uno dei clan più potenti di Konoha, aveva tradito il proprio villaggio per seguire la strada tracciata dalla vendetta, sentimento che aveva attanagliato il suo cuore per anni. Durante quel periodo di separazione, Naruto aveva convissuto con la certezza che, prima o poi, Sasuke avrebbe fatto ritorno a casa. Molti altri, oramai, serbavano solo rancore. Qualcuno, invece, viveva nell'incertezza. Per Sakura era arrivato il momento della decisione. Cos'avrebbe scelto? Si sarebbe lasciata travolgere dalla collera e la disperazione o avrebbe intrapreso la via del perdono?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CiO’ CHE RESTA Di TE

CiO’ CHE RESTA Di TE

 

CAPiTOLO 14:

QUELLA MATTA Di INO

 

      Terminata la doccia, Sakura seguì il “consiglio” dell’amica bionda. Così, si strinse nel morbido asciugamano - lasciando che gli ormai lunghi capelli le ricadessero sulla schiena seminuda, provocandole lievi brividi di freddo - e osservò, distrattamente, i pochi vestiti appesi in maniera ordinata nell’armadio.

      «Credo che qui ci sia ben poco di recuperabile…», sospirò infine.

      «Ahahah! Lascia fare a me!», esclamò la voce di Ino, acquattata sulla finestra aperta della stanza di Sakura.

      «Hai fatto presto!», disse stupita la rosa.

      «Te l’avevo detto! Forza! E’ ora di mettersi al lavoro!», rispose, lasciando che anche le altre ragazze entrassero nella piccola stanza.

      «Wow! Come siete belle!», si congratulò Sakura, squadrandole con ammirazione.

Hinata, indossava un vestito turchese senza spalline che, legato sotto il seno da un nastro sottile del medesimo colore, le arrivava poco sopra il ginocchio con chiusura lievemente a palloncino. Ai piedi portava un paio di sandali bianchi con tacchetto, e al collo una semplice catenina d’argento con brillante azzurro (regalo di Naruto!).

Temari, invece, sfoggiava un abito corto nero con fiocchi rossi: uno legato attorno alla vita, ed uno attaccato all’altezza del petto. Le sue scarpe erano un paio di sandali con tacco a spillo color rosso fuoco.

Ten Ten, aveva optato per un abito monospalla rosa antico, arricciato in vita e morbido alla fine; qualche bracciale nero; un paio di semplici ballerine nere.

Infine, Ino. Portava un abito a fascia viola, anch’esso leggermente arricciato fino ai fianchi, dove vi era legato un nastro. Il vestito terminava con una gonna corta (metà coscia) che Naruto avrebbe appunto definito “svolazzante”.

      «Certo che fa’ un effetto strano…», disse Sakura.

      «Cosa?», chiese Temari, incuriosita.

      «Il fatto di vedervi vestite così eleganti… e con i capelli sciolti! Soprattutto voi, Temari e Ten Ten. Siete davvero bellissime così!», rispose Sakura, mentre le fissava con una punta d’invidia: lei non era bella come loro. E non aveva nemmeno un fisico come il loro.

      «Uffa!», sbuffò in seguito.

      «Sì può sapere cos’hai, Fronte Spaziosa?»

      «C’è che voi avete un fisico stupendo. E, cosa più importante, avete un seno da mostrare! Il mio si dev’essere ristretto a furia di far docce!», brontolò con rammarico.

      «Ma cosa dici, Sakura?», esclamò Temari.

      «Ce ne siamo accorte noi, e non te ne sei accorta tu?», continuò Hinata.

Sakura non le capì.

      «Quello che cercano di dirti è che il tuo petto da “pianura” e passato a “colline”. Mi spiego?», chiarì Ino.

      «Voi dite? A me non sembra proprio!», rispose Sakura.

      «C’è solo un modo per scoprirlo… Toh! Mettiti questo. Consideralo un nostro regalino per voi», le disse Ten Ten, lanciandole un pacchetto.

Sakura lo aprì confusa… Per poi tramutarsi in un pomodoro alla vista di un completino intimo nero molto sexy.

      «E qu-questo? Cos… O\\\O E poi… Voi chi?», balbettò imbarazzatissima.

      «A me sembra molto ovvio. E’ un completino intimo. E comunque, non fare la finta tonta! Che tanto sei un libro aperto per noi! Ghehehe!», sghignazzò Temari.

      «Dopo un’osservazione molto acuta sui tuoi cambiamenti di questo periodo… Siamo giunte alla conclusione che ora sei in grado di portare una terza! Vai! Provalo e rendici orgogliose, donna!», la incoraggiò Ino.

      «Se lo dite voi…».

Detto questo, Sakura si chiuse in bagno, nel silenzio più totale.

Le altre restavano in ascolto.

Poi, all’improvviso…

      «COME HO FATTO A NON ACCORGERMENE?!»

Le ragazze esultarono soddisfatte, abbracciando poi una Sakura ancora incredula.

      «Tesoro! Sei decisamente molto sexy!», osservò Ten Ten, schioccando la lingua.

      «Se quel musone non si scioglie vedendo questo… Lo spedisco sulla Luna!», esclamò Temari.

      «Calma, ragazze. Calma. Prima di tutto, dobbiamo far sì che lui ci arrivi al “secondo strato”. Quindi, è arrivato il momento di trovare un bel vestito alla nostra Sakura! Perciò, un attimo di silenzio, grazie…», disse prima di “tuffarsi” nell’armadio della rosa.

      Dopo un breve silenzio, Ino si voltò in direzione delle compagne.

      «Sakura… Sei peggio di quel che pensassi in fatto di moda! Queste cose potrebbe metterle mia madre!»

      «Scusami tanto…», rispose la rosa, leggermente stizzita.

      «Io non capisco: persino Ten Ten ha nell’armadio un vestito!»

      «Ehi!», ribatté Ten Ten.

      «Uff! Devo rifarti il guardaroba!», concluse la bionda.

      «Ino, non ne abbiamo il tempo. Bisogna trovarle qualcosa adesso», le ricordò Hinata.

      «Mmm… Ci vorrebbe un vestito… dello stesso colore dei tuoi occhi. Hm? Che c’è in questa scatola?», chiese Ino.

Sakura osservò la grossa scatola bianca che la bionda teneva fra le mani.

      «Oh! Lì ho un vestito. Me lo regalò mia madre un anno fa per il mio compleanno. Solo che è troppo elegante per i miei gusti. E poi, mi stava grande»

Ino s’illuminò e, senza nemmeno ottenere il permesso della proprietaria, aprì impaziente la scatola. Il contenuto la meravigliò e irritò al tempo stesso.

      «Scusami Sakura… Io sono qui che mi scervello su cosa farti indossare, e qui hai un tesoro!», e detto ciò estrasse dalla scatola un vestito color verde acqua di raso, senza spalline,  con la gonna a palloncino ed un nastro nero intorno alla vita annodato poi in un lungo fiocco.

Le ragazze sgranarono gli occhi, incredule.

      «Sakura? Sei pazza o cosa?? Questo è perfetto! In più adesso lo riempi per bene!», la rimproverò Ten Ten.

      «Ma non sarà troppo…?!»

Non appena terminò di dire la frase, le occhiate di Ino, Hinata, Ten Ten e Temari le fecero capire che, no, non era troppo.

      Detto fatto. Sakura ora sfoggiava il suo bellissimo vestito.

      «Bene! Ora possiamo andare?», osò chiedere la rosa, ormai stanca dell’attesa.

Ino la fissò stralunata.

      «A parte il fatto che devo ancora sistemarti i capelli… Non dire eresie! Devo farti il trucco!», le rispose.

Sakura, spaventata, annuì lasciandosi cadere sul materasso, mentre Ino le stirava i capelli col pettine ed il phon.

Nel frattempo le altre tre ragazze, iniziarono la fase trucco…

 

      «Uffaaa…», sbuffò Naruto.

      «Fortuna che avevamo detto di trovarci fra un’ora. Sono le otto e un quarto!», si lamentò Kiba, appoggiato al muro.

      «La prossima volta diamo loro appuntamento dopo mezz’ora. Chissà che così arrivino puntuali!», puntualizzò Shikamaru, sempre più seccato.

      «Povera Sakura… Ino la starà torturando», disse Choji, conoscendo le manie della propria compagna.

     «E pensare… Che sta’ facendo tutto questo per Uchiha», aggiunse Neji, lanciando un’occhiata pungente al moro, che aveva ascoltato in silenzio la conversazione, fino a quel momento.

      «Posso sapere di cosa state parlando?», chiese infine.

Naruto gli si affiancò, prendendogli la testa sotto braccio e scompigliandogli i capelli.

      «Ahahah! Non fare il finto tonto, casanova! Come se fossimo tutti stupidi!», sghignazzò Naruto.

      «Ti consiglio di smetterla…», lo ammonì Sasuke.    

      «Be’… Diciamo che tutti i torti non ce li ha. Eddai, Uchiha! E’ da quando sei tornato che tu e l’Haruno vi scambiate strane occhiatine…», convenì Shikamaru.

      «Vi prendete per mano…», aggiunse Choji.

      «Vi trovate di nascosto…», continuò Naruto, con una punta di sarcasmo.

Sasuke lo fulminò con lo sguardo.

      «Dai, seriamente. Cosa pensi di fare?», chiese Neji.

Sasuke, ancora in balia di Naruto, riportò il suo pensiero a quel pomeriggio. Sorrise maliziosamente, senza farsi vedere.

      «Credo di avere mezza idea in proposito…», disse infine, a bassa voce.

      «Che hai detto? Non si è sentito», riprovò Naruto.

      «Ah, niente. Pensavo…»     

I ragazzi lo fissarono senza capire, quando ad un tratto, due figure silenziose piombarono alle spalle di Shikamaru e Neji…

      «BUH!»

      «AAAAAH!», urlarono all’unisono i due ragazzi.

Intanto, Temari, Ten Ten - e chi aveva assistito alla scena - sghignazzavano alla grande.

      «Temari! Accidenti! Vuoi farmi prendere un colpo?!», la sgridò Shikamaru, respirando affannosamente.     

      «Esagerato! Per una cosa del genere, ne fai un dramma!», lo rimproverò la bionda, sospirando.

      «E tu, signorina? Cos’hai da dire a tua discolpa?», fece Neji, rivolto ovviamente a Ten Ten.

      «Che il tuo livello di guardia sta calando paurosamente, signor Hyuga… E che rifarei ciò che ho fatto anche mille volte, pur di vedere la tua faccia spaventata!», rispose, ridendo come una matta.

      «Hehe! Il grande Neji e lo scaltro Shikamaru che si fanno cogliere impreparati… Il mondo sta proprio andando a catafascio!», ironizzò Choji.

      «Taci!», risposero i due, prima di coinvolgere tutti con una risata - persino Sasuke aveva ridacchiato -.

      «Scherzi a parte… Hinata, Sakura ed Ino? Non ditemi che sono ancora prese con i capelli!», esclamò Kiba.

      «No, no. Tranquilli ragazzi… Stanno arrivando a piedi… Con calma», rispose Temari.

      «Oh, sì. Per carità, non vorremmo mai metter loro fretta. Tanto sono solo le otto e mezza!», disse Naruto, scuotendo la testa.

      «Lascia perdere. Sakura non ce la fa più. Sarebbe venuta qui di corsa, ma Ino non le ha dato il permesso…», rispose nuovamente Temari.

      «Come sarebbe a dire?!», chiese Naruto, confuso.

      «Ah! Aspetta, aspetta. Te lo dico io. Questo è parola per parola quello che ha detto la principessina. Eh –hem… Cosa?! Non esiste proprio, cara! Dopo che ti ho sistemato quel disastro di capelli che hai in testa, vorresti rovinarli al vento? Giammai! E se solo ci provi, ti lego al guinzaglio! E poi! Il vestito! Rischi di rovinarlo passando fra i rami! O peggio ancora di sporcarlo contro un muro! Già è un miracolo aver trovato un abito decente nel tuo armadio! E vorresti pure rovinarlo? Eccetera, eccetera, eccetera»

I ragazzi ridevano come matti.

      «Ahahah! Cavolo Ten Ten! Sei fenomenale! Eri identica! Ahahah! Non ce la faccio più! Ahahah!», disse Kiba, tenendosi la pancia per le risate.

      «Ahahahah! E’ vero! Povera Sakura! Scommetto che sta morendo dalla voglia di legarla da qualche parte e scappare!», aggiunse Naruto.

      «Hehe! Aspetta. Ten Ten! Hai dimenticato la parte migliore!», fece Temari.

      «Oh, cavolo! Hai ragione! Ahahah! Lì mi sono sganasciata pure io! Insomma, ad un certo punto Ino guarda Sakura e le dice: io proprio non capisco! Sakura Haruno! Tu sei l’antitesi della femminilità! Perché non impari da me, accidenti!»

Le risate aumentavano.

      «Ah, be’! Proprio un bell’esempio di femminilità! Ahahahah! Nooo, questa dovevo vederla!». Naruto avrebbe voluto godersi la scena.

      «Sul serio! E soprattutto avreste dovuto vedere la faccia di Sakura appena Ino se ne è uscita con questa cosa!», continuò Temari.

      «Dai, racconta… Sono curioso…», la incoraggiò Neji.

      «Ha cominciato a tremare da far paura e a tirare dei pugni al muro man mano che camminavano, per evitare di sfogare la rabbia su Ino! Che intanto, ovviamente, andava avanti a dirgliene di tutti i colori riguardo alla manicure!», gli rispose la bionda.

      «Però, fenomenale è stata la risposta di Sakura, quando le ho chiesto perché non se la prendeva direttamente con lei. Mi ha detto: se mi trattengo è per il povero Choji. Non vorrei fargli fare un colpo vedendo la faccia della sua ragazza completamente devastata. E poi… Mi si rovinerebbe la manicure…», aggiunse la mora.

Sasuke ascoltava perplesso.

      - Nemmeno il mio autocontrollo, mi permetterebbe di restare così calmo con una così… Dovrò complimentarmi con Sakura -, pensò.

      «Sentite, io comincio ad andare avanti, così dico agli altri di stare tranquilli, che non ci siamo persi. Semmai mi raggiungete», disse Sasuke, avviandosi tranquillamente verso casa.

      «Sì, tanto dovrebbero essere qui ormai», rispose Ten Ten.

Intanto, Sasuke c’incamminò.

      Cinque minuti dopo…

      «Ok, però adesso dove sono? E Hinata?», chiese Naruto, un po’ spazientito e preoccupato.

      «Ah. Hinata è rimasta indietro a tenere ferma Sakura, prima che anche la sua pazienza vada persa del tutto…», rispose Temari.

      «Mmm… Mi sembra siano qui…», li avvertì Shikamaru.

      «Sì, è decisamente Ino quella che strepita!», asserì Choji, riconosciuta la voce della ragazza.

      «Continua ancora? Povera Sakura», fece Naruto.

Tutti si zittirono, mettendosi in ascolto.

E, in effetti, da poco lontano si potevano udire due voci… Diciamo una va’…

      «Ti vuoi dare una mossa, Fronte Spaziosa? Per colpa tua siamo in ritardo!»

      «Colpa mia?! Ma se sei stata tu a volermi conciare - più che acconciare - come una bambola? Accidenti a te e alla tua “fase trucco”! E poi, io avevo detto di correre, che facevamo prima. Ma tu nooo!»

      «Certo che “nooo”! Come ho già detto non ti permetterò di rendere vani i miei sforzi! Bah! Ma cosa ne puoi capire tu! Che i tuoi vestiti sono secondi solo a quelli di Naruto!»

      «Ehm… Ino. Guarda che Naruto ti sente...», suggerì Hinata.

      «Tsk! Figurati! Tonto com’è, non avrà capito una parola di quello che ho detto!», disse mentre svoltavano l’angolo.

      «Io non ne sarei così sicura…», borbottò Hinata.

Ino si ritrovò di fronte un seccato Naruto, che la fissava con occhi omicidi.

      «Sì, ti ho sentita…», l’anticipò lui, prima di strappare Hinata dalle sue grinfie ed abbracciarla gelosamente.

      «Scusate il ritardo ragazzi…», disse con aria stanca la rosa.

      «Non c’è problema. Abbiamo saputo delle tue disavventure. Sei una santa, non c’è che dire», intervenì Shikamaru.

      «Già… Ah, che bravo! Alla fine ce l’hai fatta a vestire Naruto!»

      «Strano a dirsi, ma non è merito mio. Quei vestiti sono suoi», le rispose Shikamaru.

      «Visto? Visto?! Persino quella testa quadra sa vestirsi meglio di te!», intervenì Ino, rivolta a Sakura, che in tutta risposta, diede un altro pugno al muro.

      «Comunque è vero. State tutti molto bene stasera…», aggiunse poi.

Naruto indossava un paio di jeans chiari ed una camicia rossa lasciata aperta, in modo da scoprire un corpetto nero che metteva in risalto i muscoli.

Shikamaru, invece, portava una camicia blu scuro, con le maniche arrotolate fino ai gomiti, ed un paio di jeans scuri.

Choji, al contrario di Shikamaru, aveva optato per dei pantaloni bianchi ed una maglietta grigia, morbida.

Infine, Neji aveva messo in risalto il proprio fisico indossando un paio di pantaloni grigio scuro ed una camicia bianca.

      «Stai davvero bene…», disse timidamente Ten Ten al compagno.

Neji l’abbracciò. «Anche tu. Sei bellissima questa sera», rispose, in imbarazzo, ma felice.

Intanto, anche le altre coppiette si scambiavano dolci effusioni…

      «Temari… Se mi vieni vestita così, non posso che riconfermare quanto ho detto stamattina»

      «Hehe! Grazie Shika», disse baciandolo sulle labbra.

      «Mia principessa, stasera sei più splendida del solito», fece Choji con un inchino.

Ino ridacchiò. «Tu sì che sei un gentiluomo!», rispose abbracciandolo.

      «Fatti un po’ guardare tu?!», esclamò Naruto, facendo fare ad Hinata un giro completo.

Hinata rise imbarazzata.

      «Be’… io dico che stò ancora sognando. Voglio dire: sei troppo bella per essere davvero mia!»

      «Naruto…». Hinata arrossì.

      «Ahm… Dici che se ti bacio, Ino ti fa storie per il lucidalabbra?», disse scherzoso.

      «Io dico… Chi se ne importa!». Si sorrisero e si baciarono.

      «Ah! Naruto! Hai visto com’è bella Sakura?», disse improvvisamente, attirando l’attenzione del biondo su Sakura.

      «Maddai, Hinata. Non esagerare», ribatté Sakura.

      «No, no. Ha ragione. Cavoli, Sakura. Sei splendida!»

      «Beh, dopo che Ino mi ha fatto passare le pene dell’inferno, ci mancherebbe anche altro…», rispose. «Senti, Naruto… Sasuke dov’è? Non lo vedo…», chiese poi.    

       «Ah. E’ a cinque minuti da noi. E’ andato avanti perché voleva avvisare gli altri che stiamo arrivando. Tanto adesso lo raggiungiamo», la informò Naruto.

      «Ecco. Ottima idea, testa quadra! Sakura, perché intanto non lo raggiungi? Noi arriviamo subito», le suggerì Ino, strizzandole l’occhio.

Sakura sorrise.

      «Ok. Ci vediamo dopo!»

      «Ah!», la fermò Ino.

      «Che c’è adesso?»

      «Una cosa importante… Guai a te se corri! Tanto poi lo scopro subito! Intese?»

Sakura si avviò sconvolta, a passo veloce. «Sì, mamma». Poi, non appena voltato l’angolo, cominciò a correre, fino a che non si accorse di una sagoma scura che camminava di fronte a lei. Così, si fermò.

      «Pensavo fossi già arrivato a casa»

Sasuke si bloccà. «Non c’è fretta, in realtà. Sai bene quanto mi abbia entusiasmato l’idea di questa festa…».

Sakura rise, e lui si voltò. E quando si videro, sgranarono gli occhi, emozionati.

Su decisione di Shikamaru, Sasuke indossava un paio di pantaloni neri morbidi, con dei tasconi ad i lati, ed un corpetto nero senza maniche, che metteva in risalto i muscoli delle braccia.

Sakura l’osservò, incantata da quell’affascinante sagoma scura come la notte.

Anche Sasuke la fissava estasiato.

      «Bellissima…», sussurrò senza accorgersene.

Sakura s’accorse dello sguardo fisso di lui, così cercò di attaccare discorso, per uscire dall’imbarazzo.

      «Ahh… Ino è sempre la solita. Ha voluto esagerare…»

      «Hmpf… Già… Ho sentito», disse lui, avvicinandosi. All’improvviso, però, la sua figura sparì.

      «Hah! Sasu..», fece in tempo a dire la rosa, prima di sussultare al suono della voce di lui alle sue spalle.

      «Se adesso ti dicessi che vorrei rapirti e portarti in un qualsiasi posto desolato e privo di scocciatori, cosa risponderesti?», sussurrò sensualmente al suo orecchio, prima di scendere a baciarle il collo.

Sakura rabbrividì. «Sai perfettamente cosa ti risponderei… Però…»

      «Però deluderei tutti per via della festa… Lo so», sospirò, consapevole dell’impegno preso.

Sakura si voltò verso di lui, poggiando le mani sul suo petto.

      «Comunque, quando la festa sarà finita, casa tua sarà un luogo desolato e privo di scocciatori…», disse lei, con sguardo eloquente.

      «Sakura… Quando ho detto che la festa si poteva fare, era implicito che tu saresti rimasta da me anche dopo. Quella di ora sarebbe stata una cosa extra…», disse malizioso.

Sakura arrossì.

      «Uchiha Sasuke. Lei mi sorprende. Non la facevo così passionale», scherzò lei.

Sasuke l’avvicinò a se.

      «Beh, nemmeno io la ricordavo così intraprendente, signorina Haruno», disse con voce rauca, prima di chinarsi su di lei e baciarla con passione.

Quando si separarono erano entrambi a corto di fiato. Sakura si accoccolò sul suo petto, ridacchiando.

      «Cos’hai?», le chiese il moro, carezzandole la schiena.

Sakura scosse piano la testa. «Pensavo…», disse con voce ilare.

      «Ok… A cosa pensavi?»

Sakura lo guardò negli occhi, trattenendo a fatica una risata. «Pensavo… Alla faccia che farà Ino quando si accorgerà dei capelli disordinati e del lucidalabbra sbavato!», rispose per poi scoppiare inevitabilmente a ridere.

Sasuke la imitò, scuotendo la testa.

      «Pensa quello che vuoi. Basta che non prendi a pugni i muri di casa mia»

      «Haa! Ma tu guarda che antipatico!», disse ridendo.

      «Hehe…»

      «Ehi, piccioncini! Vi abbiamo beccati!», esclamò Naruto, mentre Choji e Shikamaru fischiavano.

Sakura rise, mentre Sasuke si lasciava andare in uno sonoro sbuffo liberatorio e piuttosto seccato.

      «Devi seriamente riabituarti a loro, perché d’ora in poi ti gireranno intorno molto spesso!», gli ricordò Sakura, battendogli affettuosamente la mano sul petto.

      «Sì… Immagino di sì», asserì lui, curvando lievemente le labbra verso l’alto.

Intanto, il gruppo si era avvicinato.

      «Aaaaaaargh! Sakura! I tuoi capelli!!!», urlò Ino, indicando la ragazza.

      «Ah, beh dai. Credevo avrebbe urlato più forte...»

      «AAAAAAAARGH! IL LUCiDALABBRA!!!», aggiunse la bionda, in seguito alla seconda “tremenda” scoperta.

      «Ah, ecco. Mi pareva troppo bello, infatti», si corresse subito dopo Sakura.

      «Sakuraaaa! Cosa ti avevo detto, maledizione!», sbottò Ino, infuriata.

      «Muoviamoci. Non abbiamo tempo per queste sciocchezze», disse Sasuke, trascinando la rosa per un braccio.

      «Sc…Sciocchezze? Waaa! Allora il mio lavoro non è servito a nulla!», singhiozzò la ragazza.

Sasuke si voltò. «Al contrario…», disse con un sorrisino che molto lasciava intendere. Quindi proseguì a camminare.

Gli occhi di Ino brillarono. «Evviva! Ce l’ho fatta! Sakura dovrà ringraziarmi in ginocchio! Buahahahah!»

      «Ahh… Poveri noi…», sussurrò Shikamaru.

 

      E così, tra una risata ed un'altra, finalmente i ragazzi giunsero nuovamente a casa Uchiha.

     

 

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CONTINUA

 

Alla fine sono riuscita ad aggiornare. Purtroppo l’università toglie via “un po’” del mio tempo libero, perciò vi chiedo scusa. Per farmi perdonare - o almeno spero - ho aggiunto due capitoli. Lasciate un commento se vi va’. A me farebbe piacere sentire la voce di qualcuno, ogni tanto! ;)

Baci baci!

Alhia

 

 

     

   

 

 

      

    

 

 

   
 
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