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Autore: darkroxas92    27/10/2009    3 recensioni
Fin dall'inizio dei tempi, l'Oscurità e la Luce sono state in lotta tra loro, tuttavia, nessuna delle due ha mai avuto il sopravvento sull'avversaria, lasciando l'universo in Equilibrio.
Dark, in apparenza è un ragazzo freddo e solitario, dal passato misterioso e oscuro, ma in realtà è un custode che combatte in segreto per salvare il suo mondo dalle forze che lo minacciano.
Dark, il custode dell'Equilibrio, si unirà a Sora, Riku e Kairi e comincerà un viaggio per i mondi, alla ricerca della verità su se stesso, per rimediare ai suoi errori... e per impedire che il passato si tramuti in un nuovo terribile presente.
Nuovi nemici, nuovi alleati: il gruppo di prescelti dalle armi leggendarie dovrà fare del suo meglio per fronteggiare questa minaccia.
Dal capitolo 54: "Io… ho rinunciato per sempre all’amore. È un sentimento per deboli, che ti rende incapace di ragionare…"
Attenzione: la fiction per la maggior parte dei capitoli è di rating arancione, ma in alcuni raggiunge il rosso (i quali verrano segnalati).
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Equilibrio'
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E finalmente ecco qui il secondo capitolo.
Prima di tutto ringrazio Fly89 per avermi aiutato nella correzione degli errori, sui quali purtroppo i miei occhi si chiudono XD.
Come potrete leggere, da questo capitolo in poi si prederà una piega decisamente diversa.
Lo so, mi rendo conto che il primo capitolo assomigliava a quello di Fly89, ma non l'ho fatto volutamente. È stata una semplice coincidenza, lo stesso punto di partenza.
Detto questo, non mi resta che augurarvi buona lettura a tutti e grazie a tutti quelli che hanno commentato.


Capitolo 02: Partenza
Come ogni notte, Dark indossò l’impermeabile e andò a fare il suo solito giro per le strade della città.
Sebbene cercasse di concentrarsi a ciò che poteva accadere attorno a lui, non riusciva a togliersi di dosso quella strana sensazione che lo attagliava.
Erano anni che non la sentiva più, e l’ultima volta che l’aveva avuta non ne era derivato nulla di buono.
Ma in quel momento aveva altre preoccupazioni, come quella di impedire agli Heartless e Nessuno di attaccare gli abitanti del suo mondo.
Sapeva benissimo che l’unico modo per fermarli definitivamente era quello di sigillare la serratura, ma trovarla non era di certo un’impresa facile.
E almeno in quel modo poteva rimanere allenato.
E proprio mentre era immerso in questi pensieri, sotto di lui cominciarono ad apparire una decina di creature nere, pronte ad attaccare.
Dark dentro di lui non aspettava altro che quel momento.
Prima che anche solo una di esse potesse avere il tempo di disperdersi per le strade, Dark scese in picchiata, evocando i due Keyblade e, nel giro di pochi secondi, le creature sparirono nella stessa oscurità dalla quale erano venute.
Dark tirò dentro di lui un sospiro di sollievo.
Fortunatamente era stato abbastanza facile, ed era filato tutto liscio.
Fece per far scomparire i Keyblade, quando una luce improvvisa, anche se non potente, lo illuminò da dietro.
Controllando con attenzione che il cappuccio gli coprisse bene il volto, si girò.
Davanti a lui c’era un ragazzo, con in mano una macchina fotografica, che non appena vide Dark girarsi verso di lui, cominciò a scappare.
“C’è l’ho fatta!” disse il ragazzo. “Sono riuscito a fotografarlo! Ora ho la prova che esiste realmente! Guadagnerò un bel po’ di soldi vendendo queste foto ai giornali!”.
Il monologo del ragazzo venne però interrotto da Dark, che volando lo superò e atterrò di fronte a lui, interrompendo la sua fuga.
Dark non fece sparire i Keyblade.
Non aveva intenzione di attaccare il giovane fotografo, ma solo di spaventarlo, in modo da costringerlo a lasciare la fotocamera, e per farglielo capire, gli porse la mano, facendo segno di consegnargliela.
“N-No!” balbettò il ragazzo. “Non posso consegnartela! Questo è il più grande scoop possibile! Non ti permetterò di rovinarmelo!” disse, prendendo coraggio per finire la frase.
Sentendo ciò, Dark capì che con le buone non avrebbe ottenuto niente.
Esaminò velocemente con gli occhi la fotocamera, e usando i Keyblade, riuscì a tagliarla a metà, proprio dov’era conservata la memoria esterna e facendo cadere all’indietro il ragazzo per lo spavento.
A quel punto Dark fece per andarsene, ma il giovane fotografo prese la parte vicino ai piedi dell’impermeabile, costringendolo a fermarsi.
“Sono un tipo molto ostinato! Non ti permetterò di andartene!” disse il ragazzo, facendo un leggero ghigno.
Vedendolo, Dark sgranò gli occhi.
Quel ghigno… era uguale a quello che aveva visto tanti anni fa, e che non avrebbe mai potuto dimenticare.
Si distolse da quei pensieri e ringraziò il fatto che ormai era in grado di trattenersi dal parlare e dal reagire impulsivamente, perché altrimenti a quell’ora gli avrebbe già tagliato le mani.
Perciò fece l’unica cosa che poteva fare, per impedirgli di toglierli l’impermeabile.
Dosando bene la potenza, assestò un calcio deciso nella pancia del ragazzo.
Non era un calcio forte, ma era sufficiente perché lasciasse la presa.
Purtroppo per Dark, mentre il ragazzo cadeva all’indietro, riuscì a strappare un pezzo dell’impermeabile.
Dark però non poteva fermarsi a recuperarlo, perciò approfittò di quel momento per volare via.
Sapeva benissimo che quello che era appena successo non sarebbe passato inosservato.
Per la prima volta, in tutti quegli anni, c’era una prova materiale della sua esistenza.
Ed era per questo che ora doveva fare di tutto perché fosse creduta solo la fantasia di un ragazzo.


Il giorno dopo, come previsto da Dark, a scuola non si parlava d’altro.
Il ragazzo di quella notte continuava a raccontare a tutti di come aveva incontrato l’individuo che andava in giro di notte armato di Keyblade e mostrava a tutti il livido provocato dal calcio e il pezzo d’impermeabile.
Di conseguenza ora non si parlava d’altro che di quello.
Quasi tutti i ragazzi volevano sapere di più su quel misterioso personaggio.
Tutti tranne Dark, che come al solito fece l’indifferente.
“Ehi, Dark! Non t’interessa quello che sta dicendo quel tipo?” gli chiese un suo compagno.
“Ti riferisci a quello che sta raccontando a tutti di aver incontrato quel tizio inesistente che si diverte a distruggere Heartless e Nessuno di notte? Perché dovrei dar retta alle stupidaggini di un ragazzo che vuole solo un po’ di fama?” rispose Dark.
Per sua sfortuna, proprio in quel momento vicino a lui passò quel ragazzo, che sentì la sua frase.
“Quindi secondo te mi starei inventando tutto?” chiese questi, arrabbiatosi.
“Non lo penso. Ne sono sicuro! E mi chiedo come fanno tutti a venirti dietro” rispose Dark.
“Perché ho delle prove!” disse il ragazzo, mostrando il livido e il pezzo d’impermeabile.
“Tutto qui? Una botta che ti sarai fatto cadendo e un pezzo di un vestito nero? Che prove inconfutabili.” disse ironico Dark.
A sentire ciò il ragazzo strinse i denti.
Dark aveva colpito nel segno.
“Ero anche riuscito a fotografarlo, e se non mi avesse tagliato a metà la macchina fotografica a quest’ora ci sarebbe una foto a documentarlo. Lo avevo fotografato proprio mentre impugnava due Keyblade!”
“Sì, certo. Ed io sono in grado di volare.” disse Dark, facendo una risata finta.
“Tu no, ma lui sì! Mi è volato davanti mentre scappavo, e alla fine è andato via nello stesso modo!” rispose il ragazzo.
“Ma ti senti quando parli? Un tipo che vola e che usa delle armi inesistenti per far fuori dei mostri. La prossima volta inventa storie più verosimili, altrimenti corri il rischio di finire in manicomio.”
A quel punto il ragazzo non riuscì più a resistere e tirò un pugno a Dark, mirandolo alla faccia. Pugno che Dark evitò, anche se solo per un soffio.
“La verità brucia, eh?” chiese Dark, senza però rispondere ulteriormente alla provocazione e allontanandosi.
“Ti sfido!” disse il ragazzo. “Se riuscirò a dimostrare in modo inconfutabile che quel tipo esiste, dovrai chiedermi scusa davanti a tutti per l’affronto di oggi!”
Dark si fermò. Una sfida… erano anni che non ne accettava più una. Da quando…
“Non accetto nessun tipo di sfida.” rispose. “Anche quelle dove sono sicuro di poter vincere. Per quanto ne so io, saresti capace di ferirti da solo o di travestirti da quel tipo pur di, quindi non m’interessa.” e detto questo, si allontanò.
Il ragazzo rimase fermo per qualche secondo, colpito da quella reazione.
“Se speravi di smuoverlo un po’ con la storia della sfida ti sbagliavi di grosso. Dark non è il tipo da cedere alle provocazioni, e non gli interessa minimamente se si pensa a lui come un codardo.” spiegò un altro ragazzo.
“E devi comunque ammettere che la sua spiegazione dei fatti è verosimile. Ha saputo dare una spiegazione logica a tutto ciò che dici di aver visto e subito, e sinceramente credo più a lui che a te.”
E così, in pochi minuti, tutti quelli che avevano creduto alle sue parole ci ripensarono e lo lasciarono da solo.
“Maledizione!” esclamò il ragazzo. “Quel tipo mi ha reso ridicolo davanti a tutti… non gliela posso far passare liscia.” Continuò a bassa voce. “E poi… sono sicuro che lui sappia più cose di quello che dimostra.”


Come ogni pomeriggio, Dark stava tornando a casa, rilassandosi ascoltando la musica.
Tuttavia, mentre era intendo ad ascoltarla, senti qualcosa.
C’erano dei rumori che non coincidevano con il ritmo della musica, e sapendola praticamente a memoria ed essendo essa priva di parole, era praticamente impossibile che si fosse confuso.
Utilizzando i suoi occhiali, riuscì a vedere nel riflesso delle lenti un ragazzo che lo stava seguendo.
All’inizio fece finta di niente, poi all’improvviso si fermò.
“Adesso ti diverti anche a inseguire le persone?” chiese Dark, per poi girarsi e ritrovarsi di fronte lo stesso ragazzo che lo aveva scoperto quella notte, che rimase spiazzato.
“C-Come hai fatto?” chiese questi, sorpreso di come si fosse accorto di lui.
“Dovresti fare meno rumore quando cammini, ti si sente benissimo.” rispose Dark.
“Ok, ma come hai fatto a sentirmi mentre ascoltavi la musica?” chiese il ragazzo.
“Non sarei tenuto a rispondere, ma in fondo non è di certo un segreto di stato. Semplicemente non sopporto la musica ad alto volume, quindi lo tengo basso, riuscendo così a sentire anche i rumori esterni. E come ti ho detto, non ti sei sforzato più di tanto per nascondere il rumore che facevi. E ora dimmi: perché mi stai seguendo?” chiese.
“Beh… Oggi mi hai fatto fare la figura dell’idiota, e non potevo sopportarlo!”
“E con questo? Hai forse intenzione di pestarmi?”
“No. Non sono così stupido da attaccare briga in questo modo. Semplicemente sono convinto che tu sia a conoscenza di più cose rispetto a quello che dimostri su quel misterioso individuo!”
Dark non mostrò nessun segno di sorpresa, anche se dentro di lui cominciava a preoccuparsi.
Quel ragazzo stava cominciando a diventare una spina nel fianco.
“Come ti ho già detto oggi, penso sia solo la fantasia di qualcuno, e tu ci sei cascato dentro fino all’orlo. Anche se hai veramente visto qualcuno, vedrai che sarà stato qualche stupido scherzo”
“No!” rispose deciso il ragazzo. “Sono certo di averlo visto, come è evidente il mio livido e la mia macchina fotografica tranciata a metà. E credo di poter affermare che deve essere uno bravo con gli oggetti elettronici, visto che è riuscito subito a individuare dov’era la scheda di memoria, distruggendo così anche la foto!”
“Senti, ora mi stai veramente seccando.” disse Dark. “Lo vuoi capire che non esiste una persona del genere? Secondo te chi potrebbe resistere alla tentazione di diventare famoso, se è davvero in grado di evocare dei Keyblade e di distruggere dei mostri?” domandò.
Il ragazzo non rispose subito. “Beh, potrei dire per lo stesso motivo per cui nei fumetti tutti i supereroi hanno un’identità segreta: per non mettere in pericolo i loro cari.”
Dark scosse la testa.
“Tu guardi troppa televisione e leggi troppi fumetti. Eroi del genere non possono esistere nella realtà. Nessuno resisterebbe alla tentazione di diventare famoso.”
“Sarà anche come dici, ma sono sicuro di una cosa: chiunque sia, prima o poi riuscirò a fotografarlo e a portare in salvo una sua foto, così da dimostrare a tutti che ho ragione, al contrario di quello che continui a dire!”
“Per quanto ne so, tu non hai nemmeno visto una persona questa notte. Se fosse vero, dovresti essere in grado di descriverlo. Avrà pur parlato, no?” chiese Dark, sapendo benissimo che non era così.
“Beh, a essere sincero no… prima mi ha fatto segno di consegnargli la fotocamera, ma io mi sono rifiutato, e a quel punto l’ha rotta. Posso solo dire quanto era alto, e si avvicinava alla tua altezza. Se non fosse per il fatto che se avesse avuto gli occhiali lo avrei notato di sicuro, potrei anche dire che sei proprio tu!” disse il ragazzo, facendo una risata.
Dark cominciava a preoccuparsi sul serio.
Senza volerlo, quel ragazzo aveva scoperto la verità.
E lo aveva incastrato.
Se si fosse allontanato in quel momento avrebbe attirato su di sé i sospetti, quindi era costretto a continuare la conversazione.
“Io?” chiese, facendo finta di essere sorpreso. “Secondo te io potrei essere quel tipo? Rispondimi sinceramene, secondo te io sarei davvero in grado di fare tutte quelle cose che dici di avergli visto fare? Volare, saltare, evocare Keyblade… e secondo te non ne approfitterei, per esempio per arrivare prima a casa o per sistemare le persone che come te mi assillano? Poi non so se qualcuno te l’ha riferito, ma io non ho tutta quella forza fisica che invece dovrebbe vantare quel tipo. E non sogno nemmeno di averla.” Replicò, per poi cercare di riprendere a camminare, ma venendo fermato nuovamente dal ragazzo.
“Dammi un calcio.” disse l’altro, serio.
“Cosa?” chiese Dark, stavolta realmente sorpreso.
“Voglio solo verificare una cosa, tutto qui. Cosa ti costa? Dopotutto sono io che te lo sto chiedendo.”
“Ma tu hai qualche problema.” rispose. “Poi io non sono assolutamente il tipo che va a tirare pugni e calci a chiunque senza un buon motivo. E ora lasciami andare. Oggi è stata una giornata stancante, e voglio finire i compiti il prima possibile.”
E senza aggiungere nient’altro, continuò a camminare, lasciando il ragazzo indietro.
“Strana reazione, per uno che dice di non credere alle fantasie. Scommetto che mi avrebbe tirato più che volentieri un calcio, ma non l’ha fatto...” Mormorò il ragazzo. “Per di più, dice di non avere forza, ma la sua corporatura lo tradisce. Mi viene veramente il dubbio che possa essere lui.” proseguì, per poi tornare indietro, ma deciso a non lasciare la faccenda in sospeso.
Poco lontano, un corvo gracchiò sonoramente.

Quella sera Dark decise di non uscire. Era troppo pericoloso.
Sospettava che quel ragazzo non avrebbe demorso facilmente, ed era probabile che in quel momento fosse fuori da casa sua, aspettando magari di vederlo uscire dalla finestra.


Il giorno dopo, la giornata cominciò come sempre.
Le prime ore passarono senza che nessuno nominasse il misterioso tipo, e anche quel ragazzo non disse niente.
Tuttavia Dark notò come continuava a fissarlo, come se stesse aspettando qualcosa di strano da lui.
Fu verso la fine delle lezioni che la situazione precipitò drasticamente.
Mentre la classe di Dark era impegnata in un compito scritto, la terra cominciò a tremare.
“Un terremoto!” urlò un ragazzo, mettendosi subito sotto il tavolo, imitato poi da tutti gli altri, come prevedevano le regole in caso di terremoto.
“Ma va, non l’avevamo capito” rispose un altro, con ironia.
Ma Dark temeva ben altro.
Quel terremoto stava durando più tempo del normale. Non era forte, ma ormai era quasi un minuto che continuava senza fermarsi.
Poi improvvisamente, si placò.
“Presto, scappate!” urlò un ragazzo, correndo per i corridoi. “Evacuate la scuola, scappate il più lontano possibile! Stiamo venendo attaccati da dei mostri!”
Dark spalancò gli occhi a sentire quelle parole.
Non poteva essere.
Gli Heartless e i Nessuno non attaccavano mai di giorno, e comunque mai in un luogo con tante persone come una scuola.
“Ma cosa sta dicendo quello là?” fece un ragazzo, uscendo da sotto il tavolo e andando a guardare fuori dalla finestra.
“Ci sono solo qualche migliaio di esseri neri e bianchi che stanno marciando verso la scuola.” disse come se niente fosse.
Tutti quanti lo fissarono, senza dire niente.
Passò qualche secondo prima che si rendesse conto di ciò che aveva appena visto, per poi rimettere nuovamente la testa fuori dalla finestra per verificare.
“Oh mio-” si lasciò sfuggire, prima di cominciare a camminare all’indietro e inciampare, cadendo a terra.
“Che cosa succede?” chiese un ragazzo, guardando come stava reagendo il compagno.
“C-ci s-sono d-davvero d-degli strani e-esseri lì fuori!” esclamò balbettando l’altro.
In pochi secondi, tutti si precipitarono alla finestra, e come loro anche le altre classi.
Fu questione di qualche attimo.
Il terremoto non aveva spaventato più di tanto, ma ora la scuola era in preda al panico più totale.
Tutti cominciarono a uscire di fretta dalle loro classi per scappare fuori dall’edificio scolastico. Tutti tranne Dark, che rimase nell’aula immobile a osservare la scena.
“Dark, cosa fai?! Vieni via, subito!” gli urlò un suo compagno, prima di scappare.
Lui invece rimase fermo.
Preferiva aspettare che fossero usciti tutti prima di intervenire.
Non aveva dietro l’impermeabile, per cui avrebbe dovuto agire a volto scoperto.
“D’accordo. È arrivato il giorno tanto atteso.” disse, prima di evocare i Keyblade e partire all’attacco.

“Oh, no!” esclamò il Re, guardando i monitor della Gummiship.
“Che cosa succede, Maestà?” chiese Paperino.
“L’attacco è già cominciato! Guardate i monitor, ci sono migliaia di Heartless e Nessuno, tutti nella stessa zona. Devono aver scovato il custode!”
“Allora non perdiamo tempo!” disse Sora. “Se le cose stanno realmente così, non possiamo perdere neanche un secondo!”
“Purtroppo ci vorrà circa mezz’ora prima di riuscire ad atterrare. Dobbiamo sperare che riesca a resistere fino allora” disse Paperino.


Dark trapassò in pieno un Heartless facendolo sparire, mentre con l’altro Keyblade colpiva un Nessuno, facendogli fare la stessa fine.
“Questa volta sono veramente tanti. Chissà se la fortuna mi darà un piccolo aiuto… Altrimenti sarò costretto a usarlo.’ pensò, posando per un secondo lo sguardo sulla sua tasca.
Ma purtroppo per lui, la fortuna non era completamente dalla sua.
Infatti non si era accorto che non tutti avevano evacuato l’edificio.
Lo stesso ragazzo che lo aveva perseguitato il giorno prima era ancora all’interno, rimasto indietro perché voleva a tutti i costi recuperare l’unica prova del suo incontro con il misterioso individuo.
E fu proprio dopo aver recuperato il pezzo d’impermeabile che vide uno di quegli esseri correre davanti a lui, verso un punto specifico.
“Che cosa sta succedendo?” si chiese, andando a controllare.
E lo spettacolo che vide lo fece congelare.
Davanti alla scuola c’erano centinaia, se non addirittura migliaia, di creature bianche e nere, che un appassionato di Kingdom Hearts avrebbe subito riconosciuto come Heartless e Nessuno.
E davanti a quell’esercito di mostri, c’era un ragazzo, che impugnando due Keyblade, stava eliminando uno dopo l’altro quei mostri, senza però ottenere risultati vistosi.
“Alla faccia di Dark!” esclamò il ragazzo. “Esiste veramente un custode qui!”
“Vedo che qui quasi tutti sono al corrente dell’esistenza degli Heartless e dei Nessuno.” Disse una voce, dietro di lui.
Il ragazzo fece un salto e si girò, per trovarsi di fronte ad una donna, vestita di nero e con un paio di corna sulla testa, che riconobbe subito.
“M-Malefica?” disse sorpreso.
“Allora ragazzo, so che vuoi dimostrare che i custodi esistono realmente. Ma purtroppo per te c’è un altro ragazzo che si ostina a dire che non è così, facendoti fare sempre la figura dell’idiota. Dico bene?” chiese Malefica.
Il ragazzo abbassò lo sguardo.
“Sì, è così. Ma Dark è riuscito a convincere tutti del contrario…”
“Forse perché non vuole che si sappia la verità” rispose la donna.
“Come?” chiese stupito il ragazzo.
“Il custode che sta combattendo adesso, guardalo attentamente: non lo riconosci?” fece la strega, sorridendo.
Il ragazzo obbedì, facendo come diceva.
Dovette aspettare che il custode si girasse per riuscire a riconoscerlo.
“D-Dark? È lui il custode?” chiese incredulo.
“Sì, e nonostante questo ti ha fatto passare per un idiota e un matto. Dimmi, ti piacerebbe vendicarti? Se lo desideri, io posso aiutarti.”
Il ragazzo ci pensò su un attimo.
“Se accetto… mi assicuri che sarò in grado di batterlo?”
“Certamente.” rispose Malefica, sorridendo nuovamente e aprendo un varco oscuro davanti a sé.
Il ragazzo esitò un attimo, ma poi lo attraversò, seguito dalla strega.

Dark continuava a eliminare Heartless e Nessuno senza mai fermarsi.
Quell’esercito non finiva più, e per quanto lui potesse continuare a eliminarli, sapeva benissimo di non poter continuare all’infinito… e non voleva arrivare a usare quello.
Ma la fortuna non aveva abbandonato del tutto Dark.
Un rumore proveniente da sopra di lui lo costrinse ad alzare gli occhi.
E quello che vide fu una delle poche cose che lo sorprese, anche se per pochi secondi.
Sopra di lui c’era la Gummiship, dalla quale stavano scendendo tutti insieme Sora, Riku, Kairi, Paperino, Pippo e Re Topolino, che atterrarono proprio intorno a lui.
“Sembra che non siamo arrivati troppo tardi.” fece Sora, rivolgendosi a Dark.
“Sembra di no, custode della Catena Regale.” rispose. “Mi serviva proprio un po’ d’aiuto.”
I cinque custodi dovettero impiegare tutte le loro forze per riuscire a sterminare l’esercito di Heartless e Nessuno che li stava attaccando, ma alla fine riuscirono nel loro intendo.
“Uff… è stata una delle battaglie più lunghe che ho mai sostenuto. E dire che ho affrontato anche mille Heartless da solo.” disse Sora, facendo scomparire il Keyblade, per poi essere imitato anche da Riku, Kairi e dal Re.
“Uff… mi stavo appunto chiedendo quando sareste arrivati.” fece Dark, facendo scomparire i suoi Keyblade. “Sinceramente cominciavo a temere non sareste più arrivati.”
“Come facevi a sapere che saremmo arrivati, scusa? Non ci siamo mai visti prima.” chiese Riku.
“Vi spiegherò tutto più tardi. Ma ora seguite un mio consiglio: tornate sulla Gummiship e volate via. Vi coprirò io le spalle e vi raggiungerò il prima possibile. A condizione ovviamente che rimaniate nell’atmosfera.” disse Dark, vedendo che gli studenti della scuola stavano tornando per controllare che cosa stava succedendo.
“Perché? Non ci vivisezioneranno mica?” disse Pippo.
“A voi tre probabilmente sì” rispose freddo Dark, indicando il Re, Paperino e Pippo, che si congelarono a quelle parole.
“Che cosa vuoi dire, scusa?” chiese Paperino, che stava ancora diventando più bianco di quanto fosse teoricamente possibile per lui.
“Ora non c’è tempo per le spiegazioni, ma se non ci sbrighiamo ad andarcene, faremo tutti una brutta fine.” disse Dark, alzandosi in volo.
“Guardate, quello è Dark!” disse uno studente.
“Sta volando!”
“Com’è possibile?”
“Allora era lui quel misterioso individuo che era avvistato di notte!”
“Ehi, ma quelli sono…”
Se la scoperta della vera identità di Dark aveva creato scalpore, quando tutti videro i personaggi che stavano dietro di lui, tutti si fermarono e si zittirono.
“Perché ho una brutta sensazione?” sussurrò Kairi a Sora.
“Non è possibile…”
“Inaudito!”
“Come possono essere reali?!”
Queste frasi si levarono dal gruppo di ragazzi che stava osservando il gruppo di ‘alieni’.
“Presto” disse Dark. “Salite sulla Gummiship e decollate. Restate dietro di me, devo prima passare a prendere una cosa”
E senza rispondere a nessuna domanda, Dark evocò i Keyblade, pronto a proteggere il gruppo nel caso qualcuno avesse provato ad attaccarlo.
Quando vide che la Gummiship stava decollando, si alzò ancor di più in volo, per poi partire a tutta velocità verso casa, seguito dalla Gummiship e dagli sguardi increduli di tutti.
Dark arrivò a casa tranquillamente, se non per il fatto che tutti alzavano lo sguardo verso di lui e la Gummiship.
Vedere nello stesso momento due cose che teoricamente dovevano essere impossibili era un caso unico.
Dark entrò dalla finestra, e pochi minuti dopo uscì di nuovo, ma stavolta con addosso l’impermeabile nero, dopodiché salì sulla Gummiship, che decollò immediatamente verso lo spazio, scomparendo alla vista di tutti.

“Scusate se vi ho messo fretta e mi sono autoinvitato sulla Gummiship.” fece Dark, togliendosi il cappuccio.
“Non ti preoccupare.” disse il Re. “Se era veramente pericoloso rimanere… ma ci potresti spiegare il motivo?”
“Già. Prima di tutto, perché indossi gli stessi vestiti dell’Organizzazione XIII?” chiese Riku.
“Semplicemente perché mi riconosco in uno di loro. E tu Riku, da come avrai capito dai miei Keyblade, dovresti aver capito il perché.”
“Roxas…” rispose Riku.
“Come fai a conoscere tutto su di noi? E come fai a sapere dei Keyblade, Heartless e Nessuno?” chiese Paperino.
“Per quanto riguarda te, Pippo e Topolino, su questo mondo non c’è una persona, e dico una persona, che non vi conosce.”
“Come scusa?” chiese il Re. “Come sarebbe a dire che siamo conosciuti da tutti?”
“Forse dovrei trovare un modo più delicato per dirlo, ma… tutti voi, nessuno escluso, siete apparsi su questo mondo sotto forma di un videogioco, di un fumetto o di un cartone animato.”
La notizia inizialmente non sorbì nessun effetto e per qualche secondo nessuno disse niente.
Dark, prevedendo che cosa sarebbe successo, decise di alzarsi in volo di pochi centimetri.
E come previsto, la Gummiship inchiodò di colpo, facendo volare tutti verso il posto di guida, tranne Dark, che dato stava volando, evitò quella fine.
“Che cosa?!?!” urlarono poi tutti gli altri rivolti a lui.
“Lo so, è parecchio strano, e forse non avrei dovuto rivelarvelo, ma mi piace mettere subito in chiaro le cose. Probabilmente il mio mondo è in grado di ricevere informazioni dagli altri, e alcune persone rielaborano queste informazioni per scrivere storie, o creare videogiochi di successo e così via dicendo. O almeno, questa è l’unica idea che mi viene in mente.” rispose Dark, atterrando nuovamente sul pavimento della Gummiship.
“Quindi tutti noi per te, fino a poche ore fa, non eravamo altri che personaggi inventati?” chiese Kairi.
“Sì, o almeno così ci hanno fatto credere. A questo punto mi vedo costretto a ricredere a molte cose che ho imparato e che davo per scontato… ma questo lo sapevo fin da quando ho ricevuto i miei Keyblade.”
“Comunque è strano questo fatto… teoricamente ogni mondo è separato da un altro, e non mi è sembrato che voi foste abituati a vedere Gummiship, dalle facce che hanno fatto gli altri quando ci hai detto di andarcene.” disse Re Topolino.
“Già. A quest’ora quest’episodio sarà già conosciuto in metà del pianeta, e per stasera lo sapranno praticamente tutti. Di me parleranno come il ragazzo volante, mentre di voi… se non vi avessero visto combattere e poi volare via su una navicella, di sicuro vi avrebbero scambiato per semplici ragazzi che volevano fare qualche scherzo. Di sicuro, siamo stati classificati tutti quanti come extraterrestri…”
“Scusa se t’interrompo.” fece Sora. “Ma cosa intendi con pianeta, navicella, extraterrestri…”
“Ah, già, scusate. Mi ero dimenticato che voi usate altri termini. Per pianeta intendo mondo, la navicella, chiamata anche astronave, è la Gummiship e per extraterrestri… beh, solo abitanti di altri mondi, anche se fino a oggi la maggior parte li credeva di colore verde e deformati.” Rispose Dark. “Comunque sia, ormai non posso più fare ritorno. Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Nel momento in cui sarei stato scoperto, avrebbero cominciato a non lasciarmi un attimo in pace, fino a quando non mi avrebbero preso per poi tenermi rinchiuso da qualche parte per venire sottoposto a qualche esperimento… e lo stesso succederà nel momento in cui io dovessi ritornare.”
“Quindi sei praticamente esiliato?” chiese Riku.
“Sì.” disse Dark, senza perdere la calma e sempre senza dimostrare nessun tipo di risentimento.
“Scusaci. Non immaginavamo che ti avremmo creato un simile problema” disse il Re.
“Non sarebbe cambiato niente. Mi avrebbero scoperto lo stesso oggi. Non sarei riuscito a combattere tutti quegli Heartless senza essere riconosciuto, soprattutto perché non ero vestito come al solito, e cioè così. Anzi, se non fosse stato per voi, ora sarei costretto a nascondermi da qualche parte per non venire preso. Quindi grazie.”
“Beh, adesso cos’hai intenzione di fare?” chiese Riku.
“Non mi sembra di avere molte possibilità…” rispose Dark. “Quindi, se a voi non dispiace, mi unirei volentieri al vostro gruppo.”
“Beh, per me non ci sono problemi.” disse Sora
“Nemmeno per noi.” dissero insieme Riku e Kairi.
“Concordo. E poi, se il tuo mondo era veramente in grado di ricevere informazione dagli altri, tu potresti aiutarci in parecchie occasioni.”
“Se va bene per il Re, va bene anche per noi!” esclamarono insieme Pippo e Paperino.
“Grazie. Comunque, per i mondi, vi aiuterò per quanto mi è possibile. Non mi ritengo nemmeno lontanamente uno dei maggiori esperti mondiali.” Disse Dark, per poi andare all’oblò e osservare per l’ultima volta il suo pianeta d’origine, mentre la Gummiship si allontanava sempre di più. Istintivamente si portò la mano in tasca.

   
 
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