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Autore: piuma_rosaEbianca    27/10/2009    8 recensioni
Adesso dopo 9 anni di matrimonio non resisto più. Sto soffocando, mi manca l'aria. Mi sembra di essere circondata da Dissennatori. Tanti Dissennatori, e non riesco ad alzare la bacchetta per evocare il mio Patrono. Perché il mio Patrono non esiste più, non ho più ricordi felici ormai. Una Draco-Ginny, la vita di Ginny sembra finita per colpa di Harry, ma arriverà qualcuno a salvarla... un angelo bianco...
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La canzone i cui versi sono qui utilizzati è 'Vivo per lei', scritta dagli O.R.O.

Salve, vi avverto, potreste rimanerc un po' male leggendo, è abbastanza triste, ma è fatto apposta. 
Nell'andare avanti le cose miglioreranno.
Chiedo a tutte le shippatrici di Harry/Ginny di non falcidarmi, perché questa ff sarà molto contro questa coppia, che anche a me piaceva una volta, ma che ora non sopporto, perché Ginny deve stare con draco, Harry le rovinerà la vita, e qui si vede bene.
Detto questo non mi resta che augurarvi buona lettura.


Basta, non ce la faccio più! Devo uscire da questa casa!
La casa che tanto a lungo ho amato, ma che adesso è diventata un inferno.
La vita con Harry che tanto avevo sognato non è come pensavo.
Dopo tutto quello che è successo, Harry è caduto in depressione.
Per le perdite che ha subito, per le troppe responsabilità che gli hanno affibbiato, per la fretta con cui è stato costretto a crescere, senza potersi godere la sua infanzia, sempre in corsa, una corsa infinita contro la morte.
E ora che si è fermato, dopo mille ostacoli, dopo mille cadute, adesso è fermo, ma non riesce a riprendersi.
Il fiatone dei primi anni, in cui era felice e voleva godersi la libertà da tutti i pesi, è stato sostituito da un respiro troppo debole per portare abbastanza aria.
E in questa situazione ha trascinato anche me.
Adesso dopo 9 anni di matrimonio non resisto più. Sto soffocando, mi manca l'aria.
Mi sembra di essere circondata da Dissennatori.
Tanti Dissennatori, e non riesco ad alzare la bacchetta per evocare il mio Patrono.
Perché il mio Patrono non esiste più, non ho più ricordi felici ormai.
Il primi anni con Harry sono stati meravigliosi, lui era deciso a tirarsi su, a vivere una vita normale, in quegli hanno abbiamo avuto i nostri tre bellissimi figli. Ma dopo è morto mio padre, il suo secondo padre, e ha iniziato a deprimersi.
E adesso dopo 4 anni passati a cercare di salvare me stessa e i bambini da questo inferno che sta bruciando tutti, non resisto più.
I bambini sono da Ron e Hermione, ormai è da tre mesi che si sono trasferiti lì.
Harry è da quando, tre giorni fa, è morto uno dei suoi auror che è disteso sul letto, senza mangiare, bevendo solo quando lo costringo, affogando nelle sue stesse lacrime.
Non so più cosa fare, devo uscire, per qualche ora, sono mesi che non esco di casa perché ho paura a lasciare Harry da solo, ma ora devo farlo, sennò finisco nella sua stessa situazione.

Mi misi il cappotto che mi aveva regalato per il nostro primo anniversario, presi le chiavi e uscii di casa.
Montai in macchina e guidai fino al Westminister Bridge.
Parcheggiai sulla strada lungo in Tamigi, scesi e salii sul ponte.
Era l'una di notte, non c'era nessuno.
Mi appoggiai alla ringhiera e fissai le acque scure del Tamigi.
I lampioni lungo la strada e lungo il ponte si rispecchiavano nell'acqua calma.

Questo paesaggio rispecchia quello che sento.
Malinconia, una calma innaturale, solitudine, silenzio.
Un sordo silenzio che rimbomba nella mia testa, non riesco a pensare.
Un silenzio carico di tristezza.

Tutto ciò che vedevo erano le calme acque scure del fiume sotto di me.

Un nero invitante, in cui sarebbe bello abbandonarsi, lasciarsi trascinare dalla corrente, un letto che ti invita a distenderti, chiudere gli occhi e non riaprirli più.

Mi sedetti sulla ringhiera, le gambe nel vuoto.

Mi dispiace Harry, non vorrei abbandonarti, ma devo, non posso più rimanere qui.
Ron e Hermione ti aiuteranno.
Io mi butto il queste acque, via da questo mondo che ha mangiato la tua vita, corrodendo la tua felicità, come un cancro, un cancro che poi ha preso anche me.
Ti ringrazio per avermi fatto passare i 5 anni più belli della mia vita, ti ho amato tanto, e mi dispiace lasciarti, ma non resisto più.

Sentii le ruote di una macchina dietro di me, una portiera che sbatteva.
Non mi interessava chi era, che cosa faceva, non mi interessava più niente.
L'unica certezza era il freddo metallo del ponte sotto le mie mani, e l'acqua sotto di me.
Chiusi gli occhi inspirando profondamente.
-Addio...- mormorai.
Lasciai la presa, mi diedi una leggera spinta con le gambe e caddi..
Cadevo nel vuoto, l'aria fredda che mi sferzava il volto.
L'impatto con l'acqua fu come sbattere su un piano di marmo, ma non sentivo più niente, niente poteva scalfirmi ormai, volevo solo andare a fondo.
I miei polmoni si riempirono d'acqua, bruciavano.
Gli abiti mi pesavano, mi trascinavano verso il basso.
E io non feci niente per resistere, mi lasciai affondare, sorridendo lievemente.
Però poi mi fermai, e iniziai a tornare su, una forza strana mi riportava verso l'alto.
Ma ormai era tardi, non respiravo più, mi mancava l'aria.
Aprii gli occhi, e l'ultima cosa che vidi prima di svenire fu in fondo del fiume che si allontanava.


                                                                                                                       ***

Stavo guidando lungo il Westminister Bridge.
Al mio amato pub magico “Merlin's Goblet”, c'erano i miei colleghi pronti a passare una nottata all'insegna del divertimento.
Ero circa a metà del ponte quando vidi una macchia rossa e arancio sulla ringhiera del ponte.
Mi fermai e guardai meglio.
C'era una persona, una donna, con lunghi capelli rossi e un cappotto arancione, seduta di spalle sul parapetto del ponte.
In una frazione di secondo mi resi conto di quello che voleva fare e scesi di corsa dalla macchina.
Feci appena in tempo a sbattere la portiera che lei si era già buttata.
Senza pensare mi precipitai al corrimano, la bacchetta sfoderata.
La puntai verso la donna che entrava in acqua in quel momento.
Dopo un attimo di panico gridai:
-Accio maglia!-.
Respirando pesantemente, il cuore a mille, vidi la ragazza tornare velocemente in su, verso la mia bacchetta tesa.
Dopo un lunghissimo minuto, me la ritrovai tra le braccia e la adagia delicatamente a terra.
Era priva di sensi, traeva respiri troppo deboli e distanziati, ma il cuore batteva ancora.
Le puntai di nuovo contro la bacchetta.
-Anapneo-.
Lei tossì acqua ripetutamente e tornò a respirare regolarmente, senza però svegliarsi.
Le asciugai i vestiti con la magia.
Respirai profondamente e la guardai.
Capelli rossi, carnagione chiara, il naso coperto di lentiggini..
Era Ginny Weasley.
Le scostai i capelli dagli occhi.
Mi ricordai che quando eravamo a scuola, l'avevo tirata fuori dal lago appena in tempo.
Madama Chips disse che se ci fosse rimasta solo un secondo di più sarebbe probabilmente morta.
Rividi mentre correvo verso l'Infermeria completamente nel panico, rividi Ginny che riprendeva a respirare.
Mi ricordai dell'immenso sollievo nel sapere che era ancora viva, mi ricordai la notte in bianco passata seduto accanto a lei, tenendole la mano.
Questa volta ero arrivato prima, ed ero riuscito a salvarla da solo.
Da quando io, Draco Malfoy, ero diventato un altruista sentimentale?
L'ho salvata per semplice senso del dovere.
Ma non dimenticavo quel colpo al cuore mentre si buttava, non dimenticavo quella fretta nel riportarla su, quella disperazione mentre frugavo nella mente alla ricerca degli incantesimi giusto, il sollievo le vederla tossire e nel sentire il suo respiro calmo.
Erano ormai 6 mesi che avevo lasciato Astoria, ormai era storia vecchia.
Ma sapevo di non essere pronto per nuovi amori.
Però quelle sensazioni erano inconfondibili, la paura della perdita, il sollievo nel riaverla sana e salva.
Ginny tossì di nuovo, riportandomi alla realtà.
Presi la bacchetta per la terza volta e esclamai:
-Reinnerva!-.
E vidi i suoi dolcissimi occhi di un caldo castano-verde aprirsi di nuovo alla vita che aveva rischiato di perdere.


                                                                                                               ***

Aprii gli occhi e mille sensazioni mi colpirono tutte insieme.
I miei sensi sembravano decisi a fare nello stesso momento tutto quello che poco prima avevano rischiato di perdere per sempre.
La prima cosa che sentii fu una fitta ai polmoni, che ancora bruciavano ma erano pieni d'aria come mai lo erano stati prima d'ora.
Gli occhi vedevano il cielo, il cielo che avevo rischiato di non vedere mai più, il cielo nero come le acque a cui mi stavo abbandonando prima.
Un'altra forte sensazione mi investì: dolore, ovunque.
Come spilli di ghiaccio infilati nella mia carne pallida, pallida come la morte...

La morte...la nera signora a cui mi stavo abbandonando, a cui mi stavo vendendo in cambio di una vita migliore.

Ero felice di esserne scampata, ma anche triste per non aver potuto abbandonare quel mondo che mi aveva dato tante sofferenze.
-Sei sveglia? Come stai?- mi chiese una voce che non riconobbi.
Provai a dire qualcosa, ma mi uscì solo un rantolo gracchiante.
-Ehi, ti prego rispondi- insistè la voce.
-C...chi sei?- rantolai.
-Sono Draco. Cosa ti era saltato in mente?- rispose.
Draco...Draco Malfoy?
-P...Perché mi hai sal...salvato?- chiesi la voce meno rantolante, ma sempre molto roca.
Ad ogni respiro mi pareva di avere carta vetrata che mi passava sulla gola.
-Come perché ti ho salvato? Volevi morire?- domandò, sconcertato
-Sì...sennò perché mi b...buttavo?-
Uno schiaffo, forte e violento. Un colpo che mi fece risvegliare improvvisamente.
Mi alzai a sedere.
Una mano mi afferrò la spalla e mi ritirò giù.
Mi ritrovai a fissare il volto affilato e bellissimo di Draco Malfoy.
-Ora mi spieghi. Perché ti volevi suicidare?- disse in tono autoritario.

Perché dovrei dirglielo? Chi è lui per me? Solo uno stronzo che mi ha impedito di morire!

Ma dopo due secondi mi ritrovai il lacrime, a raccontargli tutto.
-Perché non ce la facevo più! Perché Harry è caduto in depressione, e ha trascinato anche me. Perché mi ha costretto a un inferno durato 6 anni. Perché la sua depressione, su di me aveva avuto un effetto più forte. Perché dopo la morte di mamma, papà e Charlie, dopo che i miei bambini si sono trasferiti da Ron e Hermione, dopo che Harry aveva solo se e la sua tristezza e io non valevo più niente per lui, la vita ha smesso di avere importanza, e un senso di abbandono mi ha preso sempre di più...-mi bloccai, la voce incrinata di lacrime che reprimevo a fatica.
Io appoggiai la testa sul suo petto, rannicchiandomi.
-Io non pensavo... non volevo essere così duro...scusami- si scusò stringendomi a se e accarezzandomi la testa.
-Aiutami Draco, ti prego aiutami- mormorai disperata.
-Cosa posso fare?- chiese, sinceramente dispiaciuto e preoccupato.
-Portami da Ron e Hermione, voglio vedere i miei bambini- lo supplicai stringendo convulsamente la sua maglia.
-O...ok-
Mi sollevò, un braccio sulla mia schiena e l'altro sotto le gambe.
Aprì la macchina e mi appoggiò sul sedile del passeggero.
Si sedette al volante e partì senza dire una parola.
-Grazie. Grazie di avermi fatto capire che la morte non è l'unica soluzione- ringraziai abbandonandomi contro lo schienale della morbida poltroncina di pelle.
-Di niente- disse Draco, sorridendo per la prima volta quella sera.
-Perché eri sul ponte?- chiesi.
-Dovevo uscire con alcuni amici. C'è un pub alla fine del ponte, stavo andando lì- rispose con gli occhi fissi concentrati sulla strada, ma stranamente vitrei.
-Mi hai visto mentre mi...buttavo?- domandai timidamente.
-Ti ho vista seduta sulla ringhiera. Sono sceso di macchina un attimo prima che ti buttasti-
-Come hai fatto a tirami su?-
-Incantesimo di Appello. Ho appellato la tua maglia e sei venuta su-
-E poi?-
-Anapneo e Reinnerva-
Rimasi in silenzio persa tra i miei pensieri.
Perché mi aveva salvato? Da quando gli importava qualcosa di me?
Ma forse quando mi ha vista cadere non mi ha riconosciuta...
Però dopo sicuramente sì...perché non mi ha lasciato sulla strada?
Ha messo me davanti a un'uscita con gli amici. Questo non è il Draco Malfoy che conosco, o meglio, non è il Draco Malfoy degli ultimi anni.
É il Draco che stava con me al mio terzo anno, il Draco che mi ha salvato dal lago nero, il Draco che mi ha regalato un abito elegante da più di cento galeoni per San Valentino.
Possibile che... che voglia tornare a cui giorni?
No, non è possibile.
Scuoto lievemente la testa e mi guardo le mani.
La fede d'oro giallo e rosso brillava ancora alla mia mano sinistra.
Ma la sfilai lentamente e la fissai.
Draco notò quello che avevo fatto e chiese serio:
-È davvero così terribile la vita con Harry?-
-Immaginati di vivere con un Dissennatore molto depresso. Ormai sono mesi che sta disteso sul letto senza fare niente che non sia piangere in silenzio. Beve e mangia solo quando lo costringo- risposi, la voce leggermente incrinata dalle lacrime che minacciavano di uscire da un momento all'altro.
Ma non volevo piangere davanti a lui.
Draco, come se mi avesse letto nel pensiero, disse
-Non ti vergognare Ginny. Sfogati quanto vuoi-.
Inevitabilmente scoppiai a piangere, tutte le lacrime che avevo represso fino a quel momento uscirono, inondando le mie guance di acqua salata.
Era strano.
Non avevo mai pianto davanti a nessuno tranne Hermione.
E adesso mi ritrovavo a piangere disperata e a raccontare di tutto a una persona che ho odiato per la maggior parte del tempo da quando l'ho conosciuto a oggi.
Ci fermammo
-Siamo arrivati- annunciò Draco.
Spense la macchina, scese e venne ad aprirmi la portiera.
Mi aiutò a uscire, e appena fui in piedi feci qualche passo barcollante prima di aggrapparmi a lui per non cadere.
Draco mi mise un braccio intorno alla vita e mi sorresse fino alla porta.
Io intanto mi avvinghiata al suo torso, inzuppandogli la maglia di lacrime.
Il biondo suonò il campanello e dopo cinque minuti vennero ad aprire i due, scarmigliati e in pigiama, evidentemente assonnati.
Appena ci videro ebbero due reazioni diverse.
Hermione si risvegliò subito e iniziò a sparare domande a raffica, con crescente preoccupazione.
“Che è successo? Dove eravate? Perché siete qui?” e altro.
Ron assunse un espressione diffidente e sospettosa e chiese con tono autoritario:
-Cosa hai fatto a mia sorella?-.
Draco sospirò e disse con calma:
-Possiamo entrare prima? Ginny ha bisogno di sedersi-.
Io guardai Ron, e lui alla vista dei miei occhi rossi e gonfi di pianto e delle mie gambe tremanti si fece subito da parte.
Entrammo e ci sedemmo tutti e quattro in salotto.
Io e Draco su un divano e Ron e Hermione su quello di fronte.
Hermione prese un grosso respiro e disse:
-Raccontateci tutto-.
Fu Draco a prendere la parola dato che io ero ancora scossa dai singhiozzi.
-Stavo attraversando il Westminister Bridge quando ho visto Ginny seduta sulla ringhiera del ponte.
Sono sceso un attimo prima che si buttasse- Hermione trasalì -L'ho tirata su con la magia, e l'ho fatta rinvenire-.
Deglutii dolorosamente e balbettai:
-Mi...mi ha s...salvato-.
-Oh. Ginny, ma perchè ti volevi buttare?-.
-Per Harry...non lo sopporto più...è impossibile vivere in quelle condizioni- mormorai, ancora scossa dai singhiozzi.
-Ma...non lo avresti aiutato ammazzandoti!- intervenne Ron, sconvolto.
Io, Draco e Hermione lo fissammo.
-Weasley, sei la persona più priva di tatto che abbia mai conosciuto!- commentò Draco esasperato.
Io ridacchiai, riuscendo a smettere di piangere.
Ora tutti fissavano me
Tornai subito seria e dissi:
-Lo so che non l'avrei aiutato. Ma non ce la facevo più-.
-Ron ha ragione però. Se tu ti fossi uccisa, Harry sarebbe stato ancora peggio- disse Hermione.
-Ma non è morta. Quindi il problema non sussiste. Harry sta male come prima, e da quello che mi ha raccontato Ginny penso che non si sia nemmeno accorto che è uscita- intervenne Draco.
-Grazie a te- mormorai io.
-Come?- chiesero tutti e tre in coro.
-Ho detto che è grazie a Draco che non sono morta- ripeto sorridendo.
-Ma sono l'unica che vede il lato buono della situazione? Sono viva e ho imparato la lezione, non lascerò Harry da solo. Però...- aggiungo, lasciando la frase in sospeso.
-Però?- chiesero, di nuovo all'unisono.
-Però non voglio stare con lui. Non voglio tornare a deprimermi- conclusi.
Lo sguardo di Hermione scattò alle mie mani e notò l'assenza della fede.
-Ti sei tolta la fede...- disse.
-Cosa? Ginny, non vorrai lasciare Harry- disse Ron, sconcertato.
-Sì, Ron. Non ce la faccio più. Lui non mi ama. Ci sono solo lui e la sua depressione ormai, e come stare con un Dissennatore!- risposi infervorita.
Possibile che non capissero?
Ron stava per ribattere, ma fu interrotto da una vocina proveniente dalle scale
-Mamma? Sei tu?- chiese Albus.
Mi voltai a guardarlo e sorrisi.
Quanto mi erano mancati quei vivaci occhi smeraldini, gli stessi di Harry, solo che quelli di quest'ultimo erano diventati opachi e vitrei.
-Mamma!- esclamò correndomi incontro.
Io lo abbracciai stretta, accarezzando la morbida chioma nera e ribelle.
-Che ci fai qui, mamma?- chiese guardandomi negli occhi.
-Sono venuta a trovarti, tesoro- risposi specchiandomi nei suoi.
Mi erano mancati davvero tanto.
Sia da lui che da Harry.
-Papà dov'è?- chiese senza distogliere lo sguardo.
Una fitta al cuore però fece distogliere lo sguardo a me.
Il ricordo di quegli occhi che mi guardavano con dolcezza e il ricordo degli occhi vitrei e spenti con cui Harry l'ha guardata l'ultima volta mi fece male.
-È a casa-.
-Ma poi viene anche lui?-.
-No, Albus. Penso che non vedrete papà per un po' di tempo- risposi tristemente.
-Ah... Io torno a nanna. 'Notte- disse Albus, anche lui rattristato.
Mi diede un bacio sulla guancia e tornò in camera.
-Ginny, non puoi fare questo a loro- disse Ron.
-Voglio mandare Harry al San Mungo. Starà meglio lì che a casa. Se non vi dispiace rimarrei qui, in quella casa non ci voglio più tornare-.
-Bene, adesso io posso anche andare- intervenne Draco alzandosi.
-Sì!- -No!- rispondemmo Ron e io in coro.
Draco e Hermione ci guardarono, e io e Ron ci guardammo.
Mi alzai e chiesi a Draco:
-Puoi farmi da autista ancora un po'?-.
-Certo- rispose subito Draco.
Mi rivolsi a Ron e Hermione.
-Vado a casa a prendere la mia roba, chiamo il San Mungo e poi torno qui. Ok?-
-Ok- acconsentirono entrambi, anche se Ron con un attimo di esitazione.
-A dopo- li salutai incamminandomi verso la porta.
-Arrivederci- salutò Draco affrettandosi a seguirmi.
Uscimmo dalla casa e tornammo alla macchina.
Adesso ero capace di camminare da sola.
Montammo in macchina, e partimmo verso casa mia.
-Draco... perché mi hai salvato?- chiesi seria.
-In che senso?- domandò confuso.
-Mi sarei aspettata, senza offesa, che tu mi lasciassi lì sulla strada, una volta saputo chi ero-.
-Non ti avevo riconosciuta ma quando ti ho vista non potevo lasciarti morire...E comunque, se voglio diventare un buon Guaritore, devo abituarmi a salvare tutti- rispose in fretta.
Sembrava stranamente imbarazzato.

-Vuoi diventare Guaritore?- chiesi stupita.
-Sì, la Medimagia mi affascina. Salvare vite, aiutare le persone. É un modo per riscattarmi del male che ho fatto da Mangiamorte- disse serio.
Io lo osservai attentamente.
Guardava la strada come se, al minimo movimento degli occhi, potesse cadere il mondo.
-Che cos'hai? Sembri...strano...- chiesi un po' preoccupata.
-No, no, niente. Sono solo un po' stanco- rispose frettolosamente.
Mi sembrò che mi stesse nascondendo qualcosa.
-Tu invece, che fai ultimamente, a parte tentare di suicidarti?- domandò per cercare di sdrammatizzare.
-Fino a un mese fa lavoravo alla rubrica sportiva della Gazzetta del Profeta. Ho smesso quando ho trovato Harry seduto in cucina con un enorme taglio su una mano e un coltello insanguinato nell'altra- risposi con un tono di una tristezza indescrivibile.
Ripensando alla scena, rabbrividii. La mano appoggiata sul tavolo in una pozza di sangue, Harry che la fissava con occhi vitrei, e il coltello insanguinato stretto convulsamente nell'altra mano e puntato al polso.
Draco deglutì, rabbrividendo anche lui.
Rimanemmo in silenzio per il resto del viaggio
-Ci siamo- annunciò Draco spegnendo la macchina.
Io alzai lo sguardo verso la porta della casa.
Aprii la portiera e scesi lentamente dall'auto.
Mi incamminai per il vialetto.
Sentii Draco scendere e raggiungermi, ma non parlai e non mi voltai a guardarlo.
Entrai in casa.
Era tutto come l'avevo lasciato prima.
Non pensavo che ci sarei mai rientrata.
Lentamente, salii le scale e raggiunsi la camera.
La porta era aperta.
Harry era rannicchiato sul letto, e per la prima volta in un mese non era scosso dai singhiozzi.
Incuriosita, ma anche un po' preoccupata, mi avvicinai.
Aveva gli occhi chiusi, la bocca semi aperta, e respirava leggermente.
Da quanto non lo vedevo così.
Calmo, senza apparenti preoccupazioni.
Da quanto non lo vedevo dormire
Gli accarezzai una guancia, e lui si svegliò, come se avesse aspettato solo quel tocco.
Mi guardò, e rividi quella scintilla, quella verde scintilla di vita nei suoi occhi.
I due smeraldi che tanto ho amato, per il quale ho sofferto.
Però, erano lucidi, e molto rossi e gonfi, come se avesse appena smesso di piangere.
-Gin... - mormorò debolmente.
-Harry- sussurrai dolcemente sedendomi accanto a lui.
-Gin, Ron ha chiamato poco fa. Mi ha raccontato tutto. Scusami. Scusa davvero. Non pensavo che tu stessi così male- disse. Era triste, sinceramente dispiaciuto. Sembrava che stesse per rimettersi a piangere.
-Io non ti merito Gin. Non merito neanche i bambini. Non merito di stare con voi, che mi siete stati vicini tutto questo tempo, che mi avete sempre voluto bene. Non posso permettermelo. Non dopo avervi ignorato, aver pensato solo a me e a quanto ingiusta è stata la mia vita. Dovevo morire io per questo. Invece ti fatto arrivare al suicidio. Tu che mi sei sempre stata accanto, e io che ti ho ignorato. Scusami Ginny- continuò, respirando affannosamente, trattenendo le lacrime.
Non sapevo cosa dire.
Pensavo soltanto che aveva ragione. Non mi meritava, non meritava di stare con me e con i bambini. È un egoista, uno stupido egoista, che pensa solo a se stesso, e che non capisce quando la gente che ha intorno tiene a lui. Perché lui non tiene a loro.
Visto che non parlavo, continuò lui.
-Voglio andare al San Mungo. È lì che devo stare. Con gli altri malati di mente. Perché io sono un idiota. Un idiota che non si è accorto delle persone fantastiche che aveva intorno. Un idiota che non riesce più ad amare. Ginny, spero che un giorno mi perdonerai. Spero che ti ricorderai dei primi anni insieme. E che dimenticherai i 5 anni d'orrore che ti ho fatto vivere. Ti ho amato davvero Ginny. Ma il mio egoismo ha superato l'amore, e di questo non mi perdonerò mai-.
-Anche io ti ho amato. Ho amato te come nessuno prima. Con te ho vissuto 4 anni di paradiso, ma era solo la quiete prima della tempesta. Mi hai trascinato all'inferno. In uno dei gironi peggiori. I bambini sono riusciti a rimanere su grazie a tutti gli altri. Ma io non ce l'ho fatta. Tu eri troppo forte, tu e il legame che ci univa. Ma piano piano è stato corroso dalle fiamme, dalle fiamme che ti circondavano bruciando tutto quello che ti si avvicinava. Bruciandoti il cuore, e bruciando anche il mio. Stasera sono riuscita a spengere le fiamme, ma il legame ormai è ridotto a un mucchio di cenere- risposi, con una calma che non mi apparteneva, un intensa tristezza. Una furia che si sfogava con un lentezza esasperante.
Mi alzai di scatto e iniziai a riempire una valigia con le mie cose.
Harry non rispose, colpito dalle mie parole.
Era finita. Dell'ardente passione che ci pervadeva nei primi anni non rimaneva che cenere.
Del dolcissimo amore che provavo non rimaneva che un freddo frammento di ghiaccio.
Mentre aprivo l'armadio, mi voltai verso Draco.
Era rimasto tutto il tempo sulla porta, e guardarci e a sentire in silenzio.
-Chiama il San Mungo. Digli di venirlo a prendere- gli dissi seria.
Con la coda dell'occhio vidi che tirava fuori il cellulare e componeva il numero.
Lo sentii allontanarsi lungo il corridoio e borbottare qualcosa al telefono.
Io continuai a fare le valigie in silenzio.
Dovetti fare un Incantesimo di Estensione Irriconoscibile per far entrare tutto in una sola valigia, ma un quarto d'ora dopo, chiusi la cerniera del grande borsone rosso e mi voltai di nuovo verso Draco, che era tornato sulla porta.
-Quando hanno detto che vengono?- chiesi.
-Tra una mezz'oretta- rispose.
Appoggiai la borsa a terra e cominciai a fare i bagagli anche per Harry.
Poco dopo suonarono alla porta, e scendemmo tutti e tre ad aprire.
Un Guaritore alto, dall'aria snob era rigido e immobile appena dietro lo zerbino.
-Il signor Potter è pregato di fare un passo avanti- disse in tono piatto.
Harry fece un passo avanti, ma era girato verso di me e mi guardava con aria triste.
-Io vado da Ron e Hermione- dissi guardandolo fisso negli occhi.
Ero decisa ad imprimermi quel verde nella retina e nella mente.
Non sapevo bene perché, ma lo volevo fare.
Harry annuì e guardò Draco.
-Prenditi cura di lei. Tienila lontana dai guai. E dai ponti. L'hai salvata stasera e so che lo farai di nuovo se ne verrà l'occasione- poi gli si avvicinò e gli mormorò qualcosa all'orecchio.
Si volto di scattò e si avviò verso l'auto verde acido con l'osso-e-bacchetta incrociati disegnato sulla portiera.
Il Guaritore chinò appena il capo verso di noi, borbottò un “Arrivederci” (che detto da un medico può sembrare un po' scortese) e si allontanò, raggiungendo anche lui la macchina.
Io mi voltai verso Draco e chiesi:
-Mi puoi riportare da Ron e Hermione?-.
-Certo- rispose mettendosi in spalla la mia borsa e dirigendosi verso la sua Mercedes Guardian nera.
Spensi tutte le luci di casa con un colpo di bacchetta, chiusi la porta a chiave e mi affrettai a raggiungerlo.
Quando fummo entrambi seduti e con le cinture allacciate, partì.
Dopo qualche minuto di silenzio, accesi l'autoradio.
Era modificata in modo da prendere anche le frequenze magiche, quindi la sintonizzai subito su Radio Strega Network.
Dopo una canzone dei “Rock and Spell”, partì una dolce melodia che non conoscevo e, vinta dalla stanchezza e dalle troppe cose successe in quel giorno, mi addormentai.


                                                                                                                               ***


Guidavo in silenzio da qualche minuto quando sentii Ginny accanto a me che accendeva l'autoradio.
Dopo la nuova canzone dei “Rock and Spell” iniziò una lenta e bellissima musica che riconobbi come Claire de Lune di un compositore babbano di nome Debussy.
La passione per la musica classica me l'avevano trasmessa i miei genitori.
L'ho sempre amata, e quella composizione era tra le mie preferite.
Vidi con la coda dell'occhio che Ginny si era addormentata e sorrisi.
Quella musica era davvero appropriata alla dolcezza e bellezza di quella visione.
Gli occhi chiusi, il respiro lento, l'espressione pacifica, la pelle chiara
Era davvero bellissima, bella come la luna.
Così era entrata nella mia vita quasi 18 anni prima, come il chiaro di luna nella notte più nera.
Così c'era ritornata poche ore prima.
Il chiaro di luna che squarcia le tenebre, il chiaro di luna che mi rischiara la strada
Ripensai a quello che mi aveva detto Potter prima “Ha rischiarato la mia vita come un raggio di sole, ma sono stato così idiota da farla coprire di nuvole. L'unica cosa che ti chiedo in tutta la mia vita. Falla tornare a splendere”.
Lo avrei fatto, avrei spazzato via quelle nuvole che quell'idiota aveva fatto arrivare e l'avrei fatta tornare a splendere.
Volevo che rischiarasse anche la mia di vita e non con un debole chiaro di luna, ma come un possente raggio di sole.
La musica finì e partì una altra canzone che non conoscevo.
Si chiamava Vivo per lei, di un certo Bocelli.

Vivo per lei da quando sai
la prima volta l'ho incontrata,
non mi ricordo come ma
mi è entrata dentro e c'è restata.
Vivo per lei perché mi fa
vibrare forte l'anima,
vivo per lei e non è un peso.”

La prima volta che l'ho incontrata la disprezzavo, era solo una sudicia traditrice del suo sangue. Ma in qualche modo mi è entrata dentro e c'è rimasta.

Vivo per lei anch'io lo sai
e tu non esserne geloso,
lei è di tutti quelli che
hanno un bisogno sempre acceso,
come uno stereo in camera,
di chi è da solo e adesso sa,
che è anche per lui, per questo
io vivo per lei.”

Solo lei è riuscita a soddisfare in pieno il mio bisogno d'affetto e comprensione. Quando ero da solo, solo lei ha avuto il coraggio di avvicinarsi.

“È una musa che ci invita
a sfiorarla con le dita,
attraverso un pianoforte
la morte è lontana,
io vivo per lei.”

Ha allontanato la morte da me e dalla mia vita, e io ho ricambiato allontanando lei dalla morte.

Vivo per lei che spesso sa
essere dolce e sensuale,
a volte picchia in testa una
è un pugno che non fa mai male.
Vivo per lei lo so mi fa
girare di città in città,
soffrire un po' ma almeno io vivo.”

Ricordo ancora i suo baci, le sue movenze, le sue parole, dolci e sensuali. I pugni che mi tirava per gioco. Ricordo quanto mi ha fatto soffrire per le litigate, ma vivevo sempre e comunque per lei.

È un dolore quando parte.
Vivo per lei dentro gli hotel.
Con piacere estremo cresce.
Vivo per lei nel vortice.
Attraverso la mia voce
si espande e amore produce.”

Vivo per lei nient'altro ho
e quanti altri incontrerò
che come me hanno scritto in viso:
io vivo per lei.”

Quanta gente ho visto dipendere da lei, quanta gente la cui felicità dipendeva da un suo sorriso o un suo saluto. Vivevano per lei, per vederla ridere, parlare anche solo camminare.

Io vivo per lei
sopra un palco o contro ad un muro...
Vivo per lei al limite.
... anche in un domani duro.
Vivo per lei al margine.
Ogni giorno
una conquista,
la protagonista
sarà sempre lei.”

Sarà sempre la protagonista della mia vita, anche nei momenti più duri.

Vivo per lei perché oramai
io non ho altra via d'uscita,
perché la musica lo sai
davvero non l'ho mai tradita.
Vivo per lei perché mi da
pause e note in libertà
Ci fosse un'altra vita la vivo,
la vivo per lei.”

Potessi rinascere, non me la lascerei sfuggire così, potessi ricominciare rimarrei tutta la vita con lei, perchè io...

Vivo per lei la musica.
Io vivo per lei.
Vivo per lei è unica.
Io vivo per lei.
Io vivo per lei.
Io vivo
per lei.

Io ho vissuto, vivo e vivrò sempre per lei. In ogni situazione le starò accanto, se morisse morirei con lei perché la mia vita non ha senso senza qui capelli rossi, quella pelle chiara, quel dolce sorriso...
La amavo, l'avevo finalmente capito.
Era tutto per me, come una droga, e lo era sempre stato
In tutti quegli anni ho sempre pensato a lei, anche quando ero con Astoria, ho sempre vissuto per lei, dalla prima volta che l'ho vista al Ghirigoro, a stasera quando l'ho salvata dalle acque del Tamigi.
Fermai la macchina nello stesso istante in cui la melodia sfumava e la voce dello speaker lodava commossa la bellissima canzone appena passata
Spensi l'auto e scesi scuotendo la testa, incredulo.
Andai dall'altro lato, aprii l'altra portiera e presi Ginny in braccio.
Non avevo cuore di svegliarla, sarei rimasto tuttala notte lì a contemplarla se non fosse stato per suo fratello che uscì di corsa dalla casa.
-Finalmente siete... COSA LE HAI FATTO?!?!- gridò appena vide Ginny tra le mie braccia.
-Non urlare, idiota! Sta solo dormendo- risposi fulminandolo con lo sguardo.
Lui ammutolì e mi fece passare.
Appena entrato vidi Hermione che preparava il divano letto in salotto.
-Oh, ciao. Senti, stasera ti andrebbe di rimanere qui a dormire? È tardi e probabilmente sei stanco. Non me la sento di farti guidare fino all'hotel dove stai a quest'ora- disse tutto d'un fiato.
-Oh...emh...grazie- risposi spiazzato da tanta premura.
Hermione notò Ginny addormentata fra le mie braccia, sorrise e iniziò a salire le scale.
Io la seguii in silenzio.
Perché sorrideva? Non è che si immaginava cosa strane? O aveva capito cose che non doveva capire?
Aspetta...come faceva a sapere che stavo in un hotel?
-Hermione...come fai a sapere che alloggio in un hotel?- chiesi un po' sospettoso.
-Oh, emh...non ti arrabbiare ma...ho risposto al tuo cellulare prima, ti era caduto qui, e Zabini mi ha chiesto se eri tornato all'hotel, quindi...- rispose in fretta come se venire a saperlo più velocemente sarebbe stato meglio.
Ma la mia attenzione venne attirata dal suo tono. Cosa aveva detto Hermione a Blaise?
-Gli hai raccontato...tutto, a Blaise?- le chiesi.
-Emh... gli ho detto che avevi salvato Ginny, che eri passato di qui, e che la stavi riportando a casa... Perché? Non dovevo?- chiese poi allarmata.
-No no, tranquilla. Il problema è che Blaise capisce troppo... e spesso male...- commentai senza pensare, pentendomene subito dopo.

-Bè, se è per quello, anche io ho capito. E non penso di aver capito male- disse.
Si girò sorridendo, fece scorrere lo sguardo da me a Ginny, e si voltò di nuovo.
Aprì una porta di legno chiaro con scritto sopra “Stanza degli Ospiti”.
Accese la luce e si fece da parte.
Mi avvicinai a una poltrona e ci appoggiai delicatamente Ginny.
Le tolsi le scarpe, scostai un po' le coperte, la ripresi in braccio e la misi sul letto.
Le rimboccai dolcemente le coperte e rimasi un po' a guardarla.
Sorrisi mentre si rannicchiava.
Le accarezzai distrattamente una guancia, e feci scorrere tra le dita una ciocca di capelli .
Hermione si schiarì la gola, e quando alzai lo sguardo vidi che sorrideva apertamente.
-No, non ho capito per niente male- commentò uscendo.
Sorrisi tra me e me, pensando che Ron era stato l'unico a non capirlo.
-Ti ho preparato il divano letto, giù. Vuoi un pigiama di Ron, o ti tieni i tuoi vestiti?- chiese mentre mi richiudevo la porta alle spalle.
-Mi tengo i miei, grazie- risposi un po' imbarazzato, e anche certo che Ron non mi avrebbe mai prestato nemmeno un calzino.
-Com'è andata da Harry?- chiese Hermione tornando seria.
-Bè, non troppo bene...- e le raccontai quello che si erano detti e cosa era successo
Intanto avevamo raggiunto il salotto e ci eravamo seduti su bordo del letto.
-Non riesco a crederci... erano così...perfetti. Non litigavano mai, erano in completa simbiosi, a volte perfino telepatici- commentò appena ebbi finito di parlare.
-Però Potter è stato uno stupido. Dico io, come si fa ad andare in depressione quando hai accanto una famiglia così? Siete un sacco, tutti uniti. Le predite le avete subite tutti, tutti siete stati costretti a crescere in fretta per la guerra che incombeva. Ma solo lui è stato così egoista da pensare di essere l'unico la mondo a soffrire. Io che avrei dovuto fare? Costretto a diventare Mangiamorte per non morire, costretto a tentare di uccidere qualcuno, a portare gli altri Mangiamorte nella scuola- dissi gesticolando freneticamente.
Tutto quello che avevo pensato nell'ultima ora mi sgorgò dalle labbra.
Mi tirai su la manica sinistra e indicai una grossa chiazza di pelle bianchissima, con il bordo lievemente arrossato.
-Nessun incantesimo funzionava, per togliermi il Marchio Nero ho dovuto togliermi la pelle. In una sera di pazzia, presi un coltello e mi staccai tutta la pelle fu cui era inciso il Marchio. Un po' di dittamo e una benda ed sono guarito in una settimana, ma il dolore è stato terribile- dissi stringendomi con rabbia l'avambraccio.
Hermione mi guardò con occhi lucidi, colpita da quella rivelazione.
Quella cosa la sapevano solo Astoria, che mi aiuto a smettere di torturarmi il braccio e Blaise, che mi aiutò a curarmi del tutto.
Non sapevo cosa mi avesse spinto a dire quelle cose alla Granger, sapevo solo che mi sentivo molto più leggero.
-Io...non pensavo...non avrei mai immaginato...- farfugliò Hermione alzandosi.
-Scusa, non volevo turbarti- mi scusai per niente dispiaciuto.
Provavo un'improvvisa voglia di stare solo.
-'Mione, vieni a letto, dai- disse Ron dal piano di sopra.
-Arrivo- gli rispose sbrigativa Hermione.
-Buona notte, e grazie ancora- le dissi mentre si inviava verso le scale.
-Di niente. Hai salvato la mia migliore amica. Buona notte- rispose Hermione sparendo al piano superiore.
Mi distesi sul letto fissando il soffitto.
Ero davvero così prevedibile? Mi si leggevano così chiaramente in faccia le cose? Eppure mi ero sempre vantato di riuscire bene a mascherare le emozioni. Forse ero circondato da gente troppo intelligente. O leggevano nel pensiero? O semplicemente mi conoscevano troppo bene per non capire?
Mah...
Che amici strani che avevo...
Così intelligenti da capire che in una sola sera mi ero reso conto di una marea di cose e che mi ero innamorato di quel bellissimo angelo dai capelli rossi chiamato Ginny Weasley.
Piano piano la mente si spense e scivolai nel sonno.


Questo capitolo finisce qui.
Prima di postare il seguito vorrei sapere un po' cosa ne pensate... perché se non piace sarebbe inutile continuare a postarla.
Non è un granche, ma ci ho messo tutto quello che sento per questa coppia
Recensite numerosi!!

Baci,
la vostra Piuma
   
 
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